L’utilizzo sempre più diffuso dello smart working ha generato diversi quesiti sui diritti dei dipendenti che ne usufruiscono. Uno di questi riguarda l’erogazione dei buoni pasto. Ecco cosa sapere.
Lo smart working è una modalità di lavoro agile che sempre più aziende decidono di concedere ai propri dipendenti. Secondo la legge, il lavoratore agile ha diritto allo stesso trattamento dei dipendenti che si recano in sede ogni giorno. Tuttavia, la normativa non specifica se tale trattamento riguardi anche i buoni pasto e la giurisprudenza spesso ne nega il diritto, anche se con alcune eccezioni.
La tua azienda ti ha proposto di lavorare in smart working e vuoi sapere se hai diritto ad usufruire dei buoni pasto? Vediamo tutto quello che c’è da sapere.
Buoni pasto e smart working
La normativa sui buoni pasto
Il datore di lavoro può comunque erogare i buoni pasto?
Cosa dice la sentenza del Tribunale di Venezia del 2020?
Buoni pasto e smart working
Questa modalità di lavoro è sempre più impiegata dalle imprese in quanto rende possibile un maggiore equilibrio fra lavoro e vita personale favorendo, di conseguenza, un maggiore benessere del dipendente.
Mentre in passato i lavoratori potevano svolgere il proprio impiego esclusivamente all’interno delle aziende, oggi sono sempre di più le persone che scelgono di svolgere il proprio lavoro quotidiano da remoto, almeno per parte della settimana. Questo perché tale modalità di lavoro alleggerisce le problematiche legate ai vincoli di orario e di luogo.
E aumenta il numero di aziende che si rende conto dei benefici che comporta offrire ai dipendenti la possibilità di lavorare da remoto e gestire il proprio lavoro con maggiore autonomia.
Lo smart working, infatti, presenta indubbi vantaggi per un lavoratore, dato che non richiede la sua presenza fisica in azienda e gli garantisce una maggiore flessibilità sia per quanto riguarda la scelta dell’orario di lavoro, sia per quanto riguarda la sede dove svolgere la propria prestazione lavorativa. Che può essere, ad esempio, la propria casa, un bar o uno spazio in coworking.
I buoni pasto sono tra gli strumenti più utilizzati da imprese e aziende. Vengono erogati ai dipendenti che si trovano a consumare i pasti fuori casa durante le ore lavorative. Sono molto apprezzati anche dagli stessi lavoratori, in quanto permettono di ottenere un risparmio ragguardevole sulla spesa sostenuta per i pasti. Spesa che incide notevolmente sullo stipendio di chi si ritrova a mangiare fuori casa ogni giorno.
Per questo, uno dei dubbi che più di frequente sorgono in coloro che vorrebbero lavorare in modalità agile è se, anche operando in smart working, potranno continuare a ricevere i buoni pasto e a poter godere di questa opportunità o se rischiano che l’azienda decida la sospensione della loro erogazione.
Spesso, infatti, viene fatta la considerazione che, svolgendo la propria mansione a casa, il lavoratore non abbia la necessità di acquistarsi il pranzo e, quindi, non abbia diritto ad usufruire del buono pasto.
Ma le cose stanno davvero così?
La normativa sui buoni pasto
Iniziamo col dire che, nonostante i buoni pasto siano un’agevolazione prevista dalla legge (come indennità sostitutiva di mensa), nessuna azienda è tenuta a corrisponderli ai propri dipendenti qualora non disponga di una mensa aziendale, in quanto essi non hanno una natura retributiva ma rappresentano un’erogazione a carattere assistenziale.
Pertanto, sono considerati benefici accessori (i cosiddetti fringe benefit). Un’impresa è tenuta a erogarli solo nel caso in cui siano previsti dai contratti collettivi nazionali delle varie categorie.
Fatta questa premessa, entriamo più nello specifico e andiamo a vedere cosa dice la normativa su buoni pasto e smart working.
Per capire se, secondo la legge, un lavoratore abbia diritto o meno a ricevere i buoni pasto anche operando in smart working, bisogna fare riferimento non solo alle norme che regolano l’erogazione di questo tipo di agevolazione, ma anche alla legge che regola il lavoro agile.
Iniziamo dai buoni pasto. La norma che ne regola le modalità di erogazione e la fruizione è il Decreto 122 del 7 giugno 2007. Tale decreto individua gli esercizi presso i quali può essere erogato il servizio sostitutivo di mensa attraverso l’uso dei buoni pasto e stabilisce i requisiti per l’erogazione degli stessi.
