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Intergenerazionalità al lavoro: come dialogare davvero con la Gen Z

Luglio 07, 2025
Oggi, nelle aziende, lavorano fianco a fianco fino a cinque generazioni diverse. Una grande ricchezza, ma anche una sfida complessa: si parla in modo diverso, si hanno aspettative diverse e spesso non si concorda neanche su cosa significhi "lavorare bene". L’arrivo della Gen Z — i nati dalla seconda metà degli anni ’90 in poi — ha reso il confronto tra generazioni ancora più vivace. Questo gruppo porta con sé valori, linguaggi e esigenze completamente nuovi. Per dialogare davvero con loro, le aziende devono mettersi in ascolto e abbandonare alcuni schemi ormai superati.
Cosa chiede la Gen Z
Un gap culturale da colmare
La cultura delle Power Skill
Il welfare come ponte tra generazioni
Cosa chiede la Gen Z?
Il primo passo è capire che la "piramide dei bisogni" della Gen Z è capovolta rispetto a quella delle generazioni precedenti. Un tempo si partiva dalla ricerca di sicurezza e stabilità per puntare, solo dopo, al benessere e alla realizzazione personale. Oggi è l’esatto contrario: per i giovani il punto di partenza è il benessere. Cercano ambienti di lavoro in cui si stia bene, dove ci sia ascolto, autenticità, attenzione al clima relazionale e rispetto concreto delle differenze. Vogliono coerenza tra i valori dichiarati e quelli messi in pratica. Solo dopo arrivano carriera, crescita, sfide.
In questa nuova gerarchia, il posto fisso non è più un traguardo e la “gavetta” suscita spesso diffidenza, percepita come qualcosa di superato. Le ricerche lo confermano: la Gen Z dà grande importanza all’inclusione, al supporto dei manager e alla possibilità di essere coinvolta nelle decisioni. Dove queste condizioni mancano, il turnover cresce.
Un gap culturale da colmare
Spesso i fraintendimenti nascono da due parole chiave: rispetto e responsabilità. Per la Gen Z il rispetto non si deve al ruolo o all’anzianità, ma si conquista attraverso relazioni autentiche, dialogo e ascolto reciproco. Allo stesso tempo, si sentono pronti ad assumersi responsabilità in base a ciò che sanno fare, non all’età o agli anni di esperienza. Valutano le competenze, non i gradi.
Questo scarto di visione rischia di generare frustrazione da entrambe le parti: i più giovani si sentono sottovalutati, i più esperti percepiscono una mancanza di umiltà. Ma con gli strumenti giusti – come una leadership aperta, percorsi formativi adeguati e spazi di confronto – questo scontro può diventare un’occasione di crescita per tutti.
La cultura delle Power Skill
Superare il gap generazionale richiede un cambio di paradigma: serve una cultura che valorizzi relazioni, inclusività e crescita condivisa. In questo contesto, diventano centrali le cosiddette "power skill" — le capacità trasversali come empatia, pensiero critico, comunicazione efficace e gestione delle emozioni. Non si parla più di soft skill: le skill da leggere sono diventate potenti, perché permettono a persone di ogni età di lavorare bene insieme, affrontare il cambiamento e costruire legami significativi.
Le aziende che investono davvero su queste competenze, con percorsi di formazione deep dive, immersivi e personalizzati, riescono a coinvolgere la Gen Z senza banalizzarla, stimolandola sia sul piano cognitivo che emotivo. Non si tratta solo di “istruire”, ma di creare spazi dove ognuno possa esplorare e valorizzare ciò che è.
Il welfare come ponte tra generazioni
Tra gli strumenti concreti per valorizzare tutte le età in azienda, il welfare gioca un ruolo chiave. Quando è pensato in modo flessibile e inclusivo — come nel caso delle soluzioni di Day Welfare — riesce davvero a parlare a tutti. Non si limita a rimborsi o servizi di supporto per chi ha famiglia, ma include anche cultura, benessere, tempo libero, viaggi e formazione. Ognuno può costruirsi un pacchetto su misura, anche proponendo attività di interesse personale da convenzionare.
Una recente introduzione molto apprezzata in questa direzione è il servizio di Time Saving in collaborazione con Genius 4U: un Time Sitter aziendale che si occupa di sbrigare le piccole incombenze quotidiane al posto dei dipendenti durante l’orario di lavoro — dalla posta al lavasecco, dal lavaggio dell’auto al ritiro dei pacchi — per restituire davvero alle persone il proprio tempo libero.
Oggi non basta "capire i giovani": serve costruire un'alleanza tra generazioni. La Gen Z non è un enigma da decifrare, né una moda passeggera. È il futuro, già presente, delle nostre organizzazioni. Investire su di loro, creare un dialogo autentico e dare spazio alla contaminazione generazionale significa costruire imprese più solide, innovative e pronte al cambiamento. Per tutti.
Gestione Risorse Umane
Luglio 07, 2025
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ULTIMI ARTICOLI

Agosto 18, 2025
Welfare Aziendale
Smart working e cattive abitudini alimentari: come prevenirle con un supporto dedicato
Lo smart working ha rivoluzionato l’organizzazione della giornata lavorativa, offrendo maggiore flessibilità, ma anche nuove vulnerabilità sul fronte del benessere. Una delle più comuni e spesso sottovalutate riguarda le abitudini alimentari.
Lavorare da casa, senza orari rigidi o spazi definiti, espone al rischio di comportamenti alimentari disfunzionali: pasti saltati o consumati velocemente davanti al PC, spuntini continui non programmati, scelta frequente di cibi ipercalorici e poco nutrienti. Tutto ciò si somma a una riduzione del movimento e a un senso generalizzato di stanchezza mentale che può spingere a cercare gratificazione proprio nel cibo.
Oltre a compromettere l’equilibrio nutrizionale, queste abitudini hanno effetti diretti sulla produttività, sulla capacità di concentrazione, sul livello di energia e sull’umore. È un circolo vizioso che può incidere sul rendimento lavorativo e sulla qualità della vita, anche nei contesti più flessibili.
Il ruolo dell’azienda nel promuovere buone abitudini
Per questo motivo, è utile che le aziende inizino a considerare il supporto nutrizionale come parte integrante delle iniziative di welfare, soprattutto in ambienti di lavoro ibridi o da remoto. Percorsi di educazione alimentare, brevi webinar tematici, contenuti informativi digitali e consulenze personalizzate possono aiutare i lavoratori a riconoscere i propri automatismi e a sostituirli con strategie più consapevoli.
