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Soluzioni smart per il benessere di tutti
Agenti, come motivarli? Buono regalo come incentivo per venditori
Marzo 06, 2025
Ogni azienda sa quanto sia importante motivare i propri collaboratori: non soltanto i dipendenti, ma anche gli agenti di vendita. Trovare un incentivo che offra un reale valore aggiunto e stimoli il raggiungimento degli obiettivi è fondamentale, non solo in occasione delle festività. In questo senso, i buoni acquisto Cadhoc di Day rappresentano una soluzione pratica ed efficace: possono essere spesi liberamente, sia nei negozi fisici che negli e-commerce dei principali brand. Con Cadhoc l’azienda ha a disposizione uno strumento capace di incentivare, motivare, fidelizzare e premiare, con la certezza di offrire sempre qualcosa di gradito. Chi riceve i buoni, infatti, può spenderli come preferisce: ognuno ha desideri diversi, ma la rete di partner Cadhoc è così ampia da soddisfarli tutti. In più, grazie ai vantaggi fiscali, il buono mantiene un valore effettivo più alto rispetto a un semplice accredito in busta paga.
I buoni acquisto come incentivo per agenti
Buoni acquisto come premio per concorsi
Come implementare un programma di incentivi con buoni acquisto
I buoni acquisto come incentivo per agenti
Gli agenti di vendita sono una risorsa strategica per ogni azienda: portano il brand sul territorio, costruiscono relazioni con i clienti e trasformano le opportunità in risultati concreti. Per questo motivo è fondamentale riconoscere i loro sforzi con strumenti motivazionali adeguati. Un incentivo tangibile come i buoni acquisto non solo premia i traguardi raggiunti, ma diventa un mezzo per rafforzare il senso di appartenenza e stimolare nuove performance.
Rispetto a un classico bonus in denaro, i buoni acquisto offrono diversi vantaggi. Sono flessibili e si possono spendere in migliaia di punti vendita fisici e online, dall’alimentare allo sport, dalla cultura alla moda. Per l’azienda sono semplici da gestire e distribuire, per chi li riceve sono comodi da utilizzare, anche tramite la app Buoni Day, dove il credito caricato permette generare buoni dell’importo desiderato per i propri acquisti
Ma soprattutto hanno un valore emotivo, perché non sono dei riconoscimenti impersonali uguali per tutti: ognuno può modellarli sui propri desideri, valorizzando l’individualità e le differenze interpersonali. La libertà di scegliere come usarli porta con sé la soddisfazione di un regalo pensato su misura.
Per gli agenti di vendita, Cadhoc si rivela particolarmente utile anche grazie ai piani di conversione con buoni carburante, perfetti per chi affronta spese consistenti negli spostamenti di lavoro. Inoltre, come premio incentivo, i buoni Cadhoc sono deducibili al 100% come spesa di rappresentanza (art. 108, comma 2 T.U.I.R. e D.M. 19/11/2008).
Buoni acquisto come premio per concorsi
Oltre agli incentivi destinati agli agenti di vendita, i buoni acquisto si rivelano strumenti efficaci anche per premiare la partecipazione a concorsi, interni ed esterni all’azienda.
Nei concorsi interni, ad esempio, possono essere utilizzati per premiare i migliori venditori del trimestre, incentivare team a superare obiettivi ambiziosi o riconoscere iniziative innovative, trasformando il premio in un elemento motivazionale che incoraggia la collaborazione e la competitività positiva.
Nei concorsi esterni, rivolti ai clienti o al pubblico, i buoni acquisto diventano premi immediatamente spendibili, particolarmente desiderabili. Grazie alla possibilità di spenderli in una rete di negozi e piattaforme online davvero molto ampia, ciascun vincitore può scegliere liberamente come utilizzarli, rendendo il premio davvero personale e aumentando l’attrattiva dell’iniziativa.
Come implementare un programma di incentivi con buoni acquisto
Per rendere efficace un programma di incentivi basato sui buoni acquisto è fondamentale definire con chiarezza obiettivi e regole, scegliere la tipologia e il valore dei buoni più adatti al proprio target e comunicare in modo trasparente i criteri di assegnazione. È altrettanto importante monitorare i risultati e raccogliere feedback, così da perfezionare il programma nel tempo e garantire che rimanga rilevante. I buoni acquisto permettono di concentrarsi sul valore aggiunto dei propri progetti, perché la loro versatilità si adatta a qualunque tipo di comunicazione e settore di mercato.
Se sei un’azienda e vuoi individuare le soluzioni più adatte alle tue esigenze, puoi chiamare il numero verde 800 834 009 o scrivere a info@day.it per una consulenza personalizzata. I buoni Cadhoc si possono acquistare anche direttamente online: in pochi click è possibile scegliere la composizione del blocchetto, inserire i propri dati e completare il pagamento, ricevendo i buoni in azienda entro 24-48 ore. Per acquisti dell’ultimo minuto, Cadhoc Shop offre la soluzione più pratica e veloce, assicurando un premio sempre gradito e immediatamente utilizzabile.
Buoni Acquisto
Marzo 06, 2025
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ULTIMI ARTICOLI
Novembre 13, 2025
Buoni Acquisto
Risorse residue o fondi da utilizzare negli Enti Pubblici? Ecco come trasformarli in valore per le persone
Nel corso dell’anno, in particolare in prossimità della chiusura dei bilanci, può accadere che un Ente Pubblico si trovi a gestire risorse residue o fondi non ancora utilizzati. Una scelta sempre più diffusa — e pienamente conforme alla normativa — è quella di destinarli a iniziative di welfare a favore del personale. Una soluzione tracciata, trasparente e semplice da gestire, che permette di dire grazie e restituire valore a chi ogni giorno contribuisce al buon funzionamento dei servizi pubblici.
Soluzioni tracciate, sicure e conformi
In questo contesto, i buoni acquisto Cadhoc di Day rappresentano una risposta concreta e immediata: tracciabili, facili da gestire e perfettamente allineati alle disposizioni vigenti. Consentono agli Enti di riconoscere un beneficio economico ai propri dipendenti senza complicazioni operative, garantendo trasparenza e controllo in ogni fase del processo.
