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Welfare Voucher: Tutto Quello che c'è da Sapere
Welfare Aziendale

Welfare Voucher: cosa sono e come utilizzarli

I voucher welfare sono lo strumento preferito dalle aziende per erogare benefit ai propri dipendenti. Scopri cosa sono e come funzionano.

Sempre più spesso le aziende che offrono dei benefit aziendali ai propri dipendenti decidono di utilizzare come strumento i welfare voucher: buoni di valore variabile che si utilizzano per usufruire dei beni e dei servizi previsti dal piano di welfare aziendale. In questo articolo troverai tante informazioni utili su come incassare e utilizzare questi buoni.

Cosa sono i voucher welfare?

Il voucher, in generale, è uno strumento in uso da molti anni, in particolare in ambito turistico: si tratta di un titolo di credito che viene impiegato per prenotare o pagare determinati servizi.

Nati in Europa, introdotti in Italia dalla Legge di Bilancio 2016, i voucher welfare sono un utile strumento per le aziende che desiderano rendere più semplice la fruizione dei beni e servizi compresi nel piano di welfare aziendale messi a disposizione dei dipendenti.

Si tratta di buoni cartacei o elettronici considerati come titoli di credito personali (cioè spendibili solo dal titolare), accessori alla retribuzione ordinaria, che danno al lavoratore il diritto di ottenere beni e servizi di vario tipo presso i fornitori convenzionati con l’azienda, e possono essere erogati anche in sostituzione dei premi di produttività.

Secondo quanto stabilito dall’articolo 3 – bis dell’articolo 51 del TUIR (Testo Unico sulle Imposte sul Reddito), l’erogazione di beni e servizi da parte del datore di lavoro può avvenire mediante documenti di legittimazione (i voucher welfare, appunto), in modalità cartacea o elettronica, che riportino il valore nominale.

I voucher welfare, quindi, mantengono le stesse agevolazioni fiscali dei beni e servizi di welfare, perciò non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente e sono esenti da tassazione, almeno fino alla soglia stabilita dalla legge di 258,23 euro. Soglia che per il 2024 è stata innalzata a 2000 € per i dipendenti con figli a carico e a 1000 € per tutti gli altri.

In quanto titoli di credito defiscalizzati, secondo quanto stabilito dall’articolo 6 del TUIR, i voucher welfare devono avere le seguenti caratteristiche:

  • devono essere nominativi;
  • possono essere utilizzati solo dal titolare o dai familiari fino al 1° grado di parentela;
  • non possono essere ceduti;
  • non possono essere convertiti in denaro;
  • danno diritto all’erogazione di un solo bene, prestazione, opera o servizio, per il loro intero valore nominale e non possono essere integrati dal titolare (a parte alcune eccezioni).

Sempre la normativa, il comma 2 dell’articolo 6 del TUIR, prevede una deroga all’obbligo di utilizzare il voucher per un solo bene/ prestazione, prevedendo che esso possa essere speso per una pluralità di servizi compresi nel “carrello della spesa” o “paniere” previsto dal piano di welfare aziendale, purché l’importo di tali beni e servizi non superi il limite fissato dalla legge di 258,23 euro.

Differenza tra welfare voucher e buoni pasto

Attenzione, però, a non confondere i voucher welfare con i buoni pasto, che rappresentano un servizio sostitutivo di mensa e sono regolamentati in maniera diversa.

L’erogazione dei voucher welfare non preclude l’uso dei buoni pasto e viceversa, in quanto si tratta di due misure di welfare aziendale completamente diverse.

In particolare, i buoni pasto sono esclusi dalla tassazione sulla base di un importo giornaliero (fissato in 4 euro per i cartacei e in 8 euro per gli elettronici), possono essere utilizzati per acquistare solo cibi già pronti o prodotti alimentari e possono essere integrati con somme di denaro versate dal lavoratore, se la somma spesa supera il valore del buono.

Come si riscuotono i voucher welfare?

Il lavoratore ha a disposizione diversi modi per riscuotere i voucher welfare, che variano in base alle scelte dell’azienda e alla tipologia di buono (se cartaceo o elettronico).

Nel caso in cui un’impresa decida di gestire da sé l’emissione dei voucher welfare, per riscuoterlo il lavoratore dovrà comunicare all’azienda qual è il bene o servizio di welfare aziendale per cui intende spenderlo, scegliendo tra quelli proposti, e sarà poi la stessa impresa a emettere un buono cartaceo o elettronico che il lavoratore potrà spendere per ottenere il servizio scelto.

Se, invece, l’azienda decide di affidare la gestione dei voucher welfare a una società esterna, come Day, il lavoratore potrà accedere alla propria area riservata e scegliere il bene o servizio che preferisce. La società incaricata provvederà all’emissione di un buono spesa cartaceo o elettronico, a seconda delle disposizioni aziendali o delle preferenze del lavoratore, da spendere online o in uno dei negozi convenzionati.

Solitamente, l’utilizzo del voucher deve avvenire entro l’anno d’imposta in cui è stato emesso.