In questa direzione, Day ha attivato una collaborazione con Balanced, realtà specializzata in nutrizione e benessere, che attraverso un approccio scientifico e personalizzato accompagna le persone verso un’alimentazione più consapevole e sostenibile. L’obiettivo è offrire strumenti pratici e accessibili, anche via app, per migliorare concretamente le abitudini quotidiane, anche quando si lavora da casa.
Cinque consigli pratici per chi lavora da casa
Rispetta orari regolari per i pasti principali, anche da casa.
Prepara gli spuntini in anticipo, per evitare decisioni impulsive davanti al frigo.
Stacca dal lavoro quando mangi: spegni lo schermo, siediti a tavola e prenditi una vera pausa.
Impara a distinguere la fame fisica da quella nervosa o da noia.
Mantieni una buona idratazione durante la giornata: l’acqua è il primo alleato della concentrazione.
Promuovere una cultura del benessere che includa anche la sfera alimentare è un investimento strategico per sostenere le performance lavorative nel lungo periodo, anche nei contesti più flessibili e decentralizzati.
Dott.ssa Margherita Chiadò

Agosto 11, 2025
Buoni Pasto
Come attivare la carta Day: istruzioni operative
Hai ricevuto la tua carta Day e desideri iniziare a usarla per spendere i tuoi buoni pasto elettronici? Niente di più facile!
Come associare la carta Day alla App
I vantaggi dei buoni pasto elettronici sulla app
Cosa faccio se la mia carta Up Day non funziona?
La carta Up Day è uno strumento pratico e versatile che non richiede attivazione (a meno che non sia specificato nella lettera di accompagnamento, ma si tratta di eccezioni). Basta prenderla fuori dalla busta e iniziare a usarla nei locali convenzionati dotati di POS, proprio come faresti con una carta di debito. La carta è già pronta per essere utilizzata presso qualunque dei 150.000 partner, che siano i reparti alimentari o le gastronomie delle maggiori catene di supermercati o i negozi di prossimità.
Tieni presente che ormai non c’è più differenza fra la card fisica, l'app e il sito degli utilizzatori: i tuoi buoni pasto elettronici possono essere utilizzati e tenuti sotto controllo indifferentemente tramite l’una o gli altri. Per questo ti consigliamo di seguire la procedura di accesso tramite l'app o il sito web, per avere una gestione ancora più completa e per pagare direttamente tramite il tuo dispositivo mobile.
Usare i buoni pasto elettronici è una scelta 100% green, completamente digitale. Anche le carte Day sono amiche dell’ambiente, realizzate interamente in plastica riciclata!
Come associare la carta Day alla App
Per una gestione più smart e personalizzata, ti consigliamo di utilizzare l'app Buoni Day a cui puoi facilmente associare la tua carta Day. In questo modo, non sarà più necessario portare fisicamente la carta con te.
Se sei già registrato alla piattaforma, non occorre una nuova registrazione per utilizzare la app, puoi accedere con le stesse credenziali. Se non sei ancora registrato, puoi farlo subito in pochi passaggi: basta scaricare la app dagli store o accedere al portale.
Scarica qui App Buoni Day per iOS
Scarica qui App Buoni Day per Android
Puoi aggiungere la tua carta all’ecosistema digitale Day sia tramite l'app che sul sito web. I passaggi da seguire sono gli stessi: è sufficiente fare login e cliccare sull'icona PROFILO in alto a destra. E poi:
Seleziona AGGIUNGI PRODOTTO > AGGIUNGI NUOVO PRODOTTO.
Inserisci i dati richiesti che trovi sul retro della nuova card oppure che hai ricevuto via mail: Matricola/N. Utente, Codice Cliente, Codice Carta, CVV (se presente sulla card)
Clicca su CONFERMA e la nuova card verrà aggiunta in app
Seleziona la card che vuoi utilizzare e abilita lo switch UTILIZZA COME PREDEFINITO per vederla come soluzione principale
I vantaggi dei buoni pasto elettronici sulla app
Pratici, comodi e sicuri, i Buoni Pasto Elettronici Day sono la scelta quotidiana di tantissimi lavoratori. Ma quali sono i vantaggi per chi li usa tramite l'app?
I vantaggi sono numerosi, ma il principale è la comodità: l'app è uno strumento versatile che permette di consultare, monitorare i dati e attivare servizi personalizzati, tutto a colpo d'occhio direttamente nella propria area riservata.
Vediamo insieme le varie sezioni disponibili:
In HOME trovi il saldo dei tuoi buoni e il totale a disposizione. Se utilizzi più di un prodotto Up Day (ad esempio hai ricevuto dei Buoni Acquisto Cadhoc oppure dei servizi di Welfare) puoi anche associare più prodotti alla stessa registrazione e passare velocemente da un prodotto all’altro selezionando nel menu a tendina quello che vuoi vedere.
In MAPPA cerca i locali che accettano i tuoi buoni, vicino a te o in una località di tuo interesse. Ci sono anche dei filtri per scoprire le specialità gastronomiche, le modalità di pagamento e i servizi offerti da ciascun partner. Sei attento ad uno stile di vita sano e un’alimentazione corretta? Prova il filtro PAUSA SANA per un pranzo sempre in equilibrio! Per ogni locale visualizza recensioni, foto e info utili fornite da Google.
La sezione PAGA permette di pagare comodamente dal tuo smartphone in pochi click la tua pausa pranzo. Puoi scegliere di pagare con Codice o con QR Code. Se scegli Paga con Codice è sufficiente digitare il codice generato dalla app dopo aver selezionato il numero buoni da utilizzare. Se scegli Paga con QR Code, basta inquadrare il codice QR identificativo del locale
In MOVIMENTI hai la situazione sempre sotto controllo: un tap e puoi vedere i buoni pasto da utilizzare, quelli già usati con il dettaglio dell’acquisto e i buoni in scadenza da spendere al più presto. Su RICARICHE invece puoi monitorare le ricariche ricevute, lo stato della ricarica e il dettaglio di ciascuna (descrizione, data di scadenza, data di inizio validità, valore del buono, numero buoni assegnati e numero di buoni spesi/residui in tempo reale).
