Buoni Pasto

Una semplice scelta che porta con sé tanti vantaggi per le aziende e i loro dipendenti.

La connessione cibo-salute
Luglio 01, 2020
Buoni Pasto

Rubrica Pausa Sana: la connessione cibo-salute

Nella rubrica Pausa Sana oggi parliamo di salute e benessere grazie al contributo del dottor Giuseppe Scopelliti biologo nutrizionista. La corretta nutrizione è essenziale non solo per mantenerci in vita ma per avere una vita sana e salutare. Abbiamo tutti sentito il vecchio detto "tu sei quello che mangi" del filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, detto antico ma assolutamente attuale e vero. Seguire una dieta sana, ricca di vitamine e minerali si rifletterà sul benessere del nostro corpo, facendoci sentire in forma, pieni di energie e benessere in generale. Allo stesso modo le persone che limitano la loro dieta al cibo spazzatura, subiranno senza dubbio le conseguenze del non dare al proprio organismo ciò di cui ha bisogno per star bene. Il risultato non è solo stanchezza e bassi livelli di energia ma anche una salute scadente. Comprendere questa diretta connessione tra la tua salute e la tua dieta può spingerti a fare scelte dietetiche più sane. Di cosa ha bisogno il nostro organismo Spesso diamo per scontato il fatto che il cibo sia essenziale, ma di fatto abbiamo  bisogno di sostanze nutritive. Secoli fa quando i marinai attraversavano l'oceano per mesi senza una corretta alimentazione, finivano col contrarre lo scorbuto a causa della mancanza di vitamina C. La vitamina C insieme ad altre vitamine e minerali, sono necessarie affinchè il nostro organismo si mantenga sano e funzionale. Il cibo ci dà il carburante per pensare e l'energia per muovere i muscoli. I micronutrienti, le vitamine e i minerali permettono al nostro corpo di funzionare: abbiamo bisogno di cibo non solo per mantenerci in salute ma anche per sentirci meglio. L'unico modo in cui il nostro corpo otterrà le molte sostanze nutrienti necessarie per mantenersi in uno stato di buona salute è mangiare una grande varietà di alimenti sani. Le linee guida per la nostra salute La piramide alimentare e le raccomandazioni alimentari quotidiane sono state create a seguito di accurate ricerche e continuano ad essere costantemente aggiornate ogni qual volta emergono informazioni aggiuntive sul ruolo della nutrizione sulla salute. Il cibo nasce come una necessità per restare in vita, ma diventa poi la chiave per consentire al corpo di funzionare al meglio. La ricerca dimostra che un'alimentazione corretta migliora la salute e che assumere sufficienti vitamine e minerali può anche ridurre il rischio di malattie. Dieta inadeguata, salute scadente Diversi alimenti hanno un grande impatto sulla salute del nostro cuore. La ricerca ha da tempo dimostrato che frutta e verdura e una dieta ricca di cereali integrali e povera di grassi saturi, può aiutare a proteggerci da malattie cardiache e dalla pressione alta, mentre una dieta ad alto contenuto di grassi saturi e trans, senza frutta e verdure sufficienti può effettivamente provocare quelle determinate malattie. Anche piccole carenze alimentari possono avere un grande impatto negativo sulla nostra salute. Il problema sanitario più comune dovuto alla mancanza di nutrienti è la carenza di ferro. Le donne e le ragazze in età fertile hanno bisogno di diete ricche di ferro per sostituire quello che perdono ogni mese durante il ciclo. Il ferro è anche un nutriente essenziale per i neonati, i bambini e gli adolescenti in crescita. Un altro esempio è il calcio, necessario per mantenere le ossa forti e sane. Senza di esso il corpo può sviluppare l'osteoporosi, una patologia caratterizzata da ossa deboli e fragili. Avere una dieta varia e bilanciata permetterà di assimilare tutte le sostanze nutritive di cui abbiamo bisogno. Teniamo bene a mente che il nostro corpo utilizza tutto ciò ingeriamo come alleato di benessere e viceversa. Puoi trovare l'articolo originale qui https://studionewlife.it/la-connessione-tra-cibo-e-salute/ scritto dal dott. Giuseppe Scopelliti Biologo Nutrizionista per maggiori informazioni o richiesta di contatti scrivi a info@day.it  