La loro gestione rientra nel quadro dei fringe benefit previsti dall’articolo 51 del TUIR, che consente di erogare beni, servizi o voucher ai dipendenti senza che questi concorrano alla formazione del reddito da lavoro, entro i limiti di legge: per il triennio 2025-2027 la soglia di esenzione è fissata a 1.000 euro annui per tutti i lavoratori e 2.000 euro per chi ha figli fiscalmente a carico.
L’erogazione può avvenire in formato cartaceo o digitale, sempre documentata e conforme alle procedure interne dell’Ente. Una soluzione, quindi, pienamente compatibile con i criteri di trasparenza e controllo richiesti dalla normativa vigente, e spendibile in oltre 35.000 punti vendita fisici e online, dalla spesa quotidiana ai carburanti, fino a moda, tecnologia e cultura.
Oltre a questa formula pronta all’uso, gli Enti che desiderano dare continuità o strutturare in modo più organico l’erogazione di benefit possono contare sul supporto di Day per sviluppare soluzioni di welfare personalizzate: uno strumento che permette di mettere a sistema le risorse dedicate al personale, ampliando le opportunità di benessere e semplificando la gestione nel tempo.
Il valore aggiunto di una scelta etica
Affidarsi a Day Spa, Società Benefit, significa scegliere un partner con esperienza, visione e piena conformità normativa. Da anni collaboriamo con enti locali, scuole, aziende sanitarie e amministrazioni pubbliche per rendere il welfare accessibile, misurabile e sostenibile, attraverso soluzioni tracciabili e in linea con le procedure della Pubblica Amministrazione.
Ogni servizio, dai buoni acquisto Cadhoc alle piattaforme welfare personalizzate, è supportato da strumenti digitali che semplificano il lavoro amministrativo e garantiscono trasparenza e controllo in ogni fase. In più, come Società Benefit, Day destina parte dei propri proventi a progetti sociali e ambientali, generando valore che si riflette sull’Ente, sulle persone e sulla comunità. Il team Day dedicato al settore pubblico è a disposizione per fornire informazioni, chiarimenti e supporto nella definizione della soluzione più adatta alle esigenze di ciascun Ente.
Novembre 10, 2025
News
Serve un Welfare Media Manager? L’intervista a Riccardo Pirrone
Durante l’evento ESG & Welfare organizzato da Day a Roma, Alessandra Bertazzoni, Relationship Manager, ha dialogato con Riccardo Pirrone, uno dei nomi più noti e influenti della comunicazione digitale in Italia. Presidente dell’Associazione Italiana Social Media Manager, Pirrone è CEO dell’agenzia Kirweb ed è conosciuto al grande pubblico come responsabile della comunicazione di Taffo, il brand di pompe funebri che ha rivoluzionato il linguaggio dei social con la sua ironia irriverente e provocatoria, diventando un vero e proprio caso di studio.
Il suo intervento è stato l'occasione per riflettere su un tema insolito: come comunicare il welfare aziendale con la stessa efficacia e autenticità con cui si comunica un brand? In altre parole: serve davvero un "Welfare Media Manager"? E, se sì, da dove si comincia? Quali strategie, linguaggi, strumenti — e soprattutto quale mentalità — servono per raccontare in modo credibile il benessere delle persone dentro un’organizzazione?
Ne è nata una conversazione vivace, piena di spunti concreti e di riflessioni sul valore della comunicazione interna come leva di sostenibilità:
Alessandra Bertazzoni: Riccardo, tu vieni da un mondo molto diverso, quello della comunicazione. Che cosa ti ha spinto ad accettare l’invito di Day e parlare di welfare aziendale?
Riccardo Pirrone: Mi ha convinto il fatto che il welfare, in fondo, è comunicazione. È il modo in cui un’azienda parla di sé stessa attraverso le sue azioni, non attraverso gli slogan. Io vengo dal mondo del marketing, dove siamo abituati a dire che "la comunicazione è tutto", ma in realtà tutto è comunicazione: anche un piano welfare lo è. Quando un’azienda decide di fare welfare, sta dicendo qualcosa su chi è, su come considera le persone, su che idea di società ha in mente.
AB: Quindi il welfare come linguaggio dell’impresa?
RP: Esattamente. Le aziende, oggi, non comunicano solo con la pubblicità: comunicano con i comportamenti. Se investi sul benessere dei tuoi dipendenti, se rispetti l'ambiente, se ti prendi cura delle relazioni interne, non hai bisogno di fare grandi campagne: la comunicazione accade da sola, perché le persone parlano bene di te. Il welfare è la forma più autentica di storytelling, perché racconta i fatti, non le promesse.
AB: Spesso però le aziende comunicano il welfare come se fosse un'operazione di immagine.
RP: Sì, e questo è un errore comune. Il welfare non si comunica per vantarsi, si comunica per condividere. Se lo usi come vetrina, perdi credibilità; se lo racconti per ispirare altre aziende o per spiegare come hai migliorato la vita dei tuoi collaboratori, allora funziona. La chiave è la trasparenza: dire anche le cose che non sono andate come previsto, far vedere che dietro ai risultati ci sono persone vere, non modelli da brochure.
AB: Tu lavori con brand molto noti per la loro comunicazione ironica, come Taffo. C’è spazio per l’ironia anche quando si parla di welfare o sostenibilità?
RP: Assolutamente sì, ma bisogna saperla dosare. L’ironia serve a rompere le barriere, a far arrivare messaggi che altrimenti sembrerebbero troppo istituzionali o noiosi. Il problema è che molte aziende hanno paura di essere ironiche, perché pensano che non sia “professionale”. Ma se l’ironia è usata con intelligenza, diventa un modo per umanizzare la comunicazione, e il welfare, in fondo, parla proprio di umanità. Io dico sempre che non serve prendersi troppo sul serio per essere seri: basta essere sinceri.
AB: C’è un consiglio che daresti alle aziende che vogliono comunicare meglio le proprie iniziative di welfare?
