TAG: #Consumo Consapevole

World Clean Up Day 2025 - Rifiuti tessili moda sostenibile riciclo dei vestiti
Settembre 08, 2025
News

Un vestito alla volta: ridurre i rifiuti tessili e promuovere la moda circolare

Ogni anno, milioni di tonnellate di vestiti finiscono in discarica o vengono inceneriti, contribuendo a un problema sempre più urgente: quello dei rifiuti tessili. Dietro ogni capo d’abbigliamento c’è un costo ambientale nascosto, fatto di consumo di acqua, emissioni di CO₂ e uso di risorse non rinnovabili. Per produrre una maglietta di cotone servono circa 2.700 litri d’acqua – l’equivalente di ciò che una persona beve in quasi 3 anni! Per cosa poi? Gran parte di questi capi viene indossata pochissime volte, se non mai. Fast fashion: quando la moda diventa usa e getta World Clean Up Day 2025: un'occasione per pulire, riusare, rigenerare L'impegno di Day: dare nuova vita ai vestiti usati Sostenibilità e solidarietà: le altre iniziative di Day Fast fashion: quando la moda diventa usa e getta Al centro di questo problema c’è la fast fashion, un modello produttivo che negli ultimi vent’anni ha trasformato il modo in cui consumiamo abbigliamento: collezioni nuove ogni mese, prezzi bassissimi, qualità scadente. Il risultato è un consumo compulsivo che genera quantità enormi di rifiuti tessili. I vestiti non sono più dei beni durevoli, ma articoli usa e getta, difficili da riciclare e spesso inutilizzabili dopo pochi lavaggi. Questo sistema impatta gravemente sull’ambiente e su chi produce. La maggior parte della fast fashion nasce in Paesi con normative deboli in materia di lavoro e sicurezza: condizioni precarie, salari bassissimi, diritti ridotti al minimo. E se guardiamo da vicino i materiali, scopriamo che in una semplice t-shirt c’è più petrolio che cotone: le fibre sintetiche come il poliestere, sono praticamente plastica da indossare. Come se non bastasse questi capi, prodotti a basso costo a migliaia di km di distanza, devono poi essere trasportati, impacchettati e spediti in tutto il mondo, spesso singolarmente, in un sistema di spedizioni continue dall’impronta di carbonio incalcolabile. Un circolo vizioso alimentato dalle piattaforme online, dove si compra tutto con pochi clic e pochissimi euro, senza riflettere su cosa c’è dietro quel prezzo così basso. World Clean Up Day 2025: un’occasione per pulire, riusare, rigenerare Il 20 settembre si celebra il World Clean Up Day, la più grande azione civica mondiale dedicata alla pulizia e alla rigenerazione del nostro pianeta. In Italia, l’iniziativa è coordinata da “Let's Do It! Italy”, parte del movimento globale “Let’s Do It World”, attivo in oltre 190 Paesi. Quest’anno, la campagna italiana punta i riflettori sulla riduzione dei rifiuti tessili e sulla promozione della moda circolare, con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini, aziende e istituzioni sull’impatto ambientale dell’industria dell’abbigliamento. Il messaggio è chiaro: raccogliere i rifiuti non basta, serve cambiare le abitudini che li generano. Attorno al World Clean Up Day, a fine settembre prende forma una settimana di azioni diffuse, in cui ognuno può fare la propria parte: organizzando o aderendo a eventi locali, raccolte, giornate di pulizia nei quartieri o nelle scuole, oppure semplicemente scegliendo di consumare in modo più consapevole. Anche un gesto semplice – donare un vestito, ripararlo, evitare un acquisto impulsivo – può fare la differenza. L’impegno di Day: dare nuova vita ai vestiti usati Anche Day aderisce e partecipa alle iniziative del World Clean Up Day 2025 con un’azione concreta, semplice e ad alto impatto: nei giorni dal 20 al 27 settembre, i dipendenti