Buoni Pasto

Una semplice scelta che porta con sé tanti vantaggi per le aziende e i loro dipendenti.

Buono pasto elettronici come utilizzarli
Giugno 06, 2022
Buoni Pasto

Buoni Pasto Elettronici: ecco come si usano

I buoni pasto elettronici rappresentano l’evoluzione dei buoni cartacei. Vengono caricati su una card elettronica e possono essere utilizzati esattamente nello stesso modo dei ticket classici. Ecco una pratica guida sui buoni pasto elettronici, per aiutarti a capire come funzionano e come si usano. I buoni pasto elettronici sono l'alternativa pratica e conveniente ai buoni pasto cartacei: sicuri, facili da usare, sono spendibili in tutti gli esercizi convenzionati che li accettano come metodo di pagamento. Scopri tutto quello che c’è da sapere sui buoni pasto elettronici. Cosa sono i buoni pasto elettronici? Buoni pasto elettronici: qual è il trattamento fiscale? Come funzionano i buoni pasto elettronici? Come si ricaricano i buoni pasto elettronici? Come attivare i buoni pasto elettronici? Per gli esercizi commerciali: come accettare i buoni pasto elettronici? Cosa sono i buoni pasto elettronici? Spesso le aziende, per migliorare le politiche di welfare aziendale, offrono ai dipendenti tutta una serie di benefit che risultano vantaggiosi sia per le imprese stesse, sia per i dipendenti. Uno dei benefit più diffusi, insieme al telefono e all’auto aziendale, è rappresentato dai buoni pasto: un vero e proprio servizio sostitutivo di mensa che viene erogato ai lavoratori che si trovano a mangiare spesso fuori casa a causa del lavoro. Fin dalla loro comparsa, i buoni pasto sono stati erogati al dipendente sotto forma di voucher numerati raccolti in carnet. L’uso sempre più diffuso della moneta elettronica, la necessità di sprecare meno carta e la maggiore praticità delle carte elettroniche hanno portato, negli anni, a un’evoluzione questo strumento di pagamento. Così i buoni pasto cartacei sono diventati elettronici. I buoni pasto elettronici, quindi, sono dei buoni pasto dematerializzati, che funzionano nella stessa maniera e possono essere usati nello stesso modo dei buoni cartacei. Oggi, sono sempre di più le aziende che, per andare incontro alle esigenze aziendali e dei lavoratori, scelgono di abbandonare i ticket cartacei per offrire ai propri dipendenti quelli elettronici. Si tratta, infatti, di una soluzione che offre maggiori vantaggi rispetto a questi ultimi, dai costi di acquisto e di gestione alle tasse. Il loro utilizzo è regolamentato dalla stessa normativa che regolamenta l’uso dei buoni pasto cartacei: il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n°122 del 2017. Differenza tra buoni pasto elettronici e buoni cartacei Anche se il principio di funzionamento dei buoni pasto elettronici è lo stesso dei cartacei, ci sono comunque delle differenze tra i due mezzi di pagamento. Vediamo quali sono le principali: i buoni pasto elettronici vengono caricati su una carta elettronica con microchip o banda magnetica, invece di essere raccolti in carnet; la soglia di esenzione dalla tassazione retributiva e contributiva è più alta rispetto a quella fissata per i cartacei; con i buoni pasto elettronici si può tenere traccia delle spese e dei pagamenti effettuati con questi ultimi; il datore di lavoro può decidere di limitare l’utilizzo dei buoni pasto elettronici che hanno la funzione di mensa aziendale diffusa (ad esempio, potrebbe ridurre la soglia di cumulabilità, oppure limitarne l’uso alle sole giornate lavorative); in caso di smarrimento della card su cui sono caricati i buoni, è possibile bloccarla, richiederne una nuova e recuperare tutti i buoni pasto perduti. Quello che rimane uguale, invece, rispetto ai buoni cartacei è: il numero di buoni erogato mensilmente, che dipende sempre dai giorni effettivamente lavorati dal dipendente; la possibilità di cumularli: come per i buoni cartacei, anche i buoni elettronici sono cumulabili fino a un massimo di 8 ticket al giorno; la possibilità di utilizzarli presso qualsiasi esercizio commerciale convenzionato per acquistare pasti già pronti da consumare; il fatto che, per il lavoratore,  non ci sia un limite di spesa, se non quello dato dal numero di buoni cumulabili; il divieto di utilizzo della card da parte di persone diverse dal titolare; il divieto di convertire il buono digitale in denaro contante. Alcune delle maggiori differenze tra buoni pasto elettronici e cartacei rappresentano anche alcuni dei vantaggi dell’uso dei primi rispetto all’impiego dei secondi: se i buoni pasto cartacei hanno una soglia di esenzione dal reddito imponibile di soli 4 euro, quelli elettronici non concorrono alla formazione del reddito fino