RP: Sì, non cercate la perfezione, cercate la coerenza. La comunicazione perfetta non esiste. Esiste quella coerente, che rispecchia ciò che siete davvero. Mostrate il dietro le quinte, fate parlare i vostri dipendenti, fate vedere i risultati concreti. E soprattutto: comunicate anche quando non avete numeri clamorosi da mostrare. Le persone vogliono verità, non performance. E poi ricordate che la comunicazione non è un reparto, è un comportamento collettivo. Tutti, in azienda, comunicano: dal CEO all’addetto alla reception.
Il welfare, se è vissuto davvero, diventa parte naturale del racconto aziendale.
AB: In chiusura, se dovessi sintetizzare il senso del tuo intervento in una frase?
RP: Direi che la comunicazione rende concreto il welfare. Perché se non lo racconti, il welfare resta un gesto invisibile. E se lo racconti male, diventa solo marketing. Ma se lo racconti bene, con autenticità, allora diventa cultura. E questo, per me, è il punto in comune tra comunicazione e sostenibilità: entrambe funzionano solo se sono veri atti di responsabilità.
Novembre 03, 2025
Gestione Risorse Umane
Flessibilità lavorativa: cos’è, vantaggi e come promuoverla
Il mondo del lavoro è profondamente mutato: oggigiorno, non sono più solo stabilità lavorativa e salario ad attrarre i talenti sul mercato verso una particolare azienda, ma ci sono altri fattori in gioco. Uno di questi è certamente la flessibilità lavorativa, che si è affermata come uno dei concetti chiave per aziende e lavoratori, diventando un requisito sempre più importante nelle politiche organizzative. Non si tratta solo di un beneficio accessorio, ma di un vero e proprio strumento strategico che può incidere sulla produttività, sul benessere e sulla competitività delle imprese.
Cos'è la flessibilità lavorativa?
Perché oggi la flessibilità lavorativa è un tema centrale per aziende e lavoratori?
Quali tipi di flessibilità lavorativa esistono?
Quali sono i vantaggi della flessibilità lavorativa per aziende e dipendenti?
Come promuovere la flessibilità lavorativa in azienda?
Altri aspetti sulla flessibilità lavorativa da non dimenticare
Cos'è la flessibilità lavorativa?
La flessibilità lavorativa indica l’insieme delle modalità organizzative che permettono di adattare orari, luoghi e modalità di lavoro alle esigenze sia dell’azienda sia dei dipendenti. Ciò non significa assenza di regole o disordine, ma piuttosto capacità di modellare il lavoro in modo dinamico, in base alle situazioni. Questa flessibilità può tradursi in diverse pratiche: dall’orario variabile al lavoro da remoto, fino a forme contrattuali innovative che consentono ai lavoratori di conciliare meglio vita privata e professionale.
Perché oggi la flessibilità lavorativa è un tema centrale per aziende e lavoratori?
Viviamo in un contesto caratterizzato da velocità e complessità crescenti. Le imprese hanno bisogno di rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato, mentre i lavoratori cercano un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata.
A questo, si aggiungono alcuni fattori importanti:
la digitalizzazione e la globalizzazione permettono di lavorare ovunque, rendendo obsoleti i vincoli spaziali e temporali;
le nuove generazioni di lavoratori (Millennial e Gen Z) attribuiscono grande valore alla libertà di organizzare il proprio tempo;
il benessere e la salute mentale sono diventati elementi cruciali, con impatti diretti sulla produttività e sulla retention dei talenti.
Proprio per questi motivi, la flessibilità non è più un valore aggiuntivo, ma una condizione necessaria per attrarre e trattenere persone qualificate.
Quali tipi di flessibilità lavorativa esistono?
La flessibilità può assumere diverse forme, che si possono raggruppare in tre macro-categorie principali:
flessibilità oraria
orari di ingresso e uscita personalizzati
settimana corta (quattro giorni invece di cinque)
banca ore e part-time modulabili
flessibilità spaziale
lavoro da remoto (full remote o ibrido)
coworking e uffici satellite
modelli di hot-desking e desk sharing
flessibilità contrattuale
contratti a progetto o freelance
job sharing (due persone che condividono lo stesso ruolo).
contratti a tempo variabile o personalizzato
Queste tipologie possono essere combinate, generando modelli ibridi altamente personalizzati.
Quali sono i vantaggi della flessibilità lavorativa per aziende e dipendenti?
Mantenere un certo livello di flessibilità lavorativa comporta molteplici vantaggi, sia per le aziende che per i dipendenti. Vediamone insieme alcune.
Per le aziende:
maggiore produttività: i dipendenti motivati lavorano con più concentrazione ed efficienza;
riduzione del turnover: un ambiente flessibile aumenta la soddisfazione e la fedeltà;
attrazione dei talenti: le imprese flessibili risultano più competitive sul mercato del lavoro;
ottimizzazione dei costi: con il lavoro da remoto diminuiscono spese di ufficio, trasporti e logistica.
Per i dipendenti:
work-life balance migliore: possibilità di gestire meglio tempo libero, famiglia e lavoro;
riduzione dello stress: minore impatto da pendolarismo e rigidità organizzative;
crescita professionale: autonomia e responsabilità favoriscono lo sviluppo delle competenze;
maggiore inclusione: persone con esigenze particolari (genitori, caregiver, persone con disabilità) possono lavorare in condizioni più adatte.
Come promuovere la flessibilità lavorativa in azienda?
Implementare la flessibilità richiede una visione strategica e un cambiamento culturale. Alcuni passi fondamentali sono:
definire politiche chiare: stabilire regole trasparenti per tutti, evitando discrezionalità;
investire nella tecnologia: dotare i dipendenti di strumenti digitali sicuri e collaborativi;
formare i manager: la leadership deve saper gestire team distribuiti, valutando i risultati più che la presenza fisica;
favorire la comunicazione: mantenere un dialogo aperto per monitorare bisogni e soddisfazione;
valutare periodicamente: misurare l’impatto delle iniziative e correggere le eventuali criticità.
Altri aspetti sulla flessibilità lavorativa da non dimenticare
Criticità e cultura aziendale
Come abbiamo visto, la flessibilità lavorativa offre numerosi vantaggi, tuttavia, alcune criticità a essa collegata non vanno dimenticate, tra queste:
il lavoro da remoto può ridurre le interazioni spontanee e il senso di appartenenza;
senza confini chiari, il lavoro può invadere la vita privata;
gestire team distribuiti richiede nuovi strumenti e competenze manageriali;
non tutte le mansioni sono compatibili con la flessibilità, creando disparità tra i dipendenti.
