Una semplice scelta che porta con sé tanti vantaggi per le aziende e i loro dipendenti.
Buoni Pasto
Per un break sotto una nuova luce
Buoni Pasto

Giugno 04, 2024
Buoni Pasto
Come avviene la tassazione dei buoni pasto in busta paga?
I buoni pasto fanno parte dei cosiddetti fringe benefit: beni e servizi aggiuntivi erogati dalle aziende ai propri dipendenti per migliorare la conciliazione vita-lavoro, assoggettati a una tassazione di favore. Ecco come vengono tassati in busta paga i buoni pasto cartacei e quelli elettronici.
I buoni pasto sono dei voucher erogati ai lavoratori dipendenti come servizio sostitutivo di mensa e possono essere utilizzati per acquistare pasti già pronti e prodotti alimentari. I lavoratori che li ricevono sono esentati dal pagamento delle tasse solo fino a determinate soglie stabilite dalla legge. Ecco un’utile guida sulla tassazione dei buoni pasto in busta paga aggiornata con le informazioni necessarie relative all’anno 2024.
Perché i buoni pasto sono soggetti a tassazione?
C’è differenza tra la tassazione dei buoni pasto cartacei e quelli elettronici?
La tassazione dei buoni pasto per le aziende
La normativa che regola la tassazione dei buoni pasto
Perché i buoni pasto sono soggetti a tassazione?
Esistono diversi tipi di benefit che le aziende possono erogare ai propri dipendenti: i flexible benefits, che sono totalmente esenti dall’imposizione fiscale e contributiva (perché considerati complementari alla retribuzione ordinaria) e i fringe benefits, che, invece, sono soggetti a tassazione parziale perché considerati aggiuntivi rispetto alla normale retribuzione.
I buoni pasto fanno parte dei cosiddetti fringe benefits: beni e servizi considerati come retribuzioni aggiuntive, e quindi esenti dalla tassazione solo se il loro valore non supera le soglie indicate dalla legge. Se un’azienda eroga ai propri dipendenti dei buoni pasto il cui valore è superiore ai limiti stabiliti dalla legge, la differenza verrà inserita in busta paga e il lavoratore dovrà pagarci sopra tasse e contributi.
Inoltre, sia i flexible benefits che i fringe benefits hanno diritto ad essere tassati in maniera agevolata solo se vengono erogati a tutti i dipendenti, o a categorie omogenee di lavoratori.
C’è differenza tra la tassazione dei buoni pasto cartacei e quelli elettronici?
Oggi, le aziende che decidono di erogare ai propri dipendenti un servizio sostitutivo di mensa hanno la possibilità di scegliere se versare in busta paga un’indennità sostitutiva di mensa (indennità che, a parte alcuni rari casi, è totalmente soggetta a tassazione), oppure se offrire loro i buoni pasto.
I buoni pasto sono ticket in forma cartacea o elettronica, di importo variabile, che i lavoratori possono usare per acquistare pasti già pronti, ma anche prodotti alimentari di vario genere.
Al dipendente viene erogato un buono pasto per ciascuna giornata lavorativa. Se si tratta di buoni cartacei, a inizio mese gli viene consegnato un blocchetto contenente il numero di buoni corrispondente alle giornate lavorate nel mese precedente. Se si tratta di buoni elettronici, la card dei buoni pasto viene ricaricata con la cifra corrispondente.
Se il valore di ogni singolo buono pasto supera la soglia stabilita dalla legge, la differenza va inserita in busta paga.
Quindi, per rispondere alla domanda che dà il titolo a questo paragrafo: la tassazione dei buoni pasto è uguale sia per i buoni cartacei, sia per quelli elettronici. Se il loro valore supera le soglie fissate dalla normativa, la quota che eccede viene tassata. Ciò che cambia sono le soglie di esenzione dalla tassazione, più vantaggiose per i buoni elettronici.