C’è anche una sezione ONLINE dove acquistare direttamente nei siti Partner usando i buoni pasto elettronici. Naviga le varie piattaforme di e-commerce che consegnano a domicilio in tutta Italia piatti pronti, spesa o prodotti gastronomici di alta qualità. Su PROMO ci sono delle offerte, promozioni e iniziative interessanti proposte dai nostri Partner. Ad esempio, sapevi che puoi donare la tua spesa al Banco Alimentare usando i tuoi Buoni Pasto Day?
Cosa faccio se la mia carta Up Day non funziona?
Hai dei problemi a usare la carta o non riesci ad associarla al tuo profilo personale nella app o nel sito degli utilizzatori?
Per assistenza 24 ore su 24 attiva l’Assistente Virtuale Up Day, una chat che risponde in tempo reale risolvendo le problematiche più comuni.
Oppure puoi contattare l’assistenza dedicata al numero verde 051 21 06 509, dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 18:30.
Se hai bisogno di assistenza specifica per la App, ad esempio se non riesci a configurare l'accesso biometrico o hai difficoltà ad accedere, puoi anche sottoporre il tuo problema all’assistenza tecnica tramite questa form, dove puoi allegare le screenshot delle schermate che visualizzi con i messaggi di errore.

Agosto 07, 2025
Buoni Pasto
Cosa fare in caso di smarrimento della tessera Day?
Hai perso la tua tessera Day? Niente panico: bastano pochi semplici passaggi per risolvere il problema.
In caso di smarrimento, furto o smagnetizzazione, puoi bloccare la tessera direttamente dall’app Buoni Day o dal sito degli utilizzatori. Accedi e seleziona l’icona BLOCCO CARD, che trovi direttamente in Home nella schermata principale.
Ti ricordiamo che, se sei già registrato alla piattaforma, non occorre una nuova registrazione per utilizzare la app, puoi accedere con le stesse credenziali. Se non sei ancora registrato, puoi farlo subito in pochi passaggi: basta scaricare la app dagli store o accedere al portale.
Scarica qui App Buoni Day per iOS
Scarica qui App Buoni Day per Android
Una volta effettuato il blocco, la tessera non sarà più riattivabile. Entro 10 giorni riceverai un duplicato all’indirizzo indicato dalla tua azienda. La nuova card sarà già attiva e pronta all’uso, i buoni pasto residui verranno trasferiti automaticamente. Se nel frattempo ritrovi la vecchia tessera, non potrai comunque riutilizzarla: sarà necessario continuare a usare quella nuova.
Ricorda che anche senza la card fisica puoi effettuare pagamenti tramite l’app, usando le opzioni PAGA CON CODICE o PAGA CON QR. Tuttavia, è fondamentale bloccare la tessera smarrita per tutelare il saldo disponibile e garantire la sicurezza delle transazioni. Anzi, in caso di utilizzi sospetti o non autorizzati, contatta subito il tuo Ufficio del Personale per segnalare l’accaduto e procedere al blocco della tessera.
La sicurezza prima di tutto, anche nel digitale!
Proteggere i tuoi buoni pasto significa anche prestare attenzione alla sicurezza del tuo account digitale. Per questo motivo, Day ti offre diversi strumenti per tutelare i tuoi dati e l’accesso all’app.
Innanzitutto, è buona norma aggiornare periodicamente la password. Puoi farlo dalla sezione CAMBIO PASSWORD, dove ti verrà richiesto di inserire quella attuale e una nuova che rispetti alcuni criteri fondamentali: almeno 12 caratteri, una lettera maiuscola, una minuscola, un numero e un carattere speciale (come ! ; @ % $ &).
Per un accesso ancora più rapido da smartphone e sicuro, puoi attivare l’autenticazione biometrica all’interno della app Day, utilizzando il riconoscimento facciale o l'impronta digitale. Se cambi smartphone, ricordati di disattivare questa funzione e riattivarla sul nuovo dispositivo.
Inoltre, ti consigliamo di abilitare l’autenticazione a due fattori con Codice SMS: ad ogni login ti verrà richiesto un codice univoco inviato via messaggio, aggiungendo così un ulteriore livello di protezione contro accessi non autorizzati.
Se hai dubbi sul blocco della carta, sulla privacy dei dati o sull’uso della app, puoi consultare l’Assistente Virtuale Day, una chat che risponde in tempo reale 24 ore su 24 risolvendo le problematiche più comuni. Oppure puoi contattare l’assistenza dedicata al numero verde 051 2106509, dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 18:30.
Tutti gli strumenti sono pensati per permetterti un utilizzo semplice e sicuro dei tuoi buoni pasto. Gestisci la tua card e il tuo account in autonomia, con la tranquillità di avere il supporto sempre disponibile in caso di bisogno.

Agosto 04, 2025
Gestione Risorse Umane
Fringe benefit nei CCNL: quali contratti li prevedono e come gestirli
I Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) sono accordi firmati tra i sindacati dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro, pensati per regolare in modo chiaro e condiviso le condizioni di lavoro all’interno di un determinato settore. Nei CCNL si trovano indicazioni su stipendi, orari, ferie, malattia, sicurezza, trattamento di fine rapporto e tanti altri aspetti fondamentali del rapporto di lavoro. Servono a tutelare i diritti dei lavoratori, a garantire regole uguali per tutti e a ridurre possibili conflitti tra dipendenti e aziende. Oltre a stabilire le basi comuni, i CCNL sono un punto di riferimento importante per i contratti individuali, soprattutto nei casi in cui il singolo lavoratore ha meno forza contrattuale.
Day aiuta le aziende a gestire al meglio gli obblighi previsti dai rinnovi contrattuali, soprattutto quando entrano in gioco i flexible benefit resi obbligatori da alcuni CCNL. Le soluzioni offerte sono semplici da implementare, vantaggiose dal punto di vista fiscale e completamente personalizzabili. Oltre ai Buoni Pasto e ai Buoni Acquisto Cadhoc, Day propone delle piattaforme di Welfare aziendale che offrono una vasta gamma di beni e servizi per i dipendenti, migliorando così il loro benessere e la loro soddisfazione lavorativa.