Per affrontare questi rischi, è fondamentale un approccio equilibrato che combini flessibilità e regole.
Infatti, la flessibilità non è solo una questione organizzativa, ma un riflesso della cultura aziendale. Solamente un ambiente lavorativo che valorizza fiducia, autonomia e responsabilità rende la flessibilità sostenibile. Le aziende devono passare da un modello basato sul controllo a uno basato sui risultati e sulla fiducia reciproca.
Flessibilità e futuro
Un ulteriore aspetto spesso sottovalutato è il legame tra flessibilità e sostenibilità. Meno spostamenti significano minori emissioni di CO₂ e un impatto positivo sull’ambiente. Inoltre, la riduzione degli spazi fisici negli uffici porta a un utilizzo più efficiente delle risorse.
Il futuro del lavoro sarà inevitabilmente ibrido e flessibile. Le aziende che sapranno adottare modelli elastici e inclusivi saranno più resilienti e competitive. Al contrario, chi rimane ancorato a modelli rigidi rischia di perdere attrattiva e capacità di innovazione.
La flessibilità lavorativa rappresenta una delle trasformazioni più significative del mondo del lavoro contemporaneo. È una leva potente che, se gestita con attenzione, può migliorare il benessere delle persone e la performance delle aziende. Promuoverla significa investire non solo nella produttività, ma anche nella qualità della vita, nell’inclusione e nella sostenibilità.
Ottobre 27, 2025
News
Day cambia logo: nuova immagine, stessi valori
È arrivato il momento di mostrare la nostra evoluzione: Day cambia logo e abbraccia la nuova identità visiva del Gruppo Up, ora Upcoop.
Un'evoluzione che rappresenta non solo un cambiamento grafico con un logo più moderno e digitale, ma soprattutto un modo per riaffermare i valori che da sempre guidano il nostro Gruppo: cooperazione, innovazione e impatto sociale.
Un logo che racconta la cooperazione
Il nuovo nome della casa madre, Upcoop, valorizza l’essenza cooperativa del gruppo francese — una cooperativa di lavoratori e impresa sociale presente in 25 Paesi e 4 continenti — e la sua volontà di costruire un'economia più equa e sostenibile.
In questo contesto, Day S.p.A. Società Benefit, partecipata al 10% dalla cooperativa Camst e parte integrante del gruppo Upcoop, continua a promuovere in Italia soluzioni che migliorano la qualità della vita, il benessere delle persone e lo sviluppo dei territori, sempre nel rispetto dei principi cooperativi e sociali che la distinguono.
La nuova baseline italiana, Insieme per fare la differenza è un adattamento del messaggio francese "Tant d’avantages à coopérer" (Tanti vantaggi nel cooperare): valorizza il concetto di cooperazione (insieme) e sottolinea l’unicità della nostra azienda (fare la differenza), comunicando inclusività, collaborazione e i valori quotidiani che guidano Day.
Rinnovati nella forma, coerenti nei valori
“Come ha ricordato il Direttore generale del Gruppo Youssef Achour, con questa nuova identità - più moderna e digitale - non solo si riaffermano i valori di cooperazione che il nostro Gruppo sostiene, ma si vuole dimostrare che si può fare business in modo diverso. Siamo nati e sviluppati attorno a un nucleo sociale fatto di cooperazione, dopo il Covid abbiamo capito l’impatto che abbiamo sul territorio e che l’impatto si può generare collettivamente.” – spiega Marc Buisson, Segretario Generale del Gruppo Upcoop, Presidente e AD di Day.
Oggi Day è presente in tutta Italia con i suoi servizi. Con oltre 120 dipendenti, raggiunge ogni giorno 30.000 aziende clienti e 1,3 milioni di beneficiari, collaborando con 150.000 partner affiliati. Nel 2024 ha gestito 1,1 miliardi di emissioni, confermando una crescita costante e sostenibile. Il nuovo volto di Day non rappresenta solo un’immagine aggiornata, ma racconta l’impegno quotidiano a creare valore concreto per le persone, le aziende e le comunità.
Ottobre 20, 2025
Welfare Aziendale
Consumo consapevole ed esperienziale per il benessere psicologico, al lavoro e nella vita
L'epoca in cui viviamo è un bombardamento continuo di stimoli: notifiche che ci invitano a comprare l’ultimo prodotto di tendenza, offerte lampo che scompaiono in un click, esperienze sempre più immediate che promettono gratificazione istantanea. In mezzo a questo flusso, è facile sentirsi sopraffatti e perdere di vista ciò che conta davvero. Una risposta possibile a questo ritmo frenetico è adottare stili di consumo consapevole: fermarsi a riflettere sulle proprie scelte e dare priorità a ciò che porta valore reale, non solo per l’ambiente e le nostre risorse economiche, ma anche per il nostro equilibrio mentale e la qualità della vita.
Consumo consapevole e salute mentale
Il valore del tempo e il consumo esperienziale
L'impegno di Day per promuovere il benessere psicofisico
Consumo consapevole e salute mentale
Adottare un approccio più attento al consumo significa fare scelte che riducono lo stress, aumentano il senso di controllo e migliorano la stabilità emotiva. Concentrarsi su ciò che è davvero significativo permette di liberare spazio mentale e interiore, favorendo maggiore serenità e soddisfazione personale. In questo contesto, il supporto psicologico assume un ruolo sempre più centrale: oggi, sempre più persone riconoscono il valore di prendersi cura della propria salute mentale, non solo nei momenti di difficoltà, ma come pratica quotidiana di benessere e prevenzione. Superando gradualmente lo stigma che a lungo lo ha contraddistinto, il sostegno psicologico viene visto come uno strumento utile a tutti, indipendentemente dall’età e dal contesto.