a che non superano gli 8 euro a ticket. Ciò significa ottenere un risparmio notevole, anche rispetto al versamento dei buoni pasto direttamente in busta paga, e avere a disposizione buoni che garantiscono un maggiore potere d’acquisto. Inoltre i ticket elettronici non si deteriorano e sono meno soggetti a furti e smarrimenti. Buoni pasto elettronici: qual è il trattamento fiscale? I buoni pasto elettronici sono soggetti allo stesso trattamento fiscale dei ticket restaurant cartacei. Ciò significa che, come i buoni pasto cartacei, vengono considerati fringe benefit e tassati allo stesso modo. Cosa significa questo? Significa che hanno diritto all’esenzione fiscale fino al tetto massimo stabilito dalla legge, che per i buoni pasto elettronici è stata fissata dalla Legge di Bilancio 2020 a 8 euro. Questo vuol dire che un lavoratore dipendente che riceva dal datore di lavoro buoni pasto di importo inferiore agli 8 euro non dovrà pagare le tasse né versare i contributi previdenziali. L’adozione dei buoni pasto elettronici comporta vantaggi e agevolazioni fiscali anche per l’azienda, non solo per i suoi collaboratori. Come accade per i lavoratori, infatti, anche per il datore di lavoro i buoni elettronici sono esentasse fino alla soglia di 8 euro a ticket e non dovrà versare né INPS, né IRAP. Per le aziende che erogano ai collaboratori i buoni pasto elettronici alla totalità dei lavoratori o a una categoria omogenea degli stessi, anche per rispettare gli accordi stabiliti dal CCNL e dalla contrattazione coi sindacati, gli importi spesi per acquistarli sono deducibili al 100%. Un altro vantaggio per le imprese è l’IVA agevolata al 4% sul loro acquisto. Come funzionano i buoni pasto elettronici? Il funzionamento dei buoni pasto elettronici è estremamente semplice. Più semplice, forse, rispetto all’utilizzo dei buoni cartacei. Per usarli, infatti, non serve staccarli dal blocchetto e firmarli: al momento di pagare, basta consegnare la propria carta elettronica all’esercente, che la inserirà nell’apposito POS e scalerà l’importo dovuto. A pagamento avvenuto, il POS rilascia uno scontrino su cui è indicato lo stato della transazione (se è andata o meno a buon fine), il valore dei buoni utilizzati e il numero di buoni residui. Nel caso il valore dei buoni spesi sia inferiore all’importo dovuto, sullo scontrino verrà anche registrato il contributo in denaro da versare. Come per gli acquisti fatti con i buoni cartacei, anche quelli effettuati con buoni elettronici non danno diritto a ricevere il resto, se l’importo dei buoni utilizzati supera quello dovuto. Anche con i buoni elettronici si può fare la spesa oppure acquistare pasti già pronti durante la pausa pranzo negli esercizi convenzionati (bar, ristoranti, tavole calde, self- service, gastronomie, supermercati). Tra i prodotti che si possono comprare non ci sono solo i pasti pronti, ma anche generi alimentari di vario tipo. Restano esclusi, solitamente, i prodotti non alimentari e gli alcolici. Grazie alla App Buoni Up Day, è possibile tenere traccia delle spese effettuate con i buoni pasto elettronici, dell’importo ancora disponibile sulla card e generare un codice che permette di pagare presso gli esercenti abilitati senza portarsi dietro la card. Sia la App, che il portale utilizzatori Up Day offrono la possibilità di trovare i locali dove si possono spendere i buoni pasto erogati dalla propria azienda e di sapere se accettano o meno i ticket elettronici. Come si ricaricano i buoni pasto elettronici? Per poterli utilizzare, i buoni pasto elettronici devono essere caricati sull’apposita carta. Ricaricare periodicamente i buoni pasto elettronici è, per l’azienda, molto semplice. Mentre in passato il dipendente riceveva un nuovo carnet di ticket all’inizio di ogni mese, con i buoni pasto elettronici è sufficiente che la card venga usata in uno qualsiasi dei POS abilitati per effettuare l’operazione di ricarica. Ciò sarà possibile solo dopo che il datore di lavoro avrà stabilito la quantità di buoni che spetta al collaboratore, facendo il calcolo dei giorni lavorativi del mese precedente, e avrà caricato l’importo corrispondente sulla carta. Al termine dell’operazione, il POS emetterà uno scontrino in cui viene specificato il numero di buoni caricati sulla card. I POS per i buoni pasto elettronici dove effettuare la ricarica si trovano sia negli esercizi convenzionati, sia negli uffici preposti della propria azienda. Come attivare i buoni pasto elettronici? Le modalità di attivazione dei buoni pasto in formato elettronico coincidono con quelle di ricarica. Dopo che l’azienda ha deciso di erogargli i buoni pasto elettronici, al dipendente viene