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Soluzioni studiate per offrire un piano di Welfare che rispetti le esigenze delle imprese e migliori l’equilibrio tra vita professionale e privata dei dipendenti.
Emmanuele Massagli all'evento ESG e Welfare
Welfare Aziendale

Emmanuele Massagli sul welfare aziendale e la sostenibilità in Italia

Emmanuele Massagli, presidente di AIWA – Associazione Italiana Welfare Aziendale, ha aperto e concluso l’evento ESG & Welfare organizzato da Day a Roma lo scorso 29 ottobre. Con il suo duplice intervento ha offerto una prospettiva chiara e approfondita sul welfare aziendale in Italia, mostrando come questo strumento, spesso ridotto a un semplice insieme di benefit, possa in realtà coniugare responsabilità sociale, sostenibilità e attenzione concreta alle esigenze dei lavoratori.

L’Italia e il welfare: una storia lunga

Il welfare aziendale in Italia non è nato con la riforma del 2016: è radicato nella tradizione delle piccole e medie imprese, dove imprenditori e lavoratori spesso condividono spazi e relazioni dirette. In molte realtà italiane, racconta Massagli, l’impresa non è solo un motore economico, ma anche un soggetto attento ai bisogni sociali dei propri dipendenti.

Questa sensibilità ha radici culturali profonde: l’Italia, più di altri Paesi, ha sviluppato un approccio al lavoro in cui la cura delle persone non è vista come un optional, ma come parte integrante del fare impresa. Molti imprenditori sono stati a loro volta lavoratori e conoscono in prima persona le sfide della vita quotidiana.

Anche la normativa italiana riconosce questa attenzione alla dimensione sociale, prevedendo agevolazioni fiscali per beni e servizi con chiara funzione sociale, come buoni pasto, assistenza familiare o strumenti di mobilità sostenibile. In questo modo si consolida un modello che unisce responsabilità sociale, cura dei lavoratori e sostenibilità economica.

Welfare e sostenibilità: un legame naturale

Secondo Massagli, la sostenibilità non è un concetto astratto da appiccicare a un piano di benefit: è parte integrante del welfare stesso. In Italia, la normativa riconosce benefici fiscali per prestazioni con chiara funzione sociale, come l’assistenza ai familiari, la mobilità sostenibile o il supporto alla long-term care, sottolineando come il welfare sia pensato per rispondere a bisogni concreti delle persone.

“Non si tratta di parole eleganti o slogan da convegno – spiega Massagli – il welfare funziona perché ha una funzione sociale concreta. Quando perdiamo questa funzione, il piano di welfare scricchiola, anche dal punto di vista tecnico e giuridico.” In altre parole, la sostenibilità e la responsabilità sociale non sono semplici decorazioni, ma elementi fondamentali che rendono il welfare efficace e realmente utile per chi lavora e per le imprese che vogliono generare valore condiviso.

Il welfare aziendale italiano, oggi, deve affrontare alcune sfide. Molte norme risalgono agli anni ‘80 e non riflettono le esigenze della società contemporanea. Massagli cita degli esempi concreti: il rimborso dell’affitto per studenti fuori sede, il babysitting o le iniziative di mobilità verde. Strumenti semplici, con chiara finalità sociale, ma spesso non formalmente riconosciuti nei piani di welfare. Aggiornare il cosiddetto “comma 2” della legge di bilancio, che definisce quali prestazioni sono esenti da tassazione per la loro funzione sociale, diventa essenziale per rafforzare il welfare senza svuotarlo di significato.

Oltre i numeri: il welfare come leva di valore

Massagli ha condiviso alcune riflessioni anche sulle novità della legge di bilancio 2025 in discussione, citando l’aumento dei fringe benefit e gli interventi sui premi di produttività. Pur rappresentando passi avanti, queste misure rischiano di trasformare uno strumento pensato per rispondere ai bisogni concreti dei lavoratori in una sorta di “standard” fiscale. Per Massagli, la vera sfida non è solo cambiare numeri o valori, ma mantenere vivo lo spirito originario del welfare: prendersi cura delle persone e rafforzare la responsabilità sociale delle imprese.

Il welfare aziendale, secondo il presidente di AIWA, può diventare molto di più di un insieme di benefit: una leva di valore condiviso, capace di coniugare sostenibilità, attenzione alle persone e aggregazione di interessi diversi. “Il welfare ha la capacità di unire istanze diverse: è complesso, ma proprio per questo affascinante”, conclude, invitando aziende, operatori e istituzioni a lavorare insieme per costruire un futuro più inclusivo e sostenibile.


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