Nutrizionista Pausa Sana
Giugno 30, 2020
Buoni Pasto

Dr Giuseppe Scopelliti: un nutrizionista del programma Pausa Sana

Da oggi PAUSA SANA, il nuovo programma lanciato da Up Day che indirizza ad uno stile di vita sano e ad una corretta alimentazione, avrà l’apporto ed il supporto del dottor Giuseppe Scopelliti, biologo nutrizionista. Grazie a consigli, ricette e tante informazioni utili per migliorare la qualità della nostra vita, il nostro esperto scelto e garantito da Up Day, ci guiderà settimanalmente alla conquista del nostro benessere e sarà disponibile per appuntamenti con piani alimentari personalizzati. Trovate di seguito il racconto del suo percorso personale e professionale. [caption id="attachment_18021" align="aligncenter" width="300"] Dr Giuseppe Scopelliti Biologo Nutrizionista[/caption] Biografia Sono il Dottor Giuseppe Scopelliti Biologo Nutrizionista classe 1977. Mi sono appassionato alla nutrizione sana e scientifica perché io per primo sono stato un “paziente” da giovane. In seguito a problemi di salute in età adolescenziale, ho vissuto in prima persona gli effetti di un aumento del peso che mi collocava quindi tra le persone in sovrappeso. Una volta risolti per il meglio i problemi di carattere strettamente medico, sono rimasti quelli di carattere fisico e nutrizionale. Questo mi ha spinto ad avvicinarmi con salutare curiosità ed interesse verso il mondo della nutrizione e del benessere rivolgendomi ad un collega. Questo, unito alla passione per le scienze, mi ha portato ad iscrivermi alla facoltà di Biologia e conseguire la laurea in Scienze Biologiche prima presso l’Università degli Studi di Palermo e successivamente una seconda laurea presso l’Alma Mater di Bologna. Sono un grande appassionato di fitness tanto da considerare la palestra la mia seconda casa, applico la scienza all’allenamento e alla nutrizione ottenendo risultati migliori, più duraturi e in tempi più brevi rispetto ad un approccio esclusivamente didattico. Sono anche un grande appassionato di cucina, mi piace creare piatti sani e dietetici ma al tempo stesso semplici e gustosi perché essere a dieta non vuol dire deprimersi ma mangiare in modo sano senza rinunciare al piacere del cibo, parola di Nutrizionista. Vuoi contattare il dr Scopelliti? Per informazioni e richieste invia una mail a info@day.it
Buonissimo
Giugno 17, 2020
Buoni Pasto

Buonissimo: il buono pasto che crea valore sul mercato

Up Day lancia sul mercato del buono pasto un nuovo prodotto: Buonissimo, un buono esclusivamente elettronico in grado di creare un circolo virtuoso e creare connessioni positive tra aziende, utilizzatore ed esercente con benefici per tutti. Rete di partner allargata Infatti, le aziende che scelgono Buonissimo hanno a disposizione uno strumento per motivare e fidelizzare ancora di più i propri collaboratori che, tramite app e card, accedono ad una ampia e privilegiata rete di partner: non solo gli attuali 110.000 già attivi sul territorio ma anche grandi catene discount e negozi di prossimità, oltre alle piattaforme di delivery e di E-Commerce della GDO, che fanno del risparmio il loro punto di forza. Cash back per gli utilizzatori L’utilizzatore avrà inoltre a disposizione, per ogni buono impiegato nei negozi di prossimità, cash back garantito sotto forma di punti e programmi di loyalty in buoni spesa Cadhoc, con l’obiettivo di incentivare i consumi e sostenere i piccoli esercizi. Benefici per gli esercenti I benefici sono evidenti anche per gli esercenti perché con Buonissimo la commissione di gestione si riduce ai minimi termini, trasformandosi in