potranno portare in azienda i capi di abbigliamento che non usano più, contribuendo attivamente alla riduzione dei rifiuti tessili. I vestiti raccolti saranno affidati all’associazione Re-Use With Love, nata a Bologna nel 2010 e oggi composta da oltre cento volontarie. L’associazione si occupa di raccogliere, selezionare e valorizzare i vestiti usati, trasformandoli in strumenti di solidarietà. Una parte viene venduta nei mercatini vintage solidali, devolvendo il ricavato a progetti dedicati a bambini e famiglie in difficoltà. Altri capi, invece, vengono donati direttamente a chi ne ha bisogno, grazie a una rete di enti e associazioni locali. I vestiti rovinati o non più utilizzabili trovano nuova vita nel laboratorio creativo, dove vengono trasformati in oggetti artigianali, decorativi o funzionali, seguendo i principi dell’economia circolare. Così, ogni indumento raccolto diventa un gesto di cura, sostenibilità e inclusione. Sostenibilità e solidarietà: le altre iniziative di Day Questa iniziativa si inserisce nel percorso di Day come Società Benefit, impegnata a generare un impatto positivo sull’ambiente, sul territorio e sul benessere delle persone. Tra i suoi obiettivi di beneficio comune c’è la promozione di comportamenti sostenibili e responsabili, che si traducono in scelte e azioni concrete, come dare nuova vita a un vestito per ridurre l’impatto ambientale e valorizzare risorse già esistenti. L’impegno di Day si manifesta anche attraverso altri progetti, come il sostegno a Equi-libristi, biblioteca itinerante che fa circolare gratuitamente libri usati, salvandoli dal macero e promuovendo la cultura, e la collaborazione con Last Minute Sotto Casa, un servizio che aiuta a combattere lo spreco alimentare segnalando offerte su prodotti prossimi alla scadenza nei supermercati. Un approccio integrato che coniuga sostenibilità, cultura e solidarietà, riflettendo i valori di responsabilità sociale e ambientale che guidano l’azienda.
inquinamento digitale e pulizia dispositivi
Settembre 01, 2025
News

Inquinamento digitale: cosa significa e come possiamo ridurlo

Puliamo le spiagge, le città, i parchi. Ma chi pulisce il nostro mondo digitale? In un’epoca in cui tutto sembra dematerializzato, dal lavoro agli archivi fotografici, potremmo pensare che la tecnologia sia leggera e completamente sostenibile. Non è così: ogni e-mail conservata inutilmente, ogni file dimenticato nel cloud, ogni app scaricata e poi abbandonata, contribuisce ad alimentare dei data-center energivori, magari basati su fonti fossili… Questa "spazzatura digitale" è una nuova forma di inquinamento, silenziosa ma concreta, che cresce di pari passo con la nostra attività on line quotidiana. L'intelligenza artificiale e l'impatto dei dati La settimana della pulizia: anche il digitale conta Scelte consapevoli anche nel digitale Il benessere digitale è anche ecologico L’intelligenza artificiale e l’impatto dei dati La questione si complica con l’ascesa dell’intelligenza artificiale. Dietro ai servizi che utilizziamo ogni giorno – dai chatbot agli assistenti vocali, dai suggerimenti automatici delle piattaforme ai traduttori online – si nasconde l’impiego di quantità enormi di energia e risorse computazionali. L’addestramento di un singolo modello linguistico avanzato può richiedere centinaia di ore di calcolo su server potentissimi, con conseguente consumo energetico. Alcuni studi stimano che per allenare un grande modello si possano generare emissioni di CO₂ pari a quelle prodotte da 5 automobili in tutto il loro ciclo di vita... Questo prima ancora che il modello venga messo in funzione e usato quotidianamente da milioni di utenti! Una volta