Gestione Risorse Umane

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Employee Retention
Maggio 14, 2021
Gestione Risorse Umane

Employee retention: cos’è e come migliorare la valorizzazione dei dipendenti

La capacità di trattenere i dipendenti più talentuosi è uno dei fattori che determinano il successo di un’azienda. Scopri cos’è l’employee retention e i consigli per migliorarla. I dipendenti sono il capitale di maggior valore di un’azienda. Per questo è importante non solo puntare ad acquisire lavoratori talentuosi e capaci, ma anche a garantire il benessere e valorizzare le capacità di coloro che già vi lavorano. Ecco perché è fondamentale monitorare costantemente il livello di soddisfazione dei dipendenti e cercare di migliorare l’employee retention. Cosa vuol dire employe retention? Cos’è il turnover del personale? Employee retention rate: cos’è e come si calcola L’importanza di migliorare l’employee retention Come valorizzare i dipendenti Cosa vuol dire employee retention? L’employee retention (o HR retention) è la capacità di un’azienda di “trattenere” i lavoratori, in particolare i più talentuosi. All’interno di un mercato sempre più competitivo è fondamentale, per un’azienda che voglia prosperare, assicurarsi che il personale sia soddisfatto del proprio impiego e dell’ambiente di lavoro e non avverta il desiderio di portare altrove la propria esperienza. Perché un’azienda possa prosperare è importante non solo che sappia attrarre collaboratori di talento, ma anche tenerli con sé il più a lungo possibile. È qui che entra in gioco l’employee retention. Che è più di un mero dato statistico (il cosiddetto employee retention rate). La capacità trattenere i talenti è il frutto di tutte quelle azioni introdotte dall’azienda per garantire la soddisfazione e il benessere dei lavoratori. E rappresenta una grande opportunità di crescita per qualsiasi impresa. Cos’è il turnover del personale? L’espressione turnover, in ambito lavorativo, viene usata per indicare il flusso di persone che vengono assunte e si dimettono o vengono licenziate. La rotazione del personale ha un forte impatto sull’impresa e sui vari team di lavoro, per questo deve essere sempre monitorata; e andrebbe ridotta al minimo. Il turnover viene classificato in due modi: turnover fisiologico. È il naturale processo di avvicendamento dei dipendenti, che comprende anche l’assunzione di nuova forza lavoro per sostituire chi va in pensione; turnover patologico. Quando la rotazione del personale è più frequente del normale perché ci sono lavoratori insoddisfatti che decidono di lasciare l’azienda il turnover non è più fisiologico, ma diventa la spia di un problema molto grave. Per verificare che il turnover rimanga fisiologico, ogni azienda deve svolgere periodicamente un’indagine statistica che prenda in esame la soddisfazione dei dipendenti e l’employee retention rate. Employee retention rate: cos’è e come si calcola? L’employee retention rate è il dato che indica quanti dipendenti sono rimasti in azienda e quanti se ne sono andati in un preciso lasso di tempo. Per calcolare l’esatta percentuale di turnover si deve dividere il numero di dipendenti rimasti in azienda al termine del periodo per il numero di lavoratori presenti a inizio periodo e moltiplicare il risultato per cento. Dal calcolo si dovrebbero escludere i lavoratori che hanno lasciato il posto di lavoro per andare in pensione. Poniamo ad esempio che un’azienda voglia calcolare l’employee retention rate per l’anno 2019: a inizio anno c’erano 100 dipendenti; 5 sono andati in pensione; a fine anno sono rimasti 80 lavoratori. Per prima cosa si devono sottrarre dal dato iniziale i 5 dipendenti che sono andati in pensione (100-5=95). Dopodiché si devono dividere i dipendenti rimasti per quelli presenti a inizio anno (80:95= 0,84). Infine, si deve moltiplicare il risultato ottenuto per 100 (0,84x100=84). Adesso sappiamo che l’azienda, nel 2019, ha avuto un tasso di employee retention dell’84%. Più la rotazione tra dipendenti che si sono dimessi e nuovi assunti aumenta, più l’employee retention rate scende, trasformando il turnover fisiologico in patologico. Turnover patologico: come si riconosce? Un employee retention rate troppo basso è solo il segnale più evidente che il turnover da fisiologico è diventato patologico. Se, esaminando questo dato, ci si trova di fronte a numeri poco incoraggianti, si deve analizzare a fondo la situazione e ricercare altri segnali, che sono: scarsa produttività e motivazione dei dipendenti; scarsa disponibilità alla collaborazione; assenteismo; scarsa soddisfazione dei lavoratori. Quando c’è un tasso di turnover elevato i dipendenti risultano insoddisfatti e poco produttivi, sono poco disponibili a lavorare in team e collaborare, si assentano di frequente dal lavoro, arrivano in ritardo o escono prima. Tra le cause di questa insoddisfazione diffusa, che spesso degenera fino a che il lavoratore non dà le dimissioni, le più comuni sono: stress causato dai cattivi rapporti con i colleghi e i manager; mancanza di condivisione dei valori aziendali; mancato riconoscimento del lavoro e delle qualità del collaboratore. L’importanza di migliorare l’employee retention Avere dipendenti soddisfatti del proprio