maggiore servizio per il beneficiario finale. Up Day si impegna a creare Valore Questo nuovo approccio al buono pasto sottolinea l’impegno di Up Day nel voler creare valore per l’intera filiera con soluzioni eque e sostenibili per le famiglie, per gli esercenti e per le aziende. Buonissimo deriva in parte dall’esperienza dei buoni solidali alimentari in cui Up Day si è distinta recentemente, mettendo a disposizione dei Comuni tutte le sue competenze e i suoi strumenti tecnologici e finanziari per sostenere l’intero ecosistema nel fronteggiare il periodo di crisi sanitaria e di emergenza alimentare che hanno colpito il Paese. Infatti in quel contesto, Up Day ha emesso buoni alimentari solidali al prezzo di costo e con una marginalità totalmente azzerata, in linea con quanto promulgato da ANSEB, l’Associazione nazionale che rappresenta le società che emettono buoni pasto e buoni spesa. Rapporto welfare firmato Up Day Tecnè Inoltre, quanto emerso dal Rapporto sul Welfare Aziendale firmato Up Day in collaborazione con Tecnè, primario istituto di ricerca sul panorama nazionale, è ulteriore riprova dei benefici che strumenti come il buono pasto e il buono spesa portano alle famiglie con diretta positiva ricaduta sui consumi, soprattutto in un periodo come quello attuale. Infatti, per il 92% dei lavoratori, avere a disposizione Buoni Spesa o Buoni Pasto rappresenta inequivocabilmente un netto vantaggio, per il 95,4% questi strumenti sono un importante contributo per arrivare a fine mese e, allo stesso modo, il 95,8% li vede come ausilio sostanziale per il bilancio familiare. Nonostante sia alto l’apprezzamento dei Buoni Pasto e Buoni Spesa da parte delle aziende e dei lavoratori che li hanno, è solo il 27,5% degli intervistati a usufruire di questi strumenti in Italia. Incrociando, quindi, i dati estremamente positivi sui vantaggi del welfare aziendale, con le evidenze di una diffusione che ha ancora un ampio margine di crescita all’interno del tessuto economico italiano, emerge l’enorme potenziale di queste tipologie di strumenti. A fronte di una crescita ulteriore in termini di utilizzo, infatti, la curva di benessere e consumi dell’intero paese potrebbe crescere in maniera importante.
Fare la spesa con i buoni pasto
Giugno 15, 2020
Buoni Pasto

Come fare la spesa con i buoni pasto

Uno dei maggiori vantaggi dei buoni pasto è la possibilità di usarli anche per fare la spesa.  Scopri tutte le informazioni sulle modalità e le limitazioni che riguardano l’utilizzo dei buoni pasto per fare acquisti. Tra i benefit aziendali più apprezzati dai lavoratori ci sono i buoni pasto: ticket cartacei o elettronici che possono essere utilizzati per acquistare non solo pasti già pronti, ma anche prodotti alimentari di vario genere. In questo articolo potrai scoprire tutto quello che c’è da sapere su come fare la spesa con i buoni pasto. Quanti buoni pasto si possono usare per la spesa? Ci sono dei vincoli? Dove fare la spesa con i buoni pasto? Come fare la spesa online con i buoni pasto? Quanti buoni pasto si possono usare per la spesa? Cumulare i buoni pasto e usarli anche per fare la spesa per la famiglia, oltre che per acquistare pasti già pronti durante la pausa pranzo, è sempre stata una pratica comune tra i lavoratori dipendenti che li ricevono dalle proprie aziende, in sostituzione del servizio mensa. Ma cosa vuol dire, di preciso, cumulare? Non vuol dire certo possedere più buoni contemporaneamente! Essi, infatti, vengono consegnati in blocchetti o caricati sulla card a inizio mese (se si tratta di buoni pasto elettronici), perciò è normale possederne più di uno. Cumulare i buoni pasto vuol dire utilizzarne più di uno contemporaneamente per acquistare pasti già pronti, oppure fare la spesa.   