attivi, poi, questi sistemi devono essere costantemente aggiornati, mantenuti e "serviti" da infrastrutture che operano senza sosta. Tutto questo contribuisce a rendere l’intelligenza artificiale un’innovazione sì potentissima, ma anche ad alto impatto ambientale. Parlare di sostenibilità digitale oggi significa anche fare i conti con questo nuovo scenario: l’IA può offrire soluzioni importanti in ambito climatico ed energetico, ma la sua crescita deve essere accompagnata da un uso etico, trasparente e responsabile delle risorse. La settimana della pulizia: anche il digitale conta Il 20 settembre ricorre il World Clean Up Day che apre un’intera settimana dedicata alle grandi pulizie, in senso stretto e lato. Un’occasione perfetta per estendere il concetto di pulizia anche fuori dal perimetro materiale degli spazi fisici e degli oggetti, fino al nostro mondo digitale! Durante quella settimana, Day rilancia – a tutti quanti, ma in primis ai suoi dipendenti – l’invito a fare ordine nei propri spazi virtuali oltre che in quelli reali! Svuotare le cartelle, eliminare file superflui, selezionare gli allegati pesanti e cancellare i doppioni, disiscriversi da newsletter inutili o app mai usate non è solo una questione di ordine: è un gesto concreto per ridurre l’energia consumata dai server e alleggerire così il nostro impatto ambientale. Scelte consapevoli anche nel digitale Pulire è solo l’inizio: possiamo fare di più, possiamo rigenerare! Non è detto che ogni volta che un dispositivo rallenta dobbiamo sostituirlo subito. A volte basta una riparazione, un aggiornamento, o magari scegliere un modello ricondizionato invece di comprarne uno nuovo. È un modo per allungare la vita delle cose e ridurre gli sprechi. Coltivare questa mentalità – quella della riparazione, del riuso, della durata – vuol dire anche andare contro l’idea che tutto debba essere sempre nuovo, sempre più veloce, e che ciò che è un po’ vecchio non valga più nulla. Spesso, i nostri dispositivi possono durare molto più a lungo di quanto pensiamo. Basta cambiare sguardo. Lo stesso vale per il modo in cui usiamo internet. Anche online possiamo compiere scelte più sostenibili: per esempio, preferire servizi che si affidano a fonti rinnovabili, oppure installare estensioni che ci mostrano quanta energia consumiamo mentre navighiamo. Alcuni strumenti arrivano perfino a stimare quanta CO₂ generiamo semplicemente guardando un video o leggendo una pagina. Sono piccoli gesti, ma aprono gli occhi: ci fanno capire che ogni clic ha un peso, e che anche nel digitale possiamo alleggerire il nostro impatto, a partire da scelte semplici e quotidiane. Il benessere digitale è anche ecologico Infine, c’è una forma di inquinamento più impalpabile e meno misurabile, che riguarda noi stessi: la sovrastimolazione mentale causata dall’essere sempre connessi. Il digitale, quando diventa eccessivo, oltre all’energia elettrica assorbe anche la nostra attenzione. Ci affatica e ci disconnette dal presente. Parlare di digital detox è una pratica di benessere. Ridurre il tempo trascorso davanti agli schermi, fare delle pause attive, stabilire dei momenti della giornata senza notifiche e connessione continua, significa restituire valore alla nostra presenza mentale e fisica. È dimostrato che disconnettersi, anche solo un’ora al giorno, ha effetti benefici sulla concentrazione, sulla qualità del sonno e sullo stress. E ha appunto anche un risvolto ecologico: meno tempo on line significa meno energia consumata, meno dati scambiati, meno server attivi per soddisfare le nostre richieste continue. Recuperare un equilibrio tra on line e off line è un modo per prenderci cura di noi stessi e del pianeta!