Per quanto riguarda la detraibilità e la deducibilità, le società titolari di partita IVA possono dedurre al 100% i costi sostenuti per l’acquisto di buoni pasto, a condizione che questi vengano erogati alla generalità o a categorie di dipendenti. L’IVA, con aliquota al 4%, è interamente detraibile per i buoni pasto elettronici, mentre non è detraibile per quelli cartacei. Inoltre, i titolari d’azienda, i soci e le aziende individuali possono detrarre l’IVA al 10% e il 75% delle spese per un importo massimo pari al 2% del fatturato.
Anche i dipendenti e i collaboratori beneficiano di vantaggi fiscali. Secondo l’art.51, comma 2, lett.C del TUIR, i buoni pasto non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente o assimilato e non contribuiscono alla determinazione della base imponibile contributiva. Per i buoni pasto digitali, l’importo complessivo giornaliero che non concorre a formare reddito lavorativo è fissato a 8 euro, mentre per i buoni pasto cartacei il limite giornaliero è fissato a 4 euro.
Dall’anno 2020 e ancora oggi, con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio relativa al 2020, le soglie stabilite sono le seguenti:
Buoni pasto esenti da tassazione fino al limite di 4 euro a buono per buoni cartacei
Buoni pasto esenti da tassazione fino al limite di 8 euro a buono per quelli elettronici.
Vediamo un esempio concreto della tassazione in busta paga dei buoni pasto cartacei e di quelli elettronici, utilizzando un’aliquota IRPEF convenzionale al 27% (senza tenere conto di eventuali detrazioni da lavoro dipendente o per carichi di famiglia).
Poniamo il caso che a un dipendente, nel mese di maggio, vengano erogati 20 buoni pasto di importo giornaliero pari a €8,50, per un valore di €170,00 complessivi.
Se i buoni pasto fossero cartacei, andrebbe inserita in busta paga la somma di €90 che è ottenuta moltiplicando la differenza tra la soglia di esenzione e l’effettivo valore del buono pasto. Se, invece, i buoni pasto erogati fossero in formato elettronico, in busta paga andrebbe inserito un importo di €10.
Di seguito la tabella con il calcolo degli importi da inserire in busta paga e delle quote INPS e IRPEF da versare, al fine di comprendere meglio la differenza di tassazione tra buoni cartacei e buoni elettronici.
BUONI PASTO CARTACEI
BUONI PASTO ELETTRONICI
VALORE BUONI PASTO (€8,50 x 20)
€ 170,00
€170,00
QUOTA DA INSERIRE IN BUSTA PAGA
(€4,50 X 20) €90
(€0,5 x 20) €10
INPS DA VERSARE (ALIQUOTA 9,19%)
€8,27
€0,91
IRPEF DA VERSARE (ALIQUOTA CONVENZIONALE AL 27%)
€24,30
€2,7
Perché ci sono più vantaggi fiscali se si usano i buoni pasto elettronici?
La recente introduzione della soglia di esenzione più alta per i buoni pasto elettronici li ha resi uno strumento più appetibile per aziende e dipendenti. Ma perché è stata operata questa scelta, da parte del legislatore?
La motivazione principale è che, aumentando la soglia di esenzione dei buoni pasto elettronici fino a 8 euro, si spera di incentivarne l’uso e favorire un progressivo abbandono del mezzo di pagamento cartaceo. Oltre ad essere più pratici da usare rispetto ai cartacei, infatti, i buoni pasto elettronici sono più facilmente tracciabili ed è più difficile che ne venga fatto un uso scorretto sia da parte degli utilizzatori, sia da parte degli esercenti.
Tassazione dei buoni pasto: i vantaggi rispetto all’erogazione dell’indennità in busta paga
Tra i servizi sostitutivi di mensa che l’azienda può erogare ai propri dipendenti non ci sono solo i buoni pasto, ma anche l’indennità sostitutiva di mensa: un importo che viene versato direttamente nella busta paga del lavoratore, come forma di indennizzo per l’assenza di una mensa aziendale dove poter consumare i pasti durante l’orario di lavoro.
Questo tipo di indennità non rientra nella platea dei fringe benefit che il datore di lavoro può erogare ai propri dipendenti, pertanto non è soggetta a tassazione agevolata, ma viene tassata per il suo intero importo.