lavoro ha diversi effetti positivi per un’azienda. I principali sono: aumento della produttività; miglioramento della reputazione presso clienti e aziende del settore; riduzione dei costi per la formazione del nuovo personale; capacità di attrarre lavoratori di talento. Per questo, se c’è un eccessivo ricambio di personale, è importante correre ai ripari, adottando strategie che permettano di migliorare il clima aziendale e la soddisfazione dei dipendenti. Per ottenere questi risultati, si deve innanzitutto analizzare la situazione, intervistando i collaboratori per capire quali siano i problemi e analizzando fattori quali la cultura aziendale e gli incentivi offerti ai lavoratori. Una volta fatto questo, si può impostare una strategia di employer branding, promuovendo l’azienda e i suoi valori presso i dipendenti tanto presso i nuovi assunti quanto verso chi lavora già da tempo per l’impresa. L’employer branding è una vera e propria attività di marketing che punta a migliorare la reputazione dell’azienda e mostrarne il valore ai dipendenti. Perché essa abbia successo, deve essere svolta coinvolgendo i settori che si occupano di marketing e comunicazione e le risorse umane e avere come fine la valorizzazione dei collaboratori. Per impostare una strategia che abbia successo e migliorare il grado di fidelizzazione dei lavoratori nei confronti dell’azienda, si deve innanzitutto creare una solida cultura aziendale, i cui valori devono essere presentati ai lavoratori in modo chiaro e coerente. Dopo aver sviluppato una cultura aziendale che rispecchi valori quali positività, collaborazione, rispetto e fiducia verso il lavoratore e le sue capacità, si deve intervenire sul processo di selezione del personale, eseguendo un’attenta selezione dei futuri collaboratori. Illustrare in modo chiaro i valori dell’azienda e gli obiettivi che il lavoratore dovrà raggiungere e assicurarsi che quest’ultimo sia in linea con essi è il punto di partenza migliore per costruire un rapporto durevole tra impresa e collaboratore. Come valorizzare i dipendenti L’employer branding passa anche attraverso la valorizzazione dei dipendenti e l’attenzione al loro benessere. Ci sono soluzioni che azienda può adottare per dimostrare ai propri dipendenti di riconoscere il loro valore e avere a cuore il loro benessere: ascoltare opinioni e suggerimenti; offrire benefit e incentivi; riconoscere i successi ottenuti dal lavoratore; offrire la possibilità di fare carriera a chi lo desideri; offrire occasioni per arricchire il proprio bagaglio di esperienze. Ascoltare opinioni e suggerimenti Effettuare sondaggi periodici per verificare la soddisfazione dei propri collaboratori e conoscere la loro opinione sull’attività che svolgono è un buon punto di partenza per migliorare il clima aziendale. Ciò favorisce anche lo spirito di appartenenza all’azienda e aumenta il coinvolgimento dei lavoratori nel suo successo. Offrire benefit e incentivi Offrire benefit e incentivi ai lavoratori, sotto forma di servizi di welfare, permette di dimostrare il proprio apprezzamento per il lavoro che svolgono, ottenendo in cambio collaboratori felici del proprio lavoro, un aumento della produttività e un miglioramento della propria reputazione. Tra i benefit più apprezzati dai lavoratori ci sono i buoni pasto, il cellulare o l’auto aziendale, la concessione di smart working e part time, il fondo pensione e le iniziative a sostegno delle famiglie dei dipendenti. Riconoscere i successi ottenuti dal lavoratore Il mondo del lavoro si sta evolvendo sempre di più. Complici anche la pandemia e un aumento esponenziale dello smart working, oggi si tende sempre di più a misurare il successo e la dedizione di un lavoratore non dalle ore di lavoro svolte, o dal tempo trascorso in ufficio, ma dalla sua capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati. Quando questo avviene, è importante che il datore di lavoro riconosca i successi del suo collaboratore. Offrire dei bonus, come il premio di produttività, è uno dei modi migliori per dimostrare ai propri dipendenti quanto si apprezzi il loro lavoro. Offrire la possibilità di fare carriera a chi lo desideri Valorizzare i propri dipendenti significa anche dare loro la possibilità di fare carriera e migliorare la propria posizione lavorativa. Per questo è importante incentivare le aspirazioni dei lavoratori che desiderano fare carriera e avere maggiori responsabilità. Offrire occasioni per arricchire il proprio bagaglio di esperienze Offrire ai propri collaboratori la possibilità di accedere a corsi di formazione che non siano strettamente legati con la professione svolta e migliorare le proprie competenze, di acquistare abbonamenti a cinema e teatri, di visitare musei, di viaggiare, è un buon modo per favorire la crescita personale dei lavoratori, avere personale talentuoso e dimostrare attenzione per il loro benessere. Molte di queste soluzioni possono essere attuate da un’azienda attraverso la creazione di un piano di welfare ben strutturato, servendosi di una piattaforma come Day Welfare. Grazie ad essa, il reparto delle risorse umane non dovrà preoccuparsi della gestione pratica del piano, ma solo di trovare i servizi più adatti a soddisfare le esigenze dei collaboratori.