soluzioni digitali sostenibili
Luglio 31, 2025
News

Digitale e sostenibile: quando l’innovazione fa bene all’ambiente

Scegliere soluzioni digitali non è solo una questione di efficienza o comodità. Oggi, è anche un gesto concreto a favore dell’ambiente. Dematerializzare i processi, ridurre la circolazione di documenti e di supporti fisici, ottimizzare la gestione delle risorse: il digitale può essere un alleato della transizione ecologica. Pensiamo, ad esempio, a quanto incide il passaggio da buoni cartacei a elettronici: una scelta apparentemente semplice, ma con un impatto diretto sulla riduzione del consumo di carta, sull’eliminazione della logistica di stampa e di spedizione, sulla semplificazione della fruizione da parte degli utenti… La scelta digitale è una scelta responsabile Cosa fa Day per l'ambiente? Il digitale ha un impatto: esserne consapevoli è parte della responsabilità La scelta digitale è una scelta responsabile Scegliere soluzioni digitali non è solo una questione di praticità: significa anche ridurre l’impatto ambientale legato alla produzione, alla logistica e al consumo di risorse fisiche. In questa direzione, Day ha fatto della digitalizzazione una leva strategica, puntando su strumenti completamente dematerializzati, che semplificano i processi, riducono gli sprechi e sono facilmente gestibili tramite l’app Buoni Day, pensata per raccogliere in un unico spazio tutte le soluzioni. Dai buoni pasto elettronici ai buoni acquisto Cadhoc in formato digitale, fino alla piattaforma welfare che consente di trasformare il proprio credito in voucher da scaricare e utilizzare direttamente nei punti convenzionati. Tutte le soluzioni Day sono progettate per funzionare in modo intuitivo su smartphone, senza bisogno di supporti cartacei o fisici, se non quando strettamente necessario. I dati confermano questa scelta: nel 2024, l’89% dei buoni emessi da Day era in formato digitale, mentre per le nuove card fisiche è stato adottato un materiale 100% riciclato, riducendo drasticamente l’uso di plastica vergine lungo la catena del valore. In questo percorso verso l’innovazione sostenibile, la sicurezza resta una priorità: tutte le soluzioni digitali di Day sono progettate per garantire la protezione dei dati personali e delle transazioni, grazie a standard tecnologici avanzati e controlli continui. Cosa fa Day per l’ambiente? Il digitale è solo una delle leve attivate da Day per contribuire in modo concreto alla transizione ecologica. Tra gli obiettivi di beneficio comune che l’azienda persegue come Società Benefit, c’è anche la tutela dell’ambiente, attraverso azioni misurabili e continuative. Oltre alla digitalizzazione dei buoni e all’uso di materiali riciclati per le card fisiche, quindi, Day promuove la mobilità sostenibile tra i dipendenti – ad esempio con l’istituzionalizzazione dei venerdì in smart working, che riducono gli spostamenti casa-lavoro – aderisce a iniziative territoriali come Bologna Missione Clima e sviluppa attività di sensibilizzazione ambientale, interne ed esterne, per diffondere una cultura della sostenibilità a tutti i livelli. Un esempio di compensazione virtuosa è il sostegno al progetto Valle Ca’ Pisani, una valle da pesca nel Delta del Po che, grazie alla gestione controllata delle acque, favorisce l’assorbimento naturale di CO₂. A questo si affianca lo sviluppo delle app Last Minute Sotto Casa e My Food Hero, che combattono lo spreco alimentare favorendo il consumo consapevole e la redistribuzione degli alimenti prossimi alla scadenza. Nell’ultimo anno queste soluzioni hanno permesso di salvare oltre una tonnellata di cibo al mese, riducendo le emissioni e sostenendo famiglie e associazioni del territorio. Il digitale ha un impatto: esserne consapevoli è parte della responsabilità Se è vero che le soluzioni digitali possono contribuire alla sostenibilità, è altrettanto vero che non sono prive di impatto. Anche il digitale consuma risorse, anche se in modo poco visibile, soprattutto sotto forma di energia necessaria al funzionamento di server, data center e infrastrutture cloud. L’espansione dell’intelligenza artificiale, in particolare, comporta un uso davvero intensivo di potenza computazionale, con ricadute ambientali ancora poco percepite, ma già rilevanti. Essere consapevoli di questi limiti non significa rinunciare all’innovazione, ma adottarla in modo responsabile: scegliendo partner che puntano su efficienza energetica, fonti rinnovabili e strategie di compensazione delle emissioni, come fa Day. La transizione ecologica non si esaurisce con la digitalizzazione, ma richiede un approccio sistemico che combini tecnologia, consapevolezza e partecipazione. Perché sia un impegno credibile, bisogna fare in modo che ogni scelta tecnologica sia parte di un percorso più ampio. In questa direzione si muove anche Day, con progetti, strumenti e azioni che puntano a ridurre l’impatto e fare la propria parte con responsabilità.