consegnata una tessera elettronica personale che riporta i seguenti dati: il codice fiscale o la ragione sociale del datore di lavoro e della società emettitrice; il valore facciale espresso nella valuta corrente; il termine di utilizzo (scadenza); un codice identificativo che sostituisce l’obbligo di firma. La card viene consegnata già attiva, ma senza che su di essa siano ancora stati caricati i buoni pasto. Per conoscere lo stato della card, occorre comunque registrarla sul portale o sull’App della società emettitrice, così da avere tutte le informazioni su di essa e sul numero di buoni che si ha diritto a ricevere. Affinché i ticket elettronici vengano caricati sulla nuova card, bisogna poi recarsi presso l’ufficio preposto della propria azienda o presso uno degli esercenti convenzionati e chiedere che venga effettuata l’operazione di ricarica. Per gli esercizi commerciali: come accettare i buoni pasto elettronici? A differenza del buono pasto cartaceo, che può essere accettato dagli esercenti affiliati semplicemente ritirandolo dal cliente al momento del pagamento, per poter accettare i buoni pasto elettronici un esercente deve essere in possesso di uno speciale POS, dedicato solamente a questo tipo di operazione o di un Sistema integrato di lettura alle casse. Dopo aver stipulato il contratto di convenzione con la società emettitrice dei buoni, sarà lei stessa a fornire all’esercizio il terminale per i buoni pasto elettronici. Da qualche anno, grazie ad un accordo raggiunto tra alcune delle società che si occupano di emettere i buoni pasto, con un solo POS è possibile accettare i buoni elettronici non solo di Day, ma anche di altre realtà che operano in questo settore. Una volta in possesso del POS, si potranno accettare con facilità i pagamenti effettuati tramite i buoni pasto: sarà sufficiente inserire la card del cliente all’interno del terminale e selezionare l’importo dovuto per far partire la transazione. I buoni scalati dalla carta saranno immediatamente trasmessi alla società che li emette. Un’operazione molto più snella, rispetto a quella che si effettua per ritirare i buoni cartacei, che per essere validati devono essere inviati alla società emettitrice oppure scansionati uno per uno con l’apposita App.
Buoni pasto aziendali: due donne a pranzo
Giugno 14, 2021
Buoni Pasto

Buoni pasto aziendali: perché darli ai dipendenti e quali sono i vantaggi per tutti

I buoni pasto sono uno dei benefit più apprezzati da lavoratori e aziende perché offrono ad entrambi numerosi vantaggi. Ecco quali sono. I buoni pasto rappresentano uno degli strumenti di welfare aziendale più diffusi. Sono infatti moltissime le imprese che scelgono di offrirli ai propri dipendenti in sostituzione del servizio di mensa. Perché un’azienda dovrebbe scegliere uno strumento di questo tipo, invece di rimborsare i pasti in busta paga o distribuire un corrispettivo in denaro in contanti ogni giorno? Quali vantaggi comporta per l’impresa offrire questo servizio ai propri dipendenti? Chiariamo il funzionamento dei buoni pasto e i vantaggi normativi di cui beneficiano dipendenti e imprese, anche alla luce del Decreto n° 122 del 2017, che ne ha modificato i criteri di utilizzo. Chi ha diritto ai buoni pasto? Utilizzo dei buoni pasto: come funziona il servizio sostitutivo di mensa Tutti i vantaggi per dipendenti e aziende Ordinare buoni pasto online? Con Day Shop bastano 4 passaggi! Chi ha diritto ai buoni pasto? Iniziamo col dire che le aziende non sono obbligate a offrire i buoni pasto ai dipendenti, a meno che tale benefit non sia compreso nei contratti collettivi di categoria. Fatta questa precisazione, vediamo quali lavoratori possono usufruire di questa agevolazione: possono ricevere i buoni pasto tutti i lavoratori subordinati che ricevano una busta paga, sia che il loro contratto sia a tempo indeterminato, determinato, part-time o di natura atipica. Ogni lavoratore ha diritto a un buono pasto al giorno per ogni giorno effettivamente lavorato, anche in smart working. Utilizzo dei buoni pasto: come funziona il servizio sostitutivo di mensa? Utilizzare i buoni pasto è davvero molto semplice. Specialmente se si dispone di buoni pasto elettronici, che possono essere gestiti direttamente dalla app Buoni Up Day. Ogni mese il dipendente riceve un numero di buoni pasto pari al numero di giornate lavorative effettuate nel mese precedente. Il lavoratore può utilizzare i buoni pasto presso gli esercizi convenzionati, che li accettano come forma di pagamento per pasti pronti o generi alimentari. Il buono va utilizzato per intero e non dà diritto a resto. Secondo la normativa vigente ogni lavoratore può cumulare fino a un