Corporate social responsability
Febbraio 17, 2021
Gestione Risorse Umane

La corporate social responsability al centro del dna di Up Day

Solidarietà e attento ascolto delle esigenze dei propri dipendenti: questi gli asset valoriali fondanti di Up Day, Valori che vengono concretizzati e applicati da tempo in programmi di Corporate Social Responsibility e in piani mirati al benessere delle proprie risorse che oggi, in un momento particolare come quello che stiamo vivendo, acquistano più che mai importanza e spessore, Giornate libere retribuite a disposizione per svolgere volontariato, centesimi di euro dopo la virgola del proprio stipendio donati in beneficienza ogni mese, un fondo aziendale creato per sostenere colleghi in difficoltà. Sono questi i principali progetti che gravitano nella sfera della solidarietà e dell’assistenziale, che hanno avuto grande rilievo e raccolto ampio consenso all’interno di Up Day. Economia solidale, responsabilità sociale e assistenzialismo sono infatti alcuni degli asset valoriali fondanti di Up Day, valori che appunto vengono concretizzati e applicati in diversi programmi di Corporate Social Responsibility e che oggi, in un momento particolare come quello che stiamo vivendo, acquistano più che mai importanza e spessore. Progetti di cui l’azienda, e chi ne fa parte, può definirsi fiera. Giornate solidali Giornate solidali è l’iniziativa recentemente introdotta dall’azienda che permette ai suoi lavoratori di usufruire di una giornata o due mezze giornate di permesso retribuito l’anno per poter svolgere azioni di volontariato, in accordo con l’ufficio Risorse Umane e con il proprio diretto responsabile e a fronte della necessaria documentazione compilata. I lavoratori volontari si impegnano con associazioni locali, in aiuto a bambini e famiglie, anziani, disabili, ambiente e animali o comunque in linea con la filosofia aziendale. Con questa operazione, Up Day vuole incentivare e sostenere percorsi di volontariato a supporto degli obiettivi sociali ed assistenziali delle associazioni del territorio. Campagna di Solidarietà Arrivata invece già alla sua 6°edizione, Operazione Zerovirgola è la campagna di solidarietà dove ciascuno può scegliere di donare i centesimi, con un arrotondamento per difetto alla cifra intera, dopo la virgola del proprio stipendio su base mensile, oppure anche un importo fisso, destinandoli ad un’associazione e deducendoli dai redditi da lavoro dipendente. Una scelta totalmente libera, individuale e revocabile in ogni momento. Fino alla fine del 2020, le associazioni che ne hanno beneficiato sono Piccoli Grandi Cuori e Ageop, scelte dai dipendenti stessi dopo un sondaggio interno. La decisione dei lavoratori di Up Day è un segno concreto di solidarietà e il modello di questa iniziativa è mutuato dall’esperienza consolidata della sua capogruppo, Gruppo Up, cooperativa francese che ha tra i suoi scopi quello di sostenere progetti sociali. Fondo aziendale solidale Infine, l’azienda ha istituito su base annuale il Fondo aziendale solidale, una cassa autogestita che si propone di aiutare colleghi in difficoltà, coordinata da un comitato formato da 6 dipendenti: durante la crisi Covid-19, ad esempio, ha rappresentato un sostegno concreto. Mariacristina Bertolini DG di Up Day : "Attraverso questi progetti, cerchiamo di dare un segno concreto di solidarietà, che in tempi di crisi economica assume ancora più valore e rappresenta una testimonianza da condividere. Per noi è importante migliorare le prestazioni in ambito di CSR, far passare questo genere di messaggi sensibilizzando i clienti e, in primis, i nostri collaboratori. Fa parte del DNA aziendale, perché ci rifacciamo all’esperienza della nostra casa madre, Gruppo UP, ambasciatore dell’economia sociale e solidale, portatore d’innovazione e valore per tutte le parti interessate: importiamo tale cultura aziendale al nostro interno per poi poterla proporre in seguito anche ai nostri clienti".