Banco alimentare spesa solidale con i buoni pasto day
Luglio 03, 2025
Buoni Pasto

I costi invisibili dello spreco alimentare: sociali, economici e ambientali

Lo spreco alimentare è una questione complessa, con ricadute economiche, ambientali e sociali che troppo spesso passano inosservate. Eppure, ridurre lo spreco non significa solo evitare che il cibo finisca nella spazzatura: significa anche dare valore a una risorsa preziosa, combattere le disuguaglianze e contribuire a un'economia più sostenibile. In un’intervista pubblicata su Food, il magazine di riferimento per l’industria e il retail alimentare, la Fondazione Banco Alimentare ETS ha raccontato le tante sfaccettature di questo tema, su cui lavora da oltre trent’anni trasformando lo scarto in valore. Il costo economico del cibo sprecato L'impatto ambientale emissioni e cambiamento climatico Il paradosso sociale dello spreco Le iniziative di Day contro lo spreco alimentare Un gesto quotidiano, un cambiamento possibile Il costo economico del cibo sprecato Lo spreco alimentare è, prima di tutto, produzione inutilizzata: risorse già impiegate – tempo, lavoro, energia – che non generano alcun valore. A questo si sommano i costi dello smaltimento: cibo ancora perfettamente consumabile che finisce in discarica, con conseguenze economiche non solo per i produttori, ma per l’intera collettività. Alle perdite si aggiunge l’impossibilità, per le imprese, di valorizzare prodotti già realizzati, alimentando un circolo vizioso di spreco e inefficienza. L’impatto ambientale: emissioni e cambiamento climatico Lo spreco alimentare ha un impatto ambientale diretto. Quando il cibo viene scartato, si generano emissioni di gas serra – tra le principali cause del cambiamento climatico. Solo nel 2024, il recupero di 46 mila tonnellate di alimenti da parte del Banco Alimentare ha evitato l’emissione di 80 mila tonnellate di CO₂. Un dato che dà la misura concreta del potenziale positivo legato al recupero delle eccedenze. Il paradosso sociale dello spreco Ma lo spreco alimentare è anche, forse soprattutto, un problema sociale. Nel mondo oltre 800 milioni di persone soffrono la fame, mentre un terzo del cibo prodotto ogni anno viene gettato. Questo paradosso colpisce in modo particolare nei contesti più agiati, rendendo lo spreco un fattore che amplifica le disuguaglianze. In Italia, oltre 5,7 milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta e molte di loro sperimentano un’insicurezza alimentare concreta: l’impossibilità di accedere con continuità a cibo sicuro e adeguato. In questo scenario, l’azione del Banco Alimentare non si limita a fornire assistenza materiale. Recuperare e ridistribuire le eccedenze significa anche riconoscere la dignità dell’altro, permettere alle persone di sentirsi meno escluse, offrire una possibilità concreta di riscatto. Il cibo non ha solo valore economico o nutrizionale: è cultura, relazione, identità. Ed è, per chi vive una situazione di difficoltà, un sostegno tangibile anche sul piano umano. Le iniziative di Day contro lo spreco alimentare Anche Day è al fianco del Banco Alimentare nel contrasto allo spreco e nella lotta alla povertà alimentare. Con l’iniziativa Spesa Solidale, già da qualche anno i buoni pasto elettronici possono essere usati non solo per sé, ma anche per donare cibo a chi ne ha bisogno. Basta accedere alla piattaforma dedicata creata in collaborazione con to.market, scegliere una box o singoli prodotti alimentari e completare l’acquisto come per una normale spesa online. Alle consegne pensa Day, il Banco Alimentare riceve gli alimenti e li distribuisce tramite la sua rete solidale. L’impegno di Day per ridurre lo spreco alimentare non si ferma qui. Con Last Minute Sotto Casa, promuove il recupero delle eccedenze anche nei negozi di prossimità. Grazie a un’app dedicata, i commercianti possono gestire in modo semplice e rapido le scadenze dei prodotti, offrire quelli prossimi alla scadenza a prezzo ridotto attraverso un volantino digitale generato automaticamente e diffuso nella zona, oppure donarli alle associazioni di volontariato del territorio. Una soluzione pratica e vantaggiosa, che aiuta a salvare cibo ancora buono, sostenere chi è in difficoltà e incoraggiare consumi più responsabili. E che permette anche ai negozi di ridurre le perdite, trasformando lo spreco in opportunità. Un gesto quotidiano, un cambiamento possibile Ogni alimento recuperato può avere una seconda vita: nei pacchi distribuiti, nei pasti condivisi nelle case-famiglia, nei piccoli gesti che ogni giorno aiutano le persone a ritrovare forza, dignità e senso di appartenenza. Recuperare il cibo, quindi, va ben oltre una questione di efficienza: è un atto di giustizia sociale e ambientale, un modo concreto per ridare valore a ciò che troppo spesso viene dimenticato.
