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Dispensa solidale
Dicembre 22, 2020
News

Dispesa Solidale: per Natale Up Day sceglie una collaborazione virtuosa

Up Day partecipa a Dispense Solidali: 3500 confezioni contenenti beni di prima necessità donate a Caritas, Cucine popolari e Antoniano. Quest’anno per Natale Day Up ha scelto di aderire ad un’iniziativa solidale promossa da Camst in collaborazione con diverse aziende e associazioni del territorio. Camst ha lanciato una collaborazione virtuosa con Up Day CNS- Consorzio Nazionale Servizi, Coind, Conserve Italia, Consorzio Integra, Fondazione Unipolis, Fruttagel, Granarolo, Legacoop Bologna, Majani, Molini Pivetti, Scatolificio Schiassi e SCS Consulting per la realizzazione di 3.500 dispense alimentari. Le confezioni, che contengono generi alimentari di prima necessità e a lunga conservazione, saranno donate a tre associazioni del territorio bolognese, impegnate nell’aiuto delle famiglie in difficoltà: Caritas Bologna, Cucine Popolari e Antoniano. L’iniziativa arriva durante il periodo natalizio, ma è destinata a protrarsi anche nelle settimane successive, con l’impegno di tutte le realtà coinvolte e di altre aziende che in futuro vorranno aderire al progetto. "Questa rete di sinergie solidali – spiega Francesco Malaguti, presidente di Camst - è una risposta concreta alle esigenze del territorio, a cui diverse aziende e associazioni hanno immediatamente aderito dimostrando una grande sensibilità e spirito di collaborazione rispetto ad un problema sempre più diffuso". Purtroppo, l’emergenza sanitaria ancora in corso ha causato lo sviluppo di nuove povertà con la conseguente crescita di richieste di aiuto alimentare. L’auspicio è che anche altre realtà produttive vogliano unirsi all’iniziativa portando il proprio contributo, perché trascorse le festività natalizie sarà necessario l’impegno di tutti per continuare ad aiutare chi è in difficoltà.
La dematerializzazione dei buoni pasto
Luglio 09, 2020
Buoni Pasto

Dematerializzazione dei buoni pasto: cos’è, come funziona e quali sono i benefici

I buoni pasto diventano smart, con il servizio di dematerializzazione offerto dalle società di distribuzione alle attività commerciali affiliate. Ecco quali sono i vantaggi della dematerializzazione dei buoni pasto.   Con i servizi di dematerializzazione dei buoni pasto dedicati a ristoranti ed esercenti della piccola e grande distribuzione, accettarli e ottenere il rimborso diventa facile e veloce. Come un click del mouse! Scopri tutte le informazioni sulla dematerializzazione dei buoni pasto. Cosa significa “dematerializzazione dei buoni pasto”? Come funziona praticamente la dematerializzazione? Benefici tecnici della dematerializzazione La dematerializzazione dei buoni pasto è obbligatoria? Cosa significa “dematerializzazione dei buoni pasto”? Dematerializzare significa, letteralmente, sostituire dei documenti cartacei con documenti digitali, con la finalità di renderne più agevole la circolazione e l’utilizzo. I documenti dematerializzati hanno lo stesso valore legale di quelli cartacei, consentono di diminuire gli sprechi di carta e di tempo e di rendere più efficienti le procedure di invio degli stessi. Per essere considerati dematerializzati, i documenti cartacei devono essere distrutti dopo il processo di dematerializzazione. Il termine “dematerializzazione dei buoni pasto” viene usato per indicare quel processo che permette di dematerializzare i buoni pasto cartacei. Infatti, mentre i buoni pasto elettronici sono già dematerializzati e per validarli basta che gli esercenti siano in possesso un POS Day, simile a quello per il pagamento delle carte di credito, il procedimento tradizionale per la validazione e il rimborso dei buoni pasto cartacei risulta più lungo e laborioso. Con gli strumenti per la dematerializzazione dei buoni pasto, invece, basta leggere il codice a barre di cui sono muniti per validarli in tempo reale e inviarli immediatamente alla società emettitrice. Proprio questa semplicità ha fatto sì che, negli ultimi anni, sempre più esercenti convenzionati abbiano deciso di dotarsi dei sistemi di dematerializzazione dei buoni pasto, perché questa operazione comporta numerosi vantaggi per chi accetta i buoni pasto cartacei in pagamento.   Benefici della dematerializzazione Oggi sono moltissime le aziende che prevedono l’erogazione dei buoni pasto ai dipendenti, in sostituzione del servizio di mensa aziendale. Questo tipo di ticket è spendibile in moltissimi esercizi, come ristoranti, negozi di alimentari e supermercati. Gli esercenti che accettano i buoni pasto in pagamento, specialmente se ne ricevono tanti, non possono che trarre beneficio da un sistema di validazione dei ticket più veloce e snello. La dematerializzazione dei buoni pasto cartacei comporta numerosi benefici per gli esercenti affiliati che li accettano in pagamento. Ecco quali sono i principali vantaggi per chi decide di passare a questa modalità di validazione dei ticket: si può controllare in tempo reale la validità dei buoni pasto cartacei, annullando quasi del tutto il rischio di accettare ticket già usati, contraffatti oppure scaduti; non è più necessario inviare i buoni originali alla società emettitrice, perché le codeline sono trasmesse online, in tutta sicurezza dalla piattaforma telematica Dayclick ; non serve più far firmare i buoni pasto ai titolari, né timbrarli; i costi di spedizione e i rischi legati al trasporto, nonché quelli di custodire i buoni in cassa, vengono azzerati; non si devono più trascorrere ore e ore ad eseguire complicati conteggi, suscettibili di errori, per sapere a quanto ammonta il rimborso dei buoni pasto accettati; si ha subito la certezza che i buoni pasto inviati in maniera telematica saranno quelli effettivamente rimborsati, senza che ci siano più discrepanze tra il numero di buoni conteggiati dall’esercente e quelli ricevuti dagli emettitori; grazie alla scansione digitale dei buoni pasto, la fattura elettronica viene emessa immediatamente; sia che l’esercente decida di utilizzare lo scanner, sia che decida di servirsi dell’App, la fattura viene saldata entro 8 giorni dall’emissione.   