Motivazione e clima aziendale
Dicembre 24, 2020
Gestione Risorse Umane

Strumenti pratici per aumentare la motivazione del personale e migliorare il clima aziendale

Sapere cosa spinge le persone a dare il meglio di sè sul lavoro è il punto di partenza per aumentare la motivazione dei dipendenti e migliorare il clima aziendale. Il concetto di motivazione, in economia, comprende tutte quelle azioni messe in campo dall’azienda per incentivare i dipendenti a dare il meglio di sé in ambito lavorativo. Il ruolo del manager non è solo quello di far funzionare un ufficio in modo efficiente e raggiungere gli obiettivi a ogni costo, ma anche quello di capire cos’è che spinge i suoi collaboratori a dare il meglio sul lavoro e offrire loro i giusti incentivi per aumentarne la motivazione. In questo articolo ti aiuteremo a capire perché è importante aumentare la motivazione del personale e quali strumenti utilizzare per raggiungere questo scopo.   Cos’è la motivazione del personale La motivazione del personale è una parte fondamentale di quella che viene definita competenza. Più una persona ama il suo lavoro ed è incentivata a svolgerlo al meglio, più risulterà competente e produttiva. Al contrario, una persona che svolge un mestiere che non ama o non è incentivata a svolgerlo al meglio, risulterà poco competente e produttiva. La motivazione, quindi, è un qualcosa di intrinseco, che viene da dentro. Tuttavia, è sbagliato pensare che essa possa essere influenzata solo dalla volontà del lavoratore. Ci sono tanti fattori esterni che possono influire in maniera positiva o negativa sulla motivazione di una persona. Se ci si trova a lavorare in un ambiente poco stimolante, in cui si pretende di ottenere risultati senza offrire alcun incentivo, dove la comunicazione tra manager e collaboratori e tra gli stessi lavoratori è scarsa e dove si respira un clima di sfiducia, anche la persona più motivata si sente poco incentivata a dare il meglio di sé. Se, invece, l’ambiente di lavoro risulta stimolante, vengono offerti incentivi alle persone che raggiungono determinati obiettivi, tra manager e lavoratori ci sono dialogo e collaborazione, le persone si sentono più motivate e maggiormente coinvolte nelle sorti dell’azienda.   Perché è importante aumentare la motivazione del personale in azienda? La soddisfazione dei propri dipendenti dovrebbe essere una priorità per qualsiasi azienda. Le risorse umane, infatti, sono il capitale più prezioso di cui un’impresa dispone. Quando i dipendenti sono insoddisfatti e hanno come unico obiettivo quello di portare a casa lo stipendio, tutta l’azienda ne risente: il clima aziendale è teso; cala la produttività; la reputazione dell’azienda perde di prestigio. Assicurarsi che il personale sia sempre motivato, soddisfatto del proprio ruolo e si senta coinvolto in prima persona nelle sorti dell’azienda per cui lavora rappresenta un vantaggio enorme, che non deve essere trascurato. Tra i tanti benefici che un’impresa ottiene dall’avere dipendenti soddisfatti del lavoro che svolgono ci sono: aumento della produttività. Le persone che si sentono motivate nello svolgimento dei propri compiti diventano più produttive ed efficienti; aumento della competitività dell’impresa sul mercato. Aumentare la propria produttività significa anche essere maggiormente competitivi; aumento della capacità di problem solving; miglioramento dell’immagine aziendale. Quando si ottengono buoni risultati e si hanno dipendenti soddisfatti, questo si riflette anche sull’immagine di sé che si presenta all’esterno; maggiore soddisfazione dei clienti; riduzione del turnover. Quando le persone sono soddisfatte della propria posizione lavorativa, sono meno inclini a cercare nuove opportunità di carriera altrove; capacità di attrarre talenti. Mostrare tutte le agevolazioni di cui godono i dipendenti e la loro soddisfazione durante i processi di selezione del personale permette di attrarre i lavoratori più talentuosi. Come migliorare il clima aziendale Per migliorare il clima aziendale bisogna innanzitutto eseguire una valutazione della soddisfazione del personale. Dopo aver analizzato la situazione si potrà iniziare a lavorare sulla motivazione dei dipendenti, attuando iniziative che aumentino la loro fiducia e migliorino le relazioni tra colleghi.   Come riconoscere dei lavoratori poco motivati? Per ottenere un miglioramento del clima aziendale, e, di conseguenza, delle prestazioni dei lavoratori, si deve innanzitutto imparare a cogliere quei segnali che indicano che i lavoratori sono poco motivati. Ecco quali sono i più evidenti: diminuzione della produttività. Il segnale più evidente della scarsa motivazione dei dipendenti è sicuramente il calo generale della produttività; scarsa propensione a lavorare in team. Un lavoratore poco motivato tende ad isolarsi dai colleghi e a lavorare per conto suo; frequente richiesta di giorni liberi. I lavoratori poco soddisfatti della propria occupazione, spesso, lavorano in modo discontinuo, chiedendo spesso giorni liberi e permessi; diminuzione dell’orario di lavoro. Le persone demotivate tendono ad arrivare in ritardo al lavoro, a fare pause più lunghe del dovuto e a terminare in anticipo la giornata lavorativa.   