Obiettivi sviluppo sostenibile Up Day
Giugno 03, 2025
News

Agenda 2030: il piano dell’ONU per un mondo migliore

Nel settembre 2015, i leader di 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, tra cui l’Italia, hanno adottato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: un piano d’azione globale nato per affrontare le grandi sfide del nostro tempo, migliorare la vita delle persone e proteggere il pianeta. Questo documento ha segnato un punto di svolta nel modo in cui affrontiamo le grandi sfide del nostro tempo, riconoscendo che il modello di sviluppo tradizionale – spesso basato sullo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e su profonde disuguaglianze sociali – non è più sostenibile. L’idea alla base è semplice, ma ambiziosa: soddisfare i bisogni del presente senza compromettere quelli delle generazioni future. Per riuscirci è necessario agire contemporaneamente su tre grandi fronti: ambiente, economia e società. 17 Obiettivi per un futuro più equo e sostenibile L'Italia e la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile Bilancio a metà percorso: progressi, ritardi e sfide globali L'impegno concreto di Day: responsabilità e impatto positivo Un cambiamento possibile se agiamo insieme 17 Obiettivi per un futuro più equo e sostenibile Il cuore dell’Agenda è costituito da 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (o SDGs, Sustainable Development Goals), articolati in 169 traguardi da raggiungere entro il 2030. Questi obiettivi coprono una vasta gamma di temi, tra cui la lotta alla povertà e alla fame, l’accesso all’istruzione e alla salute, l’uguaglianza di genere, l’energia pulita, l’innovazione, la giustizia sociale, la protezione dell’ambiente e il contrasto al cambiamento climatico. Ciò che rende questi obiettivi innovativi è la loro visione interconnessa: ogni traguardo è legato agli altri e nessuna sfida può essere risolta in modo isolato. Ad esempio, non si può parlare di salute senza considerare l’accesso all’acqua pulita o di crescita economica senza tener conto della sostenibilità ambientale. L’Agenda vale per tutti i Paesi, ricchi e poveri, e coinvolge governi, imprese, enti locali, scuole, associazioni e cittadini. L'Italia e la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile Ogni paese ha il compito di tradurre gli obiettivi dell’Agenda 2030 in politiche concrete. In Italia, questa responsabilità è affidata alla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, che coordina le azioni di governo, regioni, comuni e società civile. Questo approccio si integra con strumenti fondamentali come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e il Piano per la Transizione Ecologica, creando sinergie tra innovazione, inclusione sociale e tutela ambientale. Anche il mondo imprenditoriale e il terzo settore sono chiamati a dare un contributo attivo, perché solo attraverso la collaborazione di tutti gli attori della società è possibile raggiungere gli obiettivi prefissati. Bilancio a metà percorso: progressi, ritardi e sfide globali A quasi dieci anni dalla sua adozione, il bilancio dell’Agenda 2030 mostra luci e ombre. A livello globale, si registrano alcuni progressi significativi: la mortalità infantile è in calo, l’accesso all’acqua potabile è migliorato, le fonti di energia rinnovabile sono aumentate e la povertà estrema si è ridotta. Anche in Italia ci sono stati miglioramenti in diversi ambiti, come salute, alimentazione sostenibile, educazione, uguaglianza di genere, innovazione, consumo responsabile e azioni contro il cambiamento climatico. Ma restano ancora delle gravi criticità: in molte aree il divario sociale si amplia, la povertà cresce, l’accesso alle risorse idriche non è equo e la tutela degli ecosistemi è ancora troppo debole. La pandemia di COVID-19 e le crisi geopolitiche degli ultimi anni hanno rallentato molti progressi, rendendo ancora più urgente