I contratti collettivi nazionali che prevedono fringe benefit
Negli ultimi anni, diversi contratti collettivi nazionali hanno introdotto degli obblighi specifici in materia di welfare aziendale e fringe benefit. Di seguito una panoramica dei principali accordi attualmente in vigore e delle soluzioni previste per i lavoratori.
Il CCNL Metalmeccanica PMI Confapi interessa i lavoratori delle piccole e medie imprese metalmeccaniche aderenti a Confapi (cioè la Confederazione italiana della piccola e media industria privata). Il rinnovo, valido per il 2025, prevede l’obbligo di erogare 200 euro annui in strumenti di welfare per ciascun dipendente.
Il CCNL Revisori Legali, Tributaristi e Società di Revisione si applica a professionisti e dipendenti impiegati in società di revisione e studi di consulenza fiscale. Il contratto, valido dal 2025 al 2027, stabilisce l’erogazione di 1.200 euro annui in flexible benefit per i quadri e 600 euro per le altre figure professionali.
Il CCNL Tessile, Abbigliamento e Moda riguarda i lavoratori del settore moda e tessile italiano. Il rinnovo, in vigore dal 2024 al 2027, prevede l’erogazione di 600 euro complessivi in flexible benefit, distribuiti in tre tranche da 200 euro nei tre anni.
Il CCNL Porti coinvolge i dipendenti delle autorità portuali e delle imprese operanti nei porti italiani. Il contratto, valido dal 2024 al 2026, prevede l’erogazione di 600 euro in welfare come compensazione per la “vacanza contrattuale”, suddivisi in tre rate annuali da 200 euro.
Il CCNL Soccorso Stradale riguarda il personale impiegato nei servizi di assistenza e recupero dei veicoli. Il contratto, attivo dal 2023 al 2026, prevede benefit del valore di 100 euro per gli anni 2024 e 2025, e 150 euro per il 2026, utilizzabili entro il 30 novembre di ciascun anno.
Il CCNL Terziario Avanzato si applica a lavoratori impiegati in aziende operanti nei servizi avanzati (come innovazione, digitalizzazione, ecc.). Il contratto è valido fino al 2025 e prevede l’erogazione annuale di benefit per un valore di 2.600 euro per i dirigenti, 1.300 euro per i quadri e 660 euro per gli operatori e impiegati.
Il CCNL Autostrade e Trafori coinvolge i dipendenti delle concessionarie autostradali e dei trafori. Il contratto, valido dal 2023 al 2025, prevede strumenti di welfare per un valore di 300 euro nel 2023 e 360 euro nei due anni successivi.
Il CCNL Impianti Sportivi e Attività Sportive riguarda il personale che lavora nelle palestre, piscine e centri sportivi. Il contratto, in vigore fino al 2025, prevede 100 euro all’anno in welfare per ciascun dipendente, da utilizzare entro il 30 novembre dell’anno successivo.
Il CCNL Sacristi Addetti al Culto si applica ai chierici dipendenti da enti ecclesiastici. Il contratto prevede l’erogazione dal 2023 al 2025 di un buono pasto giornaliero del valore di 5 euro per ogni giornata lavorativa.
CCNL Lapidei (industria dei materiali lapidei):Il nuovo accordo prevede l’erogazione di 1.000 € una tantum in 4 tranche da 250 € (luglio e novembre 2025, luglio e novembre 2026). L’importo può essere riconosciuto come fringe benefit o in strumenti di welfare, non concorre al TFR e può essere destinato, a scelta del lavoratore, anche a fondi pensione chiusi.
Sul piano regionale, il Contratto Regionale dei Caseifici Sociali del Parmigiano Reggiano riguarda i dipendenti dei caseifici sociali e cooperativi che producono Parmigiano Reggiano nei territori di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna. Il contratto integrativo regionale valido dal 2023 al 2026 prevede a partire da gennaio 2025 l’erogazione di buoni pasto del valore di 4 euro al giorno per ciascun dipendente. Mentre il CCNL Uneba Piemonte riguarda gli operatori delle strutture socioassistenziali nella regione e prevede l’erogazione di 250 euro annui per dipendente in flexible benefit.
E gli altri settori?
Esistono ovviamente molti più Contratti Collettivi di Lavoro di quelli inclusi in questo elenco (del Commercio, Ristorazione, Turismo, Educazione, etc.), ma non prevedono fringe benefit obbligatori o li rendono opzionali. In questi casi, la possibilità di offrire dei benefit come buoni pasto, welfare aziendale o altre forme di sostegno economico dipende dalla contrattazione tra le singole aziende e i lavoratori, senza essere vincolata a una specifica disposizione del CCNL. Di conseguenza, le aziende che operano sotto questi contratti possono scegliere se attivare questi benefit in base alle proprie esigenze e alle disponibilità, spesso adattandoli alle necessità dei dipendenti o al settore.
Day offre strumenti adatti a soddisfare le diverse esigenze previste dai contratti collettivi, supportando sia le grandi aziende che le realtà più piccole o meno strutturate, come studi professionali, cooperative e enti del terzo settore. Con soluzioni semplici da attivare e da gestire – dai buoni pasto ai buoni spesa, fino alle piattaforme per il welfare aziendale – consente di rispondere in modo efficace agli obblighi contrattuali, nel rispetto delle scadenze e delle modalità previste.

Luglio 31, 2025
News
Digitale e sostenibile: quando l’innovazione fa bene all’ambiente
Scegliere soluzioni digitali non è solo una questione di efficienza o comodità. Oggi, è anche un gesto concreto a favore dell’ambiente. Dematerializzare i processi, ridurre la circolazione di documenti e di supporti fisici, ottimizzare la gestione delle risorse: il digitale può essere un alleato della transizione ecologica.
Pensiamo, ad esempio, a quanto incide il passaggio da buoni cartacei a elettronici: una scelta apparentemente semplice, ma con un impatto diretto sulla riduzione del consumo di carta, sull’eliminazione della logistica di stampa e di spedizione, sulla semplificazione della fruizione da parte degli utenti…
La scelta digitale è una scelta responsabile
Cosa fa Day per l'ambiente?