massimo di 8 buoni al giorno. Tutti i vantaggi per dipendenti e aziende I buoni pasto vengono solitamente erogati dalle aziende che non dispongono di una mensa interna, tanto da essere considerati un vero e proprio servizio sostitutivo. Non sono però l’unica alternativa: esistono anche il rimborso delle spese per i pasti in busta paga e l’indennità sostitutiva di mensa. Tuttavia, queste opzioni sono spesso trascurate, perché meno vantaggiose sia per le imprese che per i lavoratori, che generalmente preferiscono i buoni pasto. Ma quali sono i motivi per cui i buoni pasto riscuotono tanto successo? Ecco i principali: sostegno al reddito familiare tassazione agevolata aumento del potere d’acquisto deducibilità per le aziende risparmio concreto. Sostegno al reddito familiare Il buono pasto è un servizio sostitutivo di mensa che rappresenta un sostegno importante al reddito familiare senza che l’azienda incorra in spese accessorie troppo esose. Grazie ad esso, i lavoratori che devono consumare i propri pasti fuori casa per lavoro possono risparmiare sulle spese sostenute per l’acquisto di cibo e destinare maggiori risorse al budget familiare. Tassazione agevolata La nuova normativa in materia di buoni pasto (Legge di Bilancio 2020) ha stabilito che i ticket siano esenti da tassazione se il loro valore facciale non supera i 4 euro per i buoni cartacei e gli 8 euro per i buoni elettronici. Ciò significa che questo particolare servizio sostitutivo di mensa non concorre a determinare il reddito da lavoro dipendente e non è soggetto al versamento dei contributi. Nel caso un lavoratore riceva dei buoni pasto di importo superiore l’eccedenza viene tassata a norma di legge. Aumento del potere d’acquisto Se l’indennità sostitutiva di mensa viene erogata in busta paga, è interamente tassata e soggetta a contributi, perché rientra nel reddito da lavoro dipendente. Di conseguenza, una parte dell’importo viene trattenuta sotto forma di imposte e oneri previdenziali. I buoni pasto, invece, non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente e non sono soggetti né a tasse né a contributi. Il loro valore resta quindi interamente disponibile per il lavoratore. Deducibilità per le aziende Un'azienda che sceglie di acquistare buoni pasto per i propri dipendenti ha il vantaggio di fornire un servizio che è totalmente deducibile e risparmiare, quindi, sui costi di gestione del personale. L’unico onere che deve sostenere è l’IVA agevolata al 4%, che è detraibile per intero (l’aliquota IVA è al 10% se ad acquistare i buoni pasto sono liberi professionisti, titolari d’azienda e soci, imprese individuali). Le agevolazioni fiscali per le aziende, però, non si fermano alla detraibilità dell’IVA. Le imprese possono dedurre dalle tasse l’intero importo speso per l’acquisto dei buoni pasto ai dipendenti. I casi in cui è ammessa questa agevolazione sono due: se l’azienda eroga i buoni pasto per rispettare i vincoli del contratto collettivo di settore; quando un’impresa decide di erogare i buoni su base volontaria alla totalità dei dipendenti o a una categoria omogenea di lavoratori. Ecco alcuni dei riferimenti normativi che regolamentano l’esenzione dalla tassazione dei buoni pasto: DL 112/2008, art. 83, comma 28 bis, per aliquota IVA agevolata al 4%; Circolare Ministeriale 6/E del 3/3/2009, legge per la deducibilità; legge 133/2008, che modifica l’art. 19 bis 1 del DPR 633/72 dal 1/9/2008 per la detraibilità dell’IVA anche sui buoni pasto elettronici. Risparmio concreto Sul sito ufficiale Day è disponibile uno strumento di simulazione che consente di confrontare in modo semplice e chiaro il costo dei buoni pasto rispetto al rimborso in busta paga, in base al numero di dipendenti e al valore erogato. Grazie a questo confronto, è possibile vedere concretamente quanto risparmia l’azienda e quanto riceve effettivamente il lavoratore, evidenziando i vantaggi fiscali e contributivi legati all’uso dei buoni pasto rispetto all’erogazione in denaro. Puoi fare la simulazione direttamente online, al link disponibile sul sito Day. Per dare un’idea: su un buono da 8 euro, il costo annuo per l’azienda può ridursi di oltre 1.000 euro a dipendente rispetto all’equivalente in busta paga, con il lavoratore che ottiene un valore pieno, senza decurtazioni. Tutto questo è gestibile in modo semplice e veloce attraverso il portale dedicato alle aziende, dove in pochi passaggi è possibile ordinare, monitorare e amministrare le soluzioni Day in completa autonomia. Come puoi vedere, buoni pasto rappresentano la soluzione ideale per erogare degli incentivi ai collaboratori senza che queste agevolazioni pesino troppo sulle casse dell’azienda.