In particolare, al comma C dell’articolo 4, il decreto stabilisce che hanno diritto a ricevere i buoni pasto solo coloro che prestano lavoro subordinato, a tempo pieno o parziale, anche nel caso in cui l’orario di lavoro non preveda una pausa per il pranzo. Tale diritto è esteso anche alle risorse che abbiano instaurato con il cliente un rapporto di collaborazione non subordinato.
Anche se lo smart working non è espressamente citato, questa definizione non ha vincoli particolarmente stringenti e lascia ampio spazio di interpretazione, specialmente nella parte in cui dice che si ha diritto a ricevere il buono pasto anche qualora l’orario giornaliero di lavoro non preveda una pausa per il pranzo.
Per avere una risposta più esaustiva, proviamo a vedere cosa dice la Legge n° 81 del 22 maggio 2017 che, al capo II, dà precise disposizioni in merito al lavoro agile.
Il comma 1 dell’articolo 20, in particolare, afferma che il lavoratore che svolge la propria occupazione in modalità di lavoro agile ha diritto a un trattamento economico e normativo non inferiore a quello applicato nei confronti delle risorse che svolgono le stesse mansioni all’interno dell’azienda.
In questo caso, pur non avendo un preciso riferimento ai buoni pasto, la norma può essere interpretata a favore del rilascio dei buoni pasto anche allo smart worker, in quanto quest’ultimo ha diritto al medesimo trattamento del lavoratore che svolge la propria occupazione esclusivamente all’interno dell’azienda.
Sempre nella stessa legge, all’articolo 19, viene specificato inoltre che le modalità di lavoro agile devono essere regolamentate da un accordo individuale scritto tra il datore di lavoro e il proprio dipendente. Tale accordo può comprendere anche l’erogazione dei buoni pasto.
Dunque possiamo concludere che i buoni pasto non sono espressamente concessi durante lo smart working, ma non sono neanche espressamente vietati.
La scelta su cosa fare dipende quindi solo ed esclusivamente dall’azienda.
Il datore può comunque erogare i buoni pasto?
Come abbiamo visto, la normativa che disciplina l’erogazione dei buoni pasto è piuttosto ampia e lascia ampia discrezionalità ai datori di lavoro.
Anche se non li obbliga a erogare i buoni pasto (a meno che non siano compresi nei contratti collettivi nazionali), essi possono decidere autonomamente di offrire questo bonus ai propri dipendenti.
La stessa normativa, sebbene non faccia specifico riferimento allo smart working, lascia intendere che anche i dipendenti che operano da remoto abbiano diritto a ricevere questo tipo di prestazione.
Molte aziende scelgono di erogare i buoni pasto anche alle risorse che svolgono la propria attività in via telematica, in quanto sanno benissimo che questi dipendenti non lavorano solo da casa, ma si spostano anche in spazi di coworking o in altre sedi aziendali. C’è da dire poi che anche quando il lavoratore si trova nella propria abitazione, si ritrova a consumare i pasti durante l’orario di lavoro, perciò potrebbe comunque avere diritto al buono pasto.
Altre aziende, invece, ritengono che, operando da casa, il proprio dipendente non abbia bisogno di spendere soldi per il pasto, perciò il buono pasto non gli sarebbe necessario, così come il servizio di mensa aziendale.
A volte, sono gli stessi accordi sindacali a limitare la possibilità di uno smart worker di ottenere i buoni pasto.
I dipendenti privati, quindi, devono rifarsi ai contratti individuali e collettivi propri della propria azienda e del proprio settore per sapere se hanno diritto al riconoscimento dei buoni pasto anche qualora lavorino da remoto.
Starà al datore di lavoro stabilire se un lavoratore che opera in smart working abbia diritto ai buoni pasto.
Se stai già lavorando in smart working o stai per iniziare a farlo, controlla cosa prevede il contratto collettivo nazionale del tuo settore, e l’accordo che hai stipulato con la tua azienda, per verificare che all’interno degli stessi siano compresi anche i buoni pasto e quindi anche tu abbia diritto ad usufruirne. Vuoi approfondire questo argomento? Ecco cosa sapere:
Se il buono pasto è incluso nella contrattazione collettiva o nel contratto individuale, è possibile riceverlo anche lavorando in smart working. In tal caso, infatti, qualsiasi modifica contrattuale deve essere concordata fra le parti e potrebbe essere necessario un accordo sindacale. In seguito vedremo alcune eccezioni;
Se si tratta invece di un’erogazione concessa autonomamente dall’azienda, questa può essere modificata con un atto unilaterale o interno. Per fare un esempio, la sentenza di Cassazione 16135/2020 precisa che anche nel caso in cui il buono pasto sia una prestazione erogata come prassi aziendale da diversi anni, il datore di lavoro può interromperla in qualsiasi momento, senza che il dipendente possa pretenderne il diritto. Quando l’erogazione di buoni pasto è prevista dal regolamento aziendale, l’obbligo può essere variato unilateralmente dal datore di lavoro, nel rispetto dei limiti previsti nel regolamento.
