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Soluzioni smart per il benessere di tutti
Agenti, come motivarli? Buono regalo come incentivo per venditori
Marzo 06, 2025
Ogni azienda sa quanto sia importante motivare i propri collaboratori: non soltanto i dipendenti, ma anche gli agenti di vendita. Trovare un incentivo che offra un reale valore aggiunto e stimoli il raggiungimento degli obiettivi è fondamentale, non solo in occasione delle festività. In questo senso, i buoni acquisto Cadhoc di Day rappresentano una soluzione pratica ed efficace: possono essere spesi liberamente, sia nei negozi fisici che negli e-commerce dei principali brand. Con Cadhoc l’azienda ha a disposizione uno strumento capace di incentivare, motivare, fidelizzare e premiare, con la certezza di offrire sempre qualcosa di gradito. Chi riceve i buoni, infatti, può spenderli come preferisce: ognuno ha desideri diversi, ma la rete di partner Cadhoc è così ampia da soddisfarli tutti. In più, grazie ai vantaggi fiscali, il buono mantiene un valore effettivo più alto rispetto a un semplice accredito in busta paga.
I buoni acquisto come incentivo per agenti
Buoni acquisto come premio per concorsi
Come implementare un programma di incentivi con buoni acquisto
I buoni acquisto come incentivo per agenti
Gli agenti di vendita sono una risorsa strategica per ogni azienda: portano il brand sul territorio, costruiscono relazioni con i clienti e trasformano le opportunità in risultati concreti. Per questo motivo è fondamentale riconoscere i loro sforzi con strumenti motivazionali adeguati. Un incentivo tangibile come i buoni acquisto non solo premia i traguardi raggiunti, ma diventa un mezzo per rafforzare il senso di appartenenza e stimolare nuove performance.
Rispetto a un classico bonus in denaro, i buoni acquisto offrono diversi vantaggi. Sono flessibili e si possono spendere in migliaia di punti vendita fisici e online, dall’alimentare allo sport, dalla cultura alla moda. Per l’azienda sono semplici da gestire e distribuire, per chi li riceve sono comodi da utilizzare, anche tramite la app Buoni Day, dove il credito caricato permette generare buoni dell’importo desiderato per i propri acquisti
Ma soprattutto hanno un valore emotivo, perché non sono dei riconoscimenti impersonali uguali per tutti: ognuno può modellarli sui propri desideri, valorizzando l’individualità e le differenze interpersonali. La libertà di scegliere come usarli porta con sé la soddisfazione di un regalo pensato su misura.
Per gli agenti di vendita, Cadhoc si rivela particolarmente utile anche grazie ai piani di conversione con buoni carburante, perfetti per chi affronta spese consistenti negli spostamenti di lavoro. Inoltre, come premio incentivo, i buoni Cadhoc sono deducibili al 100% come spesa di rappresentanza (art. 108, comma 2 T.U.I.R. e D.M. 19/11/2008).
Buoni acquisto come premio per concorsi
Oltre agli incentivi destinati agli agenti di vendita, i buoni acquisto si rivelano strumenti efficaci anche per premiare la partecipazione a concorsi, interni ed esterni all’azienda.
Nei concorsi interni, ad esempio, possono essere utilizzati per premiare i migliori venditori del trimestre, incentivare team a superare obiettivi ambiziosi o riconoscere iniziative innovative, trasformando il premio in un elemento motivazionale che incoraggia la collaborazione e la competitività positiva.
Nei concorsi esterni, rivolti ai clienti o al pubblico, i buoni acquisto diventano premi immediatamente spendibili, particolarmente desiderabili. Grazie alla possibilità di spenderli in una rete di negozi e piattaforme online davvero molto ampia, ciascun vincitore può scegliere liberamente come utilizzarli, rendendo il premio davvero personale e aumentando l’attrattiva dell’iniziativa.
Come implementare un programma di incentivi con buoni acquisto
Per rendere efficace un programma di incentivi basato sui buoni acquisto è fondamentale definire con chiarezza obiettivi e regole, scegliere la tipologia e il valore dei buoni più adatti al proprio target e comunicare in modo trasparente i criteri di assegnazione. È altrettanto importante monitorare i risultati e raccogliere feedback, così da perfezionare il programma nel tempo e garantire che rimanga rilevante. I buoni acquisto permettono di concentrarsi sul valore aggiunto dei propri progetti, perché la loro versatilità si adatta a qualunque tipo di comunicazione e settore di mercato.
Se sei un’azienda e vuoi individuare le soluzioni più adatte alle tue esigenze, puoi chiamare il numero verde 800 834 009 o scrivere a info@day.it per una consulenza personalizzata. I buoni Cadhoc si possono acquistare anche direttamente online: in pochi click è possibile scegliere la composizione del blocchetto, inserire i propri dati e completare il pagamento, ricevendo i buoni in azienda entro 24-48 ore. Per acquisti dell’ultimo minuto, Cadhoc Shop offre la soluzione più pratica e veloce, assicurando un premio sempre gradito e immediatamente utilizzabile.
Buoni Acquisto
Marzo 06, 2025
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ULTIMI ARTICOLI
Dicembre 22, 2025
Gestione Risorse Umane
Generazione Z e lavoro: strategie per attrarre i giovani talenti
Negli ultimi anni fattori quali la digitalizzazione, la globalizzazione e l’emergere di nuove priorità sociali hanno radicalmente cambiato il contesto del mondo lavorativo. In questo scenario profondamente mutato, la nuova forza lavoratrice più giovane, la cosiddetta la Generazione Z sta ulteriormente plasmando il concetto di lavoro odierno. Proprio per questo motivo, comprendere le loro caratteristiche, i loro valori e le loro aspettative è diventato fondamentale per le aziende che vogliono attrarre, motivare e trattenere questi nuovi professionisti.
Chi è la Generazione Z?
Quali sono i valori principali della Gen Z?
Cosa cerca la Gen Z nel lavoro?
Quali sono le strategie più efficaci per attrarre i talenti della Gen Z?
Quali sono le principali difficoltà che trovano le aziende con la Gen Z?
Come trattenere i giovani talenti in azienda?
Il futuro del lavoro
Chi è la Generazione Z?
La Generazione Z comprende i giovani che sono cresciuti in un mondo iperconnesso, con accesso immediato a informazioni e tecnologie digitali, ovvero coloro che sono nati tra la metà degli anni ’90 e il 2010 circa. Non hanno conosciuto un’epoca senza Internet o smartphone (sono i così chiamati "nativi digitali"), e questo influenza profondamente il loro modo di comunicare, apprendere e lavorare. In linea generale, si tratta di persone pragmatiche, flessibili e orientate alla ricerca di soluzioni innovative. Rispetto alla generazione precedente, dei Millennials, tendono a essere più realistici, meno idealisti e più attenti alla stabilità economica, pur senza rinunciare ai propri valori.