I buoni pasto sono un servizio sostitutivo di mensa, perciò la legge, in passato, ne vietava la cumulabilità e, almeno in teoria, obbligava i lavoratori a spenderne non più di uno al giorno; inoltre, prevedeva che gli esercizi commerciali non ne accettassero in pagamento un numero maggiore. Dal 2017, con l’emanazione del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n°122, le regole per l’utilizzo dei buoni pasto sono cambiate: grazie alla nuova normativa, ora è possibile utilizzare più buoni contemporaneamente per fare la spesa negli esercizi indicati. L’articolo 4 del decreto, infatti, stabilisce che i ticket “non sono cedibili, né cumulabili oltre il limite di otto buoni”. Quindi ogni lavoratore, per fare la spesa, può usare un massimo di 8 buoni pasto: un bel vantaggio per le famiglie, che in questo modo possono risparmiare qualcosa sul budget dedicato all’acquisto di generi alimentari. Ci sono dei vincoli? Alcuni vincoli sulle modalità di utilizzo dei buoni pasto, tuttavia, sono rimasti in vigore. In particolare, continua ad essere vietato: cedere i buoni pasto ad altre persone. I ticket sono nominativi e quindi non possono essere ceduti dal titolare ad altri, neanche se appartenenti al proprio nucleo familiare; convertire i buoni pasto in denaro; acquistare determinate categorie di prodotti. A differenza dei buoni spesa, che non hanno limiti, i buoni pasto solitamente non possono essere usati per acquistare bevande alcoliche, prodotti non alimentari o comunque prodotti che l'eventuale esercizio commerciale decide di vincolare o escludere. Il vincolo sulla spendibilità dei buoni soltanto nelle giornate lavorative è invece decaduto, perciò è possibile fare acquisti coi buoni pasto anche nei giorni festivi e quando si è in ferie. Dove fare la spesa con i buoni pasto? La legge sui buoni pasto, nel garantire la possibilità di cumularli, ha ampliato anche la platea degli esercizi nei quali poter spendere i propri ticket. Ecco una lista dei principali esercizi in cui è possibile utilizzare i buoni pasto per fare la propria spesa tutti i giorni della settimana: bar, ristoranti, pizzerie; tavole calde e self-service; mense aziendali; supermercati e negozi di alimentari; gastronomie e rosticcerie; negozi che vendono prodotti biologici; mercati; chioschi di street food; imprese artigiane del settore alimentare (ad esempio le pasticcerie); agriturismi; spacci aziendali; imprese agricole che vendono i loro prodotti; Il fatto che siano indicate nell’elenco presente nel decreto, tuttavia, non obbliga queste attività ad accettare i buoni pasto. Solo gli esercizi convenzionati con le società emettitrici dei buoni pasto forniti dall’azienda li accettano come modalità di pagamento. Solitamente, per segnalare che in un locale è possibile pagare con un certo tipo di buoni, gli esercenti convenzionati con queste società mettono all’ingresso un adesivo apposito, così i clienti possono saperlo con certezza ancora prima di entrare. Chi possiede dei buoni pasto elettronici prima di pagare dovrebbe informarsi se l’esercizio in cui intende spenderli li accetti o meno. A differenza dei ticket cartacei, che si usano un po’ come il denaro in contante e necessitano solo di essere controfirmati per essere validati, i ticket elettronici, per poter essere validati, necessitano di un POS diverso da quello delle carte di credito, che viene fornito agli esercizi dalla società emettitrice. Day mette a disposizione delle persone che utilizzano i suoi buoni pasto due utili strumenti per verificare quali siano gli esercizi commerciali della tua zona che li accettano come mezzo di pagamento: la App Buoni Up Day e il servizio Trovalocali. Con la App Buoni Up Day (disponibile sia nell’AppStore, sia sul PlayStore) non solo si possono trovare i locali della propria zona dove è possibile spendere i buoni pasto e controllare quale tipo di ticket accettano. Dopo aver caricato i codici dei buoni elettronici e cartacei sulla App, la si può usare anche per