Gli unici casi in cui questo tipo di agevolazione risulta esente da tassazione fino alla soglia (questa rimasta invariata) di 5,29 euro, sono rappresentati dal versamento dell’indennità ai lavoratori che operano nei cantieri edili, in altre strutture a carattere temporaneo o in unità produttive situate in zone dove siano assenti i servizi di ristorazione.
Sotto il profilo della tassazione, perciò, i buoni pasto, in particolare quelli elettronici, risultano più convenienti per i lavoratori, rispetto all’indennità sostitutiva di mensa, perché la tassazione agevolata riduce l’erosione del loro potere d’acquisto.
La tassazione dei buoni pasto per le aziende
L’azienda che decida di erogare i buoni pasto ai propri dipendenti ottiene numerosi vantaggi fiscali, poiché la loro tassazione prevede numerose agevolazioni.
Tra i vantaggi fiscali dei buoni pasto, anche per il 2024, figura la possibilità per i datori di lavoro di dedurre integralmente i costi relativi all'acquisto dei buoni pasto, a condizione che questi siano erogati alla generalità o a specifiche categorie di dipendenti. Inoltre, il datore di lavoro non è tenuto a operare ritenute contributive e previdenziali sul valore dei buoni pasto, come previsto dall’art. 51, comma 2, lett. c), TUIR, che non concorre alla determinazione della retribuzione imponibile ai fini contributivi.
Fino al 2008, l'IVA sui servizi alberghieri e di somministrazione di alimenti e bevande era indetraibile, fatta eccezione delle somministrazioni effettuate nei locali aziendali. Poiché i buoni pasto non rientravano in questa eccezione, l'IVA sui buoni pasto era considerata indetraibile. Con l’entrata in vigore dell’art. 83, D.L. n. 112/2008, è stata soppressa questa disposizione, eliminando così il riferimento all'indetraibilità oggettiva dell'IVA sui buoni pasto.
Come detto, il costo dei buoni pasto è deducibile al 100%. Ciò significa che le imprese che decidono di riconoscerli ai propri collaboratori possono recuperare il costo sostenuto per erogarli in maniera completa.
I buoni pasto elettronici, inoltre, sono soggetti ad un’aliquota IVA agevolata, pari al 4%, anch’essa totalmente deducibile.
Questo vale, però, solo per i buoni pasto elettronici. L’IVA versata dalle aziende per i buoni cartacei, che sono soggetti ad un’aliquota del 10%, non è deducibile in alcun modo.
La normativa che regola la tassazione dei buoni pasto
La normativa di riferimento che regola la tassazione dei buoni pasto è costituita da diverse norme. Le più importanti sono:
la circolare numero 26 E del 2010
l’articolo 51 dei TUIR
il decreto legislativo n°314 del 1997
La circolare numero 26 E del 2010 stabilisce che i buoni pasto siano equiparabili a compensi in denaro e non in natura, pertanto non è possibile convertire il loro valore in denaro.
L’articolo 51 dei TUIR intitolato “Determinazione dei redditi da lavoro dipendente”, aggiornato alla Legge di Bilancio 2020, che si esprime sia sulle soglie di esenzione, sia sulla cumulabilità dei buoni.
Secondo quanto stabilito al comma 2c, non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente le somministrazioni di vitto da parte del datore di lavoro, nonché quelle in mense organizzate direttamente dal datore di lavoro o date in gestione a terzi. Lo stesso articolo, sempre al comma 2c, stabilisce che non concorrono a formare il reddito imponibile le prestazioni sostitutive delle somministrazioni di vitto fino all’importo complessivo giornaliero di euro 4, aumentato a euro 8 nel caso in cui esse siano rese in forma elettronica.
Al comma 3 bis viene poi specificato che l’erogazione di beni, prestazioni opere e servizi da parte del datore di lavoro può avvenire attraverso l’erogazione di documenti di legittimazione, in formato cartaceo o elettronico, riportanti un valore nominale.
Questa è la normativa che riguarda l’imposizione fiscale sui redditi. I buoni pasto, però, sono soggetti anche a imposizione contributiva.