Iva buoni pasto
Marzo 16, 2021
Buoni Pasto

Iva sui buoni pasto: aliquote e deducibilità

Di seguito una breve guida che illustra le principali norme fiscali che regolano la circolazione dei buoni pasto. Tra i benefit più apprezzati da aziende e lavoratori ci sono i buoni pasto: ticket cartacei o, più spesso, elettronici dal valore predeterminato che i lavoratori possono utilizzare per ottenere il servizio sostitutivo di mensa sotto forma di pasti già pronti oppure di generi alimentari pronti all’uso. Il buono pasto, rappresentando un beneficio erogato dai datori di lavoro ai propri dipendenti, è soggetto sia a normative relative alla tassazione per le aziende e dipendenti sia a normative in materia di Iva. È necessario fare un po’ di chiarezza su questi argomenti anche alla luce delle recenti interpretazioni dell’Agenzia delle entrate in tema di imposta sul valore aggiunto. In questo articolo troverai tutte le informazioni dettagliate e aggiornate su imposte dirette e IVA riguardo ai buoni pasto Buoni pasto: a quali tasse sono soggetti? Quale aliquota IVA va applicata alla vendita ed alla successiva circolazione dei buoni pasto? Le regole per la fatturazione Detraibilità dell’IVA sui buoni pasto per le aziende: come funziona Buoni pasto: a quali tasse sono soggetti? Quello della tassazione dei buoni pasto è un argomento piuttosto complesso, che coinvolge diversi ambiti. Per quel che riguarda la tassazione nei confronti di datori di lavoro e dipendenti, ai quali i buoni vengono dati, è recentemente intervenuta la Legge di Bilancio 2020, la quale nel revisionare l’Art. 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, ha previsto maggiori agevolazioni fiscali per i buoni pasto elettronici i quali sono esclusi dalla formazione del reddito da lavoro dipendente fino alla soglia di 8 euro, mentre per i ticket cartacei tale soglia è stata ridotta a 4 Euro. Gli stessi limiti sono validi per l’esenzione dai contributi Inps. Quale aliquota IVA va applicata alla vendita ed alla successiva circolazione dei buoni pasto? Il buono pasto acquistato dalle aziende a favore dei propri dipendenti è assoggettato ad aliquota Iva agevolata del 4%, non sono esclusi altri tipi di utilizzo del buono pasto ma, in tutti i casi di uso diversi da quello sopra indicato, l’aliquota agevolata del 4% non è applicabile. Successivamente al suo utilizzo da parte del dipendente, il buono pasto dovrà essere rifatturato dall’esercizio commerciale che lo ha accettato in pagamento alle società emettitrici.  L’aliquota Iva da applicare è sempre del 10%, sia nel caso di utilizzo del buono pasto presso pubblici esercizi (bar, ristoranti ecc) che nel caso di utilizzo dello stesso presso le mense. In particolare, per quanto riguarda la fatturazione da parte delle mense, a conferma della correttezza dell’interpretazione sopra fornita, è recentemente intervenuta l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione N° 75/E del 1° dicembre 2020, nella quale ha ribadito che nel “rapporto tra la società emittente e la mensa aziendale ed interaziendale che accetta i buoni pasto, la misura dell’aliquota applicabile sarà del 10 per cento”. Le regole per la fatturazione Le regole per la fatturazione dei buoni pasto variano in funzione della tipologia di rapporti contrattuali di contratto e  del rapporto commerciale in essere e dei soggetti coinvolti. Nel caso di rapporto tra società emettitrice e datore di lavoro, la base imponibile ai fini IVA è costituita dal prezzo convenuto dalle parti per l’acquisto dei buoni pasto anche qualora, per effetto di uno sconto concesso al datore di lavoro da parte della società emettitrice, se  tale prezzo fosse inferiore al valore facciale del buono. Alla base imponibile si applicherà l’aliquota Iva del 4%. Nel caso di un rapporto tra società emettitrice ed esercizio convenzionato, la base imponibile ai fini IVA si calcola applicando la percentuale di sconto concordato al valore facciale del buono, e poi scorporando dall’importo così ottenuto l’IVA compresa nel valore del buono stesso,  (e cioè dividendo l’importo per 110 e moltiplicando il risultato per 100). Day offre ai suoi partner la possibilità di calcolare il valore del rimborso dei buoni pasto ritirati a cui gli stessi avranno diritto sulla base delle condizioni commerciali in essere, attraverso un comodo strumento di calcolo della fattura online: basterà inserire la quantità di buoni ritirati e il loro valore per conoscere l’importo che spetta all’azienda partner. Detraibilità dell’IVA sui buoni pasto per le aziende: come funziona Le aziende che acquistano i buoni pasto per erogarli ai propri dipendenti. Qualora i buoni siano acquistati per un uso diverso, come ad esempio nel caso di acquisto da parte di un libero professionista oppure da parte del titolare di una azienda per utilizzo proprio, occorrerà valutare la normativa applicabile di volta in volta. Per informazioni più dettagliate si può contattare anche Day tramite mail (info@day.it) o servendosi dei riferimenti telefonici sul sito della società.
Buoni pasto al mese spettanze
Marzo 09, 2021
Buoni Pasto

Quanti buoni pasto ti spettano al mese?