Come motivare i dipendenti e aumentare il clima aziendale Una volta che sono stati individuati i segnali che indicano che il personale non è sufficientemente motivato e coinvolto nelle sorti dell’azienda, si può iniziare a lavorare per migliorare la situazione, attuando diverse misure che aiutino a creare armonia nel gruppo di lavoro, abbattano lo stress e facciano sentire ogni collaboratore più partecipe. Per ottenere questo risultato si dovrebbe: creare un ambiente di lavoro positivo. Non solo rendendo gli spazi più accoglienti, ma anche migliorando le relazioni tra le persone. Proporre delle attività di team building può essere utile allo scopo; fissare degli obiettivi chiari, specifici e raggiungibili. Avere obiettivi certi e raggiungibili è fondamentale per creare quel benessere organizzativo che è alla base di un’azienda produttiva; incentivare il dialogo. Un gruppo di lavoro affiatato è un gruppo dove le persone sono libere di dialogare in maniera costruttiva, condividendo suggerimenti e idee per migliorare l’efficienza e la produttività e trovare nuove opportunità; incentivare la flessibilità, ad esempio offrendo ai lavoratori la possibilità di lavorare in smart working. Affermare la propria leadership non significa controllare che i propri collaboratori si presentino tutti i giorni in ufficio. Significa, piuttosto, mostrare fiducia nella loro capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati, anche quando sono lontani dall’ufficio; premiare il raggiungimento degli obiettivi. Offrire degli incentivi come premi di risultato, aumenti di stipendio o avanzamenti di carriera quando vengono raggiunti determinati obiettivi è un buon modo per aumentare la motivazione del personale; offrire concrete opportunità di sviluppo Serve non solo a incentivare i dipendenti a dare il meglio di sé, ma anche ad attrarre nuovi talenti. Strumenti pratici per aumentare la motivazione del personale Il miglioramento della motivazione del personale passa anche attraverso la creazione di piani di welfare aziendale ben strutturati, che sappiano rispondere alle esigenze di tutti i lavoratori. Ecco quali sono le misure di welfare aziendale e i benefit che possono aumentare la soddisfazione dei dipendenti e attrarre nuovi collaboratori talentuosi. Buoni pasto Le aziende che non hanno a disposizione una mensa aziendale possono offrire ai propri collaboratori la possibilità di usufruire di buoni pasto per la pausa pranzo. I buoni pasto possono essere utilizzati per acquistare pasti già pronti e sono esenti dalla tassazione fino a un massimo di €8,00 per i buoni elettronici e di €4,00 per i buoni cartacei. Auto, telefono e pc aziendale Tra i benefit più apprezzati dai lavoratori più giovani, ma anche da coloro che abitano lontano dall’ufficio o lavorano spesso in smart working ci sono l’auto, il telefono e il pc aziendali. Offrire questi incentivi non solo dimostra la propria fiducia nei confronti dei dipendenti, ma li aiuta a ridurre le spese fisse che possono incidere sul bilancio familiare.   Rimborso delle spese di trasporto Il rimborso delle spese di trasporto, come l’abbonamento dell’autobus o del treno, è un incentivo molto apprezzato dai lavoratori pendolari. Benefit rivolti al nucleo familiare I lavoratori che hanno una famiglia apprezzano particolarmente i benefit offerti ai componenti del loro nucleo familiare, come ad esempio il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di libri scolastici o per il pagamento delle rette scolastiche e universitarie. Previdenza integrativa e polizze sanitarie In un periodo in cui il welfare di stato è sempre più precario, lavorare per un’azienda che offra garanzie come la possibilità di costruirsi una pensione integrativa o di avere una polizza sanitaria che copra eventuali spese mediche è un forte incentivo per un lavoratore. Voucher welfare L’offerta di voucher welfare che possano essere convertiti in beni e servizi in sostituzione del premio di risultato in denaro rende felici molti lavoratori, che, in questo modo, possono usufruire in toto della somma messa a loro disposizione dall’azienda, senza vederla erosa dalle tasse.
Lifelong Learning
Dicembre 21, 2020
Gestione Risorse Umane

Lifelong learning: quando la formazione diventa permanente

Il lifelong learning permette di accrescere le competenze di una persona in ambito professionale e sociale. Scopri come possono beneficiarne i lavoratori e come può migliorare il benessere lavorativo. Nel corso della loro vita le persone apprendono continuamente nuove cose: si tratta di un processo naturale e inevitabile, che consente loro di adattarsi al meglio alle nuove fasi della vita che man mano si trovano ad affrontare. Quando si parla di lifelong learning, però, non ci si riferisce a questo tipo di apprendimento, ma a una formazione più specifica e mirata. Quando viene applicato al contesto aziendale, rappresenta un’opportunità di crescita per i lavoratori, e, di riflesso, anche per l’impresa stessa. Ecco cos’è il lifelong learning e come può essere impiegato per migliorare il benessere lavorativo. Che cosa significa lifelong learning? Il termine si può tradurre con formazione permanente e viene utilizzato per indicare un processo intenzionale di apprendimento di nuove competenze da parte di un individuo. Quello di lifelong learning è un concetto piuttosto recente, che si è sviluppato negli anni ’70 e ’80 del ‘900 soprattutto in riferimento alla formazione scolastica e universitaria. In tempo di crisi economica, infatti, sembrava sempre più evidente che lo studio non fosse più in grado di offrire le garanzie di accesso ad una qualità di vita e una società migliori. Con il passare del tempo il concetto si è spostato dall’ambito scolastico e collettivo a quello economico e individualistico, divenendo un mezzo che il singolo individuo può impiegare per migliorare le proprie possibilità in ambito professionale e per ottenere una posizione più prestigiosa all’interno della società. A partire dagli anni 2000, poi, la Comunità Europea ha indicato il lifelong learning come lo strumento migliore per garantire lo sviluppo di una società basata sulla conoscenza e su uno sviluppo economico sostenibile: la cosiddetta learning society, per vivere nella quale l’apprendimento continuo è fondamentale. A cosa serve il lifelong learning e perché può migliorare il benessere lavorativo Il concetto di lifelong learning è sempre più associato all’ambito lavorativo perché si è visto come la formazione continua sia un vero e proprio strumento di welfare aziendale, che aiuta a migliorare il benessere lavorativo e a rendere i lavoratori più competitivi.   Come può migliorare il benessere lavorativo Il lifelong learning, quindi, rappresenta una condizione fondamentale per la permanenza nel mondo del lavoro. Il potenziamento delle competenze già acquisite, e l’apprendimento di nuove skill, serve: per migliorare la propria produttività; per superare le difficoltà legate ai cambiamenti sempre più repentini che si verificano in ambito lavorativo; per favorire un’eventuale ricollocazione nel mondo del lavoro.   