Il digitale ha un impatto: esserne consapevoli è parte della responsabilità
La scelta digitale è una scelta responsabile
Scegliere soluzioni digitali non è solo una questione di praticità: significa anche ridurre l’impatto ambientale legato alla produzione, alla logistica e al consumo di risorse fisiche. In questa direzione, Day ha fatto della digitalizzazione una leva strategica, puntando su strumenti completamente dematerializzati, che semplificano i processi, riducono gli sprechi e sono facilmente gestibili tramite l’app Buoni Day, pensata per raccogliere in un unico spazio tutte le soluzioni.
Dai buoni pasto elettronici ai buoni acquisto Cadhoc in formato digitale, fino alla piattaforma welfare che consente di trasformare il proprio credito in voucher da scaricare e utilizzare direttamente nei punti convenzionati. Tutte le soluzioni Day sono progettate per funzionare in modo intuitivo su smartphone, senza bisogno di supporti cartacei o fisici, se non quando strettamente necessario.
I dati confermano questa scelta: nel 2024, l’89% dei buoni emessi da Day era in formato digitale, mentre per le nuove card fisiche è stato adottato un materiale 100% riciclato, riducendo drasticamente l’uso di plastica vergine lungo la catena del valore.
In questo percorso verso l’innovazione sostenibile, la sicurezza resta una priorità: tutte le soluzioni digitali di Day sono progettate per garantire la protezione dei dati personali e delle transazioni, grazie a standard tecnologici avanzati e controlli continui.
Cosa fa Day per l’ambiente?
Il digitale è solo una delle leve attivate da Day per contribuire in modo concreto alla transizione ecologica. Tra gli obiettivi di beneficio comune che l’azienda persegue come Società Benefit, c’è anche la tutela dell’ambiente, attraverso azioni misurabili e continuative. Oltre alla digitalizzazione dei buoni e all’uso di materiali riciclati per le card fisiche, quindi, Day promuove la mobilità sostenibile tra i dipendenti – ad esempio con l’istituzionalizzazione dei venerdì in smart working, che riducono gli spostamenti casa-lavoro – aderisce a iniziative territoriali come Bologna Missione Clima e sviluppa attività di sensibilizzazione ambientale, interne ed esterne, per diffondere una cultura della sostenibilità a tutti i livelli.
Un esempio di compensazione virtuosa è il sostegno al progetto Valle Ca’ Pisani, una valle da pesca nel Delta del Po che, grazie alla gestione controllata delle acque, favorisce l’assorbimento naturale di CO₂. A questo si affianca lo sviluppo delle app Last Minute Sotto Casa e My Food Hero, che combattono lo spreco alimentare favorendo il consumo consapevole e la redistribuzione degli alimenti prossimi alla scadenza. Nell’ultimo anno queste soluzioni hanno permesso di salvare oltre una tonnellata di cibo al mese, riducendo le emissioni e sostenendo famiglie e associazioni del territorio.
Il digitale ha un impatto: esserne consapevoli è parte della responsabilità
Se è vero che le soluzioni digitali possono contribuire alla sostenibilità, è altrettanto vero che non sono prive di impatto. Anche il digitale consuma risorse, anche se in modo poco visibile, soprattutto sotto forma di energia necessaria al funzionamento di server, data center e infrastrutture cloud. L’espansione dell’intelligenza artificiale, in particolare, comporta un uso davvero intensivo di potenza computazionale, con ricadute ambientali ancora poco percepite, ma già rilevanti.
Essere consapevoli di questi limiti non significa rinunciare all’innovazione, ma adottarla in modo responsabile: scegliendo partner che puntano su efficienza energetica, fonti rinnovabili e strategie di compensazione delle emissioni, come fa Day. La transizione ecologica non si esaurisce con la digitalizzazione, ma richiede un approccio sistemico che combini tecnologia, consapevolezza e partecipazione.
Perché sia un impegno credibile, bisogna fare in modo che ogni scelta tecnologica sia parte di un percorso più ampio. In questa direzione si muove anche Day, con progetti, strumenti e azioni che puntano a ridurre l’impatto e fare la propria parte con responsabilità.

Luglio 28, 2025
Gestione Risorse Umane
Settimana corta in Italia: tutto quello che c’è da sapere
Negli ultimi anni, si è tanto parlato di avere una settimana lavorativa di quattro giorni (spesso definita "settimana corta"). Aziende, sindacati, lavoratori e governi stanno valutando se un cambiamento strutturale dell'organizzazione del lavoro possa migliorare la qualità della vita e allo stesso tempo aumentare la produttività. In Italia, l’interesse per questo modello è crescente, ma la sua adozione è ancora in fase sperimentale. In questo articolo esploreremo cosa significa settimana corta, quali sono gli esempi a livello internazionale, i modelli più diffusi, e lo stato dell’arte in Italia.
Cosa si intende per "settimana corta"?
Quali sono i Paesi in cui è già in vigore la "settimana corta"?
I benefici osservati: produttività, benessere e sostenibilità
Come funziona la settimana lavorativa di 4 giorni? Modelli e varianti
I pro e i contro della settimana lavorativa di 4 giorni
Come la settimana corta incide sullo stipendio?
Settimana lavorativa di 4 giorni in Italia: a che punto siamo?
La settimana corta e il futuro del lavoro
Cosa si intende per "settimana corta"?
La "settimana corta" si riferisce generalmente a una riduzione dei giorni lavorativi da cinque a quattro, mantenendo lo stesso monte ore settimanale o, in alcuni casi, diminuendolo. Non si tratta semplicemente di un giorno libero in più, ma di un ripensamento profondo della struttura del lavoro: il focus si sposta sulla produttività e sul risultato, più che sulla mera presenza in ufficio.
I modelli più popolari sono:
4x8: quattro giorni da otto ore (32 ore settimanali)
4x10: quattro giorni da dieci ore (40 ore settimanali)
Modello 100-80-100: 100% della retribuzione, 80% del tempo lavorato, 100% della produttività
Quali sono i Paesi in cui è già in vigore la "settimana corta"?
Diversi Paesi nel mondo hanno già sperimentato o adottato forme di settimana lavorativa breve. Tra i Paesi che hanno sperimentato la “settimana corta” ci sono:
Islanda: tra il 2015 e il 2019 ha condotto uno dei più ampi esperimenti, con risultati estremamente positivi in termini di produttività e benessere;
Regno Unito: nel 2022 oltre 60 aziende hanno partecipato a un esperimento di sei mesi. Il 92% ha deciso di continuare con il modello;
Giappone: Microsoft Japan ha testato la settimana corta nel 2019, osservando un aumento della produttività del 40%;
Nuova Zelanda, Spagna e Portogallo: hanno avviato progetti pilota finanziati dallo Stato per valutare l’impatto della riduzione dei giorni lavorativi.