Quali sono i valori principali della Gen Z?
La Gen Z attribuisce grande importanza a valori come:
autenticità: desiderano relazioni trasparenti con datori di lavoro e colleghi;
diversità e inclusione: cresciuti in un contesto multiculturale, apprezzano ambienti inclusivi;
sostenibilità: la sensibilità ambientale è un tratto distintivo. Vogliono lavorare per aziende che abbiano un impatto positivo sul pianeta;
benessere personale: danno priorità alla salute mentale, all’equilibrio tra vita privata e lavoro e alla possibilità di esprimere se stessi.
Cosa cerca la Gen Z nel lavoro?
Per i giovani della Generazione Z il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento, ma uno spazio florido che deve rispettare i valori dei suoi lavoratori e offrire possibilità di crescita. Le caratteristiche principali che ricercano sono:
opportunità di apprendimento continuo;
possibilità di crescita rapida, anche attraverso percorsi non tradizionali;
flessibilità in termini di orari e modalità di lavoro (remote e hybrid working);
un ambiente inclusivo e stimolante;
un forte allineamento etico tra sé stessi e l’azienda.
Quali sono le strategie più efficaci per attrarre i talenti della Gen Z?
Abbiamo capito quali sono i valori e le caratteristiche che la Gen Z cerca oggi nel mondo del lavoro. Ma quindi come è possibile attrarre nuovi giovani talenti nella propria azienda? Per attrarre i giovani talenti, le aziende devono adottare strategie innovative ed efficaci:
employer branding autentico: comunicare valori e missione in modo concreto, evitando slogan vuoti;
trasparenza: chiarezza su prospettive di carriera, benefit e cultura aziendale;
uso dei canali digitali: i social media, in particolare TikTok, Instagram e LinkedIn, sono strumenti fondamentali per raggiungere la Gen Z;
offerte formative: programmi di mentoring, corsi di aggiornamento e opportunità di sperimentazione pratica;
benefit personalizzati: soluzioni flessibili che vadano oltre lo stipendio, come programmi di wellbeing, smart working o supporto alla formazione personale.
Quali sono le principali difficoltà che trovano le aziende con la Gen Z?
Attrarre e trattenere talenti della Gen Z può risultare difficile alle aziende, che non sono abituate ancora ad alcune loro caratteristiche:
alto tasso di turnover: i giovani cambiano facilmente lavoro se non sono pienamente soddisfatti;
domanda di flessibilità: non tutte le realtà sono pronte a gestire il lavoro ibrido o completamente da remoto;
alte aspettative: i giovani cercano crescita rapida, mentre le aziende sono abituate a percorsi più lenti;
cultura aziendale tradizionale: alcune organizzazioni faticano ad adattarsi ai valori di inclusione, sostenibilità e innovazione.
Come trattenere i giovani talenti in azienda?
Come accennato nel paragrafo precedente, non si tratta solamente di attrarre i giovani della Gen Z, ma anche di trattenerli nel contesto lavorativo attraverso strategie mirate:
creazione di piani di carriera trasparenti e percorsi di sviluppo per tutti i lavoratori;
feedback costante e produttivo rispetto a valutazioni generali e annuali;
orari flessibili, possibilità di lavoro remoto e modelli ibridi;
valorizzazione di successi individuali e di squadra;
impatto ambientale e sociale contribuendo in maniera attiva al benessere della comunità e del pianeta.
Il futuro del lavoro
La Generazione Z non rappresenta solo una sfida, ma anche l’opportunità di trasformare positivamente le aziende e orientarle verso il futuro. I giovani, infatti, portano con sé una mentalità innovativa, sensibile all’etica e aperta al cambiamento e le aziende che sapranno accogliere le loro richieste potranno diventare più competitive, sostenibili e capaci di attrarre talenti anche nelle generazioni future.
In particolare, essendo nativi digitali, i giovani lavoratori si aspettano di trovare strumenti tecnologici moderni, efficienti e user-friendly. Le aziende che adottano software collaborativi, piattaforme di e-learning e sistemi digitali per la gestione delle attività risultano più attrattive. Allo stesso tempo, la tecnologia deve essere al servizio delle persone e non sostituire i rapporti umani, che restano centrali.
Per guidare la Generazione Z, i manager devono sviluppare nuove competenze come l’empatia, per saper comprendere le esigenze individuali; è inoltre necessaria la comunicazione orizzontale, secondo la quale il feedback viene dato sia dal manager al dipendente che viceversa, per ridurre le barriere gerarchiche. I manager devono saper affiancare i giovani nella loro crescita attraverso percorsi di mentorship e una motivazione costante, capace di stimolare curiosità e senso di appartenenza. Questo tipo di leadership crea un ambiente in cui i giovani si sentono valorizzati e coinvolti.
La Generazione Z sta ridisegnando le regole del lavoro. Le aziende e i manager aziendali devono essere pronti ad accogliere questi giovani con un approccio nuovo, flessibile e autentico. Solo così potranno attrarre e trattenere i migliori talenti, costruendo organizzazioni più dinamiche e resilienti. Il futuro del lavoro dipenderà dalla capacità delle imprese di ascoltare, adattarsi e valorizzare la voce delle nuove generazioni.
Dicembre 15, 2025
Welfare Aziendale
Welfare aziendale: tra vantaggi fiscali e vera finalità sociale
In occasione dell’evento ESG & Welfare organizzato da Day a Roma lo scorso 29 ottobre, Diego Paciello, responsabile dell’area fiscale welfare dello Studio Toffoletto, ha presentato una lettura lucida e critica dell’evoluzione del welfare aziendale in Italia, tra vantaggi fiscali, finalità sociali e nuove sfide normative.
Dalla leva fiscale alla diffusione del welfare
Fringe benefit, premi di risultato e ambiguità normative
Welfare, ESG e centralità delle persone
Dalla leva fiscale alla diffusione del welfare
Nel suo intervento, Paciello ha ricordato come il welfare aziendale abbia conosciuto una vera diffusione solo dopo la crisi del 2008. In quel contesto le imprese, alla ricerca di strumenti alternativi alla retribuzione tradizionale, hanno trovato nel welfare una soluzione particolarmente efficace grazie ai vantaggi fiscali e contributivi. Proprio questa leva economica, però, ha portato in alcuni casi a un utilizzo distorto dello strumento, con il rischio di perdere di vista la sua natura sociale originaria. Da qui, negli anni successivi, gli interventi del legislatore e le interpretazioni restrittive dell’Agenzia delle Entrate, finalizzati a ricondurre il welfare alla sua funzione autentica: la detassazione, ha sottolineato Paciello, esiste solo se è giustificata da una reale finalità sociale.
