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Buono pasto Day, la soluzione perfetta, una semplice scelta che porta con sé tanti vantaggi per le aziende e i loro dipendenti.
Pausa pranzo e benessere: Colleghi che pranzano
Buoni Pasto

Più tempo, più benessere: la pausa pranzo al centro della qualità della vita

In un mondo che corre sempre più veloce, il tempo è diventato una risorsa scarsa e un bene prezioso. Lo conferma il nuovo rapporto realizzato dal Censis per Camst group, che fotografa un’Italia affaticata dalla frenesia quotidiana, ma sempre più desiderosa di rallentare e riscoprire il valore della convivialità e dei piccoli riti legati al cibo. Una ricerca che ci riguarda da vicino, perché è proprio nella pausa pranzo che si concentra gran parte di questo bisogno di benessere, tempo per sé e relazioni autentiche.

Il tempo del cibo, antidoto alla frenesia

Oggi il 76,7% degli italiani vorrebbe più tempo da dedicare a ciò che ama. In cima alle preferenze ci sono le attività legate al cibo: cucinare, mangiare con calma, condividere un pasto. Nella quotidianità, però, il tempo a disposizione è molto limitato: tra giorni feriali e weekend, i pasti si consumano in fretta. Anche cucinare o fare la spesa in modo consapevole diventano incombenze da sbrigare velocemente e da incastrare tra le tante attività della giornata… Il risultato è un paradosso in cui molti si riconosceranno: si parla continuamente di cibo, ci sono decine di programmi TV e migliaia di contenuti dedicati sui social, si salvano continuamente nuove ricette, si annotano indirizzi di ristoranti da provare… ma quanti riescono davvero a mettere in pratica qualcosa? Il tempo per vivere il cibo, più che per condividerlo, è sempre meno.

Pausa pranzo: un gesto semplice, un valore profondo

In questo scenario di tempo limitato e abitudini di vita diverse, i buoni pasto rappresentano una soluzione pratica e flessibile per migliorare la qualità della pausa pranzo. Si possono utilizzare per pranzare fuori casa, ma anche per fare la spesa e preparare i pasti in autonomia — una scelta sempre più diffusa, soprattutto tra chi lavora da remoto (sì, i buoni pasto valgono anche in smart working, secondo il principio di un buono per ogni giorno lavorato).

Garantiscono libertà di scelta e si adattano a ogni esigenza: che si tratti di una pausa solitaria al tavolino di un bar per staccare un po’, di un pranzo condiviso con i colleghi o di un pasto cucinato con calma a casa. Un supporto concreto per costruire quell’atmosfera di benessere che molti lavoratori cercano: spazi accoglienti, cibo sano, orari flessibili.

Per le aziende, offrire buoni pasto è una misura di welfare molto apprezzata e, al tempo stesso, una leva strategica per attrarre e fidelizzare talenti, contribuendo a creare ambienti di lavoro più sostenibili e attenti alle esigenze delle persone.

Rallentare si può, anche in ufficio

La ricerca Censis parla chiaro: gli italiani chiedono una nuova idea di benessere, che rimetta al centro il tempo e le relazioni. Il cibo, in questo senso, è un ponte tra corpo e mente, tra la dimensione individuale e quella collettiva. E la pausa pranzo è uno dei momenti cruciali in cui questo legame si esprime con più autenticità.

Dare valore a quel momento — attraverso la libertà di scelta offerta dal buono pasto, ma anche con spazi adeguati e tempo realmente dedicato — significa contribuire a un cambiamento culturale. Un cambiamento che non riguarda solo il modo in cui mangiamo, ma anche il modo in cui lavoriamo e viviamo.


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