I vantaggi per le aziende Va da sé che per un’azienda avere collaboratori sempre aggiornati rappresenti un valore aggiunto ed è per questo che molte imprese decidono di investire nel campo della formazione continua. Ecco quali sono i vantaggi dell’investire nel lifelong learning: aumento della produttività. I dipendenti che migliorano la propria preparazione e acquisiscono nuove competenze, di solito, acquisiscono anche una maggiore dimestichezza con strumenti e tecnologie innovativi. In conseguenza di ciò, aumenta anche l’efficienza nello svolgimento delle loro mansioni, che porta ad un aumento generale della produttività; aumento della competitività. Avere collaboratori sempre aggiornati rende le aziende più competitive sul mercato; aumento della comprensione della Mission aziendale. Non basta avere una cultura aziendale ben definita perché questa venga assimilata dai propri dipendenti. Bisogna anche fornire loro gli strumenti per comprendere come funziona l’attività che svolgono, quali sono gli obiettivi da raggiungere e i modi migliori per ottenere determinati risultati; fidelizzazione dei dipendenti. Investire nella formazione continua dei propri collaboratori dimostra loro che l’azienda ha davvero a cuore il loro benessere. Di conseguenza, i lavoratori si sentiranno più partecipi delle sue sorti e svilupperanno una fedeltà al marchio che si rifletterà anche sulla sua immagine pubblica; riduzione del turnover. Acquisire e formare nuovo personale rappresenta un costo che pesa fortemente sul bilancio di un’azienda. Garantire ai lavoratori un ambiente stimolante, che li metta nelle condizioni di esprimere le proprie potenzialità e offra loro riconoscimenti per i risultati raggiunti è il modo migliore per trattenere i talenti e impedire che si rivolgano altrove. Uno dei tanti mezzi per ottenere questo obiettivo è proprio fornire loro una formazione continua. La formazione permanente come strumento di motivazione per il dipendente La formazione permanente è un’opportunità che le aziende non possono proprio lasciarsi sfuggire. Ma qual è il modo migliore di sfruttarla per motivare i propri dipendenti? Creando un vero e proprio ecosistema di apprendimento, capace di toccare in maniera trasversale persone di tutte le età e livello di studio.   Quali caratteristiche deve avere l’istruzione per un adulto Prima di vedere come è possibile creare un ecosistema di apprendimento che rappresenti un vero valore aggiunto per l’azienda, cerchiamo di capire quali siano le caratteristiche che deve avere l’offerta formativa rivolta a un adulto per essere efficace: deve fare leva sulla motivazione. Mentre un bambino studia soprattutto perché sollecitato dalle persone che lo circondano, un adulto sceglie di continuare ad imparare spinto da motivazioni individualistiche (come il desiderio di migliorare la propria cultura personale o di aumentare l’autostima, la voglia di ottenere soddisfazioni personali e di migliorare la qualità della vita); deve intercettare la disponibilità e il bisogno di apprendere. Perché la formazione risulti efficace, deve far leva sulla disponibilità di una persona ad apprendere cose nuove e sulla sua voglia di imparare; deve tenere conto delle esperienze pregresse. Mentre un bambino è come un quaderno intonso sul quale ci si appresta a scrivere per la prima volta, un adulto è come un libro in parte già scritto. L’offerta formativa rivolta ai lavoratori deve tenere conto del bagaglio di competenze e di esperienze che ciascuno si porta dietro. Bagaglio che, se non viene preso in considerazione, può diventare un ostacolo; deve essere improntata sulle reali necessità dei lavoratori. Prima di avviare qualsiasi percorso di formazione, è necessario eseguire delle indagini mirate per capire quali siano le competenze dei dipendenti che hanno bisogno di essere affinate.   Come favorire il lifelong learning in azienda Per favorire la formazione permanente nella propria azienda e far sì che rappresenti un vantaggio per i lavoratori e per l’impresa stessa si hanno a disposizione diversi strumenti, che diventano sempre più articolati con l’avanzare dei progressi in campo tecnologico: mentorhsip. È forse il tipo di insegnamento più semplice e longevo, in quanto permette ai lavoratori di formarsi direttamente sul campo, seguendo l’esempio di chi ha più esperienza di loro. Caduto progressivamente in disuso in Italia, il concetto di mentorship è invece tenuto in gran conto all’estero; organizzazione di un corso di aggiornamento dal vivo. Il corso di aggiornamento è il primo strumento che un’impresa ha per garantire al proprio personale una formazione personale continua; e-learning. Le nuove piattaforme di e-learning rappresentano un valore aggiunto per le aziende che decidono di investire nella formazione dei lavoratori, in quanto offrono maggiori possibilità e flessibilità; business games, si tratta di efficaci strumenti per aumentare la motivazione delle persone. Essi ricreano determinate situazioni in un ambiente controllato e permettono a chi vi partecipa di mettere a frutto la propria capacità di problem solving; T – Group. Si tratta di gruppi di discussione ai quali si prende parte per più giorni consecutivi. Non solo formazione professionale La formazione permanente non deve avere come unico obiettivo il miglioramento delle competenze professionali. Perché rappresenti un vero valore aggiunto per il dipendente e migliori davvero la sua qualità della vita deve toccare anche ambiti che esulano dall’ambiente di lavoro. In questo senso, oltre all’organizzazione di corsi di perfezionamento e aggiornamento interni all’azienda, si deve prevedere l’offerta di corsi e percorsi formativi esterni all’ambiente di lavoro (ad esempio corsi di lingue o informatica), che possono essere ricompresi nei piani di welfare aziendale. Ad esempio, si possono creare pacchetti personalizzati ai quali si può accedere attraverso l’impiego dei voucher welfare offerti al lavoratore come premio di risultato.  