tenere sotto controllo la quantità di buoni utilizzati, calcolare il numero di ticket da usare per pagare e pagare i prodotti acquistati con i buoni pasto che si hanno a disposizione. Il servizio Trovalocali Day, invece, è consultabile direttamente online: basta andare sul sito, indicare l’indirizzo o la località in cui ci si trova, il tipo di buoni pasto accettati dagli esercizi e premere cerca. In pochi secondi compariranno sullo schermo i nomi dei locali che accettano i buoni pasto che si trovano nelle vicinanze. Pagando coi buoni pasto si ha diritto a ricevere il resto? Una delle domande che si pongono più di frequente le persone che utilizzano i buoni pasto è se, pagando con essi, hanno diritto a ricevere il resto, qualora l’importo dei buoni spesi sia superiore a quanto dovuto. Purtroppo, pagare con i buoni pasto non dà diritto a ricevere il resto, se l’importo totale dei prodotti acquistati è inferiore a quello dei ticket. Se, ad esempio, acquisti dei prodotti per un totale di 12 euro e, per pagare, utilizzi due buoni del valore di 7 euro l’uno, non avrai diritto a ricevere i 2 euro di resto. Per evitare di perdere parte del valore nominale del buono pasto, perciò, spesso si usa un numero di buoni inferiore al valore dell’importo da pagare e si versa un contributo in denaro per coprire la differenza. Tornando all’esempio di prima, quindi, puoi anche decidere di pagare con un solo buono pasto da 7 euro e coprire l’importo residuo di 5 euro pagando con denaro contante. Come fare la spesa online con i buoni pasto? Sempre più spesso le persone scelgono di fare i propri acquisti online, anche quando si tratta di prodotti alimentari. Per questo in tanti si chiedono se sia possibile e come si possa pagare la spesa online con i buoni pasto. Iniziamo col dire che sì, è possibile fare acquisti online con i buoni pasto, anche se questo metodo di pagamento non è ancora così diffuso, nell’ambito degli acquisti fatti sul web. Per quanto riguarda la domanda su come fare la spesa su Internet con i buoni pasto, non c’è un’unica risposta. Ogni società emettitrice di buoni pasto e ogni e-commerce, infatti, adottano politiche diverse in merito alla possibilità di pagare ciò che si è acquistato online con questo mezzo di pagamento. In alcuni casi l’e-commerce di un negozio fisico dal quale si è abituati a fare acquisti coi buoni pasto non li accetta come metodo di pagamento, altre volte invece sì. Così come ci sono negozi che vendono solo online che, invece, li accettano. Ci sono poi i casi in cui si può pagare solamente con i buoni pasto cartacei, e quelli in cui si possono usare solo i ticket elettronici. A volte, anche quando un e-commerce permette ai propri clienti di pagare con i buoni pasto, può non accettare la tipologia di ticket erogata dalla propria azienda. Sono meglio i buoni cartacei o quelli elettronici per fare la spesa online? Per quanto riguarda il pagamento online con l’una o l’altra tipologia di buoni pasto, non ce n’è una migliore dell’altra. Anche in questo caso, sono gli esercenti a decidere se accettarle o meno entrambe. Ad esempio, alcuni e-commerce accettano i buoni pasto cartacei solo se si sceglie di pagare in contrassegno. Per fare la spesa online con i buoni pasto elettronici, invece, bisogna verificare che il sistema di pagamento elettronico utilizzato dall’e-commerce accetti la card della società emettitrice. In alcuni casi, è possibile caricare i buoni pasto forniti dall’azienda sull’app fornita dalla società emettitrice e convertirli in un codice spendibile negli e-commerce convenzionati. Per sapere se e come si può pagare online con i buoni pasto, perciò, la cosa migliore da fare è controllare le condizioni di vendita del sito web da cui si intende fare acquisti, oppure contattare il servizio clienti.
Giugno 05, 2020
Buoni Pasto

Buoni pasto e ferie: si ha diritto a riceverli?