I benefici osservati: produttività, benessere e sostenibilità
I dati raccolti dagli esperimenti mostrano benefici in diverse aree:
1. Produttività
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, la produttività non diminuisce con la riduzione dei giorni lavorativi. Anzi, spesso migliora. I lavoratori tendono a concentrare le attività, riducendo il tempo sprecato in riunioni inutili o attività secondarie.
2. Benessere psicofisico
La settimana corta ha effetti positivi sul benessere mentale, sulla qualità del sonno e sull'equilibrio vita-lavoro. I dipendenti riferiscono livelli più bassi di stress e burnout.
3. Impatto ambientale
Meno giorni di lavoro in presenza significano meno spostamenti, minori consumi energetici e una riduzione complessiva delle emissioni di CO₂.
Come funziona la settimana lavorativa di 4 giorni? Modelli e varianti
Esistono diversi modi per implementare la settimana corta:
Orizzontale: riduzione uniforme dell’orario per tutti i dipendenti;
Verticale: riduzione dei giorni lavorativi ma mantenimento del monte ore (ad es. 4x10);
Rotazione: non tutti i dipendenti hanno lo stesso giorno libero, per garantire all’azienda la continuità operativa necessaria;
Opzionale: i lavoratori possono scegliere se aderire, con possibile impatto sul salario.
Alcune aziende offrono la settimana corta solo in determinati periodi dell’anno, o in fase sperimentale per determinati team.
I pro e i contro della settimana lavorativa di 4 giorni
La settimana lavorativa di 4 giorni ha sicuramente molti vantaggi, eccone alcuni:
maggiore equilibrio tra vita privata e professionale
riduzione dello stress e aumento del morale
miglioramento della retention aziendale (diminuzione del tasso di abbandono)
potenziale aumento della produttività
minore impatto ambientale
Tuttavia, può presentare svantaggi quali:
complessità organizzativa per aziende con attività che non possono essere bloccate
difficoltà per settori come sanità, educazione o logistica
rischio di intensificazione dei ritmi nei giorni lavorativi
possibile resistenza culturale o sindacale
Come la settimana corta incide sullo stipendio?
Uno degli aspetti più delicati riguarda la retribuzione. Nei modelli più avanzati (come il 100-80-100 citato sopra) il salario rimane invariato, nonostante la riduzione dell’orario. L’obiettivo è motivare i lavoratori a mantenere la stessa produttività in meno tempo.
Tuttavia, in alcuni casi:
Le ore vengono semplicemente redistribuite (es. 4x10)
Vi è una riduzione dello stipendio proporzionale alla riduzione delle ore (es. part-time volontario)
Il dialogo sindacale e la contrattazione collettiva giocano un ruolo chiave nel definire questi aspetti.
Settimana lavorativa di 4 giorni in Italia: a che punto siamo?
In Italia, il tema è sempre più discusso ma siamo ancora lontani da un’adozione su larga scala. Alcuni segnali:
Intesa Sanpaolo ha introdotto una settimana corta su base volontaria, con piena retribuzione;
Lavazza, Lamborghini, Luxottica e altre grandi aziende hanno lanciato progetti pilota;
Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha aperto nel 2022 a una riflessione in sede istituzionale;
Alcune PMI del Nord Italia stanno sperimentando modelli misti, soprattutto nel settore IT.
La cultura del lavoro in Italia è ancora fortemente legata alla presenza fisica, ma la pandemia ha accelerato la diffusione di modelli più flessibili, aprendo la strada alla settimana corta.
La settimana corta e il futuro del lavoro
La diffusione dell’intelligenza artificiale, dell’automazione e del lavoro da remoto sta già modificando le esigenze produttive e le aspettative dei lavoratori. In questo scenario, la settimana corta può diventare un fattore competitivo per attrarre talenti, soprattutto tra i più giovani, sempre più attenti all’equilibrio vita-lavoro.
Inoltre, le organizzazioni che adottano modelli innovativi sono percepite come più moderne, inclusive e sostenibili, ossia valori sempre più richiesti dal mercato e dagli stakeholder.
In definitiva, la settimana lavorativa corta non è solo una questione di orari, ma un cambio di paradigma nella visione del lavoro. Mentre altri Paesi hanno già intrapreso la strada del cambiamento, in Italia ci troviamo in una fase di transizione, tra sperimentazioni aziendali, dibattito pubblico e interesse crescente da parte dei lavoratori.
Il futuro della settimana corta dipenderà dalla capacità di imprese, istituzioni e lavoratori di collaborare in modo proattivo per costruire modelli sostenibili, equi e orientati al benessere collettivo che non influenzino troppo negativamente la produttività lavorativa.

Luglio 24, 2025
Welfare Aziendale
Piani nutrizionali aziendali: personalizzare il welfare per il benessere dei dipendenti
Oggi più che mai, parlare di benessere aziendale significa andare oltre le iniziative standardizzate e abbracciare un approccio realmente su misura. In un contesto in cui l’engagement dei dipendenti si lega sempre più alla qualità della vita lavorativa, la nutrizione diventa un elemento chiave, spesso sottovalutato ma con un impatto diretto e quotidiano su energia, umore, capacità di concentrazione e gestione dello stress.
Non una dieta uguale per tutti
Un piano nutrizionale aziendale efficace non dovrebbe limitarsi a distribuire linee guida generiche o tabelle alimentari standard. Per essere realmente utile e apprezzato, deve partire dall’ascolto dei bisogni dei lavoratori e offrire risposte personalizzate, adattandosi ai diversi stili di vita, orari e impegni familiari. Ogni persona in azienda ha una routine diversa: c’è chi lavora su turni, chi trascorre otto ore davanti a uno schermo, chi pranza fuori casa ogni giorno e chi fa i conti con mille incastri tra figli, riunioni e scadenze. Ogni persona in azienda ha una routine diversa: c’è chi lavora su turni, chi trascorre otto ore davanti a uno schermo, chi pranza fuori casa ogni giorno e chi fa i conti con mille incastri tra figli, riunioni e scadenze.
