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Una semplice scelta che porta con sé tanti vantaggi per le aziende e i loro dipendenti.

Ristorazione green: buon cibo e sostenibilità, una combinazione possibile.
Aprile 12, 2024
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Ristorazione green: buon cibo e sostenibilità, una combinazione possibile

Cosa significa davvero essere un ristorante sostenibile? E cosa fa un ristorante per guadagnarsi questa etichetta? Ve lo spieghiamo meglio nell’articolo che trovate di seguito. Negli ultimi anni, l'interesse per la sostenibilità è cresciuto in modo esponenziale in vari settori, compreso quello del mondo della ristorazione. I consumatori sono sempre più consapevoli dell'impatto ambientale delle loro scelte alimentari e desiderano sostenere attivamente le aziende che adottano pratiche sostenibili. Un ristorante sostenibile fa del suo meglio per utilizzare ingredienti locali e di stagione. Questo non solo riduce l'impatto ambientale legato al trasporto, ma supporta anche i produttori locali e promuove la diversità biologica. I menù stagionali consentono ai cuochi di sfruttare al massimo la freschezza e il sapore degli ingredienti, garantendo un'esperienza culinaria superba. Riduzione dello Spreco Alimentare Risparmio Energetico e Utilizzo di Energia Rinnovabile Educazione e Coinvolgimento della Comunità Ristorazione sostenibile 360: il progetto dell’Emilia Romagna   Riduzione dello Spreco Alimentare La riduzione dello spreco alimentare è una priorità fondamentale per un ristorante sostenibile. Questo può essere realizzato attraverso pratiche come il monitoraggio attento delle scorte, la porzionatura accurata dei piatti e l'offerta di opzioni di ridistribuzione degli avanzi. Alcuni ristoranti sperimentano anche tecniche di conservazione avanzate, come la fermentazione e la liofilizzazione, per prolungare la durata di conservazione degli alimenti. Un'altra caratteristica chiave di un ristorante sostenibile è la promozione di opzioni alimentari a base vegetale. Ridurre il consumo di carne può contribuire significativamente a ridurre l'impatto ambientale complessivo dell'industria alimentare. I ristoranti sostenibili non necessariamente rinunciano alla carne del tutto, ma offrono una gamma diversificata di piatti che mettono in risalto verdure, legumi e cereali integrali.   Risparmio Energetico e Utilizzo di Energia Rinnovabile L'efficienza energetica è un'altra area in cui i ristoranti sostenibili si distinguono. Ciò può includere l'adozione di apparecchiature a basso consumo energetico, l'ottimizzazione dei sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell'aria e l'investimento in energia rinnovabile, come pannelli solari o turbine eoliche. Ridurre il consumo energetico non solo aiuta l'ambiente, ma può anche ridurre i costi operativi a lungo termine. Un ristorante sostenibile si impegna anche nella gestione responsabile delle risorse idriche. Questo può significare l'installazione di dispositivi a basso flusso per rubinetti e docce, nonché l'implementazione di pratiche per la raccolta e il riutilizzo delle acque piovane. La riduzione dello spreco idrico è cruciale per proteggere le risorse idriche locali.   Educazione e coinvolgimento della comunità Infine, un ristorante sostenibile cerca di educare e coinvolgere la comunità sulle questioni legate alla sostenibilità alimentare. Questo può essere fatto attraverso eventi educativi, workshop culinari e collaborazioni con organizzazioni ambientali locali. Inoltre, alcuni ristoranti possono coinvolgere attivamente i propri clienti, incoraggiandoli ad adottare comportamenti più sostenibili anche al di fuori del ristorante. I buoni pasto Up Day e l’app Buoni Up Day offrono la possibilità di fare una pausa pranzo salutare e consapevole e di individuare i locali sostenibili di interesse, grazie al filtro PAUSA SANA disponibile sulla app e di scegliere quello più adatto ad uno stile di vita sano e ad un’equilibrata alimentazione.   