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Osservatorio BenEssere Felicità 2025: com’è il mondo del lavoro italiano?
Giunto alla quinta edizione, l’Osservatorio BenEssere Felicità — promosso dall’Associazione Ricerca Felicità — analizza il benessere percepito dai lavoratori italiani. L’indagine, condotta su un campione eterogeneo per età, professione e territorio, fotografa il rapporto tra vita personale e lavoro. L’edizione 2025 ha esteso il focus a temi come emozioni sul lavoro, soft skill, inclusione, tecnologia e, per la prima volta, welfare aziendale. È stata proprio la partnership tecnica con Day a favorire l’attenzione su questo tema. I risultati, presentati in primavera per la Giornata Mondiale della Felicità, mostrano che ambienti di lavoro orientati alla felicità portano vantaggi concreti: più produttività e collaborazione, meno assenteismo e costi sanitari.
- La felicità sul lavoro uno sguardo ai dati
- Il ruolo del welfare aziendale nella felicità organizzativa
- Metodologia e campione: un’indagine nazionale
La felicità sul lavoro: uno sguardo ai dati
I risultati di quest’anno delineano un quadro chiaro del benessere dei lavoratori italiani. La felicità media si attesta a 3,09 su 5, con differenze di genere in calo rispetto agli anni precedenti. A livello generazionale emerge una “campana inversa”: i più felici sono Gen Z e Baby Boomers, mentre Gen X e Millennials mostrano i livelli più bassi, probabilmente a causa delle pressioni dell’età di mezzo tra responsabilità e stabilità economica. Il lavoro resta un fattore chiave nella percezione di felicità: autonomi e giovani, spesso legati a modelli più flessibili, dichiarano un maggiore benessere. Un dato sorprende: sempre più persone si sentono “più felici degli altri”, nonostante i social tendano a farci sentire in difetto. Un segnale positivo, che parla di maggiore consapevolezza e capacità di tenere a bada le pressioni esterne.
Le competenze soft e trasversali — come gestione dello stress, problem solving, comunicazione, autoconsapevolezza, equilibrio psicofisico e lavoro di squadra — restano fondamentali per stare bene, dentro e fuori dal lavoro. Non sono abilità a sé stanti, ma un insieme collegato che funziona solo se c’è una buona formazione. L’analisi delle emozioni collegate al lavoro rivela anche dei segnali di malessere diffuso: molti si sentono stressati e poco valorizzati. In particolare, il bisogno di riconoscimento emerge come il più sentito e meno soddisfatto.
Anche il rapporto con la tecnologia è complesso: da un lato c’è fiducia nell’AI per migliorare produttività ed efficienza, dall’altro emergono confusione e poca consapevolezza. Il rischio? Usare strumenti digitali senza considerare l’impatto umano.
Il ruolo del welfare aziendale nella felicità organizzativa
Uno dei dati più rilevanti dell’edizione 2025 riguarda il welfare aziendale, considerato da 6 lavoratori su 10 un elemento centrale per la felicità sul lavoro. Tra le soluzioni più apprezzate ci sono le piattaforme welfare e i buoni pasto (entrambi al 52%), seguiti da buoni acquisto (34%) e carburante (31%). I servizi più desiderati sono formazione (84,8%), attività fitness (79,5%), cultura (75,9%) e supporto psicologico (70,1%).
La ricerca fa emergere però anche un certo disincanto: il welfare aziendale rischia di essere caricato di aspettative troppo alte, soprattutto se paragonato alle risorse del welfare pubblico (3 miliardi contro 650 nel 2022). Curiosamente, chi lo considera più determinante per la felicità vive spesso in aree dove è poco diffuso — segno che, dove c’è, viene talvolta dato per scontato.
Secondo Mariacristina Bertolini, Vicepresidente e DG di Day, serve una nuova grammatica del welfare: non solo benefici materiali, ma risposte concrete ai bisogni delle persone — come supporto alla genitorialità, smart working e valorizzazione dell’unicità. Solo un welfare evoluto e strutturato, capace di accompagnare le persone lungo le fasi della vita, può contribuire davvero alla felicità in azienda.
Metodologia e Campione: un’indagine nazionale
L’Osservatorio BenEssere Felicità è il primo strumento italiano che misura la felicità tra i lavoratori. L’indagine annuale coinvolge un campione rappresentativo di 1.000 lavoratori, dipendenti e autonomi, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Il campione è bilanciato per area geografica, genere, generazione, istruzione e reddito, per riflettere la forza lavoro italiana di circa 26-27 milioni di persone. I dati vengono raccolti tramite interviste web (CAWI) su vari dispositivi, affiancate da focus group qualitativi per approfondire emozioni e percezioni sul lavoro e la vita quotidiana. Questo approccio misto garantisce risultati affidabili, che mostrano una correlazione positiva tra felicità e fattori come performance, salute, creatività e collaborazione. L’Osservatorio è promosso dall’Associazione Ricerca Felicità, fondata da Sandro Formica, Elga Corricelli e Elisabetta Dallavalle.
I risultati dell’Osservatorio BenEssere Felicità 2025 evidenziano quanto lavoro, competenze trasversali, tecnologia e welfare aziendale influenzino la felicità e il benessere. Integrati in modo consapevole, questi fattori migliorano la vita lavorativa. Le aziende che investono nel benessere organizzativo ottengono dipendenti più soddisfatti e migliori performance.