I buoni pasto sono benefit erogati dal datore di lavoro ai dipendenti in sostituzione del servizio mensa. È possibile riceverli anche quando si è in ferie o spettano solo nelle giornate lavorative? Servizi accessori che le aziende possono erogare ai propri dipendenti, i buoni pasto rappresentano un vero e proprio servizio sostitutivo di mensa aziendale. Per questo la loro erogazione può subire delle limitazioni nel caso in cui il dipendente non sia presente sul luogo di lavoro. Vediamo se si ha diritto ad ottenere i buoni pasto anche quando si è in ferie e se li si può spendere durante le giornate non lavorative. Durante le ferie si ha diritto ai buoni pasto? Il datore di lavoro può comunque dare i buoni pasto ai dipendenti in ferie? Il dipendente può spendere i buoni pasto mentre è in ferie? Durante le ferie si ha diritto ai buoni pasto? I buoni pasto sono dei benefit che le imprese erogano di frequente ai propri dipendenti per sopperire alle esigenze di coloro che, a causa del lavoro, si trovano a dover mangiare spesso fuori casa. Nel momento in cui un lavoratore è in ferie, non ha necessità di consumare i propri pasti fuori casa a causa del lavoro, perciò non ha diritto a ricevere i buoni pasto. Ma entriamo più nel dettaglio. Questi buoni sono dei veri e propri mezzi di pagamento che hanno la finalità di sostituire il servizio di mensa aziendale e offrono numerosi vantaggi sia ai lavoratori, sia alle aziende che decidono di servirsene. Possono essere emessi sia in forma cartacea, sia in forma elettronica e possono venire erogati anche qualora sia presente un servizio di mensa aziendale: sarà poi il lavoratore a scegliere di quale dei due servizi usufruire. Secondo quanto previsto dal Decreto 122 del 2017, che regolamenta le modalità di erogazione e fruizione dei buoni pasto, hanno diritto a riceverli i lavoratori subordinati e coloro che hanno instaurato un rapporto di collaborazione non subordinato con i propri clienti. La prestazione di questi benefit rimane comunque subordinata al CCNL di riferimento e al contratto stipulato direttamente con l’azienda. I buoni pasto possono essere emessi sia in favore dei dipendenti che lavorano a tempo pieno, sia in favore di coloro che svolgono un tempo di lavoro parziale, anche quando l’orario di lavoro non prevede la pausa per consumare il pasto. Possono riceverli anche le risorse che prestano il loro lavoro in trasferta, a meno che non ricevano un’indennità per il vitto o un rimborso spese. Il lavoratore, quindi, ha diritto a ricevere un buono pasto per ogni giornata lavorativa. I giorni di ferie, non rientrando tra le giornate lavorative, non danno diritto al buono pasto. Le ferie non sono il solo caso in cui il dipendente di un’azienda non abbia diritto a ricevere il buono pasto. Tra gli altri casi in cui non si ha diritto a ricevere questo tipo di agevolazione ci sono: domeniche non lavorative e giornate festive non lavorate; permessi di lavoro che prevedono l’assenza del dipendente per l’intera giornata; festività; periodi di aspettativa; congedi per maternità facoltativa; congedi per malattia e infortunio; sciopero; permessi per la Legge 104 (se si sceglie di usufruire delle 3 giornate per intero); permessi sindacali. Chi, invece, prende un permesso di poche ore, e rimane quindi in ufficio per la maggior parte della giornata, ha comunque diritto ad usufruire del buono pasto, anche se non ha necessità di fare la pausa pranzo. Così come ne hanno diritto le lavoratrici in maternità non facoltativa e coloro che hanno un orario di lavoro ridotto per via dei permessi di allattamento. Alcune imprese, nei casi in cui i propri dipendenti svolgano un orario di lavoro ridotto, prendono la decisione di erogare i buoni pasto riducendone l’importo. Il datore di lavoro può comunque dare i buoni pasto ai dipendenti in ferie? Le disposizioni legislative in materia di erogazione dei buoni pasto sembrano lasciare poco spazio ai dubbi, quindi: il lavoratore che sta usufruendo del proprio periodo di ferie non ha diritto a ricevere i buoni pasto. Anche se la normativa non prevede che si possano ricevere i buoni pasto anche durante i giorni di ferie, questa possibilità non è però espressamente vietata. Il datore di lavoro, perciò, può comunque decidere di erogarli ai propri dipendenti. Sono le aziende, infatti, a decidere quale trattamento economico offrire ai lavoratori, sempre restando nei limiti della