Le aziende possono contribuire offrendo servizi di welfare dedicati, tra cui percorsi di consulenza psicologica, anche online, per aiutare i dipendenti a gestire lo stress e favorire un ambiente di lavoro equilibrato e positivo. Un segnale dell’importanza del benessere psicologico viene anche a livello istituzionale da iniziative come il Bonus Psicologo, una manovra che mira a rendere più accessibili le consulenze professionali, a riprova di quanto la salute mentale sia oggi considerata un elemento centrale del benessere individuale e collettivo.
Il valore del tempo e il consumo esperienziale
Dopo aver parlato dell’importanza della salute mentale e del supporto psicologico, è naturale riflettere anche su come investiamo il nostro tempo e le nostre energie, fondamentali per il nostro equilibrio. Cresce, ad esempio, l’interesse per il consumo esperienziale: dedicare tempo a corsi, attività culturali, ricreative o formative arricchisce la mente, stimola la creatività e contribuisce direttamente al benessere psicologico. Partecipare a un laboratorio creativo, a un corso di cucina, a una visita guidata o a un'attività sportiva significa sviluppare competenze, coltivare relazioni e creare ricordi duraturi, investendo in momenti autentici di piacere e arricchimento personale.
Le aziende possono sostenere questo approccio offrendo ai dipendenti accesso a percorsi formativi, workshop o attività dedicate allo sviluppo delle proprie capacità e potenzialità. In questo modo si crea un circolo virtuoso: i dipendenti acquisiscono nuove competenze, aumentano motivazione e soddisfazione, e l’organizzazione beneficia di un clima più stimolante e collaborativo, dove apprendimento e benessere diventano parte integrante della quotidianità lavorativa.
L’impegno di Day per promuovere il benessere psicofisico
Day, come Società Benefit, pone il benessere psicologico e psicofisico al centro delle proprie attività, aiutando le persone a gestire lo stress e le energie quotidiane attraverso scelte più consapevoli. L’azienda mette a disposizione dei propri dipendenti, ma anche dei clienti tramite piattaforme welfare su misura, una serie di strumenti e servizi pensati per sostenere il benessere in diversi ambiti della vita.
Sul fronte del benessere psicologico, la piattaforma offre sedute di terapia individuale o di coppia, percorsi dedicati all’autostima, all’empowerment e alla gestione dell’ansia, dei conflitti o delle fobie. Sono disponibili servizi di supporto familiare, dedicati a genitori e caregiver, e strumenti per la cura del sonno, per neonati ma anche per adulti. Completano l’offerta programmi di coaching e interventi "SOS lavoro" per affrontare situazioni professionali particolarmente stressanti.
Per la cura del corpo e della salute, l’offerta spazia dalle consulenze con nutrizionisti a un'ampia gamma di attività sportive, yoga, danza e altre discipline, fino alla collaborazione con centri termali partner che, oltre alle terapie mediche, mettono a disposizione pacchetti relax, zen, ayurvedici e sensoriali, pensati per un benessere completo.
Sul fronte dell’arricchimento personale, Day propone numerose possibilità di consumo esperienziale: viaggi ed escursioni, spettacoli, corsi e laboratori formativi pensati per stimolare la creatività, sviluppare nuove competenze e favorire un equilibrio tra lavoro e vita privata. In questo modo, il welfare diventa un’opportunità concreta di benessere.
Ottobre 13, 2025
Welfare Aziendale
Piani nutrizionali aziendali: pasti equilibrati anche in pausa pranzo
La pausa pranzo è un momento importante della giornata: non solo ci permette di staccare, ma influisce direttamente su energia, concentrazione e benessere durante il pomeriggio.
Eppure, per abitudine o mancanza di tempo, viene spesso vissuta con disattenzione: mangiare in modo frettoloso o poco bilanciato, oppure saltare i pasti, può causare sonnolenza, cali di attenzione e fame anticipata. Con pochi accorgimenti, invece, la pausa pranzo può diventare un alleato concreto della nostra salute quotidiana.
Cosa mangiare per mantenere energia e concentrazione
Sia che tu pranzi fuori casa o porti il pasto da casa, prova a comporre un piatto unico equilibrato che comprenda:
una fonte di carboidrati complessi (pane integrale, riso, farro, cous cous),
una fonte proteica (legumi, carne bianca, uova, pesce, tofu),
verdure cotte o crude,
un condimento sano, come l’olio extravergine d’oliva.
Questa combinazione favorisce il senso di sazietà e mantiene attiva la mente per ore, evitando i classici “crolli” del primo pomeriggio.
Evita, per quanto possibile, piatti eccessivamente ricchi di grassi, fritti o dolci troppo zuccherati, che appesantiscono la digestione e riducono la lucidità mentale. In alternativa, puoi aggiungere una porzione di frutta e, se il tuo pomeriggio sarà lungo o intenso, porta con te uno spuntino sano come della frutta secca o uno yogurt.
Buone abitudini per una pausa davvero rigenerante
Alcune semplici pratiche possono rendere la pausa pranzo ancora più efficace:
Dedica tempo alla pausa: mangiare davanti al computer può aumentare lo stress e peggiorare la digestione.
Prepara i pasti con un minimo di anticipo: eviterai scelte impulsive e poco bilanciate.
Mantieni una buona idratazione durante la giornata.
Ascolta i segnali del corpo: mangia con calma e riconosci la vera fame.
Mangiare bene non significa seguire regole rigide e non sgarrare mai, ma fare scelte più consapevoli che, ripetute nel tempo, migliorano concretamente la qualità della vita. Anche una pausa pranzo semplice e ben pensata può fare la differenza per il tuo benessere quotidiano.
Il supporto di aziende attente al benessere
Sempre più aziende scelgono di promuovere uno stile alimentare sano anche sul luogo di lavoro. In quest’ottica, Day ha attivato una collaborazione con Balanced, una realtà specializzata in nutrizione e benessere. Attraverso un approccio scientifico, personalizzato e accessibile via app, Balanced accompagna le persone in un percorso graduale verso un’alimentazione più consapevole e sostenibile.
La partnership tra Day e Balanced consente così di integrare i piani di welfare aziendale con programmi nutrizionali concreti, fruibili anche durante la pausa pranzo, rendendo più semplice adottare abitudini salutari nella vita quotidiana.