Fringe benefit, premi di risultato e ambiguità normative
Un passaggio rilevante dell’intervento ha riguardato i fringe benefit, spesso impropriamente assimilati al welfare. Si tratta, ha spiegato Paciello, di strumenti con una natura essenzialmente retributiva, non imponibili entro determinate soglie, nati per gestire i benefit di modico valore. Oggi, però, circa la metà delle risorse destinate al welfare confluisce proprio nei fringe benefit, alimentando una crescente ambiguità tra ciò che è welfare sociale e ciò che è semplice agevolazione fiscale.
Altro nodo centrale è quello dei premi di risultato, rafforzato dalla legge di stabilità 2016 con la possibilità di conversione in welfare. Una misura importante, ma che mantiene un’impostazione premiale: il welfare nasce in questo caso dal raggiungimento di obiettivi economici e non da una scelta strutturale di responsabilità sociale. Paciello ha espresso perplessità anche su alcune misure più recenti, come la detassazione degli straordinari, che rischiano di andare in controtendenza rispetto alla cultura del welfare.
Welfare, ESG e centralità delle persone
Nel suo intervento, ha poi evidenziato il legame sempre più stretto tra welfare ed ESG, in particolare la componente "S" di Social. I piani di welfare oggi consentono alle imprese di misurare il benessere delle persone, l’impatto sociale e la qualità dell’organizzazione del lavoro, elementi sempre più rilevanti anche nella rendicontazione non finanziaria.
Dopo la pandemia, ha osservato Paciello, il welfare è diventato anche uno strumento chiave di attrattività e posizionamento sul mercato del lavoro: le persone scelgono le aziende non solo per la retribuzione, ma per i valori, l’attenzione alla qualità della vita e alla conciliazione tra lavoro e vita privata. In questo scenario, un welfare autentico può generare un ritorno concreto anche in termini di competitività.
Non mancano criticità applicative e interpretative, come nel caso dei servizi di cura alla persona, talvolta oggetto di letture restrittive che rischiano di snaturarne la funzione sociale. Per questo, secondo Paciello, sarebbe auspicabile arrivare a una disciplina più organica, attraverso una sorta di "testo unico" del welfare aziendale che chiarisca in modo definitivo finalità, strumenti e confini.
Il messaggio conclusivo dell'intervento è chiaro: il welfare aziendale non può essere ridotto a una semplice leva fiscale. I benefici economici sono importanti, ma devono restare una conseguenza e non l'obiettivo. Solo mantenendo al centro la finalità sociale, il welfare può continuare a rappresentare uno strumento credibile di benessere per le persone e di sostenibilità per le imprese.
Dicembre 08, 2025
Welfare Aziendale
Emmanuele Massagli sul welfare aziendale e la sostenibilità in Italia
Emmanuele Massagli, presidente di AIWA – Associazione Italiana Welfare Aziendale, ha aperto e concluso l'evento ESG & Welfare organizzato da Day a Roma lo scorso 29 ottobre. Con il suo duplice intervento ha offerto una prospettiva chiara e approfondita sul welfare aziendale in Italia, mostrando come questo strumento, spesso ridotto a un semplice insieme di benefit, possa in realtà coniugare responsabilità sociale, sostenibilità e attenzione concreta alle esigenze dei lavoratori.
L’Italia e il welfare: una storia lunga
Il welfare aziendale in Italia non è nato con la riforma del 2016: è radicato nella tradizione delle piccole e medie imprese, dove imprenditori e lavoratori spesso condividono spazi e relazioni dirette. In molte realtà italiane, racconta Massagli, l'impresa non è solo un motore economico, ma anche un soggetto attento ai bisogni sociali dei propri dipendenti.
Questa sensibilità ha radici culturali profonde: l'Italia, più di altri Paesi, ha sviluppato un approccio al lavoro in cui la cura delle persone non è vista come un optional, ma come parte integrante del fare impresa. Molti imprenditori sono stati a loro volta lavoratori e conoscono in prima persona le sfide della vita quotidiana.
Anche la normativa italiana riconosce questa attenzione alla dimensione sociale, prevedendo agevolazioni fiscali per beni e servizi con chiara funzione sociale, come buoni pasto, assistenza familiare o strumenti di mobilità sostenibile. In questo modo si consolida un modello che unisce responsabilità sociale, cura dei lavoratori e sostenibilità economica.
Welfare e sostenibilità: un legame naturale
Secondo Massagli, la sostenibilità non è un concetto astratto da appiccicare a un piano di benefit: è parte integrante del welfare stesso. In Italia, la normativa riconosce benefici fiscali per prestazioni con chiara funzione sociale, come l’assistenza ai familiari, la mobilità sostenibile o il supporto alla long-term care, sottolineando come il welfare sia pensato per rispondere a bisogni concreti delle persone.
"Non si tratta di parole eleganti o slogan da convegno – spiega Massagli – il welfare funziona perché ha una funzione sociale concreta. Quando perdiamo questa funzione, il piano di welfare scricchiola, anche dal punto di vista tecnico e giuridico." In altre parole, la sostenibilità e la responsabilità sociale non sono semplici decorazioni, ma elementi fondamentali che rendono il welfare efficace e realmente utile per chi lavora e per le imprese che vogliono generare valore condiviso.
Il welfare aziendale italiano, oggi, deve affrontare alcune sfide. Molte norme risalgono agli anni ‘80 e non riflettono le esigenze della società contemporanea. Massagli cita degli esempi concreti: il rimborso dell'affitto per studenti fuori sede, il babysitting o le iniziative di mobilità verde. Strumenti semplici, con chiara finalità sociale, ma spesso non formalmente riconosciuti nei piani di welfare. Aggiornare il cosiddetto "comma 2" della legge di bilancio, che definisce quali prestazioni sono esenti da tassazione per la loro funzione sociale, diventa essenziale per rafforzare il welfare senza svuotarlo di significato.
Oltre i numeri: il welfare come leva di valore
Massagli ha condiviso alcune riflessioni anche sulle novità della legge di bilancio 2025 in discussione, citando l’aumento dei fringe benefit e gli interventi sui premi di produttività. Pur rappresentando passi avanti, queste misure rischiano di trasformare uno strumento pensato per rispondere ai bisogni concreti dei lavoratori in una sorta di "standard" fiscale. Per Massagli, la vera sfida non è solo cambiare numeri o valori, ma mantenere vivo lo spirito originario del welfare: prendersi cura delle persone e rafforzare la responsabilità sociale delle imprese.