legge. Uno dei casi in cui i buoni pasto vengono erogati al lavoratore anche durante il periodo delle ferie può essere, ad esempio, quando la contrattazione aziendale preveda che questi ultimi facciano parte del premio di risultato. Molte aziende, infatti, offrono la possibilità di convertire il proprio premio di risultato in denaro o in servizi di welfare aziendale, come sono, appunto, i buoni pasto. Nel caso in cui vengano erogati anche nei giorni di ferie, durante le festività o in altre giornate non lavorative, decadono le agevolazioni fiscali che prevedono che i buoni pasto non siano assoggettati a tassazione e contribuzione (fino al limite di €5,29 per i buoni cartacei e a €7,00 per i buoni elettronici), pertanto il loro importo andrà a fare cumulo con il reddito imponibile e verrà tassato allo stesso modo dello stipendio. Nella maggior parte dei casi, comunque, i buoni pasto vengono erogati tenendo conto delle giornate di presenza effettiva che hanno determinato il diritto alla loro fruizione e rimangono perciò esclusi dal reddito da lavoro dipendente e quindi dalla tassazione. Il dipendente può spendere i buoni pasto mentre è in ferie? Per rispondere correttamente a questa domanda, bisogna innanzitutto tenere conto della differenza che c’è tra la spettanza dei buoni pasto e le modalità di utilizzo di questi ultimi. Se, infatti, il lavoratore in ferie non ha diritto al buono pasto giornaliero, ciò non vuol dire che non possa spenderlo durante le vacanze. Mentre in passato esisteva l’obbligo di spendere il buono pasto nel corso della giornata lavorativa, adesso tale obbligo è decaduto ed è stato sostituito dal limite sul cumulo dei buoni, che lascia al lavoratore un margine più ampio nella gestione di tale strumento di pagamento. Come indicato nel Decreto 122 del 2017, infatti, è possibile cumulare fino a 8 buoni pasto e spenderli sia singolarmente, sia tutti nello stesso momento. Va da sè, quindi, che se si ha la possibilità di accumulare un certo numero di buoni pasto, è anche possibile spenderli quando si è in ferie e durante le giornate festive. Insomma, non ci sono vincoli che impediscano di utilizzare i buoni pasto durante le vacanze, se non quello, appunto, di non poterne spendere più di 8 per volta, sia che si tratti di buoni cartacei, sia che si abbiano a disposizione dei buoni elettronici. Le limitazioni riguardano, piuttosto: il fatto che i buoni pasto vadano spesi per intero e non diano diritto a ricevere il resto; le categorie merceologiche (è possibile acquistare solo cibi pronti o prodotti alimentari) per le quali è possibile spenderli; le tipologie di esercizi nei quali è possibile effettuare i propri acquisti con questi strumenti di pagamento; il fatto che ogni buono sia nominale e non cedibile a terzi. Anche in questo caso, è sempre il Decreto 122/2017 a dirci presso quali esercizi si possono spendere i propri buoni pasto. Chi ha a disposizione dei buoni pasto può spenderli: nei servizi di mensa aziendale; presso le attività che effettuano la somministrazione di alimenti e bevande quali, ad esempio, bar e ristoranti; negli esercizi che effettuano la vendita al dettaglio di prodotti alimentari; presso le aziende agricole; in agriturismo; presso gli ittiturismi; nei mercati. Ovviamente, tali esercizi devono essere convenzionati con la società erogatrice dei buoni pasto. L’unico caso in cui un lavoratore non può spendere i buoni pasto durante il suo periodo di ferie è quando il contratto stipulato con l’azienda preveda delle limitazioni. Ad esempio, potrebbe contenere una clausola che impedisce al dipendente di spendere i buoni pasto al di fuori dell’ora di pranzo; o, ancora, potrebbe specificare che il loro utilizzo sia limitato alle sole giornate lavorative e alle giornate festive lavorate, escludendo quindi i giorni di ferie e le festività. Se hai dei dubbi a riguardo, quindi, controlla il tuo contratto di lavoro per verificare di poter spendere i tuoi buoni pasto durante le ferie. Riepilogando, durante i giorni di ferie i lavoratori non hanno diritto a ricevere i buoni pasto, ma possono comunque spenderli presso gli esercizi previsti dalla legge e convenzionati con la società emettitrice. Se l’azienda per cui lavorano decide di erogarli comunque, tali buoni non saranno esenti da tassazione, ma andranno a fare cumulo con il reddito da lavoro dipendente.
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