Dott.ssa Margherita Chiadò
Ottobre 06, 2025
Gestione Risorse Umane
Come gestire il welfare aziendale dopo le dimissioni
Il welfare aziendale è un termine che racchiude tutto l’insieme di strumenti e servizi che le imprese mettono a disposizione dei propri dipendenti con l’obiettivo di migliorare la loro qualità della vita e favorire il loro benessere individuale e familiare. Grazie agli incentivi fiscali che vengono rivalutati e aggiornati ogni anno durante le revisioni di bilancio, il welfare è diventato una componente fondamentale della retribuzione complessiva. Ma cosa accade a questi benefici nel momento in cui un lavoratore presenta le proprie dimissioni? La risposta non è così semplice: molto dipende dal tipo di benefit, dalla fonte del welfare (CCNL, conversione del PdR o on-top), dal contratto collettivo nazionale (CCNL) applicato, dagli accordi sindacali e, soprattutto, dai regolamenti che disciplinano i vari elementi del piano di welfare. In questo articolo analizzeremo i principali aspetti da considerare per gestire al meglio il welfare aziendale dopo le dimissioni.
Cosa succede al welfare aziendale dopo le dimissioni?
Quali vantaggi si estinguono con le dimissioni e quali no?
Cosa cambia a seconda del CCNL di riferimento?
Cosa controllare prima di lasciare l'azienda
Consigli utili per dipendenti e azienda
Cosa succede al welfare aziendale dopo le dimissioni?
Quando un dipendente rassegna le dimissioni, il rapporto di lavoro cessa e con esso anche la maggior parte dei vantaggi legati al welfare aziendale. Tuttavia, non tutti i benefit hanno lo stesso destino. Alcuni si estinguono automaticamente con la fine del contratto, altri possono essere trasferiti, riscattati o utilizzati entro determinati termini. Se stai per dare le dimissioni o hai dato le dimissioni di recente, è fondamentale che tu conosca i tuoi diritti e le regole applicabili a ciascun beneficio, per non rischiare di perdere opportunità economiche o coperture assicurative importanti.
Quali vantaggi si estinguono con le dimissioni e quali no?
Solitamente i buoni pasto, fringe benefit come auto aziendale o telefono, accesso a piattaforme di welfare digitale, servizi aziendali interni (palestra, mensa, convenzioni) tendono a estinguersi o non essere più validi dalla data in cui le dimissioni hanno effetto.
Invece, possono essere mantenuti o trasferiti: previdenza complementare (che resta di proprietà del lavoratore), fondi di sanità integrativa (che possono continuare a essere utilizzati se previsti dal fondo), crediti maturati ma non ancora spesi (da utilizzare entro le scadenze fissate).
Alcune aziende offrono periodi definiti, dall’inglese “grace periods”, durante i quali quali l’ex dipendente può ancora utilizzare determinati servizi anche dopo il termine del contratto di lavoro.
Cosa cambia a seconda del CCNL di riferimento?
Va notato che il CCNL applicato può avere un ruolo rilevante. Alcuni contratti collettivi prevedono fondi di categoria per previdenza o sanità integrativa a cui il lavoratore continua a partecipare anche dopo le dimissioni, a patto che venga versata una quota individuale. Altri disciplinano la gestione dei buoni pasto non utilizzati o dei rimborsi spese. Ad esempio:
CCNL Commercio: prevede fondi sanitari integrativi obbligatori, ai quali si può continuare ad aderire individualmente;
CCNL Metalmeccanici: stabilisce regole precise su previdenza complementare (Fondo Cometa), che generalmente può essere trasferita, riscattata o mantenuta nel fondo;
CCNL Terziario e Servizi: disciplina alcune forme di assistenza sanitaria collettiva.
È quindi essenziale che verifichi le norme del tuo CCNL per sapere cosa mantieni e cosa perdi quando dai le dimissioni.
Cosa controllare prima di lasciare l'azienda
Prima di lasciare l’azienda in maniera definitiva, ti consigliamo di controllare cosa succede ai seguenti benefit:
Previdenza complementare
Il fondo pensione o la previdenza integrativa non si perde mai. I contributi versati restano di proprietà del lavoratore, che può scegliere di:
lasciare la posizione aperta e non versare ulteriori contributi;
trasferire la posizione a un nuovo fondo collegato alla nuova azienda;
continuare a versare contributi volontari individuali.
È importante che comunichi tempestivamente al fondo l’interruzione del rapporto di lavoro per non interrompere la gestione corretta della posizione.
Sanità integrativa
Molti fondi sanitari di categoria consentono di mantenere le coperture anche dopo le dimissioni, previo pagamento di una quota annuale. Alcune polizze aziendali, invece, cessano automaticamente con l’ultimo giorno di lavoro. Prima di dimettersi, è utile richiedere alla propria azienda o al fondo informazioni sulle modalità di prosecuzione.
Buoni pasto e altri benefit non utilizzati
I buoni pasto elettronici o cartacei rimangono validi fino alla loro scadenza naturale, anche se il rapporto di lavoro è terminato. È bene però controllare eventuali limiti stabiliti dall’azienda. Altri benefit, come voucher per palestre o corsi di formazione, possono avere termini più rigidi: spesso devono essere utilizzati entro la data di cessazione del contratto.
Fringe benefit
Auto aziendale, computer, smartphone e altri strumenti concessi in uso promiscuo devono essere restituiti alla cessazione del rapporto. Alcune aziende permettono l’acquisto di questi beni a prezzo agevolato. Vale la pena che ti informi su questa possibilità per non perdere un’occasione.
Crediti residui
Molti piani di welfare aziendale prevedono un “conto welfare” su cui il dipendente accumula crediti da spendere in servizi o rimborsi (spese scolastiche, trasporto, mutuo, ecc.). Alla cessazione del rapporto, spesso i crediti non utilizzati decadono. Ti consigliamo quindi di spenderli prima delle dimissioni, salvo diversa previsione aziendale.
Consigli utili per dipendenti e azienda
Ecco alcuni consigli utili sia per te che per l’azienda in cui lavori.