Il Decreto Legislativo n°314 del 1997, che ha modificato il TUIR, il Testo Unico sulle Imposte sui Redditi, proprio nella parte riguardante la determinazione dei redditi da lavoro dipendente, ha previsto l’allineamento della base imponibile fiscale con quella previdenziale.
Ciò vuol dire che i buoni pasto sono esenti dal versamento dei contributi fino alle soglie di 4 e 8 euro stabilite dalla normativa.

Aprile 12, 2024
Buoni Pasto
Ristorazione green: buon cibo e sostenibilità, una combinazione possibile
Cosa significa davvero essere un ristorante sostenibile? E cosa fa un ristorante per guadagnarsi questa etichetta? Ve lo spieghiamo meglio nell’articolo che trovate di seguito.
Negli ultimi anni, l'interesse per la sostenibilità è cresciuto in modo esponenziale in vari settori, compreso quello del mondo della ristorazione. I consumatori sono sempre più consapevoli dell'impatto ambientale delle loro scelte alimentari e desiderano sostenere attivamente le aziende che adottano pratiche sostenibili.
Un ristorante sostenibile fa del suo meglio per utilizzare ingredienti locali e di stagione. Questo non solo riduce l'impatto ambientale legato al trasporto, ma supporta anche i produttori locali e promuove la diversità biologica. I menù stagionali consentono ai cuochi di sfruttare al massimo la freschezza e il sapore degli ingredienti, garantendo un'esperienza culinaria superba.
Riduzione dello Spreco Alimentare
Risparmio Energetico e Utilizzo di Energia Rinnovabile
Educazione e Coinvolgimento della Comunità
Ristorazione sostenibile 360: il progetto dell’Emilia Romagna
Riduzione dello Spreco Alimentare
La riduzione dello spreco alimentare è una priorità fondamentale per un ristorante sostenibile. Questo può essere realizzato attraverso pratiche come il monitoraggio attento delle scorte, la porzionatura accurata dei piatti e l'offerta di opzioni di ridistribuzione degli avanzi. Alcuni ristoranti sperimentano anche tecniche di conservazione avanzate, come la fermentazione e la liofilizzazione, per prolungare la durata di conservazione degli alimenti.
Un'altra caratteristica chiave di un ristorante sostenibile è la promozione di opzioni alimentari a base vegetale. Ridurre il consumo di carne può contribuire significativamente a ridurre l'impatto ambientale complessivo dell'industria alimentare. I ristoranti sostenibili non necessariamente rinunciano alla carne del tutto, ma offrono una gamma diversificata di piatti che mettono in risalto verdure, legumi e cereali integrali.
Risparmio Energetico e Utilizzo di Energia Rinnovabile
L'efficienza energetica è un'altra area in cui i ristoranti sostenibili si distinguono. Ciò può includere l'adozione di apparecchiature a basso consumo energetico, l'ottimizzazione dei sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell'aria e l'investimento in energia rinnovabile, come pannelli solari o turbine eoliche. Ridurre il consumo energetico non solo aiuta l'ambiente, ma può anche ridurre i costi operativi a lungo termine.
Un ristorante sostenibile si impegna anche nella gestione responsabile delle risorse idriche. Questo può significare l'installazione di dispositivi a basso flusso per rubinetti e docce, nonché l'implementazione di pratiche per la raccolta e il riutilizzo delle acque piovane. La riduzione dello spreco idrico è cruciale per proteggere le risorse idriche locali.
Educazione e coinvolgimento della comunità
Infine, un ristorante sostenibile cerca di educare e coinvolgere la comunità sulle questioni legate alla sostenibilità alimentare. Questo può essere fatto attraverso eventi educativi, workshop culinari e collaborazioni con organizzazioni ambientali locali. Inoltre, alcuni ristoranti possono coinvolgere attivamente i propri clienti, incoraggiandoli ad adottare comportamenti più sostenibili anche al di fuori del ristorante.