A quanti buoni pasto ha diritto un lavoratore ogni mese? Quanti ne può ricevere al giorno? Leggi la nostra guida e trova le risposte a queste e altre domande sui buoni pasto. Le aziende non sono obbligate dalla legge a fornire un servizio di mensa ai dipendenti. Spesso, tuttavia, tale obbligo è compreso nei contratti collettivi di categoria, oppure è l’azienda stessa che sceglie di offrirlo come benefit ai propri collaboratori. In molti casi, quando non c’è una mensa aziendale vera e propria, il datore di lavoro decide di offrire ai dipendenti un’indennità in busta paga o, più spesso, i buoni pasto: dei ticket cartacei o elettronici che rappresentano un’indennità sostitutiva di mensa. Ogni lavoratore riceve tutti i mesi un certo numero di buoni pasto, che può spendere nei locali convenzionati per acquistare dei pasti già pronti, ma anche in negozi e supermercati per acquistare generi alimentari. Vediamo tutto quello che c’è da sapere su questa pratica: Quanti buoni pasto al mese? Quanti buoni pasto al giorno? A quanto ammontano i buoni pasto? Quanti buoni pasto si possono accumulare? Quanti buoni pasto si possono spendere contemporaneamente? Come gestire i buoni pasto Up Day con il portale e la App dedicati Quanti buoni pasto al mese? La quantità di buoni pasto che riceve un lavoratore ogni mese non è fissa, ma dipende dal numero di giorni che ha un mese e dai giorni effettivi di lavoro svolti. Il numero di buoni pasto che spettano ogni mese ai dipendenti di un’azienda viene infatti calcolato in base ai giorni di lavoro effettivi che hanno svolto nel mese precedente. Di seguito un esempio sui mesi di febbraio e marzo. MESE GIORNI DEL MESE GIORNI DI LAVORO SVOLTI BUONI PASTO DOVUTI FEBBRAIO 28 19 (+ 1 di ferie) 19 MARZO 31 23 23 Quanti buoni pasto al giorno? Ogni lavoratore ha diritto a un buono pasto per ogni giornata lavorativa svolta. Ciò vuol dire che non può ricevere più di un buono pasto al giorno e questo buono sarà esente da tassazione fino all’importo massimo stabilito dalla legge. Nel caso in cui i buoni pasto vengano erogati da un’azienda ai propri collaboratori anche nelle giornate non lavorative, essi sono interamente soggetti a tassazione. Il ticket giornaliero spetta anche in quei casi in cui la pausa pranzo non sia prevista, purché l’erogazione dei buoni pasto sia compresa nella contrattazione collettiva di settore o sia estesa a una categoria omogenea di lavoratori. Anche le lavoratrici che usufruiscono della maternità obbligatoria, della maternità anticipata e dei congedi per allattamento hanno comunque diritto al buono pasto. Anche in questo caso, i buoni non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente se il loro valore non supera i limiti fissati dalla normativa. A quanto ammontano i buoni pasto? L’importo minimo di un buono pasto è di 2 euro, mentre l’importo massimo è di 15 euro. Solitamente, le aziende erogano ai propri dipendenti buoni di un valore facciale compreso tra 5 e 10 euro. La nuova normativa fiscale (Legge di Bilancio 2020), volta ad incentivare l’uso degli strumenti elettronici, prevede che i buoni pasto cartacei non concorrano alla formazione del reddito da lavoro dipendente e siano esenti dal versamento dei contributi INPS fino a un importo massimo di 4 euro a buono. Per i buoni pasto elettronici, tale soglia di esenzione è innalzata a 8 euro. Quanti buoni pasto si possono accumulare? Prima di vedere quanti buoni pasto si possono accumulare, è importante fare una distinzione tra i termini accumulare e cumulare. Queste due parole hanno un significato simile ma nel caso dei buoni pasto esse non sono interscambiabili. Questo perché non c’è un limite al numero di buoni pasto che si possono accumulare, se non quello imposto dalla data di scadenza degli stessi. Data che, solitamente, coincide con la fine dell’anno solare. Esiste, invece, un limite alla cumulabilità dei buoni. Quanti buoni pasto si possono spendere contemporaneamente? Cumulare i buoni pasto significa utilizzarne più di uno contemporaneamente. La legge stabilisce un limite ben preciso per quanto riguarda il numero di buoni pasto che si possono spendere contemporaneamente.  Limite che è fissato a 8 buoni pasto per ogni acquisto. Tra le limitazioni che riguardano i buoni pasto ci sono anche il divieto di cederli ad altri (regola che vale anche per i familiari del lavoratore che riceve il buono) e di convertirli in denaro. I buoni pasto possono essere utilizzati sia nei giorni lavorativi, sia nei giorni non lavorativi, ma solo per acquistare generi alimentari. Vale anche la pena ricordare che il buono pasto deve essere speso per il suo intero valore facciale, in quanto non dà diritto al resto. Ciò significa che non sempre è conveniente spendere più di un ticket contemporaneamente. Facciamo qualche esempio pratico per capire come spendere i buoni pasto. Il primo esempio riguarda l’utilizzo dei buoni pasto durante la pausa pranzo. Mettiamo il caso che un lavoratore riceva dall’azienda dei buoni dal valore facciale di 6,50 euro e decida di pranzare in un ristorante, spendendo 10,50 euro. In questo caso, il lavoratore pagherà una parte del pasto con il buono e la restante in contanti poiché, utilizzando due buoni, non avrebbe diritto al resto di 2,50 euro. Lo stesso lavoratore può anche decidere di conservare i buoni per la spesa settimanale. Poniamo il caso che acquisti generi alimentari per un valore di 40 euro. In questo caso potrà utilizzare per il pagamento fino a 6 buoni pasto da 6,50 euro e dovrà spendere solo 1 euro in contanti. Come gestire i buoni pasto Up Day con il portale e la App dedicati Gestire i tuoi buoni pasto Up Day è facilissimo, grazie al portale e alla App dedicati agli utilizzatori. Da qui potrai facilmente monitorare la quantità di buoni pasto che viene caricata ogni mese sulla tua card e sapere quanti sono i ticket a tua disposizione. La App ti offre anche l’opportunità di trasferire sul cloud i buoni pasto elettronici caricati sulla card, così da poter fare acquisti direttamente online presso i partner convenzionati e di pagare nei negozi fisici utilizzando il Codice e il QR Code.