La dematerializzazione dei buoni pasto è obbligatoria? Iniziamo subito col dire che la dematerializzazione dei buoni pasto non è obbligatoria. Tuttavia, con l’introduzione dell’obbligo della fatturazione elettronica, alcune società che si occupano di emettere i buoni pasto hanno deciso di obbligare gli esercenti affiliati ai loro programmi a dematerializzare i buoni, per semplificare il processo di emissione della fattura. Day continua a validare i buoni pasto cartacei anche in maniera tradizionale e offre agli esercenti affiliati al suo programma la possibilità di continuare a conteggiare manualmente e spedire i buoni pasto cartacei grazie al servizio Pagosubito. Con Pagosubito, l’esercente ha la possibilità di inviare i buoni pasto accettati ad uno dei punti di raccolta (ce ne sono in tutta Italia) attraverso una modalità di spedizione sicura e tracciabile. Anche in questo caso, il pagamento della fattura è garantito in soli 8 giorni. Inoltre, Day mette a disposizione dei suoi affiliati la possibilità di calcolare direttamente dal sito il valore dei buoni pasto ritirati, di verificare la valildità delle codeline e di richiedere il codice Parter Day.   Come funziona praticamente la dematerializzazione? Esistono due diversi sistemi per dematerializzare i buoni pasto cartacei che i lavoratori dipendenti utilizzano durante la pausa pranzo per pagare i pasti: lo scanner da collegare al PC o al POS; la App Dayclick. Grazie alla tecnologia che Day mette a disposizione degli esercizi affiliati, la gestione dei buoni cartacei diventa facile e veloce; in più si ottiene subito la fattura pronta per il pagamento e non si devono più inviare gli originali agli emettitori.   Dematerializzazione con scanner collegato al pc o al POS Vediamo come funziona praticamente il sistema di dematerializzazione dei buoni pasto che prevede l’uso dello scanner collegato al POS o al pc. Per prima cosa, il negoziante deve munirsi di un lettore di codici fornito da Day, che è lo strumento che consente di dematerializzare i buoni. Il lettore deve poi essere collegato al POS Day. Quando arriva un cliente che decide di pagare il proprio pasto o gli acquisti effettuati con i buoni pasto cartacei, l’affiliato, servendosi dello scanner, procede alla lettura del codice a barre stampato sul buono. Immediatamente, il POS trasmette alla società emettitrice il codice del buono, e ne verifica in tempo reale la validità. Se il ticket non è scaduto e non è mai stato utilizzato prima, il POS lo convalida. Se il cliente è in possesso di più buoni cartacei, l’esercente deve ripetere l’operazione con tutti i ticket (ricordiamo che è possibile accettarne un massimo di 8). Quando tutti i buoni cartacei saranno stati validati, è sufficiente indicare il numero progressivo di fatturazione e la data per ottenere immediatamente la fattura di rimborso, che viene inviata a Day in tempo reale, già pronta per il pagamento. Gli esercenti che non sono in possesso del POS, potranno collegare lo scanner al pc. In questo caso, per poter procedere alla validazione dei buoni pasto e all’emissione della fattura, l’affiliato deve prima registrarsi su affiliatiday.it e accedere all’area riservata. Nel momento in cui arriva un cliente che desidera pagare con dei buoni pasto cartacei, l’esercente accede all’area del sito dedicata alla validazione dei ticket e scannerizza il codice presente sul buono. Subito, sullo schermo appariranno tutti i dati relativi al buono pasto scannerizzato, compreso se sia o meno valido. Nel caso si commetta un errore, è possibile anche stornare i buoni già scannerizzati. Il negoziante procede alla validazione di tutti i buoni pasto, poi accede alla sezione del sito dedicata alla fatturazione, inserisce numero e data della fattura e procede all’emissione del documento. Una volta emessa la fattura, l’affiliato ha la responsabilità di distruggere i buoni pasto già dematerializzati.   Dematerializzazione con App Dayclick Gli utilizzatori del servizio di dematerializzazione dei buoni pasto cartacei possono anche servirsi dell’App Dayclick per smartphone, una soluzione alternativa allo scanner per computer e POS, che è possibile impiegare per scannerizzare i ticket e visualizzare e gestire le transazioni e le fatture già emesse. Usare l’App Dayclick è estremamente semplice: servendosi della fotocamera del cellulare, l’affiliato può scannerizzare i codici a barre presenti sui buoni spesi dai clienti. Come con il POS e il pc, potrà verificare la validità dei buoni ed emettere la fattura in tempo reale. I partner Day che usufruiscono del servizio di dematerializzazione dei buoni pasto possono anche decidere di spenderli sul sito daymarket.it e fare la spesa online per il proprio esercizio commerciale.