I buoni pasto Up Day e l’app Buoni Up Day offrono la possibilità di fare una pausa pranzo salutare e consapevole e di individuare i locali sostenibili di interesse, grazie al filtro PAUSA SANA disponibile sulla app e di scegliere quello più adatto ad uno stile di vita sano e ad un’equilibrata alimentazione.
In conclusione, un ristorante sostenibile non è solo un luogo dove si gusta del buon cibo, ma è anche un punto di riferimento per pratiche alimentari che rispettano l'ambiente e promuovono un futuro più sostenibile per tutti. Attraverso un impegno concreto e continuo, questi ristoranti dimostrano che è possibile coniugare gusto, qualità e responsabilità ambientale in un'unica esperienza culinaria straordinaria.
Ristorazione sostenibile 360: il progetto dell’Emilia Romagna
RS360 è un programma volontario di certificazione per la ristorazione regionale, adatto ad ogni tipo di ristorante dell’Emilia Romagna. È un’opportunità per il ristoratore di condividere con trasparenza i propri impegni responsabili ai clienti ed avrà la possibilità di valutare e misurare le proprie prestazioni di sostenibilità, anticipando così le sfide del futuro.
RS360 è un programma inclusivo, composto da membri della comunità tecnico-scientifica del settore, che ne garantisce la solidità ed il continuo adeguamento alle più avanzate conoscenze.
Un video esplicativo di questo progetto :

Febbraio 01, 2024
Buoni Pasto
Il viaggio verso il Consumo Consapevole: un approccio sano alla pausa pranzo
Nel mondo frenetico di oggi, dove il tempo è spesso un bene prezioso, è facile cadere nella trappola di scelte alimentari veloci e poco salutari. Tuttavia, c'è un movimento in crescita che promuove il consumo consapevole, incoraggiando le persone a riflettere sulle proprie scelte alimentari e ad abbracciare uno stile di vita più sano. In questo articolo, esploreremo il concetto di consumo consapevole e come applicarlo ai nostri pasti quotidiani.
Cos'è il consumo consapevole
Una pausa pranzo consapevole
Niente cibo sprecato con Last Minute Sotto casa
Che cos’è il consumo consapevole
Il consumo consapevole è un concetto che guida individui e comunità verso scelte più responsabili e sostenibili. In un'epoca in cui la società è sempre più consapevole dell'impatto ambientale e sociale delle proprie azioni, il consumo consapevole emerge come un modo efficace per promuovere un cambiamento positivo.
Il consumo consapevole non è semplicemente limitato all'atto di acquistare beni e servizi, ma implica una riflessione più profonda su come le nostre decisioni influenzano il mondo che ci circonda. Significa essere consapevoli delle risorse impiegate nella produzione di un oggetto, delle condizioni di lavoro dei produttori e del ciclo di vita del prodotto stesso. Si tratta di un approccio che incoraggia a fare scelte informate, considerando gli impatti ambientali, sociali ed economici.
Una pausa pranzo consapevole
La pausa pranzo è l'occasione perfetta per fare scelte alimentari consapevoli. Optare per cibi locali e di stagione non solo supporta l'economia locale, ma riduce anche l'impatto ambientale legato al trasporto di alimenti da luoghi lontani. Inoltre, scegliere opzioni biologiche e sostenibili promuove pratiche agricole rispettose dell'ambiente.
Un elemento chiave di questa tipologia di scelta, è la consapevolezza dei nutrienti che il nostro corpo richiede per funzionare al meglio. Pasti sani e nutrienti oltre a concedere soddisfazione al palato, dovrebbero fornire nutrimento equilibrato.
Ma le nostre scelte alimentari non influenzano solo la nostra salute individuale, hanno anche un impatto significativo sul pianeta. Esiste un legame profondo tra ciò che mettiamo nel nostro piatto e l'ambiente che ci circonda.
L'industria alimentare è una delle principali fonti di emissioni di gas serra a livello globale. Dalla produzione agricola al trasporto e alla distribuzione, ogni fase del ciclo alimentare contribuisce al cambiamento climatico. L'adozione di pratiche agricole sostenibili e la riduzione delle emissioni di gas serra nell'industria alimentare sono cruciali per mitigare gli effetti negativi sull'ambiente.