Corporate Wellness
Dicembre 16, 2020
Gestione Risorse Umane

Corporate wellness: la nuova frontiera del welfare aziendale

Sempre più aziende italiane scelgono di affidarsi al corporate wellness per garantire la salute e il benessere dei collaboratori. Scopri di cosa si tratta.   Sono sempre di più le aziende che decidono di adottare dei programmi di corporate wellness per migliorare la qualità della vita e il work-life balance dei dipendenti. Si tratta, infatti, di una maniera innovativa di attuare politiche di welfare aziendale capaci di offrire vantaggi concreti a chi le predispone e a chi ne usufruisce. In questo articolo potrai scoprire cos’è il corporate wellness e qual è il modo migliore di integrarlo in un’azienda. Corporate wellness: che cos'è? Quello di corporate wellness, o benessere aziendale, è un concetto molto ampio, che comprende tutte quelle iniziative volte a migliorare la salute e il benessere dei lavoratori. La corporate wellness non è una novità, specialmente per le grandi aziende statunitensi, che già negli anni ’70 si occupavano con particolare attenzione di salute e sicurezza sul posto di lavoro. A partire dagli anni ’80, in America, molte imprese hanno iniziato a offrire ai dipendenti programmi che promuovevano uno stile di vita corretto. In Italia sono poche le aziende che hanno iniziato a interessarsi a questa materia prima degli anni 2000. Tra gli esempi più significativi possiamo citare Olivetti, Ferrari e Barilla. Solo negli ultimi anni, quando si è iniziato a dare più importanza al welfare aziendale, sono stati introdotti i primi programmi di corporate wellness, perché ci si è resi conto dei tanti vantaggi che comporta sia per le aziende, sia per i loro collaboratori.   I vantaggi del corporate wellness per le aziende I vantaggi per le imprese che decidono di migliorare lo stile di vita dei dipendenti attraverso l’attuazione di piani che promuovano il benessere fisico e mentale dei lavoratori sono numerosi, a partire dal miglioramento delle performance aziendali: riduzione dell’assenteismo; miglioramento della cultura aziendale; aumento del fatturato e della produttività; miglioramento dello spirito di gruppo e della collaborazione dei lavoratori; fidelizzazione dei dipendenti; aumento della soddisfazione dei clienti; accesso a una tassazione agevolata per i beni e i servizi offerti ai dipendenti; miglioramento dell’immagine aziendale.   I vantaggi del corporate wellness per i lavoratori Perché l’azienda possa trarre dei benefici dall’attuazione di progetti di corporate wellness, questi dovranno prima mostrare i loro effetti positivi sui lavoratori. Tra i vantaggi che i dipendenti ricavano dalle iniziative volte a promuovere il benessere aziendale ci sono: riduzione dello stress; miglioramento del work-life balance; miglioramento delle proprie condizioni di salute; aumento della produttività; possibilità di accedere a un ampio paniere di servizi.   Quali sono le caratteristiche di un piano di corporate wellness di successo? Spesso le aziende investono tempo e denaro in programmi di corporate wellness che poi non danno i frutti sperati. Questo spesso avviene perché, in molti casi, le iniziative non vengono proposte e seguite nel modo corretto. Perché un progetto di wellness aziendale offra i risultati sperati, chi si occupa di realizzarlo deve tenere presenti le caratteristiche di un programma di corporate wellness di successo, che sono: utilizzare strategie che siano al passo coi tempi (ad esempio, utilizzando la convenzione a Fitprime presente nei piani di welfare proposti da Day); offrire proposte diverse tra loro ma interconnesse; realizzare un piano semplice e alla portata di tutti, che offra una certa flessibilità sia a chi lo gestisce, sia a chi ne usufruisce; seguire da vicino i dipendenti, incoraggiandoli, rispondendo alle loro domande e chiarendo eventuali dubbi; monitorarne l’andamento in maniera intelligente; rendere il piano facoltativo e aggiornarlo spesso. Cosa è compreso nel corporate wellness? Nel corporate wellness è compreso tutto ciò che serve a garantire il benessere di una persona, a partire da spazi di lavoro salubri fino ad arrivare a percorsi personalizzati. Servizi per il benessere Tra i servizi per il benessere rientrano tutte quelle misure che servono ad offrire un maggiore benessere ai lavoratori mentre si trovano sul luogo di lavoro: creazione di spazi ampi e luminosi, arredati in modo da garantire il benessere e ridurre lo stress; realizzazione di aree dedicate al relax; creazione di palestre aziendali; offerta di benefit, come i voucher welfare e di un pacchetto di beni e servizi dedicati al wellbeing, come l’abbonamento in palestra, per incentivare l’attività sportiva; offrire un servizio mensa con pasti bilanciati o proporre snack sani e nutrienti nell’area adibita alle pause.   