Nuova app “Buoni Up Day” e nuovo portale
Luglio 02, 2020
Buoni Pasto

Nuova app “Buoni Up Day” e nuovo portale

Dal 15 luglio 2020 la app “ UP Day tronic” e il portale di gestione del buono pasto elettronico cede il passo alla nuova versione “Buoni Up Day “già attiva, pensata e studiata per migliorarne la fruizione da parte degli utilizzatori.   Buoni Up Day è la nuova applicazione per il mobile payment che permette a utilizzatori, clienti e partner di accedere a tutti i servizi in modo semplice e sicuro. L’app, disponibile negli store in versione iOS e Android è utilizzabile in tutta Italia e costituisce la versione 2.0 della precedente. Ha il duplice obiettivo di rendere più pratica la gestione da parte delle aziende e più immediata la fruizione per gli utilizzatori che godono di una customer experience arricchita: contenuti e struttura di navigazione sono infatti maggiormente pratici e user friendly, rendendo accessibili tutti i servizi offerti dall’azienda grazie a un semplice tocco sullo schermo dello smartphone. Si spegne la app "UP Day Tronic" A partire dal 15 luglio 2020 non sarà più possibile accedere alla app “UP Day tronic” e al portale di gestione del buono pasto elettronico utilizzati fino a questo momento. Per accedere quindi alla App e al portale sarà necessario effettuare una nuova registrazione, associare la propria card e scoprire tutte le funzioni per monitorare e gestire i propri buoni in modo semplice e sicuro. Scarica la nuova app o accedi al portale E’ possibile scaricare la app dallo store “Buoni Up Day” e per chi preferisce navigare da pc può accedere direttamente al portale dedicato agli utilizzatori. Sul sito day.it alla sezione login basterà selezionare “Nuovo accesso buono pasto” per l’utilizzatore. Con la versione desktop sarà ancora più semplice avere tutto sotto controllo. Tutte le novità Tante le novità facilmente fruibili nella nuova app: con la funzione GESTISCI PRODOTTO puoi associare il prodotto Up Day utilizzato, per un’esperienza di navigazione personalizzata. In MAPPA ci sono tutti i locali che accettano i buoni e i filtri aiutano a scoprire le specialità gastronomiche, le modalità di pagamento e i servizi che i nostri partner offrono. Inoltre il filtro PAUSA SANA indirizza gli utilizzatori ad un sano stile di vita e ad un’equilibrata alimentazione e promuove gli esercenti che propongono un’offerta gastronomica di qualità. Per ogni locale si possono visualizzare recensioni, foto e info utili fornite da Google. E’ possibile pagare comodamente dal proprio smartphone in pochi click scegliendo di utilizzare il POS o con QR Code. D’ora in avanti pagare la pausa pranzo e monitorare l’andamento dei buoni pasto, sarà facile, immediato e sicuro.  