Il welfare aziendale, secondo il presidente di AIWA, può diventare molto di più di un insieme di benefit: una leva di valore condiviso, capace di coniugare sostenibilità, attenzione alle persone e aggregazione di interessi diversi. “Il welfare ha la capacità di unire istanze diverse: è complesso, ma proprio per questo affascinante”, conclude, invitando aziende, operatori e istituzioni a lavorare insieme per costruire un futuro più inclusivo e sostenibile.
Dicembre 05, 2025
News
Rinnovo CCNL metalmeccanici: tutte le novità
A seguito della scadenza del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il settore Metalmeccanico Industria, sabato 22 novembre 2025 è stato firmato il rinnovo del CCNL dei Metalmeccanici per il triennio 2025-2028. Scopri gli ultimi aggiornamenti sulle novità del contratto e i vantaggi disponibili per aziende e dipendenti.
Cosa dice il CCNL metalmeccanici sui buoni pasto
Welfare Metalmeccanici 2025: le opportunità
Novità 2025: più flessibilità e strumenti digitali
Welfare aziendale
Novità retributive
Cosa dice il CCNL metalmeccanici sui buoni pasto
L’articolo 8, Sezione Quarta del CCNL metalmeccanici si occupa di regolamentare l’erogazione dei servizi di mensa aziendale per le imprese del settore. Vista la complessità e la non omogeneità degli istituti in vigore, stabilisce che nelle aziende rimangano in vigore le regole stabilite attraverso gli accordi stipulati finora, per quanto riguarda il servizio di mensa aziendale.
Ciò vuol dire che le imprese possono scegliere di erogare i buoni pasto ai propri collaboratori seguendo le regole stabilite dalla normativa vigente (art. 51 del TUIR), anche per quanto riguarda le tasse. Questo significa che i buoni pasto erogati ai lavoratori dipendenti del settore metalmeccanico sono esenti da tassazione per un tetto massimo di 4 euro per i buoni cartacei e di 8 euro per i buoni pasto elettronici.
Nel caso venga corrisposta in busta paga un’indennità di mensa in denaro, questa è compresa nel calcolo del reddito da lavoro dipendente ma non è computabile ai fini del calcolo del TFR.
Welfare Metalmeccanici 2025: le opportunità
Nel 2025 il welfare contrattuale per il settore metalmeccanico continua a rappresentare un pilastro importante del benessere dei lavoratori, con conferme e alcune novità rilevanti.
Il bonus welfare previsto dal CCNL metalmeccanici per tutti i dipendenti a tempo indeterminato è confermato a 200 euro per il 2025 e sarà aumentato a 250 euro annui a partire dal 2026, con prima erogazione prevista entro febbraio 2026.
Il bonus: cos'è e come funziona
Il bonus da 200 euro (per il 2025, che diventano 250€ a partire dal 2026) è una somma riconosciuta sotto forma di credito welfare, erogato direttamente dalle aziende o tramite piattaforme dedicate. Può essere utilizzato per l’acquisto di beni e servizi di welfare aziendale, come:
buoni spesa e buoni carburante
abbonamenti per il trasporto pubblico
servizi di istruzione e assistenza per familiari
attività ricreative, sportive e culturali
Chi ha diritto?
Tutti i lavoratori con contratto a tempo indeterminato o determinato che abbiano superato il periodo di prova o abbiano maturato almeno 3 mesi di anzianità continuativa o frazionata nel corso dell’anno.
Sono inclusi anche gli apprendisti.
Novità 2025: più flessibilità e strumenti digitali
Il rinnovo CCNL 2025-2028 conferma la logica dei flexible benefit come quota strutturale del trattamento economico e prevede un aumento da 200 a 250 euro annui a partire dal 2026, mantenendo la possibilità di fruire dei crediti fino al 31 maggio dell’anno successivo.
Inoltre, cresce l’offerta di piattaforme digitali per monitorare e utilizzare in tempo reale i crediti welfare e la possibilità di convertire premi di risultato in ulteriori benefit.
Welfare aziendale
In materia di welfare aziendale ci sono importanti conferme e novità, che riguardano i flexible benefit, la previdenza complementare, l’assistenza sanitaria e lo smart working.
Flexible Benefit
2025: 200 euro annui
Dal 2026 al 2028: 250 euro annui per ciascun lavoratore avente diritto, da erogare entro febbraio e fruibili fino al 31 maggio dell’anno successivo
Flexible benefit su misura
Day mette a disposizione delle aziende e dei loro collaboratori le soluzioni più adatte alle diverse esigenze. Soluzioni fiscalmente vantaggiose, facili da gestire e personalizzate.
Si tratta dei buoni spesa Cadhoc e della piattaforma Day Welfare, strumenti ideali per adempiere alle condizioni previste in materia di welfare aziendale. L’azienda recupera l’importo speso attraverso la deduzione della fattura e il dipendente gode di un importo netto da poter spendere nelle principali catene GDO, nei negozi preferiti o online.
Il Fringe Benefit è 100% deducibile per i dipendenti fino a un massimo di 1.000 euro all’anno (innalzato a 2.000 euro per i dipendenti con figli fiscalmente a carico).
Oltre ai voucher, Day Welfare permette di gestire pacchetti personalizzabili, con possibilità di spendere il credito in una vasta rete di partner su tutto il territorio nazionale (sport, tempo libero, palestre, cinema, shopping e altro).
Previdenza Integrativa
A partire dal mese di giugno 2022 è stato previsto un aumento dal 2% al 2,2% per i dipendenti under 35 iscritti al Fondo Cometa. La previdenza complementare può beneficiare di detassazione e decontribuzione complete. Attraverso accordi sindacali è possibile destinare una parte della propria retribuzione ai fondi di previdenza, sfruttando l’esenzione totale prevista.
Assistenza Sanitaria Integrativa
Confermata l’assistenza sanitaria a carico delle aziende tramite il Fondo Métasalute. Possono iscriversi i dipendenti delle imprese che applicano il CCNL, superato il periodo di prova, inclusi contratti a tempo determinato, apprendistato e part-time. I piani sanitari disponibili prevedono diverse contribuzioni mensili.
Smart Working
I modelli di smart working consentono ai lavoratori di modulare modalità e orari secondo le proprie esigenze, mantenendo i diritti previsti dal CCNL.