Preferire cibi locali e di stagione può ridurre l'impatto ambientale legato al trasporto di merci su lunghe distanze. Inoltre, sostenere l'agricoltura locale promuove la diversità agricola e contribuisce a mantenere le comunità rurali.
Con i buoni pasto Up Day e soprattutto Con l’app Buoni Up Day è possibile fare una pausa pranzo salutare e consapevole. Basta cercare la tipologia di locali di interesse e grazie al filtro PAUSA SANA scegliere il più adatto ad uno stile di vita sano e ad un’equilibrata alimentazione
Niente cibo sprecato con Last Minute Sotto casa
Il cibo sprecato è un problema cruciale nell'intera catena alimentare. Oltre a rappresentare una perdita di risorse e di denaro, contribuisce alle emissioni di gas serra derivanti dalla decomposizione dei rifiuti organici.
Ridurre lo spreco alimentare attraverso pratiche di consumo consapevole è fondamentale per promuovere la sostenibilità.
Last Minute Sotto Casa fa parte delle offerte proposte da Up Day e consente ai negozi con prodotti alimentari in prossimità di scadenza, di informare con immediatezza i cittadini nelle vicinanze, dell’opportunità di acquisto a prezzi scontati anche oltre il 50%
Un’idea Win-Win-Win che permette ad oggi di non buttare ogni mese nella spazzatura quasi una tonnellata di prodotto alimentare, consentendo inoltre ai cittadini un risparmio quotidiano che va dai 150 ai 250 euro.
Il negoziante evita di gettare prodotti ancora vendibili, il cliente ha l’occasione di risparmiare ma soprattutto vince il Pianeta!
La connessione tra alimentazione e ambiente è un aspetto cruciale della nostra vita quotidiana. Le nostre scelte alimentari influenzano direttamente la salute del pianeta, e optare per un'alimentazione più sostenibile può contribuire in modo significativo alla conservazione dell'ambiente per le generazioni future. L'adozione di pratiche alimentari consapevoli è il primo passo verso un futuro in cui il nostro benessere è strettamente intrecciato con quello del pianeta che è la nostra casa.

Gennaio 24, 2024
Buoni Pasto
Vuoi conoscere i locali dove spendere i tuoi buoni pasto DAY?
Molti tra il milione di lavoratori che utilizzano i buoni pasto Day nella loro pausa pranzo, sono clienti affezionati di alcuni esercizi affiliati. Pranzano sempre negli stessi posti, perché hanno trovato locali accoglienti e personale famigliare.
La pausa diventa così un momento per ricaricarsi e tornare poi al lavoro con più energia. Ma cosa succede quando ci spostiamo o desideriamo cambiare menu? Come trovare un locale adatto alle nostre esigenze?
Un unico strumento per scoprire i tuoi locali
La sezione online per la pausa pranzo a domicilio
Ogni domanda ha la sua risposta
Un unico strumento per scoprire i tuoi locali
All’interno della app ‘Buoni Up Day’ o del portale dedicato a tutti gli utilizzatori delle soluzioni Day, nella sezione MAPPA puoi cercare i locali che accettano i tuoi buoni, quelli più vicini a te o scegliere una località di tuo interesse.
Se sei già registrato alla piattaforma, non occorre una nuova registrazione. Puoi accedere con le stesse credenziali. Se non sei ancora registrato, bastano pochi passaggi per attivare il tuo Account Up Day.
Scarica qui App Buoni Up Day per iOS
Scarica qui App Buoni Up Day per Android
Se si hanno esigenze specifiche, nella sezione mappa, i FILTRI aiutano a scoprire le specialità gastronomiche, le modalità di pagamento e i servizi che i nostri partner offrono: intolleranze al lattosio, cucina macrobiotica, consegna take away, cucina healthy food, tutto facilmente reperibile per vivere la propria pausa al meglio.
Per ogni locale è possibile visualizzare recensioni, foto e info utili fornite da Google.