Fare la spesa con i buoni pasto
Giugno 15, 2020
Buoni Pasto

Come fare la spesa con i buoni pasto

Uno dei maggiori vantaggi dei buoni pasto è la possibilità di usarli anche per fare la spesa.  Scopri tutte le informazioni sulle modalità e le limitazioni che riguardano l’utilizzo dei buoni pasto per fare acquisti. Tra i benefit aziendali più apprezzati dai lavoratori ci sono i buoni pasto: ticket cartacei o elettronici che possono essere utilizzati per acquistare non solo pasti già pronti, ma anche prodotti alimentari di vario genere. In questo articolo potrai scoprire tutto quello che c’è da sapere su come fare la spesa con i buoni pasto. Quanti buoni pasto si possono usare per la spesa? Ci sono dei vincoli? Dove fare la spesa con i buoni pasto? Come fare la spesa online con i buoni pasto? Quanti buoni pasto si possono usare per la spesa? Cumulare i buoni pasto e usarli anche per fare la spesa per la famiglia, oltre che per acquistare pasti già pronti durante la pausa pranzo, è sempre stata una pratica comune tra i lavoratori dipendenti che li ricevono dalle proprie aziende, in sostituzione del servizio mensa. Ma cosa vuol dire, di preciso, cumulare? Non vuol dire certo possedere più buoni contemporaneamente! Essi, infatti, vengono consegnati in blocchetti o caricati sulla card a inizio mese (se si tratta di buoni pasto elettronici), perciò è normale possederne più di uno. Cumulare i buoni pasto vuol dire utilizzarne più di uno contemporaneamente per acquistare pasti già pronti, oppure fare la spesa.   I buoni pasto sono un servizio sostitutivo di mensa, perciò la legge, in passato, ne vietava la cumulabilità e, almeno in teoria, obbligava i lavoratori a spenderne non più di uno al giorno; inoltre, prevedeva che gli esercizi commerciali non ne accettassero in pagamento un numero maggiore. Dal 2017, con l’emanazione del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n°122, le regole per l’utilizzo dei buoni pasto sono cambiate: grazie alla nuova normativa, ora è possibile utilizzare più buoni contemporaneamente per fare la spesa negli esercizi indicati. L’articolo 4 del decreto, infatti, stabilisce che i ticket “non sono cedibili, né cumulabili oltre il limite di otto buoni”. Quindi ogni lavoratore, per fare la spesa, può usare un massimo di 8 buoni pasto: un bel vantaggio per le famiglie, che in questo modo possono risparmiare qualcosa sul budget dedicato all’acquisto di generi alimentari. Ci sono dei vincoli? Alcuni vincoli sulle modalità di utilizzo dei buoni pasto, tuttavia, sono rimasti in vigore. In particolare, continua ad essere vietato: cedere i buoni pasto ad altre persone. I ticket sono nominativi e quindi non possono essere ceduti dal titolare ad altri, neanche se appartenenti al proprio nucleo familiare; convertire i buoni pasto in denaro; acquistare determinate categorie di prodotti. A differenza dei buoni spesa, che non hanno limiti, i buoni pasto solitamente non possono essere usati per acquistare bevande alcoliche, prodotti non alimentari o comunque prodotti che l'eventuale esercizio commerciale decide di vincolare o escludere. Il vincolo sulla spendibilità dei buoni soltanto nelle giornate lavorative è invece decaduto, perciò è possibile fare acquisti coi buoni pasto anche nei giorni festivi e quando si è in ferie. Dove fare la spesa con i buoni pasto? La legge sui buoni pasto, nel garantire la possibilità di cumularli, ha ampliato anche la platea degli esercizi nei quali poter spendere i propri ticket. Ecco una lista dei principali esercizi in cui è possibile utilizzare i buoni pasto per fare la propria spesa tutti i giorni della settimana: bar, ristoranti, pizzerie; tavole calde e self-service; mense aziendali; supermercati e negozi di alimentari; gastronomie e rosticcerie; negozi che vendono prodotti biologici; mercati; chioschi di street food; imprese artigiane del settore alimentare (ad esempio le pasticcerie); agriturismi; spacci aziendali; imprese agricole che vendono i loro prodotti; Il fatto che siano indicate nell’elenco presente nel decreto, tuttavia, non obbliga queste attività ad accettare i buoni pasto. Solo gli esercizi convenzionati con le società emettitrici dei buoni pasto forniti dall’azienda li accettano come modalità di pagamento. Solitamente, per segnalare che in un locale è possibile pagare con un certo tipo di buoni, gli esercenti convenzionati con queste società mettono all’ingresso un adesivo apposito, così i clienti possono saperlo con certezza ancora prima di entrare. Chi possiede dei buoni pasto elettronici prima di pagare dovrebbe informarsi se l’esercizio in cui intende spenderli li accetti o meno. A differenza dei ticket cartacei, che si usano un po’ come il denaro in contante e necessitano solo di essere controfirmati per essere validati, i ticket elettronici, per poter essere validati, necessitano di un POS diverso da quello delle carte di credito, che viene fornito agli esercizi dalla società emettitrice. Day mette a disposizione delle persone che utilizzano i suoi buoni pasto due utili strumenti per verificare quali siano gli esercizi commerciali della tua zona che li accettano come mezzo di pagamento: la App Buoni Up Day e il servizio Trovalocali. Con la App Buoni Up Day (disponibile sia nell’AppStore, sia sul PlayStore) non solo si possono trovare i locali della propria zona dove è possibile spendere i buoni pasto e controllare quale tipo di ticket accettano. Dopo aver caricato i codici dei buoni elettronici e cartacei sulla App, la si può usare anche per tenere sotto controllo la quantità di buoni utilizzati, calcolare il numero di ticket da usare per pagare e pagare i prodotti acquistati con i buoni pasto che si hanno a disposizione. Il servizio Trovalocali Day, invece, è consultabile direttamente online: basta andare sul sito, indicare l’indirizzo o la località in cui ci si trova, il tipo di buoni pasto accettati dagli esercizi e premere cerca. In pochi secondi compariranno sullo schermo i nomi dei locali che accettano i buoni pasto che si trovano nelle vicinanze. Pagando coi buoni pasto si ha diritto a ricevere il resto? Una delle domande che si pongono più di frequente le persone che utilizzano i buoni pasto è se, pagando con essi, hanno diritto a ricevere il resto, qualora l’importo dei buoni spesi sia superiore a quanto dovuto. Purtroppo, pagare con i buoni pasto non dà diritto a ricevere il resto, se l’importo totale dei prodotti acquistati è inferiore a quello dei ticket. Se, ad esempio, acquisti dei prodotti per un totale di 12 euro e, per pagare, utilizzi due buoni del valore di 7 euro l’uno, non avrai diritto a ricevere i 2 euro di resto. Per evitare di perdere parte del valore nominale del buono pasto, perciò, spesso si usa un numero di buoni inferiore al valore dell’importo da pagare e si versa un contributo in denaro per coprire la differenza. Tornando all’esempio di prima, quindi, puoi anche decidere di pagare con un solo buono pasto da 7 euro e coprire l’importo residuo di 5 euro pagando con denaro contante. Come fare la spesa online con i buoni pasto? Sempre più spesso le persone scelgono di fare i propri acquisti online, anche quando si tratta di prodotti alimentari. Per questo in tanti si chiedono se sia possibile e come si possa pagare la spesa online con i buoni pasto. Iniziamo col dire che sì, è possibile fare acquisti online con i buoni pasto, anche se questo metodo di pagamento non è ancora così diffuso, nell’ambito degli acquisti fatti sul web. Per quanto riguarda la domanda su come fare la spesa su Internet con i buoni pasto, non c’è un’unica risposta. Ogni società emettitrice di buoni pasto e ogni e-commerce, infatti, adottano politiche diverse in merito alla possibilità di pagare ciò che si è acquistato online con questo mezzo di pagamento. In alcuni casi l’e-commerce di un negozio fisico dal quale si è abituati a fare acquisti coi buoni pasto non li accetta come metodo di pagamento, altre volte invece sì. Così come ci sono negozi che vendono solo online che, invece, li accettano. Ci sono poi i casi in cui si può pagare solamente con i buoni pasto cartacei, e quelli in cui si possono usare solo i ticket elettronici. A volte, anche quando un e-commerce permette ai propri clienti di pagare con i buoni pasto, può non accettare la tipologia di ticket erogata dalla propria azienda. Sono meglio i buoni cartacei o quelli elettronici per fare la spesa online? Per quanto riguarda il pagamento online con l’una o l’altra tipologia di buoni pasto, non ce n’è una migliore dell’altra. Anche in questo caso, sono gli esercenti a decidere se accettarle o meno entrambe. Ad esempio, alcuni e-commerce accettano i buoni pasto cartacei solo se si sceglie di pagare in contrassegno. Per fare la spesa online con i buoni pasto elettronici, invece, bisogna verificare che il sistema di pagamento elettronico utilizzato dall’e-commerce accetti la card della società emettitrice. In alcuni casi, è possibile caricare i buoni pasto forniti dall’azienda sull’app fornita dalla società emettitrice e convertirli in un codice spendibile negli e-commerce convenzionati. Per sapere se e come si può pagare online con i buoni pasto, perciò, la cosa migliore da fare è controllare le condizioni di vendita del sito web da cui si intende fare acquisti, oppure contattare il servizio clienti.
Giugno 08, 2020
Buoni Pasto

Chi lavora in smart working ha diritto ai buoni pasto?

L’utilizzo sempre più diffuso dello smart working ha generato diversi quesiti sui diritti dei dipendenti che ne usufruiscono. Uno di questi riguarda l’erogazione dei buoni pasto. Ecco cosa sapere. Lo smart working è una modalità di lavoro agile che sempre più aziende decidono di concedere ai propri dipendenti. Secondo la legge, il lavoratore agile ha diritto allo stesso trattamento dei dipendenti che si recano in sede ogni giorno. Tuttavia, la normativa non specifica se tale trattamento riguardi anche i buoni pasto. La tua azienda ti ha proposto di lavorare in smart working e vuoi sapere se hai diritto ad usufruire dei buoni pasto? Vediamo tutto quello che c’è da sapere. Buoni pasto e smart working La normativa sui buoni pasto Il datore di lavoro può comunque erogare i buoni pasto? Buoni pasto e smart working Questa modalità di lavoro è sempre più impiegata dalle imprese. Mentre in passato i lavoratori potevano svolgere il proprio impiego esclusivamente all’interno delle aziende, oggi sono sempre di più le persone che scelgono di svolgere il proprio lavoro quotidiano da remoto, almeno per parte della settimana. E aumenta il numero di aziende che si rende conto dei benefici che comporta offrire ai dipendenti la possibilità di lavorare da remoto e gestire il proprio lavoro con maggiore autonomia. Lo smart working, infatti, presenta indubbi vantaggi per un lavoratore, dato che non richiede la sua presenza fisica in azienda e gli garantisce una maggiore flessibilità sia per quanto riguarda la scelta dell’orario di lavoro, sia per quanto riguarda la sede dove svolgere la propria prestazione lavorativa. Che può essere, ad esempio, la propria casa, un bar o uno spazio in coworking. I buoni pasto sono tra gli strumenti più utilizzati da imprese e aziende. Vengono erogati ai dipendenti che si trovano a consumare i pasti fuori casa durante le ore lavorative. Sono molto apprezzati anche dagli stessi lavoratori, in quanto permettono di ottenere un risparmio ragguardevole sulla spesa sostenuta per i pasti. Spesa che incide notevolmente sullo stipendio di chi si ritrova a mangiare fuori casa ogni giorno. Per questo, uno dei dubbi