In conclusione, un ristorante sostenibile non è solo un luogo dove si gusta del buon cibo, ma è anche un punto di riferimento per pratiche alimentari che rispettano l'ambiente e promuovono un futuro più sostenibile per tutti. Attraverso un impegno concreto e continuo, questi ristoranti dimostrano che è possibile coniugare gusto, qualità e responsabilità ambientale in un'unica esperienza culinaria straordinaria.   Ristorazione sostenibile 360: il progetto dell’Emilia Romagna RS360 è un programma volontario di certificazione per la ristorazione regionale, adatto ad ogni tipo di ristorante dell’Emilia Romagna. È un’opportunità per il ristoratore di condividere con trasparenza i propri impegni responsabili ai clienti ed avrà la possibilità di valutare e misurare le proprie prestazioni di sostenibilità, anticipando così le sfide del futuro. RS360 è un programma inclusivo, composto da membri della comunità tecnico-scientifica del settore, che ne garantisce la solidità ed il continuo adeguamento alle più avanzate conoscenze. Un video esplicativo di questo progetto : https://youtu.be/HpdEgOLOr6w  
Il Viaggio Verso il Consumo Consapevole: Un Approccio Sano alla pausa pranzo
Febbraio 01, 2024
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Il Viaggio Verso il Consumo Consapevole: Un Approccio Sano alla pausa pranzo

Nel mondo frenetico di oggi, dove il tempo è spesso un bene prezioso, è facile cadere nella trappola di scelte alimentari veloci e poco salutari. Tuttavia, c'è un movimento in crescita che promuove il consumo consapevole, incoraggiando le persone a riflettere sulle proprie scelte alimentari e ad abbracciare uno stile di vita più sano. In questo articolo, esploreremo il concetto di consumo consapevole e come applicarlo ai nostri pasti quotidiani. Cos'è il consumo consapevole Una pausa pranzo consapevole Niente cibo sprecato con Last Minute Sotto casa   Che cos’è il consumo consapevole Il consumo consapevole è un concetto che guida individui e comunità verso scelte più responsabili e sostenibili. In un'epoca in cui la società è sempre più consapevole dell'impatto ambientale e sociale delle proprie azioni, il consumo consapevole emerge come un modo efficace per promuovere un cambiamento positivo. Il consumo consapevole non è semplicemente limitato all'atto di acquistare beni e servizi, ma implica una riflessione più profonda su come le nostre decisioni influenzano il mondo che ci circonda. Significa essere consapevoli delle risorse impiegate nella produzione di un oggetto, delle condizioni di lavoro dei produttori e del ciclo di vita del prodotto stesso. Si tratta di un approccio che incoraggia a fare scelte informate, considerando gli impatti ambientali, sociali ed economici.   Una pausa pranzo consapevole La pausa pranzo è l'occasione perfetta per fare scelte alimentari consapevoli. Optare per cibi locali e di stagione non solo supporta l'economia locale, ma riduce anche l'impatto ambientale legato al trasporto di alimenti da luoghi lontani. Inoltre, scegliere opzioni biologiche e sostenibili promuove pratiche agricole rispettose dell'ambiente. Un elemento chiave di questa tipologia di scelta, è la consapevolezza dei nutrienti che il nostro corpo richiede per funzionare al meglio. Pasti sani e nutrienti oltre a concedere soddisfazione al palato, dovrebbero fornire nutrimento equilibrato. Ma le nostre scelte alimentari non influenzano solo la nostra salute individuale, hanno anche un impatto significativo sul pianeta. Esiste un legame profondo tra ciò che mettiamo nel nostro piatto e l'ambiente che ci circonda. L'industria alimentare è una delle principali fonti di emissioni di gas serra a livello globale. Dalla produzione agricola al trasporto e alla distribuzione, ogni fase del ciclo alimentare contribuisce al