Per concludere, nonostante non ci sia alcuna legge che obblighi i datori di lavoro a corrispondere i buoni pasto, sussistono ancora tutte le agevolazioni fiscali. Infatti, fornire dei benefit sotto forma di buono pasto non comporta un aumento dei costi o una tassazione aggiuntiva e sono comunque possibili sia le detrazioni dell’IVA sull’acquisto sia le deduzioni.
Trattandosi di un’integrazione del reddito che non è sottoposta a tassazione, l’erogazione dei buoni pasto rimane un benefit estremamente apprezzato dal lavoratore, che avrà modo di utilizzarlo senza commissioni aggiuntive presso ristoranti, supermercati e locali tamponando così le spese personali.
Cosa dice la sentenza del Tribunale di Venezia del 2020?
Nel decreto 3463 dell’8 luglio 2020 il Tribunale di Venezia ha affermato che, alla luce del fatto che il buono pasto tecnicamente non fa parte della retribuzione del dipendente da un punto di vista normativo, il suo diritto a ricevere questo benefit non sussiste. Ma cosa è successo di preciso?
Nel 2020 la Federazione Metropolitana della FP CGIL di Venezia ha presentato un ricorso al Tribunale nei confronti del Comune di Venezia per non aver riconosciuto l’erogazione dei buoni pasto ai lavoratori in smart working durante il periodo emergenziale causato dalla pandemia da Covid-19, senza previa contrattazione con le varie organizzazioni sindacali. Il Tribunale di Venezia ha respinto il ricorso con le seguenti motivazioni:
come previsto dagli articoli 45 e 46 del CNNL Regioni e Autonomie Locali del 14 settembre 2000, per la maturazione del buono pasto è necessario che l’orario di lavoro sia strutturato con scadenze orarie specifiche e che il dipendente consumi il pranzo o il pasto in generale fuori dall’orario di lavoro;
come disposto dall’articolo 87, comma 1 del decreto legislativo 18/2020 e dal DPCM dell’11/03/2020, il lavoro agile è stato imposto per legge alle pubbliche amministrazioni come modalità ordinaria di lavoro. Di conseguenza, non si è trattata propriamente di una scelta dell’ente sul modo di organizzare gli uffici e, pertanto, non è stata oggetto di informativa sindacale;
ai sensi della sentenza n.31137/2019 della Cassazione, i buoni pasto sono dei bonus facenti parte del welfare aziendale con lo scopo di conciliare le esigenze del dipendente con il lavoro e sono conseguenti alla tipologia di organizzazione del lavoro - ad esempio, nel caso di una pausa pranzo ridotta. Nel caso del lavoro agile, il lavoratore ha tutto il tempo per organizzare i propri tempi di lavoro e pertanto l’obbligo a carico dell’azienda non sussiste.
Purtroppo l’informazione riportata non è corretta. I buoni elettronici Day Tronic DAy UP con l’indicazione BP8 non mi vengono accettati. Ho chiamato il vostro servizio clienti e mi hanno parlato di proporre l’affiliazione tra Esselunga e DAY previo autorizzazione della mia azienda. Cosa significa? La mia azienda decide dove posso mangiare o no? Sono basito….
I buoni BP8 fanno riferimento agli enti pubblici che acquistano tramite Consip a condizioni particolari e con rete dedicata. La rete di partner convenzionati può essere diversa, perché dipende dalle indicazioni del capitolato di gara, quindi antecedente alla recente acquisizione nella rete di Esselunga.
Può verificare sul sito https://trovalocali.day.it/ i partner affiliati ai buoni Consip Bp8.
buongiorno,
confermo, agosto 2020, che l’Esselunga a Milano non accetta i buoni pasto Day Tronic DAy UP specificamente con l’indicazione BP8. Perchè se invece voi dite che li accettano?
Buongiorno, come si può far attivare la convenzione anche per i buoni Consip Bp8?
Grazie
buongiorno, confermo che i buoni elettronici Day Tronic Day UP – BP8 all’Esselunga di San Donato Milanese (Mi), non vengono accettati.
I buoni bp8 sono quelli relativi alla pubblica amministrazione tramite convenzione Consip. Sono buoni soggetti a condizioni particolari, dettate dalla convenzione stessa. Per questo hanno una rete dedicata particolare, che dipende proprio dalle condizioni Consip. Può verificare qui i locali convenzionati: https://trovalocali.day.it/
Buongiorno. Vi è modo di sapere quando sarà attivata la convenzione con Esselunga o almeno se vi è speranza che venga attivata per i buoni Consip Bp8? Con la convenzione n. 7 non ci sono stati problemi ed io non ho modo di spenderli altrove. Grazie.