che più di frequente sorgono in coloro che vorrebbero lavorare in modalità agile è se, anche operando in smart working, potranno continuare a ricevere i buoni pasto o se rischiano che l’azienda decida la sospensione della loro erogazione. Spesso, infatti, viene fatta la considerazione che, svolgendo la propria mansione a casa, il lavoratore non abbia la necessità di acquistarsi il pranzo e, quindi, non abbia diritto ad usufruire del buono pasto. Ma le cose stanno davvero così? La normativa sui buoni pasto Iniziamo col dire che, nonostante i buoni pasto siano un’agevolazione prevista dalla legge (come indennità sostitutiva di mensa), nessuna azienda è tenuta a corrisponderli ai propri dipendenti qualora non disponga di una mensa aziendale, in quanto essi non hanno una natura retributiva ma assistenziale. Pertanto, sono considerati benefici accessori (i cosiddetti fringe benefit). Un’impresa è tenuta a erogarli solo nel caso in cui siano previsti dai contratti collettivi nazionali delle varie categorie. Fatta questa premessa, entriamo più nello specifico e andiamo a vedere cosa dice la normativa su buoni pasto e smart working. Per capire se, secondo la legge, un lavoratore abbia diritto o meno a ricevere i buoni pasto anche operando in smart working, bisogna fare riferimento non solo alle norme che regolano l’erogazione di questo tipo di agevolazione, ma anche alla legge che regola il lavoro agile. Iniziamo dai buoni pasto. La norma che ne regola le modalità di erogazione e la fruizione è il Decreto 122 del 7 giugno 2007. Tale decreto individua gli esercizi presso i quali può essere erogato il servizio sostitutivo di mensa attraverso l’uso dei buoni pasto e stabilisce i requisiti per l’erogazione degli stessi. In particolare, al comma C dell’articolo 4, il decreto stabilisce che hanno diritto a ricevere i buoni pasto solo coloro che prestano lavoro subordinato, a tempo pieno o parziale, anche nel caso in cui l’orario di lavoro non preveda una pausa per il pranzo. Tale diritto è esteso anche alle risorse che abbiano instaurato con il cliente un rapporto di collaborazione non subordinato. Anche se lo smart working non è espressamente citato, questa definizione non ha vincoli particolarmente stringenti e lascia ampio spazio di interpretazione, specialmente nella parte in cui dice che si ha diritto a ricevere il buono pasto anche qualora l’orario giornaliero di lavoro non preveda una pausa per il pranzo. Per avere una risposta più esaustiva, proviamo a vedere cosa dice la Legge n° 81 del 22 maggio 2017 che, al capo II, dà precise disposizioni in merito al lavoro agile. Il comma 1 dell’articolo 20, in particolare, afferma che il lavoratore che svolge la propria occupazione in modalità di lavoro agile ha diritto a un trattamento economico e normativo non inferiore a quello applicato nei confronti delle risorse che svolgono le stesse mansioni all’interno dell’azienda. In questo caso, pur non avendo un preciso riferimento ai buoni pasto, la norma può essere interpretata a favore del rilascio dei buoni pasto anche allo smart worker, in quanto quest’ultimo ha diritto al medesimo trattamento del lavoratore che svolge la propria occupazione esclusivamente all’interno dell’azienda. Sempre nella stessa legge, all’articolo 19, viene specificato inoltre che le modalità di lavoro agile devono essere regolamentate da un accordo individuale scritto tra il datore di lavoro e il proprio dipendente. Tale accordo può comprendere anche l’erogazione dei buoni pasto.   Dunque possiamo concludere che i buoni pasto non sono espressamente concessi durante lo smart working, ma non sono neanche espressamente vietati. La scelta su cosa fare dipende quindi solo ed esclusivamente dall’azienda. Il datore può comunque erogare i buoni pasto? Come abbiamo visto, la normativa che disciplina l’erogazione dei buoni pasto è piuttosto ampia e lascia ampia discrezionalità ai datori di lavoro. Anche se non li obbliga a erogare i buoni pasto (a meno che non siano compresi nei contratti collettivi nazionali), essi possono decidere autonomamente di offrire questo bonus ai propri dipendenti. La stessa normativa, sebbene non faccia specifico riferimento allo smart working, lascia intendere che anche i dipendenti che operano da remoto abbiano diritto a ricevere questo tipo di prestazione. Molte aziende scelgono di erogare i buoni pasto anche alle risorse che svolgono la propria attività in via telematica, in quanto sanno benissimo che questi dipendenti non lavorano solo da casa, ma si spostano anche in spazi di coworking o in altre sedi aziendali. C’è da dire poi che anche quando il lavoratore si trova nella propria abitazione, si ritrova a consumare i pasti durante l’orario di lavoro, perciò potrebbe comunque avere diritto al buono pasto. Altre aziende, invece, ritengono che, operando da casa, il proprio dipendente non abbia bisogno di spendere soldi per il pasto, perciò il buono pasto non gli sarebbe necessario, così come il servizio di mensa aziendale. A volte, sono gli stessi accordi sindacali a limitare la possibilità di uno smart worker di ottenere i buoni pasto. I dipendenti privati, quindi, devono rifarsi ai contratti individuali e collettivi propri della propria azienda e del proprio settore per sapere se hanno diritto al riconoscimento dei buoni pasto anche qualora lavorino da remoto. Starà al datore di lavoro stabilire se un lavoratore che opera in smart working abbia diritto ai buoni pasto. Se stai già lavorando in smart working o stai per iniziare a farlo, controlla cosa prevede il contratto collettivo nazionale del tuo settore, e l’accordo che hai stipulato con la tua azienda, per verificare che all’interno degli stessi siano compresi anche i buoni pasto e quindi anche tu abbia diritto ad usufruirne.