cambiamento climatico. L'adozione di pratiche agricole sostenibili e la riduzione delle emissioni di gas serra nell'industria alimentare sono cruciali per mitigare gli effetti negativi sull'ambiente. Preferire cibi locali e di stagione può ridurre l'impatto ambientale legato al trasporto di merci su lunghe distanze. Inoltre, sostenere l'agricoltura locale promuove la diversità agricola e contribuisce a mantenere le comunità rurali. Con i buoni pasto Up Day e soprattutto Con l’app Buoni Up Day è possibile fare una pausa pranzo salutare e consapevole. Basta cercare la tipologia di locali di interesse e grazie al filtro PAUSA SANA scegliere il più adatto ad uno stile di vita sano e ad un’equilibrata alimentazione   Niente cibo sprecato con Last Minute Sotto casa Il cibo sprecato è un problema cruciale nell'intera catena alimentare. Oltre a rappresentare una perdita di risorse e di denaro, contribuisce alle emissioni di gas serra derivanti dalla decomposizione dei rifiuti organici. Ridurre lo spreco alimentare attraverso pratiche di consumo consapevole è fondamentale per promuovere la sostenibilità. Last Minute Sotto Casa fa parte delle offerte proposte da Up Day e consente ai negozi con prodotti alimentari in prossimità di scadenza, di informare con immediatezza i cittadini nelle vicinanze, dell’opportunità di acquisto a prezzi scontati anche oltre il 50% Un’idea Win-Win-Win che permette ad oggi di non buttare ogni mese nella spazzatura quasi una tonnellata di prodotto alimentare, consentendo inoltre ai cittadini un risparmio quotidiano che va dai 150 ai 250 euro. Il negoziante evita di gettare prodotti ancora vendibili, il cliente ha l’occasione di risparmiare ma soprattutto vince il Pianeta! La connessione tra alimentazione e ambiente è un aspetto cruciale della nostra vita quotidiana. Le nostre scelte alimentari influenzano direttamente la salute del pianeta, e optare per un'alimentazione più sostenibile può contribuire in modo significativo alla conservazione dell'ambiente per le generazioni future. L'adozione di pratiche alimentari consapevoli è il primo passo verso un futuro in cui il nostro benessere è strettamente intrecciato con quello del pianeta che è la nostra casa.
I locali dove spendere i buoni pasto Day
Gennaio 24, 2024
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Vuoi conoscere i locali dove spendere i tuoi buoni pasto DAY?

Molti tra il milione di lavoratori che utilizzano i buoni pasto Day nella loro pausa pranzo, sono clienti affezionati di alcuni esercizi affiliati. Pranzano sempre negli stessi posti, perché hanno trovato locali accoglienti e personale famigliare. La pausa diventa così un momento per ricaricarsi e tornare poi al lavoro con più energia. Ma cosa succede quando ci spostiamo o desideriamo cambiare menu? Come trovare un locale adatto alle nostre esigenze? Un unico strumento per scoprire i tuoi locali La sezione online per la pausa pranzo a domicilio Ogni domanda ha la sua risposta   Un unico strumento per scoprire i tuoi locali All’interno della app ‘Buoni Up Day’ o del portale dedicato a tutti gli utilizzatori delle soluzioni Day, nella sezione MAPPA puoi cercare i locali che accettano i tuoi buoni, quelli più vicini a te o scegliere una località di tuo interesse. Se sei già registrato alla piattaforma, non occorre una nuova registrazione. Puoi accedere con le stesse credenziali. Se non sei ancora registrato, bastano pochi passaggi per attivare il tuo Account Up Day. Scarica qui App Buoni Up Day per iOS Scarica qui App Buoni Up Day per Android Se si hanno esigenze specifiche, nella sezione mappa, i FILTRI aiutano a scoprire le specialità gastronomiche, le modalità di pagamento e i servizi che i nostri partner offrono: intolleranze al lattosio, cucina macrobiotica, consegna take away, cucina healty food, tutto facilmente reperibile per vivere la propria pausa al meglio.     