Misure per le donne vittime di violenza di genere
Il CCNL prevede agevolazioni per le lavoratrici vittime di violenza: assenze retribuite fino a 6 mesi, possibilità di part-time o smart working, flessibilità oraria, formazione e trasferimento alle stesse condizioni economiche e normative.
Novità retributive
Il rinnovo 2025-2028 prevede un aumento complessivo dei minimi di circa 205 euro mensili al livello medio C3, articolato in più tranche tra il 2025 e il 2028, adeguamento annuale all’indice IPCA, più tutele per malattia e patologie oncologiche e aumento dei permessi retribuiti da 5 a 7 giorni all’anno.
L’incremento dei minimi e dei flexible benefit rende ancora più strategico presidiare il costo del lavoro, le politiche retributive e gli strumenti di welfare.
Fruizione dei flexible benefit
2025: 200 €
2026: 250 €, da utilizzare entro 31/05/2027
2027: 250 €, da utilizzare entro 31/05/2028
2028: 250 €, da utilizzare entro 31/05/2029
Gli obblighi sul welfare contrattuale valgono per tutte le aziende, PMI o grandi, senza soglie minime di addetti. I 250 euro di flexible benefit non sostituiscono gli aumenti dei minimi, ma si aggiungono al trattamento economico complessivo previsto dal CCNL.
Dicembre 01, 2025
Welfare Aziendale
Che cos’è il welfare sanitario e quali sono i vantaggi per i dipendenti e per l’azienda
Negli ultimi anni le imprese si trovano sempre più a competere non solo sul mercato dei prodotti e dei servizi, ma anche nella capacità di attrarre e trattenere i talenti. In questo scenario, il welfare aziendale, e in particolare il welfare sanitario, rappresenta una delle leve più significative, perché incide direttamente sul benessere, sulla qualità della vita e sulla serenità dei lavoratori e delle loro famiglie.
Garantire una copertura sanitaria aggiuntiva rispetto a quella pubblica significa, per l’azienda, dimostrare attenzione concreta verso i propri collaboratori, mentre per i dipendenti si traduce in sicurezza, tutela e risparmio economico. In questo articolo analizziamo in profondità che cos’è il welfare sanitario aziendale, come funziona, quali benefici produce e quali sono le migliori pratiche per implementarlo.
Che cos'è il welfare sanitario aziendale e da quali servizi è composto?
Modelli e modalità di attivazione
Quali sono i vantaggi per i dipendenti e le aziende?
Quando il welfare sanitario è obbligatorio e quando no?
Consigli e best practice per una gestione efficace del welfare sanitario
Che cos'è il welfare sanitario aziendale e da quali servizi è composto?
Il welfare sanitario aziendale è l’insieme di prestazioni, servizi e strumenti messi a disposizione dei lavoratori da parte dell’impresa con l’obiettivo di integrare o migliorare le tutele offerte dal Servizio Sanitario Nazionale.
Le forme più comuni di welfare sanitario comprendono:
assicurazioni sanitarie integrative: polizze stipulate dall’azienda che coprono spese mediche private, visite specialistiche, esami diagnostici, ricoveri e interventi chirurgici;
fondi sanitari contrattuali: strumenti collettivi, spesso previsti dai contratti nazionali di categoria, che offrono copertura sanitaria a favore dei lavoratori iscritti;
convenzioni con strutture mediche: accordi con cliniche, laboratori e centri diagnostici che garantiscono tariffe agevolate o accesso prioritario;
servizi di prevenzione: campagne di screening, check-up periodici, vaccinazioni e programmi di promozione della salute;
supporto psicologico: sempre più richiesto, include consulenze psicologiche o programmi di well-being per ridurre stress e migliorare l’equilibrio vita-lavoro.
Il welfare sanitario non è quindi un concetto astratto, ma un insieme concreto di misure che aiutano il dipendente a gestire la propria salute con maggiore facilità e minori costi.
Modelli e modalità di attivazione
Le aziende hanno la possibilità di attivare programmi di welfare sanitario secondo modelli diversi, a seconda delle dimensioni, del budget, delle esigenze della forza lavoro e del campo in cui operano:
modello collettivo tramite fondi sanitari contrattuali: in questo caso la copertura è stabilita a livello di contratto collettivo nazionale o territoriale e riguarda tutti i lavoratori della categoria;
modello aziendale personalizzato: l’impresa sceglie di attivare una polizza sanitaria integrativa o convenzioni ad hoc per i propri dipendenti, spesso con pacchetti modulabili;
flexible benefits: i lavoratori hanno a disposizione un credito welfare che possono spendere scegliendo tra diversi servizi sanitari (ad esempio visite specialistiche, check-up o odontoiatria);
soluzioni ibride: combinano elementi collettivi e individuali, permettendo sia l’adesione a fondi contrattuali sia la personalizzazione di ulteriori coperture.
Dal punto di vista operativo, l’attivazione può avvenire tramite accordi sindacali, decisioni unilaterali del datore di lavoro o piattaforme digitali che semplificano la gestione dei benefit.
Quali sono i vantaggi per i dipendenti e le aziende?
Offrire un welfare sanitario comporta vantaggi sia per il dipendente che per l’azienda in cui lavora, vediamo i principali.
Per il dipendente:
maggiore tutela della salute: consente l’accesso rapido a visite ed esami riducendo le liste d’attesa;
risparmio economico: minori spese sanitarie grazie alla copertura assicurativa o a tariffe agevolate;
serenità familiare: in molti casi le coperture includono anche coniuge e figli;
prevenzione: possibilità di usufruire di programmi di screening e controlli periodici;
benessere psicologico: maggiore tranquillità nel sapere di poter contare su una rete di sostegno.
Per le aziende:
fidelizzazione e retention: i dipendenti sono più motivati a restare in un’azienda che si prende cura di loro;
attrattività sul mercato del lavoro: il welfare sanitario è un benefit molto apprezzato, soprattutto dalle nuove generazioni;
riduzione dell’assenteismo: una migliore salute dei lavoratori si traduce in meno giornate perse;
vantaggi fiscali: le spese sostenute dall’azienda per il welfare sanitario godono di agevolazioni fiscali e contributive;
miglioramento del clima aziendale: investire sul benessere crea un senso di appartenenza e gratitudine e, di conseguenza, genera un aumento di produttività e qualità del lavoro.
Quando il welfare sanitario è obbligatorio e quando no?
Non sempre il welfare sanitario è una scelta libera dell’azienda. In alcuni casi, infatti, l’adesione a un fondo sanitario integrativo è obbligatoria in quanto prevista dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL).
