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Un vestito alla volta: ridurre i rifiuti tessili e promuovere la moda circolare
Ogni anno, milioni di tonnellate di vestiti finiscono in discarica o vengono inceneriti, contribuendo a un problema sempre più urgente: quello dei rifiuti tessili. Dietro ogni capo d’abbigliamento c’è un costo ambientale nascosto, fatto di consumo di acqua, emissioni di CO₂ e uso di risorse non rinnovabili. Per produrre una maglietta di cotone servono circa 2.700 litri d’acqua – l’equivalente di ciò che una persona beve in quasi 3 anni! Per cosa poi? Gran parte di questi capi viene indossata pochissime volte, se non mai.
- Fast fashion: quando la moda diventa usa e getta
- World Clean Up Day 2025: un’occasione per pulire, riusare, rigenerare
- L’impegno di Day: dare nuova vita ai vestiti usati
- Sostenibilità e solidarietà: le altre iniziative di Day
Fast fashion: quando la moda diventa usa e getta
Al centro di questo problema c’è la fast fashion, un modello produttivo che negli ultimi vent’anni ha trasformato il modo in cui consumiamo abbigliamento: collezioni nuove ogni mese, prezzi bassissimi, qualità scadente. Il risultato è un consumo compulsivo che genera quantità enormi di rifiuti tessili. I vestiti non sono più dei beni durevoli, ma articoli usa e getta, difficili da riciclare e spesso inutilizzabili dopo pochi lavaggi.
Questo sistema impatta gravemente sull’ambiente e su chi produce. La maggior parte della fast fashion nasce in Paesi con normative deboli in materia di lavoro e sicurezza: condizioni precarie, salari bassissimi, diritti ridotti al minimo. E se guardiamo da vicino i materiali, scopriamo che in una semplice t-shirt c’è più petrolio che cotone: le fibre sintetiche come il poliestere, sono praticamente plastica da indossare.
Come se non bastasse questi capi, prodotti a basso costo a migliaia di km di distanza, devono poi essere trasportati, impacchettati e spediti in tutto il mondo, spesso singolarmente, in un sistema di spedizioni continue dall’impronta di carbonio incalcolabile. Un circolo vizioso alimentato dalle piattaforme online, dove si compra tutto con pochi clic e pochissimi euro, senza riflettere su cosa c’è dietro quel prezzo così basso.
World Clean Up Day 2025: un’occasione per pulire, riusare, rigenerare
Il 20 settembre si celebra il World Clean Up Day, la più grande azione civica mondiale dedicata alla pulizia e alla rigenerazione del nostro pianeta. In Italia, l’iniziativa è coordinata da “Let’s Do It! Italy”, parte del movimento globale “Let’s Do It World”, attivo in oltre 190 Paesi.
Quest’anno, la campagna italiana punta i riflettori sulla riduzione dei rifiuti tessili e sulla promozione della moda circolare, con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini, aziende e istituzioni sull’impatto ambientale dell’industria dell’abbigliamento. Il messaggio è chiaro: raccogliere i rifiuti non basta, serve cambiare le abitudini che li generano.
Attorno al World Clean Up Day, a fine settembre prende forma una settimana di azioni diffuse, in cui ognuno può fare la propria parte: organizzando o aderendo a eventi locali, raccolte, giornate di pulizia nei quartieri o nelle scuole, oppure semplicemente scegliendo di consumare in modo più consapevole. Anche un gesto semplice – donare un vestito, ripararlo, evitare un acquisto impulsivo – può fare la differenza.
L’impegno di Day: dare nuova vita ai vestiti usati
Anche Day aderisce e partecipa alle iniziative del World Clean Up Day 2025 con un’azione concreta, semplice e ad alto impatto: nei giorni dal 20 al 27 settembre, i dipendenti potranno portare in azienda i capi di abbigliamento che non usano più, contribuendo attivamente alla riduzione dei rifiuti tessili. I vestiti raccolti saranno affidati all’associazione Re-Use With Love, nata a Bologna nel 2010 e oggi composta da oltre cento volontarie.
L’associazione si occupa di raccogliere, selezionare e valorizzare i vestiti usati, trasformandoli in strumenti di solidarietà. Una parte viene venduta nei mercatini vintage solidali, devolvendo il ricavato a progetti dedicati a bambini e famiglie in difficoltà. Altri capi, invece, vengono donati direttamente a chi ne ha bisogno, grazie a una rete di enti e associazioni locali. I vestiti rovinati o non più utilizzabili trovano nuova vita nel laboratorio creativo, dove vengono trasformati in oggetti artigianali, decorativi o funzionali, seguendo i principi dell’economia circolare. Così, ogni indumento raccolto diventa un gesto di cura, sostenibilità e inclusione.
Sostenibilità e solidarietà: le altre iniziative di Day
Questa iniziativa si inserisce nel percorso di Day come Società Benefit, impegnata a generare un impatto positivo sull’ambiente, sul territorio e sul benessere delle persone. Tra i suoi obiettivi di beneficio comune c’è la promozione di comportamenti sostenibili e responsabili, che si traducono in scelte e azioni concrete, come dare nuova vita a un vestito per ridurre l’impatto ambientale e valorizzare risorse già esistenti.
L’impegno di Day si manifesta anche attraverso altri progetti, come il sostegno a Equi-libristi, biblioteca itinerante che fa circolare gratuitamente libri usati, salvandoli dal macero e promuovendo la cultura, e la collaborazione con Last Minute Sotto Casa, un servizio che aiuta a combattere lo spreco alimentare segnalando offerte su prodotti prossimi alla scadenza nei supermercati. Un approccio integrato che coniuga sostenibilità, cultura e solidarietà, riflettendo i valori di responsabilità sociale e ambientale che guidano l’azienda.