Per ogni locale è possibile visualizzare recensioni, foto e info utili fornite da Google. Inoltre è possibile pagare comodamente dal proprio smartphone in pochi click il proprio pranzo. Puoi scegliere di pagare con Codice o con QR Code. Per pagare con Codice è sufficiente digitare il Codice generato dalla app dopo aver selezionato il numero buoni da utilizzare. Per pagare con QR Code invece, basta inquadrare il codice QR identificativo del locale.   La sezione online per la pausa pranzo a domicilio La sezione ONLINE permette di poter acquistare nei siti Partner, con il buono pasto elettronico, tante soluzioni per la propria pausa pranzo. Diverse piattaforme di e-commerce che consegnano a domicilio in tutta Italia piatti pronti, spesa o prodotti gastronomici di alta qualità. Recentemente Carrefour e Easy Coop sono entrate a far parte della rete online, basterà quindi possibile spostare i buoni in cloud nella propria app e procedere con gli acquisti sui siti partner e ricevere la spesa a domicilio. A disposizione migliaia di prodotti per la spesa online e promozioni sui propri prodotti preferiti.   Ogni domanda ha la sua risposta Per assistenza 24 ore su 24 è possibile attivare il Chatbot Up Day oppure chiamare l’Assistenza Dedicata 051 210 6509 dal lunedì al venerdì 8:30 - 18:30 orario continuato. Il chatbot è perfettamente integrato con i sistemi di Up Day: questo gli consente di conoscere in anticipo le informazioni e i problemi dell’utente, offrendo risposte diverse a seconda di chi gli sta scrivendo per un’esperienza completamente personalizzata. Il chatbot automatizza tutte le operazioni più comuni, come ricercare i locali in cui trascorrere la pausa pranzo, ma anche quelle più complesse come attivare la propria card contenente i buoni pasto o ricevere assistenza per gli acquisti online.
Buoni pasto per partita iva, ditte individuali e liberi professionisti
Ottobre 25, 2023
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Buoni pasto per partita iva, ditte individuali e liberi professionisti

Sai che anche le ditte individuali e i liberi professionisti possono usufruire dei buoni pasto? Scopri perché acquistarli e quando è possibile dedurli dalle tasse. I buoni pasto sono tra i benefit aziendali più apprezzati in assoluto dai lavoratori. Non solo perché permettono di risparmiare sulle spese per l’acquisto dei pasti, ma anche perché sono esenti da tassazione. In alcuni casi, le aziende possono estendere l’erogazione dei buoni pasto anche ai collaboratori. Tuttavia, anche se ciò non accadesse, le aziende senza dipendenti e i liberi professionisti possono acquistare autonomamente i buoni pasto, sebbene con benefici fiscali diversi.   C’è però una premessa doverosa da fare: tutte le norme di riferimento che attualmente disciplinano i buoni pasto si riferiscono esclusivamente a dipendenti. Non esistono esplicite norme che regolamentano l’utilizzo dei buoni da parte di altre categorie di soggetti. Detto ciò, vediamo un po’ più nel dettaglio la situazione dei buoni pasto per ditte individuali e liberi professionisti.   Buoni pasto e Partita IVA: come funzionano Buoni pasto per chi ha partita IVA e per ditte individuali: sono possibili? I buoni pasto possono essere utilizzati da chi ha una partita IVA individuale? I buoni pasto possono essere utilizzati da chi ha una partita IVA forfettaria? I buoni pasto possono essere utilizzati da partite IVA senza dipendenti? Normativa e detrazioni fiscali Deducibilità dei buoni pasto per le partite IVA: cosa sapere Vantaggi dei buoni pasto con Partita IVA Buoni pasto per ditte individuali e liberi professionisti: come acquistarli con Day Shop   Buoni pasto e Partita IVA: come funzionano I voucher per il pranzo destinati ai professionisti autonomi, proprio come quelli destinati ai lavoratori dipendenti che ricevono un welfare aziendale, possono essere erogati sia in forma cartacea che in modo pratico ed