Giugno 05, 2020
Buoni Pasto

Buoni pasto e ferie: si ha diritto a riceverli?

I buoni pasto sono benefit erogati dal datore di lavoro ai dipendenti in sostituzione del servizio mensa. È possibile riceverli anche quando si è in ferie o spettano solo nelle giornate lavorative? Servizi accessori che le aziende possono erogare ai propri dipendenti, i buoni pasto rappresentano un vero e proprio servizio sostitutivo di mensa aziendale. Per questo la loro erogazione può subire delle limitazioni nel caso in cui il dipendente non sia presente sul luogo di lavoro. Vediamo se si ha diritto ad ottenere i buoni pasto anche quando si è in ferie e se li si può spendere durante le giornate non lavorative. Durante le ferie si ha diritto ai buoni pasto? Il datore di lavoro può comunque dare i buoni pasto ai dipendenti in ferie? Il dipendente può spendere i buoni pasto mentre è in ferie? Durante le ferie si ha diritto ai buoni pasto? I buoni pasto sono dei benefit che le imprese erogano di frequente ai propri dipendenti per sopperire alle esigenze di coloro che, a causa del lavoro, si trovano a dover mangiare spesso fuori casa. Nel momento in cui un lavoratore è in ferie, non ha necessità di consumare i propri pasti fuori casa a causa del lavoro, perciò non ha diritto a ricevere i buoni pasto. Ma entriamo più nel dettaglio. Questi buoni sono dei veri e propri mezzi di pagamento che hanno la finalità di sostituire il servizio di mensa aziendale e offrono numerosi vantaggi sia ai lavoratori, sia alle aziende che decidono di servirsene. Possono essere emessi sia in forma cartacea, sia in forma elettronica e possono venire erogati anche qualora sia presente un servizio di mensa aziendale: sarà poi il lavoratore a scegliere di quale dei due servizi usufruire. Secondo quanto previsto dal Decreto 122 del 2017, che regolamenta le modalità di erogazione e fruizione dei buoni pasto, hanno diritto a riceverli i lavoratori subordinati e coloro che hanno instaurato un rapporto di collaborazione non subordinato con i propri clienti. La prestazione di questi benefit rimane comunque subordinata al CCNL di riferimento e al contratto stipulato direttamente con l’azienda. I buoni pasto possono essere emessi sia in favore dei dipendenti che lavorano a tempo pieno, sia in favore di coloro che svolgono un tempo di lavoro parziale, anche quando l’orario di lavoro non prevede la pausa per consumare il pasto. Possono riceverli anche le risorse che prestano il loro lavoro in trasferta, a meno che non ricevano un’indennità per il vitto o un rimborso spese. Il lavoratore, quindi, ha diritto a ricevere un buono pasto per ogni giornata lavorativa. I giorni di ferie, non rientrando tra le giornate lavorative, non danno diritto al buono pasto. Le ferie non sono il solo caso in cui il dipendente di un’azienda non abbia diritto a ricevere il buono pasto. Tra gli altri casi in cui non si ha diritto a ricevere questo tipo di agevolazione ci sono: domeniche non lavorative e giornate festive non lavorate; permessi di lavoro che prevedono l’assenza del dipendente per l’intera giornata; festività; periodi di aspettativa; congedi per maternità facoltativa; congedi per malattia e infortunio; sciopero; permessi per la Legge 104 (se si sceglie di usufruire delle 3 giornate per intero); permessi sindacali. Chi, invece, prende un permesso di poche ore, e rimane quindi in ufficio per la maggior parte della giornata, ha comunque diritto ad usufruire del buono pasto, anche se non ha necessità di fare la pausa pranzo. Così come ne hanno diritto le lavoratrici in maternità non facoltativa e coloro che hanno un orario di lavoro ridotto per via dei permessi di allattamento. Alcune imprese, nei casi in cui i propri dipendenti svolgano un orario di lavoro ridotto, prendono la decisione di erogare i buoni pasto riducendone l’importo. Il datore di lavoro può comunque dare i buoni pasto ai dipendenti in ferie? Le disposizioni legislative in materia di erogazione dei buoni pasto sembrano lasciare poco spazio ai dubbi, quindi: il lavoratore che sta usufruendo del proprio periodo di ferie non ha diritto a ricevere i buoni pasto. Anche se la normativa non prevede che si possano ricevere i buoni pasto anche durante i giorni di ferie, questa possibilità non è però espressamente vietata. Il datore di lavoro, perciò, può comunque decidere di erogarli ai propri dipendenti. Sono le aziende, infatti, a decidere quale trattamento economico offrire ai