Servizi di prevenzione e salute L’offerta di servizi di prevenzione che consentano al dipendente di prendersi cura della propria salute e di quella dei propri familiari è un’altra pietra miliare del corporate wellness. Tra le misure di welfare che rientrano in questa categoria ci sono l’offerta di una polizza sanitaria e la convenzione con servizi dedicati alla salute presenti sul territorio (ad esempio laboratori di analisi e studi dentistici). Anche la prevenzione dei tumori attraverso uno stile di vita sano fa parte dei servizi dedicati alla salute. Essa può avvenire sia attraverso l’offerta di corsi che ne sottolineino l’importanza, sia mediante la stipula di convenzioni con strutture che possano offrire controlli periodici ai collaboratori.   Politiche di people development Le politiche di people development comprendono tutte quelle iniziative che permettono di creare maggiore armonia tra i lavoratori e migliorare le loro performance, come le attività di team building per l’ottimizzazione delle dinamiche tra i dipendenti, i corsi di stress management, il training per il miglioramento della leadership.   Servizi per la comunicazione del benessere I servizi per la comunicazione del benessere sono importanti tanto quanto quelli che offrono la possibilità di migliorare il proprio benessere fisico e mentale. Perché un progetto di corporate wellness abbia successo, infatti, i dipendenti devono essere adeguatamente informati sulle sue finalità e formati sulle possibilità che hanno a disposizione per migliorare la propria alimentazione e il proprio stile di vita. In questi servizi rientrano non solo le attività di formazione quali sono i seminari e l’attività di coaching, gli sportelli informativi, ma anche la promozione di attività fisica regolare (ad esempio scegliere uno sport aziendale e organizzare allenamenti e tornei o dare la possibilità di partecipare a sport di squadra). Corporate wellness e wellbeing Hai intenzione di offrire ai tuoi collaboratori dei servizi di corporate wellness ma non sai da che parte iniziare? Ecco alcune buone pratiche, facili da attuare, che potranno offrire dei benefici concreti al tuo staff: Favorire il work-life balance attraverso lo smart working Lo smart working, se applicato in maniera corretta, è un ottimo strumento per favorire la conciliazione vita-lavoro dei dipendenti, ridurre lo stress e migliorare le loro performance. Proporre la possibilità di lavorare da casa per uno o più giorni a settimana è un buon punto di partenza per iniziare ad applicare la corporate wellness.   Promuovere l’attività fisica in ufficio Spesso, quando si trascorrono lunghe ore seduti, si possono presentare dei problemi di postura che causano mal di schiena e dolori cervicali. Per questo è importante promuovere dell’attività fisica leggera che si possa svolgere in ufficio, insegnando ai lavoratori come migliorare la postura attraverso gli esercizi da scrivania o offrendo piccole sessioni di sport come lo yoga e il pilates.   Promuovere la mindfulness La mindfulness è quello stato di benessere fisico e mentale che si raggiunge attraverso il rilassamento profondo e l’equilibrio della mente e del corpo. Per aiutare i propri collaboratori a trovare il proprio equilibrio interiore si possono organizzare corsi e seminari oppure predisporre pacchetti welfare che offrano la possibilità di accedere a corsi di mindfulness e rilassamento.   Promuovere una dieta sana Promuovere una dieta sana significa promuovere la partecipazione a corsi aziendali che spieghino l’importanza di una nutrizione equilibrata, ma anche proporre menu che contengano piatti sani ed equilibrati e offrire spuntini che diano energia senza appesantire, ad esempio aderendo ad iniziative di welfare aziendale come Up Fruit di Day, che prevede di far arrivare ogni settimana frutta fresca nelle aziende.   Promuovere le iniziative legate al corporate wellness Affinché i lavoratori comprendano l’importanza di prendersi cura della propria salute e del proprio benessere e usufruiscano delle iniziative proposte dall’azienda è importante che quest’ultima fornisca loro un’informazione puntuale e capillare su tutti i servizi a loro disposizione e sulle iniziative intraprese per migliorare il loro benessere.   Dare l’esempio Perché i lavoratori comprendano i vantaggi del wellness aziendale e aderiscano con entusiasmo alle attività proposte è necessario offrire loro degli esempi concreti. Esempi che devono venire dai manager e dai dirigenti. Se, infatti, un dirigente mangia cibi poco sani e non fa attività fisica, non risulta credibile nel momento in cui propone delle iniziative legate all’alimentazione sana e allo sport.   Adesso che sai cos’è il corporate wellness e ne hai compreso i vantaggi, puoi pianificare le iniziative più adatte a garantire il benessere dei tuoi collaboratori.
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