Per te, dipendente:
fai un controllo completo del tuo pacchetto welfare prima di dimetterti;
contatta i fondi di categoria (pensione e sanità) per chiarire le opzioni di prosecuzione;
utilizza tutti i benefit disponibili prima dell’ultimo giorno di lavoro;
chiedi al tuo punto di riferimento in HR tutti le informazioni su eventuali procedure interne (restituzione beni, scadenze crediti, opzioni di riscatto).
Per l’azienda:
è importante fornire un documento riepilogativo con tutti i dettagli sul welfare ai propri dipendenti;
è necessario facilitare il trasferimento di fondi pensione e sanitari, offrendo assistenza burocratica;
deve sempre comunicare con trasparenza le scadenze relative ai crediti residui e ai benefit non utilizzati;
deve prevedere policy standard che evitino contenziosi o fraintendimenti.
Un aspetto spesso trascurato è la mancata informazione. Molti dipendenti lasciano l’azienda senza sapere che i loro crediti welfare decadono o che la copertura sanitaria può essere prolungata. D’altro canto, alcune aziende non comunicano in maniera chiara le procedure di chiusura dei benefit. Questo genera malcontento e, in alcuni casi, contestazioni legali.
Ti consigliamo di informarti bene, soprattutto perché trasferire in maniera ordinata la previdenza complementare o fare scelte consapevoli in materia di sanità integrativa possono garantire continuità e sicurezza anche durante un periodo di transizione lavorativa.
Conoscere in anticipo cosa succede ai diversi strumenti permette di non perdere valore e di gestire in modo più sereno il passaggio a una nuova esperienza lavorativa.
Tanto per il dipendente quanto per l’azienda, la trasparenza e la comunicazione sono fondamentali: il primo per tutelare i propri diritti, la seconda per rafforzare la propria reputazione e garantire un rapporto di fiducia anche al termine della collaborazione.
Settembre 29, 2025
Buoni Pasto
Come fare la spesa online con i buoni pasto Day?
Un modo molto comodo e utile per spendere i tuoi Buoni Pasto Day è usarli per pagare la tua spesa online e farla recapitare a casa o, in alternativa, passare a ritirarla già imbustata in un punto vendita a te comodo. Ma come funziona?
Quali siti di e-commerce accettano i Buoni Pasto Day?
Piatti pronti a domicilio o in ufficio con i Buoni Pasto Day
Dona una Spesa Solidale al Banco Alimentare
Nella sezione ONLINE dell'app Buoni Day e/o sul sito degli utilizzatori, puoi scoprire tutti i Siti Partner dove puoi ordinare la spesa (o il pranzo pronto) e pagare on line direttamente con i buoni pasto. Ti ricordiamo che, se sei già registrato alla piattaforma, non occorre una nuova registrazione per utilizzare la app, puoi accedere con le stesse credenziali. Se non sei ancora registrato, puoi farlo subito in pochi passaggi: basta scaricare la app dagli store o accedere al portale.
Scarica qui App Buoni Day per iOS
Scarica qui App Buoni Day per Android
Come utilizzare i buoni pasto per gli acquisti on line? Se i tuoi buoni sono già elettronici e in cloud, non devi fare nulla. Li troverai disponibili come metodo di pagamento direttamente sul sito del partner. Cerca la voce "buono pasto Up Day" e segui le indicazioni. Mentre se hai dei buoni pasto cartacei o elettronici non ancora in cloud, devi prima trasferirli. Accedi al menu "Gestisci Cloud" nella Home e imposta la percentuale di buoni che vuoi trasferire. Tieni presente che il trasferimento non è immediato: una volta completata l’operazione, il sistema ti avviserà che i buoni in cloud saranno disponibili a partire dalla ricarica successiva. Dopo questo passaggio, potrai utilizzarli comodamente dal tuo smartphone.
Quali siti di e-commerce accettano i Buoni Pasto Day?
Con i buoni pasto Day puoi fare la spesa online in tanti supermercati e siti e-commerce di alimentari! EasyCoop, ad esempio, ti porta la spesa direttamente a casa se vivi in Veneto o in Emilia-Romagna. Con Tigros puoi scegliere se fartela consegnare o passare a ritirarla nel punto vendita più vicino. Anche Carrefour ti dà molta libertà: puoi programmare la consegna fino a 5 giorni dopo l’ordine oppure ritirare la spesa in negozio o direttamente nel parcheggio.
Fra i marketplace convenzionati ci sono anche Spesup e to.market, facili da usare sia dal sito che dall'app. Se ami i prodotti tipici italiani, puoi scoprire negozi specializzati come Il Tomolo e Spaghetti & Mandolino; Sira e Remino per le specialità toscane e Sapore del Sud per le eccellenze del Sud Italia. Un consiglio? Controlla sempre le pagine delle convenzioni: spesso ci sono dei codici promozionali per risparmiare sul primo ordine!
Piatti pronti a domicilio o in ufficio con i Buoni Pasto Day
Oltre alla spesa online, con i buoni pasto Up Day puoi anche ordinare piatti pronti per la tua pausa pranzo direttamente a casa o sul posto di lavoro. Tra le piattaforme convenzionate trovi Nutribees, con oltre 80 ricette bilanciate a settimana e un test nutrizionale gratuito per scegliere i piatti più adatti a te, e Miomeal, che propone pasti sani e naturali con consegna rapida in tutta Italia. C’è anche Waikiki, dove puoi comporre una bowl hawaiana con ingredienti a tua scelta, disponibile in delivery dai punti vendita di Rimini, Faenza, Cesena, Lugo, Trento, Rovereto e Bolzano.
Se ti trovi a Bologna, puoi ordinare da Pasto Nomade, con cucina vegetale locale e biologica consegnata in bicicletta, oppure scegliere tra Queen Burger, Ro’ Coco’, Polpette e Crescentine, La Pantera Rosa Sprint, Pizza Export e Mangio Meglio, che propongono piatti tradizionali, pizze, hamburger, piadine e molto altro, con servizio di consegna o ritiro.
A Milano e Torino prova l’app Mammt, che ogni giorno studia il pranzo perfetto per te.
In Emilia-Romagna puoi scegliere tra Majo e Poke Storie a Cesena e Ravenna, Vitamia Loverie a San Mauro Pascoli, Pizza al Taglio Pinarella e le focacce di Taglio a Modena.