economico attraverso un formato elettronico. Si tratta di una carta simile a una carta di debito o un bancomat, su cui vengono caricati mensilmente i buoni richiesti. Questo metodo rappresenta un modo intelligente per gestire il benefit, oltre ad essere ecologico e ridurre le spese di spedizione ed emissione. I voucher pasto mantengono le stesse caratteristiche, sia che siano destinati ai dipendenti che ai professionisti autonomi: Possono essere utilizzati solo per acquistare cibo e bevande (alcolici esclusi); Possono essere spesi per un massimo di 8 voucher per ogni transazione; Non possono essere convertiti in denaro (e non si può ricevere un resto); Non possono essere venduti; Non possono essere trasferiti ad altre persone. L'emissione dei ticket è semplice, flessibile e adattabile alle esigenze individuali. È sufficiente comunicare il numero di buoni necessari mese per mese, di solito corrispondente a un voucher pasto per ogni giorno lavorativo (quindi circa 20 al mese). Inoltre, il suo valore facciale non prevede un importo predefinito e può quindi variare in base alle esigenze delle singole aziende o dei titolari di Partita Iva. Buoni pasto per chi ha partita IVA e per ditte individuali: sono possibili? La risposta è sì. Spesso si pensa che i buoni pasto siano solo per i lavoratori dipendenti, ma in realtà, possono essere utilizzati anche da altre categorie. I liberi professionisti, i lavoratori freelance, gli agenti di commercio, i soci e gli amministratori di una società, i lavoratori autonomi, le ditte individuali possono acquistare e utilizzare i buoni pasto.   I buoni pasto possono essere utilizzati da chi ha una partita IVA individuale? Certo! Inoltre, per i titolari di partita IVA che seguono il regime ordinario, l'utilizzo dei buoni pasto può rivelarsi estremamente vantaggioso. Questi voucher offrono molteplici benefici economici e fiscali, consentendo di ridurre notevolmente i costi aziendali e semplificando le procedure in modo efficiente e leggero. I buoni pasto saranno destinati esclusivamente all'acquisto di pasti pronti e generi alimentari e saranno considerati fringe benefits. Ciò permetterà quindi di accedere a un trattamento fiscale agevolato tipico di tali benefit. Pertanto, gli imprenditori autonomi possono risparmiare considerevolmente e, in base alle disponibilità del fornitore scelto, personalizzare sia il numero che il valore dei buoni erogati. I buoni pasto possono essere utilizzati da chi ha una partita IVA forfettaria? Il regime forfettario offre diverse agevolazioni in termini di praticità e tassazione. Tuttavia, ci sono anche delle limitazioni, specialmente per quanto riguarda la deduzione dei costi e l'IVA. È importante sapere che il regime forfettario è esente dall'IVA, il che significa che non è possibile usufruire della detrazione fiscale sull'imposta indiretta. Inoltre, il reddito tassabile non viene calcolato in base ai costi e ai ricavi secondo il principio di competenza o di cassa, ma è stabilito in maniera forfettaria. Di conseguenza, viene applicata un'imposta sostitutiva che sarà del 5% per i primi 5 anni e del 15% per gli anni successivi. Questo comporta l'impossibilità di dedurre i costi. Quindi, se sei un professionista con il regime forfettario, puoi utilizzare i buoni pasto, ma non sarai in grado di dedurli dalle tasse. I buoni pasto possono essere utilizzati da partite IVA senza dipendenti?   