Ad esempio, molti CCNL del settore commercio, metalmeccanico o terziario stabiliscono che tutti i lavoratori iscritti abbiano diritto a una determinata copertura sanitaria, finanziata in parte dal datore di lavoro e in parte dal fondo stesso.
Al di fuori di questi casi, il welfare sanitario resta facoltativo: l’impresa può decidere autonomamente se attivare un programma di benefit sanitari, personalizzando servizi e modalità in base alle proprie strategie di welfare e alle risorse disponibili.
Consigli e best practice per una gestione efficace del welfare sanitario
Ci sono alcuni consigli e suggerimenti che ti diamo per gestire in maniera efficace il welfare sanitario che puoi offrire ai tuoi dipendenti.
Analizza i bisogni dei dipendenti: ogni popolazione aziendale è diversa; è importante capire quali servizi sanitari sono più richiesti (odontoiatria, visite pediatriche, psicologia, ecc.);
coinvolgi i lavoratori nella scelta: un sistema condiviso è più apprezzato e utilizzato;
rendi tutto più semplice avvalendoti di piattaforme digitali: questi strumenti rendono la fruizione dei benefit più semplice, trasparente e immediata;
promuovi una cultura di prevenzione: non limitarti a rimborsare spese, ma incentiva controlli periodici e stili di vita sani ed equilibrati;
monitora i risultati: misura l’utilizzo dei servizi e la soddisfazione dei dipendenti in modo da ottimizzare l’investimento;
comunica sempre con chiarezza: spiegare bene come funziona il welfare sanitario e quali sono i vantaggi è fondamentale per garantirne l’efficacia.
In definitiva, il welfare sanitario rappresenta una leva strategica che combina interessi aziendali e bisogni individuali. Per i dipendenti significa tutela, prevenzione e benessere; per le imprese è sinonimo di fidelizzazione, produttività e vantaggi fiscali. Oggigiorno, investire nel welfare sanitario è diventato un fattore competitivo e allo stesso tempo una responsabilità sociale per un futuro più sostenibile. Il welfare sanitario aziendale è un investimento a lungo termine che genera valore per tutti gli attori coinvolti: il lavoratore, l’impresa e la collettività.
Novembre 24, 2025
News
Decluttering: vivere con meno per vivere meglio
Il minimalismo non è solo un trend estetico fatto di spazi ordinati e ambienti essenziali: è un modo pratico per semplificarci la vita. Significa distinguere ciò che è veramente utile dal superfluo, riducendo gli eccessi, per gestire meglio tempo, energie e risorse. In un contesto in cui siamo costantemente esposti a stimoli, impegni e oggetti che si accumulano, scegliere l’essenziale aiuta a fare ordine e a concentrarsi su ciò che ha un reale valore. Non è una rinuncia, ma una ricerca di equilibrio che rende la quotidianità più leggera ed efficace.
Decluttering e benessere personale
Liberarsi del disordine non riguarda solo armadi o cassetti, anche le abitudini che scandiscono le nostre giornate. Il decluttering – letteralmente "fare spazio" – significa eliminare ciò che non serve, per semplificare la vita. In pratica vuol dire passare in rassegna ciò che abbiamo e ciò che facciamo, applicare dei criteri chiari (lo uso? mi serve? ha un valore concreto?) e decidere se tenere, riparare, donare, vendere, riciclare o eliminare. Selezionato l’essenziale, ciò che resta va riorganizzato, assegnandogli un posto preciso e una piccola routine di mantenimento.
Ad esempio, può significare avere un armadio più essenziale (magari seguendo la regola "uno entra, uno esce"), una scrivania libera da doppioni, ma anche documenti digitali archiviati in cartelle ordinate, una casella mail alleggerita da newsletter inutili o pianificare solo riunioni con un obiettivo chiaro! Tutto questo riduce le distrazioni e il tempo perso, libera attenzione ed energia e rende la quotidianità più fluida, con effetti positivi sulla qualità della vita.
Minimalismo e sostenibilità ambientale
Ridurre gli eccessi non è solo una scelta personale, è anche un gesto di responsabilità verso l’ambiente. Ogni oggetto in meno acquistato, ogni spreco evitato, ogni imballaggio alleggerito riduce il consumo di risorse naturali e la produzione di rifiuti. Pensiamo, ad esempio, al solito armadio pieno di vestiti mai indossati: scegliere dei capi versatili e duraturi significa meno sprechi tessili. Anche nella spesa quotidiana, preferire prodotti con meno confezioni o usare una borraccia riduce plastica e rifiuti. Piccoli gesti come riutilizzare, riparare o condividere gli oggetti hanno un impatto concreto. Adottare uno stile di vita più essenziale significa vivere meglio, con meno stress e più chiarezza, e allo stesso tempo contribuire a proteggere il pianeta, rispettando le risorse che ci circondano.
I benefit come leve di equilibrio
Anche il lavoro può diventare un alleato nel favorire scelte più essenziali e sostenibili. I benefit e i servizi di welfare aziendale, se progettati con attenzione, non sono semplici “bonus”, ma strumenti concreti per semplificare la vita quotidiana e promuovere comportamenti consapevoli.
Con Day questo approccio prende forma in tanti modi: i buoni pasto elettronici sostengono pause pranzo sane ed equilibrate, eliminando la plastica dei supporti fisici; le donazioni solidali, come le box al Banco Alimentare, trasformano il valore dei benefit in un gesto concreto di aiuto; i buoni acquisto digitali Cadhoc orientano i consumi in maniera più responsabile; mentre la piattaforma Welfare di Day integra tutte queste opportunità, offrendo a ciascuno la possibilità di costruire un percorso personalizzato e coerente con i propri valori.
Sono soluzioni che Day propone alle aziende clienti, ma che adotta anche al proprio interno, per dimostrare che sostenibilità e benessere non sono slogan, ma pratiche quotidiane. In questa logica si inseriscono anche il Time Sitter aziendale, che libera tempo prezioso ai dipendenti sbrigando incombenze quotidiane per loro, il sostegno a Last Minute Sotto Casa per ridurre lo spreco alimentare e l’adesione a iniziative di pulizia come il Clean Up Day, digitale e materiale, che quest’anno abbiamo realizzato in collaborazione con Re-Use With Love per il riciclo dei vestiti.
Così i benefit diventano vere leve di equilibrio: strumenti capaci di migliorare la qualità della vita, ridurre sprechi e consumi superflui, restituire valore alla comunità e contribuire a un futuro più sostenibile.