Ecco alcuni esempi:
Per i lavoratori su turni, specie nei turni serali e notturni, è fondamentale strutturare i pasti in modo da garantire energia e digestione leggera, rispettando i cicli sonno-veglia.
Per chi svolge attività sedentaria, è importante equilibrare i nutrienti per evitare cali di attenzione e senso di pesantezza, aiutando al tempo stesso il controllo del peso e dell’appetito.
Per chi concilia lavoro e famiglia, sono essenziali proposte semplici, sostenibili e flessibili, che non aumentino lo stress ma favoriscano l’organizzazione dei pasti anche in situazioni di tempo limitato.
Il valore del supporto personalizzato
Offrire un supporto nutrizionale personalizzato, ad esempio attraverso consulenze individuali, percorsi educativi o contenuti informativi, rappresenta una scelta concreta di attenzione alla persona. Non è solo una questione di salute, ma di cultura organizzativa: un’azienda che investe nel benessere reale dei propri collaboratori costruisce fiducia, rafforza il senso di appartenenza e favorisce un clima interno positivo.
Un esempio è la collaborazione tra Day e Balanced, una realtà specializzata in nutrizione e benessere. Attraverso un approccio scientifico, personalizzato e accessibile via app, Balanced accompagna gli utenti in un percorso concreto e graduale verso un’alimentazione più consapevole. Grazie a questa partnership, le aziende che adottano i servizi di Day Welfare possono integrare un supporto nutrizionale personalizzato nei propri piani, offrendo ai dipendenti un sostegno quotidiano, su misura, facilmente fruibile e orientato al benessere reale.
Anche i buoni pasto, se utilizzati con consapevolezza, possono diventare degli alleati importanti per uno stile alimentare equilibrato. I buoni pasto elettronici di Day, ad esempio, permettono massima flessibilità nella scelta, aiutando le persone a gestire i pasti fuori casa in modo pratico, conveniente e in linea con i propri obiettivi di benessere.
Dott.ssa Margherita Chiadò

Luglio 21, 2025
Gestione Risorse Umane
Cos’è il burnout lavorativo, come riconoscerlo e come affrontarlo
Negli ultimi anni, avrai sicuramente sentito parlare di burnout lavorativo, una problematica che affligge chi si trova a vivere un rapporto conflittuale, estenuante e prolungato con il proprio lavoro. Non si tratta semplicemente di essere stanchi o stressati: il burnout è un vero e proprio stato di esaurimento psicofisico che può compromettere seriamente la qualità della vita e la salute mentale. Riconoscerlo per tempo e sapere come affrontarlo è fondamentale se vuoi proteggere il tuo benessere. In questo articolo vediamo bene cosa sia il burnout e quali siano i segnali per riconoscerlo e combatterlo.
Che cosa si intende per burnout lavorativo
Come riconoscere il burnout: i sintomi
Quali sono le principali cause del burnout sul lavoro?
Quali sono i lavori a maggiore rischio?
Strategie per affrontare e superare il burnout
Come prevenire il burnout
Differenza tra burnout e stress lavoro-correlato
Il ruolo delle aziende: una responsabilità condivisa
Che cosa si intende per burnout lavorativo
Il termine burnout viene dalla lingua inglese e significa letteralmente “bruciarsi”, “consumarsi”. È stato introdotto negli anni Settanta dallo psicologo Herbert Freudenberger per descrivere una condizione di esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale, spesso riscontrata nei lavoratori che operano a stretto contatto con le persone.
Nel contesto lavorativo, il burnout si manifesta quando una persona si sente svuotata di energie, emotivamente distaccata dal proprio lavoro e incapace di vedere risultati positivi in ciò che fa. Non è un semplice calo di motivazione passeggero, ma una condizione cronica che può portare a gravi conseguenze psicologiche e fisiche.
Come riconoscere il burnout: i sintomi
I sintomi del burnout sono molteplici e possono variare da persona a persona. Tuttavia, esistono alcuni segnali comuni che possono aiutare a identificarlo:
esaurimento emotivo: sensazione di stanchezza persistente, anche dopo il riposo;
cinismo o distacco: atteggiamento negativo verso il lavoro, colleghi o clienti, perdita di interesse;
ridotta efficienza: calo della produttività, difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni;
disturbi fisici: mal di testa, insonnia, problemi gastrointestinali, tensione muscolare;
alterazioni dell’umore: ansia, irritabilità, tristezza, apatia.
Questi sintomi, se trascurati, possono peggiorare fino a sfociare in vere e proprie patologie, come depressione o disturbi d’ansia generalizzata.
Quali sono le principali cause del burnout sul lavoro?
Il burnout non nasce dal nulla, ma si tratta spesso di una combinazione di fattori individuali e organizzativi. Tra le cause principali troviamo:
ritmi e carichi eccessivi sul lavoro, mancanza di pause;
impossibilità di decidere come svolgere il proprio lavoro o influenzare le decisioni;
ambiguità nei ruoli, aspettative e obiettivi poco chiari, mancanza di feedback;
conflitti con colleghi o superiori, mobbing, discriminazioni;
mancanza di apprezzamento per l’impegno e i risultati raggiunti.
Anche fattori personali come il perfezionismo, l’alto senso del dovere o la difficoltà a stabilire limiti possono aumentare il rischio di burnout.
Quali sono i lavori a maggiore rischio?
Sebbene il burnout possa colpire chiunque, alcune professioni sono particolarmente esposte a causa della loro natura:
professioni sanitarie (medici, infermieri, psicologi): alto carico emotivo, turni stressanti;
insegnanti e educatori: responsabilità educative, rapporti complessi con studenti e famiglie;
operatori sociali e assistenti: contatto continuo con realtà difficili;
professionisti dell’IT: alta pressione, scadenze strette, reperibilità continua;
lavoratori del settore customer service: gestione di reclami, mansioni ripetitive, supervisione costante.
La presenza di aspettative elevate, scarsa autonomia e mancanza di riconoscimento rende questi ambiti terreno fertile per l’esaurimento professionale.