Dieci consigli per la pausa pranzo
Marzo 01, 2021
Buoni Pasto

Cosa fare in pausa pranzo? 10 consigli per sfruttarla al meglio

La pausa pranzo è uno dei momenti più importanti della giornata per un lavoratore. Ecco trucchi e consigli per sfruttarla al meglio. Capita spesso che, complici la fretta e l’ansia di rimettersi a lavorare, non si riesca a gestire al meglio il tempo dedicato alla pausa pranzo. Anche se si tratta di uno dei momenti più importanti della giornata per chi deve trascorrerne la maggior parte fuori casa. Sono molti gli esperti che sostengono quanto sia importante dedicare il giusto tempo alla pausa pranzo per garantire il proprio benessere e dare il massimo sul lavoro. Certo, non è facile cambiare le abitudini quotidiane ma bastano un poco di impegno e organizzazione per ottenere dei benefici dalla pausa pranzo. Cosa si deve fare per sfruttare al massimo questo momento? Scoprilo leggendo il nostro articolo. Quanto dura la pausa pranzo? Cosa mangiare in pausa pranzo? Gli effetti positivi di una pausa pranzo fatta bene Pausa pranzo: 10 consigli per sfruttarla al meglio Pausa sana: i consigli di Day per la pausa pranzo Quanto dura la pausa pranzo? Secondo quanto previsto dalla legge, la pausa pranzo non può durare meno di 10 minuti. Questo tempo, tuttavia, è davvero poco per riuscire a consumare un pasto degno di questo nome. Solitamente, le aziende concedono dai 30 minuti a 1 ora per la pausa pranzo dei dipendenti. In alcuni luoghi di lavoro, la pausa pranzo può durare anche 2 ore. Cosa mangiare in pausa pranzo? Può capitare che, a causa della fretta o di cattive abitudini, quando si mangia fuori casa si scelgano cibi poco salutari, magari perché sono già pronti e si consumano velocemente. Certo, non c’è niente di male se, occasionalmente, si sceglie di pranzare con un panino, una pizza o un kebab, tuttavia questa non deve diventare la norma, perché la salute può risentirne. Se si mangia ogni giorno fuori casa, si deve variare il proprio menu, scegliendo alimenti sani e poco calorici. Consumare pasti salutari è importante per mantenersi in buona salute, specialmente se si conduce una vita molto sedentaria. Per questo si deve seguire una dieta bilanciata e mangiare in modo sano durante la pausa pranzo. Se preferisci consumare pasti già pronti, con il portale e la App Buoni Up Day puoi trovare facilmente ristoranti e locali nella zona del tuo ufficio dove acquistare pasti salutari con i tuoi buoni pasto. Se, invece, ami cucinare e preferisci preparare i tuoi pasti, ti consigliamo di stilare un menu settimanale, e di preparare in anticipo i piatti da mettere nella schiscetta, così da evitare di rimpinzarti di cibi poco salutari per mancanza di tempo. Durante la tua pausa pranzo evita di consumare cibi troppo pesanti e ricchi di grassi, perché appesantiscono il corpo e la mente, rendendo sonnolenti e fiacchi. Prediligi alimenti sani, ricchi di vitamine e facilmente digeribili. Ricorda anche di portare con te della frutta, da consumare a fine pasto o quando senti la necessità di fare uno spuntino. Gli effetti positivi di una pausa pranzo fatta bene Spesso, per abitudine o un’errata pianificazione della propria giornata, si finisce per trascorrere la pausa pranzo seduti alla scrivania, mangiando velocemente il proprio pasto, magari continuando a lavorare o, comunque, senza staccarsi dal pc. Non c’è niente di più sbagliato e poco salutare. Sia che si lavori da casa, sia che ci si trovi in ufficio, per garantire il proprio benessere, è importante sfruttare il tempo della pausa pranzo per smettere di lavorare e ricaricare le batterie, così da affrontare al meglio il resto della giornata. Una pausa pranzo fatta bene: aiuta a vedere le cose con più obiettività e, magari, a risolvere quel problema su cui ci si è arrovellati per ore; migliora la capacità di concentrazione, così si riesce a lavorare meglio e a commettere meno errori; aiuta a migliorare il benessere psicofisico, aumenta il buonumore e riduce i livelli di stress; consente di aumentare la produttività e la performance lavorativa; migliora le relazioni tra colleghi, perché staccare la mente dal lavoro aiuta a vedere le cose da una prospettiva diversa e a ridimensionare i problemi. Pausa pranzo: 10 consigli per sfruttarla al meglio Insomma, la pausa pranzo è uno dei momenti più importanti della giornata per un lavoratore. Perciò non se ne deve sprecare neanche un minuto. Ecco 10 consigli per sfruttare la pausa pranzo nel modo giusto e ottenere dei benefici. 1.      Pianifica la tua giornata lavorativa tenendo in considerazione il pranzo Si dice chi ben comincia è a metà dell’opera. Pianificare la giornata tenendo in debita considerazione la pausa pranzo è il primo passo per gestire al meglio il tempo ad essa dedicato. Organizza il tuo lavoro in modo da non avere incombenze che possano trattenerti alla scrivania ed evita di fissare incontri di lavoro o riunioni a ridosso dell’orario di pranzo. 