Ecco un esempio per capire meglio il funzionamento dei voucher welfare. Mettiamo il caso che un’azienda decida di erogare al proprio dipendente un bonus di 200 euro annui, spendibile tramite voucher: per ottenere il suo buono, il lavoratore accederà alla piattaforma digitale Day dedicata ai servizi di welfare aziendale, attraverso il sito o l’app e sceglierà il bene o il servizio per cui intende spendere il proprio bonus. Day si occuperà poi di creare il voucher welfare che il titolare potrà spendere presso l’esercizio o gli esercizi convenzionati che erogano i beni o servizi selezionati.

Grazie all’uso di una piattaforma di welfare dedicata, l’azienda non dovrà preoccuparsi di cercare i partner con cui stipulare le convenzioni né gestire le operazioni di emissione dei voucher, mentre il lavoratore potrà scegliere in totale autonomia come spendere il suo voucher e riceverlo in tempi brevi.

Come si possono spendere i voucher welfare?

I voucher welfare danno diritto a ricevere una pluralità di beni e servizi, che vengono scelti dall’azienda al momento della creazione del suo piano di welfare aziendale.

Un piano di welfare aziendale può comprendere agevolazioni che toccano diversi ambiti della vita lavorativa e familiare del dipendente, quali: sanità, assistenza per bambini e anziani, istruzione dei familiari, trasporti, formazione personale del dipendente, previdenza, tempo libero e benessere, shopping.

A seconda dei beni e servizi compresi nel piano di welfare, perciò, il lavoratore può richiedere un voucher welfare da spendere per: viaggi, centri benessere, palestre, abbonamenti a cinema o teatri, acquisto di libri per i figli, corsi di formazione, shopping, abbonamenti ai mezzi pubblici, rette scolastiche.

Perché convengono?

I voucher welfare rappresentano uno strumento utile e conveniente per l’erogazione e la fruizione dei servizi di welfare aziendale.

Specialmente per le aziende di piccole e medie dimensioni, gestire l’erogazione dei beni e dei servizi compresi nel piano di welfare può risultare piuttosto difficile, poiché è inverosimile riuscire, ad esempio, a costruire una palestra o un asilo nido all’interno della struttura. Per questo, risulta più pratico stipulare convenzioni con strutture esterne, che si occuperanno poi di erogare i servizi al dipendente.

Tuttavia, anche stipulando una convenzione, rimane il problema del pagamento dei beni e servizi fruiti dal lavoratore: se, infatti, il datore di lavoro versasse nella busta paga del proprio collaboratore una somma di denaro da spendere presso gli esercizi convenzionati, tale somma verrebbe tassata. Con l’erogazione di un voucher welfare, invece, il lavoratore ha a disposizione l’intera somma e l’azienda gode di numerosi vantaggi fiscali.

Facciamo un esempio concreto. Un’azienda decide di erogare al dipendente 200 euro di bonus, da spendere per acquistare i beni e i servizi che preferisce. Nella tabella, si può vedere la differenza tra l’erogazione dell’importo in busta paga, che viene eroso dalle tasse anche qualora si trattasse del premio di risultato, e l’emissione del voucher welfare, che, invece, è totalmente esente da tassazione.

 

IMPORTO IN BUSTA PAGA PREMIO DI RISULTATO VOUCHER WELFARE
IMPORTO LORDO €200,00 €200,00 €200,00
CONTRIBUTI INPS 9,19% €18,38 €18,38 €0
IMPONIBILE IRPEF €181,62 €181,62 €0
ALIQUOTA CONVENZIONALE IRPEF SENZA DETRAZIONI 27,5% €49,94 €0 €0
ALIQUOTA IRPEF AGEVOLATA 10% €0 €18,16
NETTO IN BUSTA PAGA /IMPORTO WELFARE NETTO DISPONIBILE €131,68 €163,45 €200,00

 

Per quanto riguarda l’azienda, invece, l’emissione dei voucher welfare le garantisce diversi vantaggi fiscali, tra cui l’esenzione dal versamento dell’IVA e la totale deducibilità dei buoni per un importo di 258,23 euro annui a dipendente.

Per fare un esempio concreto, se un’azienda eroga dei voucher del valore di 258 euro a 60 dipendenti, otterrà un risparmio che si aggira attorno ai 1.290 euro all’anno, mentre il dipendente avrà a disposizione l’intero importo.

Vantaggi per il lavoratore e per le aziende

 

Riepilogando, i benefici maggiori del voucher welfare per i dipendenti sono:

  • riduzione del cuneo fiscale;
  • detassazione;
  • maggior potere d’acquisto, derivante dalla non imponibilità del buono;
  • possibilità di ottenere il bene o servizio scelto senza intaccare il proprio stipendio.

Tra i vantaggi del voucher welfare per le aziende ci sono:

  • motivazione e fidelizzazione dei propri collaboratori;
  • esenzione dal versamento IVA;
  • deducibilità al 100% per un importo complessivo annuo di 258,23 euro a dipendente;

facilità di emissione.

*con il nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri in data 8 agosto 2020, il limite per la detassazione di beni e servizi riconosciuti ai lavoratori dipendenti passa a 516,46 euro. Il raddoppio dell’esenzione fiscale sul welfare aziendale è però limitato all’anno d’imposta in corso, e quindi si applica esclusivamente al 2020


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