lavoratori, sempre restando nei limiti della legge. Uno dei casi in cui i buoni pasto vengono erogati al lavoratore anche durante il periodo delle ferie può essere, ad esempio, quando la contrattazione aziendale preveda che questi ultimi facciano parte del premio di risultato. Molte aziende, infatti, offrono la possibilità di convertire il proprio premio di risultato in denaro o in servizi di welfare aziendale, come sono, appunto, i buoni pasto. Nel caso in cui vengano erogati anche nei giorni di ferie, durante le festività o in altre giornate non lavorative, decadono le agevolazioni fiscali che prevedono che i buoni pasto non siano assoggettati a tassazione e contribuzione (fino al limite di €5,29 per i buoni cartacei e a €7,00 per i buoni elettronici), pertanto il loro importo andrà a fare cumulo con il reddito imponibile e verrà tassato allo stesso modo dello stipendio. Nella maggior parte dei casi, comunque, i buoni pasto vengono erogati tenendo conto delle giornate di presenza effettiva che hanno determinato il diritto alla loro fruizione e rimangono perciò esclusi dal reddito da lavoro dipendente e quindi dalla tassazione. Il dipendente può spendere i buoni pasto mentre è in ferie? Per rispondere correttamente a questa domanda, bisogna innanzitutto tenere conto della differenza che c’è tra la spettanza dei buoni pasto e le modalità di utilizzo di questi ultimi. Se, infatti, il lavoratore in ferie non ha diritto al buono pasto giornaliero, ciò non vuol dire che non possa spenderlo durante le vacanze. Mentre in passato esisteva l’obbligo di spendere il buono pasto nel corso della giornata lavorativa, adesso tale obbligo è decaduto ed è stato sostituito dal limite sul cumulo dei buoni, che lascia al lavoratore un margine più ampio nella gestione di tale strumento di pagamento. Come indicato nel Decreto 122 del 2017, infatti, è possibile cumulare fino a 8 buoni pasto e spenderli sia singolarmente, sia tutti nello stesso momento. Va da sè, quindi, che se si ha la possibilità di accumulare un certo numero di buoni pasto, è anche possibile spenderli quando si è in ferie e durante le giornate festive. Insomma, non ci sono vincoli che impediscano di utilizzare i buoni pasto durante le vacanze, se non quello, appunto, di non poterne spendere più di 8 per volta, sia che si tratti di buoni cartacei, sia che si abbiano a disposizione dei buoni elettronici. Le limitazioni riguardano, piuttosto: il fatto che i buoni pasto vadano spesi per intero e non diano diritto a ricevere il resto; le categorie merceologiche (è possibile acquistare solo cibi pronti o prodotti alimentari) per le quali è possibile spenderli; le tipologie di esercizi nei quali è possibile effettuare i propri acquisti con questi strumenti di pagamento; il fatto che ogni buono sia nominale e non cedibile a terzi. Anche in questo caso, è sempre il Decreto 122/2017 a dirci presso quali esercizi si possono spendere i propri buoni pasto. Chi ha a disposizione dei buoni pasto può spenderli: nei servizi di mensa aziendale; presso le attività che effettuano la somministrazione di alimenti e bevande quali, ad esempio, bar e ristoranti; negli esercizi che effettuano la vendita al dettaglio di prodotti alimentari; presso le aziende agricole; in agriturismo; presso gli ittiturismi; nei mercati. Ovviamente, tali esercizi devono essere convenzionati con la società erogatrice dei buoni pasto. L’unico caso in cui un lavoratore non può spendere i buoni pasto durante il suo periodo di ferie è quando il contratto stipulato con l’azienda preveda delle limitazioni. Ad esempio, potrebbe contenere una clausola che impedisce al dipendente di spendere i buoni pasto al di fuori dell’ora di pranzo; o, ancora, potrebbe specificare che il loro utilizzo sia limitato alle sole giornate lavorative e alle giornate festive lavorate, escludendo quindi i giorni di ferie e le festività. Se hai dei dubbi a riguardo, quindi, controlla il tuo contratto di lavoro per verificare di poter spendere i tuoi buoni pasto durante le ferie. Riepilogando, durante i giorni di ferie i lavoratori non hanno diritto a ricevere i buoni pasto, ma possono comunque spenderli presso gli esercizi previsti dalla legge e convenzionati con la società emettitrice. Se l’azienda per cui lavorano decide di erogarli comunque, tali buoni non saranno esenti da tassazione, ma andranno a fare cumulo con il reddito da lavoro dipendente.
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