Anche in questo caso la risposta è affermativa e i vantaggi sono diversi. Richiedere la ricevuta fiscale rappresenta un processo che richiede tempo e non è facilmente conciliabile con le esigenze di un pranzo di lavoro. Pertanto, il voucher pasto si presenta come lo strumento ideale per ottenere vantaggi fiscali in modo pratico. Utilizzando il buono, si risparmiano preziosi minuti alla cassa e si può procedere rapidamente verso l'ufficio o altri impegni. Grazie alla pratica della fatturazione mensile, comune tra le aziende che offrono questo servizio, sarà possibile richiedere le opportune deduzioni e detrazioni con tranquillità. L'aspetto positivo di tutto ciò è che non sarà più necessario conservare scontrini e fatture. Normativa e detrazioni fiscali Quando un’azienda decide di riconoscere il buono pasto quale contributo alla pausa pranzo dei suoi lavoratori dipendenti si avvale della normativa che disciplina questo strumento, che prende il nome tecnico di servizio sostitutivo di mensa. Tale normativa è rappresentata principalmente dall’articolo 51 del TUIR (che può subire variazioni attraverso la Legge di Bilancio), dalla risoluzione numero 26 E del 2010 e dal Decreto Legislativo 314/1997. Con il decreto n°122/2017 del MISE, la possibilità di acquistare e utilizzare i buoni pasto è stata estesa anche ai soggetti che abbiano instaurato con il datore di lavoro un rapporto di collaborazione “in senso ampio” anche non subordinato. Per queste categorie, però, le regole per le detrazioni fiscali non sono uguali a quelle per le aziende che erogano i buoni pasto ai dipendenti e possono accedervi solo a condizione che i buoni pasto vengano effettivamente utilizzati durante l’orario di lavoro o come spese di rappresentanza.     Deducibilità dei buoni pasto per le partite IVA: cosa sapere Il principale beneficio dei voucher pasto riguarda l'aspetto fiscale: infatti, l'acquisto dei buoni pasto è detraibile come spesa aziendale al 75% per liberi professionisti, artigiani, commercianti e ogni ditta individuale senza dipendenti. Per i titolari di partita IVA che hanno dipendenti, l'acquisto dei buoni pasto può essere dedotto al 100% per IRES, IRPEF e IRAP, con limiti giornalieri di 4 € per i buoni pasto cartacei (precedentemente 5,29 €) e 8 € per quelli elettronici, come stabilito dalla Legge di stabilità del 2020. Questo perché i buoni pasto non sono considerati reddito da lavoro dipendente, ma un servizio complesso che va oltre la semplice somministrazione di cibo e bevande, come indicato nella circolare IRDCEC n.9/IR del 27/4/2009. Vi è anche un limite massimo deducibile, pari al 2% del fatturato complessivo.   Per quanto riguarda la detrazione dell'IVA, i liberi professionisti e le ditte individuali possono detrarre completamente l'IVA sui ticket al 10%. È per questo motivo che coloro che sono titolari di partita IVA e si trovano nel regime forfettario non traggono vantaggio dall'avere i buoni pasto, poiché in quel regime fiscale non è necessario versare o scaricare l'IVA. Inoltre, è importante sapere che se i ticket vengono concessi anche per i giorni non lavorativi, superando quindi i 20 voucher al mese, tali buoni pasto sono soggetti a tassazione integrale, nonostante il loro valore non sia assimilabile a un reddito. Recentemente, è stato chiarito dall'Agenzia delle Entrate, tramite l'interpello n. 956-2631/2020, che anche i lavoratori che operano in modalità smart-working hanno diritto ai buoni pasto e che, anche in questo caso, si applica la tassazione agevolata, con una detrazione di 8 € per i ticket elettronici e di 4 € per i ticket cartacei. Vantaggi dei buoni pasto con Partita IVA Oltre alla deducibilità, ci sono altri tre vantaggi importanti da considerare quando si parla di buoni pasto e partita IVA:   L'uso dei buoni pasto elettronici, che possono essere utilizzati tramite carta elettronica o app, è facile e versatile. Non è più necessario conservare fatture e scontrini per la contabilità e la prima nota: si può semplicemente ricevere un'unica fattura mensile relativa all'acquisto dei buoni pasto. Ciò porta a un risparmio di tempo e costi, poiché si riduce il numero di documenti da gestire amministrativamente. Per coloro che hanno una partita IVA, l'utilizzo dei buoni pasto rappresenta davvero un cambiamento significativo. Inoltre, è importante sottolineare che i buoni pasto possono essere utilizzati non solo per consumare pasti presso caffetterie, ristoranti e bar convenzionati, ma anche per fare la spesa al supermercato, nei negozi di quartiere, nei food truck e altro ancora, con tutti i vantaggi descritti in precedenza. I buoni pasto, quindi, sono un valido supporto per coloro che hanno una partita IVA, consentendo di ridurre i costi legati all'attività e abbattere la base imponibile ai fini dell'imposizione diretta.   