un’azione condivisa e coordinata. L'impegno concreto di Day: responsabilità e impatto positivo Day ha scelto di fare propria la visione dell’Agenda 2030, trasformandola in un impegno concreto attraverso un modello d’impresa responsabile. Nel 2023 è diventata Società Benefit: un tipo di azienda che, oltre agli obiettivi economici, persegue finalità di beneficio comune, con l’obiettivo di generare impatti positivi sulle persone, sulle comunità e sull’ambiente. In questa prospettiva, Day ha individuato nove Obiettivi di Sviluppo Sostenibile su cui concentrarsi in modo diretto: Parità di genere (obiettivo 5) Lavoro dignitoso e crescita economica (obiettivo 8) Imprese, innovazione e infrastrutture (obiettivo 9) Ridurre le diseguaglianze (obiettivo 10) Città e comunità sostenibili (obiettivo 11) Consumo e produzione responsabili (obiettivo 12) Lotta contro il cambiamento climatico (obiettivo 13) Vita sulla terra (obiettivo 15) Partnership per gli obiettivi (obiettivo 17) Day traduce questi impegni in azioni concrete: con il welfare aziendale contribuisce al benessere dei lavoratori e al loro equilibrio tra vita professionale e privata. Promuove una sana alimentazione grazie alla propria rete territoriale di affiliati e favorisce l’inclusione sociale attraverso servizi digitali che raggiungono anche le fasce più fragili della popolazione. E poi investe nella democratizzazione della cultura, sostenendo progetti che rendono accessibili arte e conoscenza a chi ha meno opportunità. Come Società Benefit, Day è tenuta a rendere conto del proprio operato in modo trasparente: ogni anno pubblica una Relazione d’Impatto che documenta risultati e iniziative in ambito ambientale, sociale ed economico. Questo processo è supervisionato da un Responsabile dell’Impatto, una figura indipendente incaricata di garantire che la strategia aziendale resti coerente con gli obiettivi di beneficio comune. Un cambiamento possibile, se agiamo insieme L’Agenda 2030 è più di un insieme di buoni propositi: è una guida concreta per affrontare sfide globali attraverso azioni locali. Ci ricorda che ogni gesto conta, dalle scelte politiche ai comportamenti quotidiani, e che il futuro dipende da una responsabilità condivisa. Nessuno si salva da solo: solo con la collaborazione tra governi, imprese e cittadini possiamo provare a costruire un mondo più giusto, sicuro e sostenibile. Il percorso è complicato, ma è una grande opportunità per ripensare il nostro modo di vivere e di collaborare.
Economia Circolare mani che sostengono il mondo
Maggio 27, 2025
News

Economia circolare: niente si spreca, tutto si trasforma

Negli ultimi anni si sente parlare sempre più spesso di economia circolare come soluzione ai problemi ambientali. Ma sappiamo davvero di cosa si tratta? E soprattutto, in cosa è diversa dal modello economico a cui siamo abituati? Il sistema economico tradizionale è di tipo "lineare": si produce, si consuma e si getta. Fine della storia. L’economia circolare cambia completamente prospettiva. L’idea di fondo è semplice: niente sprechi, più riuso. I materiali non vengono buttati via dopo l’uso, ma tornano a essere utili, attraverso il riciclo, la riparazione o la rigenerazione. In pratica, si tratta di ripensare il modo in cui produciamo e consumiamo: progettare oggetti facili da smontare e riparare, creare filiere di raccolta e riciclo più efficienti e scegliere processi produttivi che abbiano un impatto minimo sull’ambiente. È un modo per dare nuova vita alle risorse, ridurre l’inquinamento e avvicinarsi a uno stile di vita più sostenibile. La sostenibilità ambientale è una sfida cruciale per garantire un futuro vivibile alle prossime generazioni. L’economia circolare gioca un ruolo fondamentale in questo percorso: aiuta a ridurre i rifiuti, promuove un uso più efficiente delle risorse naturali e alleggerisce la pressione sugli ecosistemi. In un certo senso contribuisce anche