Strategie per affrontare e superare il burnout
Una volta riconosciuto, il burnout va affrontato con decisione. Alcune strategie utili includono:
chiedere aiuto: parla con un professionista della salute mentale appena avverti i primi segnali;
fare una pausa: ferie, permessi o anche un semplice weekend di distacco ti possono aiutare a “ricaricare”;
riorganizzare le priorità: impara a dire di no, delega, fissa confini chiari tra lavoro e vita privata;
coltivare attività gratificanti: hobby, sport, relazioni sociali possono darti un nuovo equilibrio;
fare attività fisica: anche una camminata quotidiana può ridurre stress e migliorare l’umore;
mindfulness e meditazione: tecniche che favoriscono consapevolezza e riduzione dell’ansia.
Come prevenire il burnout
Prevenire è meglio che curare, e questo vale anche per il burnout. Alcuni accorgimenti utili per evitarlo sono:
gestione del tempo: pianificare attività, includere pause, evitare il multitasking;
comunicazione assertiva: esprimere le proprie necessità e difficoltà con chiarezza;
auto-riflessione: riconoscere segnali di disagio prima che diventino cronici;
sostenere una cultura aziendale sana: leader e aziende devono promuovere ambienti di lavoro equi, empatici e partecipativi.
La prevenzione richiede un impegno condiviso tra il singolo lavoratore e l’organizzazione di appartenenza.
Differenza tra burnout e stress lavoro-correlato
Sebbene spesso vengano usati come sinonimi, burnout e stress lavoro-correlato non sono la stessa cosa. Lo stress è una risposta acuta e temporanea a una situazione percepita come eccessiva. Può manifestarsi in momenti di picco lavorativo, ma tende a risolversi con il ritorno alla normalità.
Il burnout, invece, è una condizione cronica, che si sviluppa nel tempo e implica un senso di disconnessione e fallimento, anche dopo che lo stress iniziale è svanito. Mentre lo stress può motivare a migliorare le prestazioni, il burnout annulla l’energia e l’interesse, portando all’abbandono.
Il ruolo delle aziende: una responsabilità condivisa
Le organizzazioni hanno un ruolo cruciale nella prevenzione del burnout. Oltre a fornire strumenti di supporto (coaching, psicologi aziendali, flessibilità), devono favorire una cultura basata su:
equilibrio vita-lavoro
riconoscimento dei risultati
ascolto attivo delle esigenze dei dipendenti
coinvolgimento nelle decisioni
Un’azienda attenta al benessere dei propri collaboratori non solo riduce il rischio di burnout, ma migliora produttività, fidelizzazione e reputazione.
Il burnout lavorativo è una realtà che colpisce sempre più persone in un mondo del lavoro in continua accelerazione. Comprenderne i segnali, le cause e le modalità di gestione è il primo passo per riconquistare il proprio benessere ed evitare che questo problema abbia ripercussioni gravi su di te lavoratore e su chi ti circonda.

Luglio 17, 2025
Welfare Aziendale
Bollette, risparmi e scelte consapevoli: il valore di sapere dove vanno i nostri soldi
Quando si parla di soldi, si pensa subito ai numeri: entrate, uscite, conti che tornano o non tornano. Ma la verità è che le nostre decisioni finanziarie hanno più a che fare con la testa – e con la pancia – che con la calcolatrice. C’è chi mette da parte per sicurezza, chi spende tutto subito, chi considera certi soldi intoccabili e altri spendibili, anche se vengono dallo stesso conto. Spesso dividiamo le finanze in “cassetti mentali”: uno per le spese quotidiane e le bollette, uno per le vacanze, un altro per le emergenze... Ti suona familiare?
Questa tendenza ha anche un nome per chi studia la finanza comportamentale: si chiama mental accounting e, secondo esperti come Marina Maghelli di EFPA Italia, è uno dei motivi per cui spesso fatichiamo a gestire davvero bene le nostre risorse. Presi da tutti questi conti, finiamo per perdere di vista il quadro generale. Ma c’è anche una buona notizia: capire questi meccanismi ci aiuta a fare scelte migliori! A collegare i soldi a obiettivi reali, a ridurre lo stress e a vivere tutto con un po’ più di consapevolezza.
Le bollette pesano: il welfare può fare la differenza
In un periodo in cui le spese energetiche pesano sempre di più sul bilancio familiare, arriva una buona notizia dalla Legge di Bilancio 2025: per il triennio 2025–2027, i datori di lavoro possono rimborsare le bollette di luce, gas e acqua come fringe benefit esentasse. Il limite è di 1.000 euro, che sale a 2.000 euro per chi ha figli a carico. Un’opportunità concreta per alleggerire una delle voci di spesa più rilevanti per tante famiglie.
Se lavori in un’azienda con un piano welfare attivo con Day, puoi verificare se il rimborso delle utenze è tra i benefit disponibili. In tal caso, ti basta caricare le bollette direttamente sulla piattaforma per richiederne il rimborso.
Ridurre i costi in modo intelligente con Billding
Ma il welfare può fare anche di più. Oggi è possibile intervenire direttamente sul costo delle bollette: analizzarle, confrontare le tariffe disponibili e – se conviene – cambiare fornitore.
Un’operazione tutt’altro che semplice da soli, ma resa accessibile grazie alla partnership tra Day e Billding, il servizio digitale che aiuta a ottimizzare le spese di luce, gas, internet e telefono. Come funziona? È sufficiente caricare una bolletta per ottenere una stima del risparmio, confrontare le migliori offerte sul mercato e, se si vuole, cambiare fornitore in pochi passi. Il tutto senza costi né burocrazia.
La privacy è pienamente rispettata: Billding utilizza esclusivamente i dati tecnici contenuti nella bolletta – come consumi, contratto e tariffa – e solo per il tempo necessario a confrontarli con le offerte disponibili. Le informazioni vengono poi cancellate quasi istantaneamente. Nessun dato personale viene salvato o utilizzato per altri scopi.
Il servizio è pensato sia per i privati che per le piccole e medie imprese. Se per una famiglia può significare qualche euro in meno al mese, per una PMI energivora – come un ristorante o un negozio – può voler dire molto di più: centinaia, a volte migliaia di euro risparmiati ogni anno. Risorse preziose da reinvestire nel lavoro, nel personale, nella crescita. In più, chi si attiva con Billding tramite Day, riceve un buono Cadhoc da 20 euro! Un piccolo premio che valorizza una scelta intelligente, sostenibile e conveniente.
Consapevolezza, risparmio, strumenti giusti: è da qui che può partire una gestione finanziaria più sana. E a volte, tutto comincia da una bolletta.

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