Inoltre è possibile pagare comodamente dal proprio smartphone in pochi click il proprio pranzo. Puoi scegliere di pagare con Codice o con QR Code. Per pagare con Codice è sufficiente digitare il Codice generato dalla app dopo aver selezionato il numero buoni da utilizzare. Per pagare con QR Code invece, basta inquadrare il codice QR identificativo del locale.
La sezione online per la pausa pranzo a domicilio
La sezione ONLINE permette di poter acquistare nei siti Partner, con il buono pasto elettronico, tante soluzioni per la propria pausa pranzo. Diverse piattaforme di e-commerce che consegnano a domicilio in tutta Italia piatti pronti, spesa o prodotti gastronomici di alta qualità.
Recentemente Carrefour e Easy Coop sono entrate a far parte della rete online, basterà quindi possibile spostare i buoni in cloud nella propria app e procedere con gli acquisti sui siti partner e ricevere la spesa a domicilio.
A disposizione migliaia di prodotti per la spesa online e promozioni sui propri prodotti preferiti.
Ogni domanda ha la sua risposta
Per assistenza 24 ore su 24 è possibile attivare il Chatbot Up Day oppure chiamare l’Assistenza Dedicata 051 210 6509 dal lunedì al venerdì 8:30 - 18:30 orario continuato.
Il chatbot è perfettamente integrato con i sistemi di Up Day: questo gli consente di conoscere in anticipo le informazioni e i problemi dell’utente, offrendo risposte diverse a seconda di chi gli sta scrivendo per un’esperienza completamente personalizzata.
Il chatbot automatizza tutte le operazioni più comuni, come ricercare i locali in cui trascorrere la pausa pranzo, ma anche quelle più complesse come attivare la propria card contenente i buoni pasto o ricevere assistenza per gli acquisti online.

Settembre 11, 2023
Buoni Pasto
Buoni pasto in maternità, che cosa stabilisce la normativa?
I buoni pasto rappresentano un benefit aziendale utilissimo e apprezzato sia dalle aziende che dai lavoratori. Ma si ha diritto a riceverli durante la maternità e l’allattamento?
I buoni pasto sono uno dei benefit aziendali più apprezzati dai lavoratori e, secondo la normativa, spettano a tutti i dipendenti subordinati. Si tratta di un servizio di mensa sostitutivo da utilizzare durante la pausa pranzo e non solo. Questi fringe benefit risultano vantaggiosi sia per gli impiegati che per l’azienda che li eroga tramite welfare aziendale, poiché grazie a questi è possibile ottenere diverse agevolazioni fiscali, oltre a favorire il benessere di tutti i lavoratori. Ma cosa succede quando la dipendente si trova in maternità? Scopriamolo in questo articolo.
Congedo di maternità: cosa sapere
Buoni pasto durante il congedo di maternità
Buoni pasto durante il periodo di allattamento
Come sostenere le lavoratrici con il welfare aziendale
Congedo di maternità: cosa sapere
Prima di tutto, è importante sapere che esistono diversi tipi di congedi di maternità e il riconoscimento dei buoni pasto dipende dalla fonte di erogazione. Ma andiamo con ordine e vediamo prima quali sono le differenze fra:
Maternità obbligatoria
Maternità facoltativa
Maternità anticipata
Maternità obbligatoria
La maternità obbligatoria, chiamata anche congedo di maternità obbligatorio, è il periodo in cui la dipendente deve astenersi obbligatoriamente dal lavoro durante la gravidanza e il puerperio o, in altri casi, a seguito di adozione o affidamento di minori. Questo periodo dura 5 mesi e può avere inizio:
durante i due mesi che precedono la data presunta del parto;
durante i tre mesi successivi al parto effettivo.
Oltre a essere un obbligo da parte del datore di lavoro, è anche un diritto indisponibile della lavoratrice. In altre parole, l’astensione dal lavoro non può essere in nessun caso oggetto di rinuncia, nemmeno in caso di ottime condizioni di salute della madre e del feto. L’INPS riconosce in questo caso un’indennità pari all’80% dello stipendio percepito dalla lavoratrice.