alla conservazione della biodiversità e alla salute del pianeta. Riuso, riciclo e rigenerazione: i tre pilastri dell’economia circolare L’economia circolare si basa su tre azioni fondamentali: riuso, riciclo e rigenerazione. Vediamole più da vicino. Il riuso punta a dare una seconda vita agli oggetti, evitando che finiscano prematuramente tra i rifiuti. Sempre più aziende offrono servizi di riparazione certificata per elettronica, abbigliamento o mobili, rendendo più facile riutilizzare anziché buttare. Anche il mercato dell’usato e del noleggio cresce, offrendo alternative più sostenibili all’acquisto del nuovo. Il riciclo trasforma i materiali di scarto in nuove risorse. La plastica diventa nuovi imballaggi, i metalli vengono fusi per essere riutilizzati e i rifiuti organici si trasformano in compost, un fertilizzante naturale. Ogni materiale ha il suo percorso, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: recuperare valore da ciò che altrimenti verrebbe sprecato. Infine c’è la rigenerazione che porta il concetto ancora oltre: qui gli scarti diventano materie prime di qualità. Alcune aziende usano ritagli di tessuto per creare nuovi abiti, altre trasformano trucioli di legno in mobili di design. Anche i componenti elettronici possono essere smontati, puliti e riutilizzati in nuovi dispositivi. È un modo intelligente per valorizzare ciò che già abbiamo, riducendo al minimo la necessità di nuove risorse.  Cartiera: economia circolare che crea valore L’economia circolare non è solo una risposta alla crisi ambientale: può diventare anche un motore di inclusione sociale e rigenerazione dei territori. È in questa direzione che va l’impegno di Day che, in quanto Società Benefit, sostiene progetti capaci di unire sostenibilità, innovazione e attenzione concreta alle persone, in particolare a chi si trova in condizioni di fragilità. Un esempio è la collaborazione con Cartiera, un laboratorio di moda etica fondato nel 2017 a Marzabotto, all’interno dell’ex cartiera di Lama di Reno. Qui prende vita un modello virtuoso di artigianato circolare: Cartiera recupera materiali di altissima qualità — pelli pregiate, tessuti e scampoli provenienti dalle filiere produttive di grandi marchi della moda, dell’arredamento e dell’automotive — trasformandoli in accessori unici, realizzati a mano con cura e competenza. Nulla viene sprecato: ciò che per l’industria sarebbe scarto, qui diventa risorsa e occasione di rinascita. L’offerta di Cartiera è ampia e in costante evoluzione: borse, zaini, portadocumenti, pochette, portachiavi — tutti realizzati seguendo le tecniche della tradizione artigianale italiana. Ogni creazione è il risultato di un sapere tecnico preciso e di una visione sostenibile, che guarda al design senza dimenticare la responsabilità verso l’ambiente. Ma Cartiera è anche un’impresa sociale dove lavorano migranti, rifugiati e persone in situazione di svantaggio, affiancate da maestri pellettieri ed esperti artigiani. Il laboratorio nasce dalla collaborazione tra la cooperativa sociale Lai-momo e l’Ethical Fashion Initiative dell’ONU, con l’obiettivo di unire lavoro dignitoso, integrazione e sostenibilità. Tra i partner che hanno scelto di sostenere e valorizzare questa realtà c’è anche Day, che ha commissionato a Cartiera accessori personalizzati, contribuendo allo sviluppo di un modello produttivo etico e a basso impatto. Questa collaborazione riflette un impegno più ampio: Day è una Società Benefit, cioè un’impresa che ha scelto di integrare nel proprio statuto finalità ambientali e sociali accanto agli obiettivi economici. Significa operare ogni giorno per creare un impatto positivo e duraturo, mettendo al centro il benessere delle persone, la tutela dell’ambiente e il valore della collaborazione. Un modo concreto per dimostrare che un’impresa può crescere facendo la differenza, non solo nei bilanci, ma anche nella vita delle comunità.