Esselunga di Cernusco lombardone non accetta i ticket BP8 di Day Tronic… Peccato con quelli cartacei Si poteva, e adesso No… Non sempre le migliorie portano benefici, anzi mi sento limitato anche al CARREFOUR dove il Day Tronic BP8 si può utilizzare solo per gli alimenti, e non tutti, bisogna evitare quelli in offerta (manca solo che mi dicevano di stare attenti ai giorni dispari che non valgono… )
Buongiorno,i buoni Bp8 sono quelli della pubblica amministrazione, che dipendono dalle condizioni Consip. Pertanto, hanno una rete dedicata che differisce da quella dei buoni pasto per i privati. Può cercare altri esercizi convenzionati qui: https://trovalocali.day.it/, specificando BP8.
BUONGIORNO, DOVE POSSO VEDERE I LOCALI ACCREDITATI PER RICARICARE I BUONI
Il conad accetta day bp8 senza troppe clausole
Buongiorno, ma se io dipendente pubblica mi servo all’Esselunga perchè non vi adoperate affinché accettino i buono day bp8? non deve essere l’ente ad attivarsi ma voi come azienda ad allargare i punti vendita
Buongiorno, i buoni bp8 prevedono condizioni particolari indicate da Consip. Esselunga ha scelto di non aderire alle condizioni Consip.
Buongiorno, ho visto su “https://trovalocali.day.it/” che i Buoni Day Consip BP7 vengono accettati anche al supermercato Tigros di via Cagliero a Milano. E’ possibile estendere la convenzione anche per i Buoni Day Consip BP8? Grazie
Quale Conad accetta i bp8? Via venini Milano no.
Li accetta la coop e Carrefour?
buongiorno Alberto, qui puoi visualizzare i nostri partner: https://trovalocali.day.it/
L’Esselunga e il Gigante di Rho non accettano i ticket day up BP8 cartacei!
🙁
Vorrei sapere se i buoni pasto Day cartacei comprendo anche il vino e/o la birra . dato che sono bevande alimentrai?
Neanche due Esselunga Novara non accettano i ticket-day BP8 , cambierò supermercato.
Conad Pam e Esselunga non accettano buoni pasto bp8, per adesso solo coop e Carrefour incredibile
Ieri ho presentato i buoni pasto al supermercato Migross di Almenno San Salvatore in provincia di Bergamo.
Mi han detto che dall’1 marzo non accettano il modello che ho con la sagoma bianca di un canguro perché?
Dove posso acquistare con questi ticket?
Buongiorno Alida,
il canguro non è più presente nel nostro logo da diversi anni. Le consigliamo di verificare la scadenza sul fronte del buono stesso.
Saluti
La vostra affermazione “Tutti i supermercati Esselunga accettano buoni pasto Day in formato cartaceo ed elettronico. Una buona notizia, che segue la sperimentazione avviata a ottobre su otto punti vendita” non è corretta: lo ammettete voi stessi nei commenti. Quindi per favore cancellate questo post che è ingannevole. Oppure modificate in “Tutti i supermercati Esselunga accettano ALCUNI buoni pasto Day in formato cartaceo ed elettronico”
Confermo, ad oggi Esselunga di Viale Zara, Suzzani e Jenner a Milano non accettano i BP8, ma dovesse interessarVi, sono accettati i tutti i Carrefour, al Gigante e all’Ipercoop del Centro Sarca.
Esselunga perderà un sacco di clienti (e soldi!) Saluti a tutti. Simona
Verrei sapere se sarà previsto anche alle Esselunga di Milano l’accettazione dei i ticket elettronici di UpDay BP8.
E’ possibile rilevare un elenco di tutti i locali e supermercati aderenti alle condizioni Consip?
Grazie.
Tina
Buongiorno Tina, sul portale utilizzatori.day.it e sulla nostra app Buoni Up Day è possibile visualizzare la lista dei locali convenzionati per l’utilizzo dei buoni.
Buongiorno da oggi ai conad in provincia di Alessandria finalmente hanno aggiornato i codici ora accettano anche i bp8 e bp9 e tra l’altro senza limiti di utilizzo ho fatto circa 40 € di spesa e hanno preso buoni pasto per 35 €
Buongiorno da oggi ai conad in provincia di Alessandria finalmente hanno aggiornato i codici ora accettano anche i bp8 e bp9 e tra l’altro senza limiti di utilizzo ho fatto circa 40 € di spesa e hanno preso buoni pasto per 35 €