Buoni pasto per ditte individuali e liberi professionisti: come acquistarli con Day Shop I buoni pasto DAY, sia in forma cartacea, sia in forma elettronica, sono facili da ordinare, da gestire e soprattutto da spendere: il servizio DAY è convenzionato con oltre 110.000 locali di ogni tipo, tra cui anche molte gastronomie di supermercati della grande distribuzione organizzata. Day gruppo Up ha sviluppato un sito responsive che è l’ideale per gli acquisti online di buoni pasto da parte di ditte individuali e liberi professionisti: DayShop. Un e-commerce che permette di acquistare i Buoni Pasto direttamente online in soli 4 click. L’utente sceglie subito il valore e il numero dei ticket, desiderati inserisce i dati di fatturazione, seleziona un metodo di pagamento tra bonifico, carta di credito e Paypal e conferma l’ordine. In 24/48 ore dal momento dell’acquisto, riceverà i buoni pasto.
Buoni pasto in maternità, che cosa stabilisce la normativa?
Settembre 11, 2023
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Buoni pasto in maternità, che cosa stabilisce la normativa?

I buoni pasto rappresentano un benefit aziendale utilissimo e apprezzato sia dalle aziende che dai lavoratori. Ma si ha diritto a riceverli durante la maternità e l’allattamento? I buoni pasto sono uno dei benefit aziendali più apprezzati dai lavoratori e, secondo la normativa, spettano a tutti i dipendenti subordinati. Si tratta di un servizio di mensa sostitutivo da utilizzare durante la pausa pranzo e non solo. Questi fringe benefit risultano vantaggiosi sia per gli impiegati che per l’azienda che li eroga tramite welfare aziendale, poiché grazie a questi è possibile ottenere diverse agevolazioni fiscali, oltre a favorire il benessere di tutti i lavoratori. Ma cosa succede quando la dipendente si trova in maternità? Scopriamolo in questo articolo. Congedo di maternità: cosa sapere Buoni pasto durante il congedo di maternità Buoni pasto durante il periodo di allattamento Come sostenere le lavoratrici con il welfare aziendale   Congedo di maternità: cosa sapere Prima di tutto, è importante sapere che esistono diversi tipi di congedi di maternità e il riconoscimento dei buoni pasto dipende dalla fonte di erogazione. Ma andiamo con ordine e vediamo prima quali sono le differenze fra: Maternità obbligatoria Maternità facoltativa Maternità anticipata   Maternità obbligatoria La maternità obbligatoria, chiamata anche congedo di maternità obbligatorio, è il periodo in cui la dipendente deve astenersi obbligatoriamente dal lavoro durante la gravidanza e il puerperio o, in altri casi, a seguito di adozione o affidamento di minori. Questo periodo dura 5 mesi e può avere inizio: durante i due mesi che precedono la data presunta del parto; durante i tre mesi successivi al parto effettivo. Oltre a essere un obbligo da parte del datore di lavoro, è anche un diritto indisponibile della lavoratrice. In altre parole, l’astensione dal lavoro non può essere in nessun caso oggetto di rinuncia, nemmeno in caso di ottime condizioni di salute della madre e del feto. L’INPS riconosce in questo caso un’indennità pari all’80% dello stipendio percepito dalla lavoratrice. Maternità facoltativa Una volta trascorso il periodo di congedo di maternità obbligatorio che, come abbiamo visto, è pari a 5 mesi complessivi, la lavoratrice ha il diritto di richiedere ulteriori mesi di astensione facoltativa dal lavoro dopo la nascita o l’adozione del figlio. Inoltre, la