Maternità facoltativa
Una volta trascorso il periodo di congedo di maternità obbligatorio che, come abbiamo visto, è pari a 5 mesi complessivi, la lavoratrice ha il diritto di richiedere ulteriori mesi di astensione facoltativa dal lavoro dopo la nascita o l’adozione del figlio. Inoltre, la maternità facoltativa può essere richiesta da entrambi i genitori nei primi 12 anni di vita del figlio, quindi è un diritto riconosciuto anche al lavoratore padre. A differenza del congedo obbligatorio, viene indennizzato dall’INPS al 30% della retribuzione e può essere utilizzando anche sotto forma di permessi.
Maternità anticipata
In alcuni casi è possibile o necessario usufruire della maternità anticipata. Nello specifico, la lavoratrice può richiedere di anticipare il periodo di maternità obbligatorio quando sussistono gravi malattie o complicanze che possono compromettere la gravidanza oppure quando le condizioni lavorative o ambientali non possono essere ritenute consone per tutelare la salute del bambino e/o della donna. Lo stesso vale quando la donna è addetta a lavorazioni pericolose, pesanti e/o insalubri e non è possibile assegnarle altre mansioni compatibili con il suo attuale stato di salute.
Buoni pasto durante il congedo di maternità
Come accennato, il riconoscimento dei buoni pasto nel periodo di maternità obbligatoria dipende sostanzialmente dalla fonte di erogazione. Cosa vuol dire? Significa che le dipendenti hanno diritto ai buoni pasto durante tale periodo solo se il regolamento interno aziendale, il contratto individuale o la contrattazione li prevedono. Trattandosi di un elemento del trattamento economico e normativo che l’azienda è obbligata a garantire ai propri lavoratori, infatti, anche nel periodo di maternità dovrà essere garantito questo servizio.
Diversamente accade invece quando il buono pasto è erogato dal datore di lavoro su base volontaria, in assenza di un accordo individuale. In questo caso la lavoratrice non avrà il diritto a ricevere i buoni pasto.
In ogni caso, qualora la dipendente in maternità abbia diritto al servizio sostitutivo di mensa aziendale, questi non contribuiranno alla formazione del reddito da dipendente fino al limite giornaliero di 8 euro in caso di buoni pasto elettronici o di 4 euro in caso di buoni pasto cartacei.
È importante sapere che ciò che la legge prevede per la maternità obbligatoria vige anche in caso di paternità obbligatoria con l’unica differenza che invece di durare 5 mesi la sua durata è pari a 10 giorni.
E per quanto riguarda invece i buoni pasto durante il congedo parentale? A prescindere dai contratti collettivi e dalla modalità di erogazione, purtroppo, durante la maternità facoltativa e il congedo parentale non sono previsti questi benefit per i lavoratori.
Buoni pasto durante il periodo di allattamento
Tutte le donne dipendenti in maternità devono sapere che anche durante l’allattamento vengono maturati i buoni pasto. La Cassazione ha stabilito che la dipendente ha diritto al riconoscimento dei buoni pasto soltanto se la sua prestazione lavorativa è di almeno 6 ore al giorno o pari a quanto stabilito dalla contrattazione collettiva. Infatti, l’erogazione dei buoni pasto è correlata al diritto a fare un intervallo in una giornata lavorativa con una durata superiore a sei ore.
Come sostenere le lavoratrici in maternità con il welfare aziendale
Ogni azienda può scegliere di sostenere i dipendenti che sono diventati genitori e, nello specificato, le neo o future mamme, in svariati modi. È possibile scegliere fra numerosi benefit come ad esempio i voucher welfare, che danno alle madri e ai padri la possibilità di acquistare beni e servizi necessari durante il periodo di maternità e per i bambini in generale (asili nido, baby sitter, ecc); i rimborsi spesa, i buoni regalo e molti altri ancora.
Oltre ai benefit citati, i datori di lavoro hanno a loro disposizione una vasta gamma di fringe benefit da scegliere in base alle esigenze dei propri dipendenti e dell’azienda stessa, che risultano convenienti per tutti in quanto prevedono numerose agevolazioni fiscali e contribuiscono al miglioramento del clima aziendale e del benessere generale dei lavoratori.