2.      Allontanati dalla postazione di lavoro Staccarsi dalla propria postazione di lavoro serve a ottenere un distacco fisico e mentale dal lavoro e a rilassarsi maggiormente. Restare davanti al computer è infatti il modo migliore per perseguire cattive abitudini come continuare a lavorare durante il pasto o evitare di fare esercizio fisico. Se possibile, è meglio uscire dall’ufficio e trascorrere del tempo all’aperto. Se si rimane in ufficio, è comunque importante trascorrere il tempo della pausa pranzo lontani dalla scrivania. 3.      Disconnettiti Un altro errore che si compie molto spesso è quello di rimanere continuamente connessi a Internet durante la pausa pranzo. Dal computer si passa allo smartphone o al tablet, si controllano le e-mail e i social network. Navigare continuamente in Internet, senza mai staccare la spina, genera ansia e aumenta i livelli di stress. Per rilassarsi davvero è importante spegnere il computer e concedersi dei momenti in cui si mettono da parte tutti i dispositivi elettronici e ci si concentra solo su sé stessi e il proprio benessere. 4.      Dedica il giusto tempo al pasto Mangiare velocemente è sempre sconsigliato, perché ha effetti negativi sulla digestione, non permette di assimilare correttamente le sostanze nutrienti e influisce anche sulla salute dei denti. Anche se hai fretta, perciò, ricorda di dedicare il giusto tempo ai tuoi pasti, mastica lentamente e assapora ogni boccone. Non solo ne beneficeranno la tua linea e il tuo stomaco, ma ti sentirai anche più energico. 5.      Pratica un esercizio di mindfulness prima di mangiare Quello di mindfulness è un concetto molto più ampio di benessere e comprende un tipo di meditazione diverso da quello tradizionale. I benefici che regala possono essere raggiunti dedicandole pochi minuti al giorno. Quando finisci di lavorare, prima di iniziare a mangiare, concediti un minuto di meditazione: chiudi gli occhi, respira lentamente e concentrati solo su te stesso e sulla respirazione, isolandoti dal mondo esterno e allontanando tutti i pensieri. Oppure concentrati su un oggetto che trovi sulla tua scrivania. Libera la mente. Osservalo come se lo vedessi per la prima volta, toccalo per sperimentarne la consistenza e la struttura. Dedica questa stessa concentrazione anche al cibo. Libera la mente, focalizza la tua attenzione su ciò che stai mangiando e sulle sensazioni che provi. 6.      Fai esercizio fisico Praticare attività fisica è importante per il proprio benessere, specialmente se si trascorre tanto tempo seduti. Vorresti andare a correre la mattina prima di andare in ufficio ma non hai tempo? Puoi dedicarti a questa attività durante la pausa pranzo. Oppure andare in palestra, se sei un appassionato di fitness. Tuttavia, se hai poco tempo a disposizione o non sei abituato a fare esercizio fisico, bastano anche una semplice passeggiata al parco, o un quarto d’ora di camminata veloce, per rilassarsi e mantenersi in forma. 7.      Socializza Confrontarsi con le persone che ci circondano è importante per stare bene con noi stessi e vivere più serenamente l’ambiente di lavoro. La pausa pranzo è un buon momento per conoscere i colleghi e socializzare con loro. 8.      Organizza la tua settimana Una delle ragioni per cui si accumula tanto stress e ci si sente sopraffatti dalle mille incombenze quotidiane è la poca organizzazione. Usare il tempo della pausa pranzo per organizzare al meglio la tua settimana ti permette di focalizzarti meglio sugli obiettivi da raggiungere, avere la mente più libera e abbassare i livelli di stress. 9.      Pianifica la tua carriera Quello della pausa giornaliera è anche un buon momento per focalizzarsi sulla propria carriera. Se sei una di quelle persone che amano pianificare, puoi sfruttare la pausa pranzo per fare un bilancio della tua vita lavorativa, sugli obiettivi che hai raggiunto e su quelli da raggiungere, raccogliendo e organizzando idee e progetti. 10.  Dedica del tempo alle tue passioni Leggere un libro. Visitare una mostra. Dedicarsi alla scrittura, al disegno, al cucito. La pausa pranzo è il momento ideale per dedicare un po’ di tempo alle proprie passioni. Così, oltre a nutrire la propria anima creativa, ci si rilassa e si recupera la serenità necessaria ad affrontare il resto della giornata lavorativa con grinta e buonumore. Pausa Sana: i consigli di Day per la pausa pranzo Day conosce bene l’importanza della pausa pranzo e sa anche quanto possa essere difficile trovare il modo di organizzare questo tempo nel modo giusto. La rubrica Pausa Sana è nata proprio con lo scopo di aiutare chi lavora a godere al meglio della propria pausa pranzo, con tanti suggerimenti e consigli utili anche per chi lavora in smart working.
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