La leggerezza del "meno"
Minimalismo e decluttering non sono rinunce, ma scelte di libertà. Significano liberarsi da ciò che appesantisce, per lasciare spazio a esperienze, relazioni e valori autentici. Meno è meglio: un passo importante per vivere con più leggerezza, energia e consapevolezza. Ogni giorno significa fare scelte concrete, dagli oggetti che acquistiamo alle abitudini che manteniamo, per una vita più semplice e sostenibile.
Novembre 20, 2025
News
Novembre si tinge di arancione, contro ogni forma di violenza sulle donne
Ogni anno, il 25 novembre, la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ci invita a fermarci, a riflettere — ma soprattutto ad agire, scegliendo gesti concreti per sostenere la libertà e la sicurezza di tutte. In questa data, la solidarietà diventa un linguaggio universale e i gesti si trasformano in simboli di cambiamento.
Anche quest’anno Day rinnova la propria adesione al Progetto Clementine Antiviolenza, l’iniziativa benefica promossa da Confagricoltura Donna Emilia-Romagna, in collaborazione con Soroptimist International d’Italia e FIDAPA. Un progetto che, con semplicità e forza, unisce il mondo agricolo, l’associazionismo e le imprese per sostenere concretamente i centri antiviolenza e le donne che vi trovano ascolto, protezione e nuove possibilità.
Un frutto che parla di rinascita
Da dodici anni la piazza di Bologna ospita "Clementine contro la violenza sulle donne", un evento di beneficenza nato per ricordare Fabiana Luzzi, la giovane di Corigliano Calabro uccisa dal fidanzato nel 2013 in un agrumeto. Quel luogo di dolore si è trasformato in un simbolo di rinascita: le clementine, agrume arancione e luminoso, rappresentano oggi l’impegno di chi sceglie di non restare indifferente.
I fondi raccolti attraverso la vendita delle clementine vengono devoluti alla Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna e alla Casa delle Donne di Parma, che ogni giorno aiutano le donne a uscire da situazioni di fragilità e violenza. Ogni confezione acquistata è un gesto concreto che sostiene i servizi di accoglienza, ascolto e prevenzione, fondamentali per riconoscere per tempo i segnali di una relazione che può trasformarsi in abuso.
Arancione, il colore del nostro impegno
Per Day, aderire al progetto significa dare continuità a un impegno concreto che unisce parità di genere, inclusione e responsabilità sociale. L’azienda, da tempo certificata per la parità di genere, promuove ogni giorno un ambiente di lavoro equo e rispettoso, e sostiene iniziative capaci di generare un impatto positivo nelle comunità in cui opera.
In occasione del 25 novembre, le clementine vengono acquistate e donate ai dipendenti, accompagnate da un messaggio di partecipazione e solidarietà. Un piccolo gesto che diventa collettivo: un simbolo condiviso dell’adesione alla campagna delle Nazioni Unite "Orange the World", che invita a colorare il mondo di arancione in ricordo di tutte le donne vittime di violenza. Partecipare significa ricordare che la violenza di genere non è mai un fatto privato, ma una responsabilità che coinvolge tutti.
Per Day, costruire un ambiente di lavoro fondato sul rispetto e sulla parità è un modo di essere impresa: promuovere ogni giorno una cultura di consapevolezza, ascolto e cura reciproca.
Un mese di riflessione condivisa
Novembre è anche il mese del Festival La Violenza Illustrata, promosso dalla Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna, che quest’anno celebra la sua ventesima edizione. Da vent’anni il Festival attraversa la città con "venti di libertà", dando voce a incontri, spettacoli e momenti di confronto per costruire una cultura capace di prevenire la violenza e promuovere la parità. L’iniziativa si inserisce nel contesto dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, la campagna internazionale che dal 25 novembre al 10 dicembre unisce persone e realtà di tutto il mondo per affermare i diritti e la libertà delle donne.
Tra i temi di quest'anno, anche la trasparenza dei dati sulla violenza di genere: la campagna #dativiolenzadigenere, promossa da Dati Bene Comune insieme a D.i.Re e Period Think Tank, chiede al Governo di rendere pubblici e accessibili i dati relativi alla violenza maschile contro le donne. Perché conoscere è il primo passo per cambiare — e la consapevolezza collettiva resta la forma più forte di prevenzione.
Novembre 17, 2025
News
Day porta il welfare nell’energia: un nuovo modello di benessere condiviso
Il welfare aziendale continua a evolversi, adattandosi ai bisogni reali delle persone e ai cambiamenti del nostro tempo. Day rimane al passo e amplia il suo orizzonte portando il welfare nel mondo dell’energia. È un passo che unisce innovazione e responsabilità: sostenere i dipendenti nel compiere scelte energetiche più consapevoli, contrastare la povertà energetica e contribuire alla transizione ecologica, generando valore per le persone, le imprese e le comunità locali.
Dal welfare tradizionale al welfare energetico
Il progetto pilota: la Comunità Energetica Rinnovabile WeVèz
Un incontro per presentare il progetto
Un welfare che guarda al futuro
Dal welfare tradizionale al welfare energetico
Negli ultimi anni l’energia è diventata un tema centrale nella vita di famiglie e imprese: una voce importante nei bilanci domestici e aziendali, ma anche una sfida che chiama tutti a essere più consapevoli. Mentre il governo ha reso possibile utilizzare i fringe benefit per il rimborso delle bollette domestiche, Day ha scelto di portare il welfare dentro una nuova dimensione: quella dell’energia condivisa.
Attraverso il portale Welfare di Day, le aziende possono consentire ai dipendenti di utilizzare il proprio credito welfare per fare parte della Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), reti locali in cui cittadini, imprese e istituzioni collaborano per produrre, condividere e consumare energia pulita. In questo processo Day agisce da facilitatore, costruendo connessioni tra persone e territorio e trasformando un benefit aziendale in un gesto concreto di sostenibilità.
Il progetto pilota: la Comunità Energetica Rinnovabile WeVèz
Tra le prime esperienze di questa evoluzione del welfare energetico c’è WeVèz, una Comunità Energetica Rinnovabile nata a San Lazzaro di Savena (Bologna) con il sostegno della Regione Emilia-Romagna. L’impianto fotovoltaico della comunità produce energia rinnovabile sufficiente a coprire i consumi medi di circa 500 famiglie e 10 piccole imprese della zona, contribuendo in modo concreto alla transizione ecologica locale. Grazie all’accordo con Day, i lavoratori delle aziende del territorio possono utilizzare il proprio credito welfare per diventare soci della comunità e partecipare così al consumo condiviso di energia rinnovabile.