Nelle Marche trovi Sushi Corner a Pesaro, L’Insalatiere a Fano e il negozio giapponese Natsu Italia a Tavullia (PU). Puoi ordinare anche da Il Capriccio del Fraone a Olgiate Molgora (Lecco), da Pizza Road a Trento e da Este Pizza Wi-Fi a Este.
Dona una Spesa Solidale al Banco Alimentare
A proposito di spesa online, con i Buoni Pasto Day puoi anche donare una spesa solidale al Banco Alimentare. Puoi farlo facilmente tramite la piattaforma to.market, che ti consente di acquistare una box di prodotti alimentari a valore fisso o singoli prodotti, destinati alle sedi territoriali del Banco Alimentare. Gli alimenti donati verranno distribuiti a persone in difficoltà tramite le strutture caritative convenzionate. I costi di spedizione ce li mette Day, così potrai concentrarti esclusivamente sul tuo gesto di solidarietà.
Settembre 25, 2025
Gestione Risorse Umane
Strategie etiche per la gestione delle persone: dal clima aziendale alla leadership
Nel lavoro di oggi, sempre più complesso e in rapido cambiamento, non basta organizzare compiti e procedure. Per costruire team resilienti, inclusivi e motivati servono valori chiari, relazioni solide e attenzione al benessere delle persone. Gestire le risorse umane significa tenere conto di emozioni, rapporti e scelte etiche in ogni decisione. In questo articolo scopriamo alcune strategie chiave suggerite da Alice Alessandri e Alberto Aleo di Passodue, uno studio di consulenza e formazione che aiuta aziende e professionisti a trasformare i principi della business ethics in azioni concrete, applicabili ogni giorno nella gestione delle persone e delle organizzazioni.
Il clima aziendale: ritmo e relazioni
Leadership etica: guidare servendo le persone
Il ruolo delle emozioni: Loving Business Model
Employee Experience: i collaboratori al centro
Comprendere il processo decisionale
Approfondimenti su Upda[y]te
Il clima aziendale: ritmo e relazioni
Un buon clima aziendale rappresenta il fondamento di qualsiasi strategia di successo. Secondo Alice Alessandri e Alberto Aleo di Passodue, si costruisce ogni giorno attraverso l’equilibrio tra ritmo operativo e qualità delle relazioni. Stabilire procedure chiare e tempi di lavoro ben calibrati aiuta a evitare stress e momenti di noia, migliorando produttività e motivazione. Allo stesso tempo, dedicare attenzione alle comunicazioni e al modo in cui le persone collaborano rafforza fiducia, coesione e senso di responsabilità condivisa. Tenere sotto osservazione questi aspetti permette di intervenire rapidamente quando sorgono criticità, mantenendo il gruppo di lavoro motivato e allineato agli obiettivi.
Leadership etica: guidare servendo le persone
La leadership oggi non si misura solo sui risultati né sul timore della gerarchia, ma sulla capacità di valorizzare le persone. Per questo si parla di “leadership etica”, fondata su autenticità, empatia e servizio. Significa creare un contesto in cui le differenze possono convivere, attivare un circolo virtuoso di reciprocità e generare un successo che comprende non solo gli obiettivi raggiunti, ma anche il benessere delle persone e la sostenibilità dei risultati nel tempo.
Il ruolo delle emozioni: Loving Business Model
Gestire persone e relazioni richiede attenzione alla componente emotiva. Il Loving Business Model, sviluppato dal team Passodue, mette al centro emozioni e responsabilità, costruendo relazioni autentiche con clienti, colleghi e stakeholder. In pratica, significa riconoscere e valorizzare le competenze e i contributi di ciascuno, ascoltare attivamente le esigenze dei collaboratori, offrire feedback costruttivi e creare spazi di dialogo aperti. Superando la logica competitiva tradizionale, questo approccio aiuta a rafforzare la motivazione interna, ridurre conflitti e migliorare la collaborazione, garantendo che ogni azione sia coerente con i valori personali e con quelli dell’organizzazione.
Employee Experience: i collaboratori al centro
La gestione dei collaboratori può seguire logiche simili a quelle della Customer Experience. L’Employee Journey rappresenta il percorso quotidiano dei dipendenti all’interno dell’azienda, progettare ogni fase con attenzione significa individuare ostacoli, strumenti e bisogni, proprio come si fa per i clienti esterni. In pratica, questo può tradursi in percorsi di inserimento chiari e accoglienti, supporto costante durante le attività quotidiane, formazione mirata e strumenti efficaci per facilitare il lavoro. I collaboratori soddisfatti diventano la chiave per generare valore e esperienze positive anche per i clienti, rendendo il benessere interno un fattore strategico per tutta l’organizzazione.
Comprendere il processo decisionale
Conoscere come le persone prendono decisioni, sia come clienti sia come collaboratori, permette di migliorare le strategie aziendali in modo mirato. Le scelte non dipendono solo da esigenze pratiche, ma anche da motivazioni psicologiche e valoriali, come il bisogno di sicurezza, il desiderio di riconoscimento, la ricerca di semplicità o di senso di appartenenza. Riconoscere queste leve consente di progettare comunicazioni più efficaci, definire incentivi motivanti, creare percorsi di formazione adatti ai diversi stili di apprendimento e sviluppare gruppi di lavoro più coinvolti. In questo modo, le decisioni dei collaboratori diventano strumenti per migliorare la produttività, la soddisfazione interna e, di conseguenza, l’esperienza dei clienti.
Approfondimenti su Upda[y]te
Gestire un’organizzazione oggi significa combinare competenze tecniche e capacità umane, ritmo operativo e qualità delle relazioni, leadership e inclusione, emozioni e valori condivisi. Tutti questi contenuti, sviluppati da Alice Alessandri e Alberto Aleo con i loro collaboratori dello studio Passodue, vengono approfonditi ogni settimana su Upda[y]te, il portale dedicato ai clienti Day, dove è possibile accedere a strumenti pratici, casi concreti e percorsi formativi per mettere realmente in pratica strategie di business etico e gestione delle persone.
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