maternità facoltativa può essere richiesta da entrambi i genitori nei primi 12 anni di vita del figlio, quindi è un diritto riconosciuto anche al lavoratore padre. A differenza del congedo obbligatorio, viene indennizzato dall’INPS al 30% della retribuzione e può essere utilizzando anche sotto forma di permessi. Maternità anticipata In alcuni casi è possibile o necessario usufruire della maternità anticipata. Nello specifico, la lavoratrice può richiedere di anticipare il periodo di maternità obbligatorio quando sussistono gravi malattie o complicanze che possono compromettere la gravidanza oppure quando le condizioni lavorative o ambientali non possono essere ritenute consone per tutelare la salute del bambino e/o della donna. Lo stesso vale quando la donna è addetta a lavorazioni pericolose, pesanti e/o insalubri e non è possibile assegnarle altre mansioni compatibili con il suo attuale stato di salute.   Buoni pasto durante il congedo di maternità Come accennato, il riconoscimento dei buoni pasto nel periodo di maternità obbligatoria dipende sostanzialmente dalla fonte di erogazione. Cosa vuol dire? Significa che le dipendenti hanno diritto ai buoni pasto durante tale periodo solo se il regolamento interno aziendale, il contratto individuale o la contrattazione li prevedono. Trattandosi di un elemento del trattamento economico e normativo che l’azienda è obbligata a garantire ai propri lavoratori, infatti, anche nel periodo di maternità dovrà essere garantito questo servizio. Diversamente accade invece quando il buono pasto è erogato dal datore di lavoro su base volontaria, in assenza di un accordo individuale. In questo caso la lavoratrice non avrà il diritto a ricevere i buoni pasto. In ogni caso, qualora la dipendente in maternità abbia diritto al servizio sostitutivo di mensa aziendale, questi non contribuiranno alla formazione del reddito da dipendente fino al limite giornaliero di 8 euro in caso di buoni pasto elettronici o di 4 euro in caso di buoni pasto cartacei. È importante sapere che ciò che la legge prevede per la maternità obbligatoria vige anche in caso di paternità obbligatoria con l’unica differenza che invece di durare 5 mesi la sua durata è pari a 10 giorni. E per quanto riguarda invece i buoni pasto durante il congedo parentale? A prescindere dai contratti collettivi e dalla modalità di erogazione, purtroppo, durante la maternità facoltativa e il congedo parentale non sono previsti questi benefit per i lavoratori.   Buoni pasto durante il periodo di allattamento Tutte le donne dipendenti in maternità devono sapere che anche durante l’allattamento vengono maturati i buoni pasto. La Cassazione ha stabilito che la dipendente ha diritto al riconoscimento dei buoni pasto soltanto se la sua prestazione lavorativa è di almeno 6 ore al giorno o pari a quanto stabilito dalla contrattazione collettiva. Infatti, l’erogazione dei buoni pasto è correlata al diritto a fare un intervallo in una giornata lavorativa con una durata superiore a sei ore.   Come sostenere le lavoratrici in maternità con il welfare aziendale Ogni azienda può scegliere di sostenere i dipendenti che sono diventati genitori e, nello specificato, le neo o future mamme, in svariati modi. È possibile scegliere fra numerosi benefit come ad esempio i voucher welfare, che danno alle madri e ai padri la possibilità di acquistare beni e servizi necessari durante il periodo di maternità e per i bambini in generale (asili nido, baby sitter, ecc); i rimborsi spesa, i buoni regalo e molti altri ancora. Oltre ai benefit citati, i datori di lavoro hanno a loro disposizione una vasta gamma di fringe benefit da scegliere in base alle esigenze dei propri dipendenti e dell’azienda stessa, che risultano convenienti per tutti in quanto prevedono numerose agevolazioni fiscali e contribuiscono al miglioramento del clima aziendale e del benessere generale dei lavoratori.