Ecco come funziona una CER: l’energia green prodotta dall’impianto di WeVèz viene immessa nella rete elettrica pubblica, dove si mescola a tutta l’energia in circolazione. La condivisione è virtuale: non esiste un collegamento fisico tra l’impianto e le abitazioni o le imprese, ma un abbinamento orario tra la produzione e i consumi registrato dai contatori. Quando la produzione dell’impianto e i consumi dei membri della comunità avvengono nello stesso momento, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) calcola la cosiddetta energia condivisa – il valore minimo tra l’energia prodotta e quella consumata dai soci – e riconosce un incentivo economico alla comunità per aver generato e utilizzato energia verde a livello locale.
Su questa quota maturano incentivi statali di durata ventennale, che la comunità incassa e redistribuisce ai propri membri secondo regole trasparenti. Il beneficio, quindi, non arriva come sconto diretto in bolletta, ma attraverso il valore economico generato dalla condivisione dell’energia. Nel caso di WeVèz, questi incentivi vengono trasformati in buoni acquisto spendibili presso supermercati, negozi e servizi della zona. È un modello di economia circolare territoriale: l’energia del sole diventa spesa locale, e la spesa locale sostiene chi vive e lavora nel territorio. In questo modo, il valore economico e sociale rimane all’interno della comunità, rafforzando la rete di relazioni tra persone, imprese e istituzioni.
Un incontro per presentare il progetto
Il 27 novembre alle 16.30, alla Mediateca di San Lazzaro di Savena (BO), si terrà l’incontro "Comunità Energetiche per le imprese. Il futuro del welfare e del bilancio di sostenibilità", promosso da Day insieme a WeVèz e ai partner del territorio. Un’occasione per approfondire come le CER possano diventare un nuovo strumento di welfare aziendale, capace di coniugare sostenibilità e benessere delle persone.
Tra i relatori, Paolo Benfenati, presidente di WeVèz, e Paolo Gardenghi, responsabile Area Welfare di Day, porteranno l’esperienza della collaborazione tra le due realtà. A seguire, una tavola rotonda con rappresentanti del mondo cooperativo, bancario e imprenditoriale per discutere le opportunità delle CER e le nuove forme di collaborazione tra aziende e territorio. Il confronto sarà aperto alle domande del pubblico: un momento per chiarire come funzionano le comunità energetiche e come aderire concretamente.
Un welfare che guarda al futuro
Il welfare energetico rappresenta per Day una nuova frontiera, perfettamente coerente con la sua missione di Società Benefit: creare valore economico, sociale e ambientale attraverso la propria attività. Significa mettere in relazione imprese, persone e comunità locali, rafforzando quel tessuto di solidarietà e responsabilità condivisa che è alla base di un welfare moderno.
Per le imprese, aderire a una CER significa poter misurare con precisione la quota di energia rinnovabile condivisa e le tonnellate di CO₂ evitate: dati concreti da riportare nei bilanci di sostenibilità secondo gli standard ESG. Allo stesso tempo, partecipare a un patto locale tra cittadini, cooperative e amministrazioni rafforza la reputazione aziendale e il legame con la comunità.
In questa direzione si inserisce anche la collaborazione con Billding, la start-up che aiuta famiglie e PMI a individuare e mantenere nel tempo le tariffe energetiche più vantaggiose, rendendo il risparmio più accessibile e consapevole. Il welfare energetico è, in fondo, un modo concreto per dimostrare che sostenibilità e benessere non sono concetti astratti, ma gesti e scelte quotidiane che migliorano la vita delle persone e del territorio.
Novembre 13, 2025
Buoni Acquisto
Risorse residue o fondi da utilizzare negli Enti Pubblici? Ecco come trasformarli in valore per le persone
Nel corso dell’anno, in particolare in prossimità della chiusura dei bilanci, può accadere che un Ente Pubblico si trovi a gestire risorse residue o fondi non ancora utilizzati. Una scelta sempre più diffusa — e pienamente conforme alla normativa — è quella di destinarli a iniziative di welfare a favore del personale. Una soluzione tracciata, trasparente e semplice da gestire, che permette di dire grazie e restituire valore a chi ogni giorno contribuisce al buon funzionamento dei servizi pubblici.
Soluzioni tracciate, sicure e conformi
In questo contesto, i buoni acquisto Cadhoc di Day rappresentano una risposta concreta e immediata: tracciabili, facili da gestire e perfettamente allineati alle disposizioni vigenti. Consentono agli Enti di riconoscere un beneficio economico ai propri dipendenti senza complicazioni operative, garantendo trasparenza e controllo in ogni fase del processo.
La loro gestione rientra nel quadro dei fringe benefit previsti dall’articolo 51 del TUIR, che consente di erogare beni, servizi o voucher ai dipendenti senza che questi concorrano alla formazione del reddito da lavoro, entro i limiti di legge: per il triennio 2025-2027 la soglia di esenzione è fissata a 1.000 euro annui per tutti i lavoratori e 2.000 euro per chi ha figli fiscalmente a carico.
L’erogazione può avvenire in formato cartaceo o digitale, sempre documentata e conforme alle procedure interne dell’Ente. Una soluzione, quindi, pienamente compatibile con i criteri di trasparenza e controllo richiesti dalla normativa vigente, e spendibile in oltre 35.000 punti vendita fisici e online, dalla spesa quotidiana ai carburanti, fino a moda, tecnologia e cultura.
Oltre a questa formula pronta all’uso, gli Enti che desiderano dare continuità o strutturare in modo più organico l’erogazione di benefit possono contare sul supporto di Day per sviluppare soluzioni di welfare personalizzate: uno strumento che permette di mettere a sistema le risorse dedicate al personale, ampliando le opportunità di benessere e semplificando la gestione nel tempo.
Il valore aggiunto di una scelta etica
Affidarsi a Day Spa, Società Benefit, significa scegliere un partner con esperienza, visione e piena conformità normativa. Da anni collaboriamo con enti locali, scuole, aziende sanitarie e amministrazioni pubbliche per rendere il welfare accessibile, misurabile e sostenibile, attraverso soluzioni tracciabili e in linea con le procedure della Pubblica Amministrazione.
Ogni servizio, dai buoni acquisto Cadhoc alle piattaforme welfare personalizzate, è supportato da strumenti digitali che semplificano il lavoro amministrativo e garantiscono trasparenza e controllo in ogni fase. In più, come Società Benefit, Day destina parte dei propri proventi a progetti sociali e ambientali, generando valore che si riflette sull’Ente, sulle persone e sulla comunità. Il team Day dedicato al settore pubblico è a disposizione per fornire informazioni, chiarimenti e supporto nella definizione della soluzione più adatta alle esigenze di ciascun Ente.
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