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Asilo nido e welfare
Welfare Aziendale

Asilo nido aziendale, la misura welfare per conciliare lavoro e famiglia

Un sostegno per i lavoratori e le lavoratrici con figli piccoli, un’opportunità per migliorare la reputazione dell’azienda. Ecco cos’è e come funziona l’asilo nido aziendale.

Per i genitori che lavorano può risultare difficile conciliare la vita familiare con quella lavorativa, specialmente quando i figli sono molto piccoli. Il rientro al lavoro dopo la nascita di un figlio, infatti, può risultare complicato per diversi motivi.

Una delle ragioni che spingono a ritardare il momento di tornare a svolgere la propria attività lavorativa, specialmente per le donne, è rappresentata dalla difficoltà di trovare un sostegno per l’accudimento del bambino. Anche perché i costi per babysitter e asilo nido rappresentano una voce di spesa consistente, che incide in modo significativo sul bilancio familiare.

Sono sempre di più le aziende che decidono di sostenere i collaboratori con figli piccoli offrendo loro dei benefit specifici. Uno di essi è l’asilo nido aziendale.

Ma cos’è di preciso, il nido aziendale? Cos’ha di diverso da un asilo nido pubblico o privato? Quali sono i vantaggi nell’aprirlo? Ecco le risposte a tutte le domande su questo benefit apprezzato dai lavoratori ma ancora poco diffuso.

Cos’è l’asilo nido aziendale?

L’asilo nido aziendale è un benefit fornito dalle aziende ai propri dipendenti che hanno figli neonati.

Si tratta di una struttura che si trova all’interno della sede aziendale, o nelle vicinanze della stessa, di cui possono usufruire i figli dei dipendenti dell’azienda che abbiano un’età compresa tra 3 e 36 mesi. È in tutto e per tutto uguale a un asilo nido pubblico o privato.

Le motivazioni che spingono un’impresa a offrire questo tipo di servizio ai propri collaboratori sono da ricercare nella maggiore attenzione che le aziende riservano al benessere dei dipendenti.

Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una contrazione progressiva e inesorabile del welfare pubblico, con una disponibilità sempre più ridotta dei servizi essenziali che non basta per far fronte alla domanda crescente. È a questo punto che entra in gioco il welfare aziendale: grazie ai servizi di welfare messi a disposizione dalle aziende, i lavoratori possono conciliare più facilmente la vita lavorativa e quella privata.

Tra questi servizi, oltre a benefit quali buoni pasto, mensa aziendale, previdenza complementare ci sono anche quelli dedicati al sostegno della maternità e della famiglia, come gli asili nido, che in tutto il territorio nazionale sono pochi e costosi e spesso inaccessibili.

Come funziona un asilo nido aziendale

Un asilo nido aziendale funziona proprio come un normale asilo nido. L’unica differenza è che si tratta di un servizio fornito dall’azienda per cui si lavora.

Secondo la normativa, una struttura di questo tipo deve garantire alle famiglie 42 settimane di apertura all’anno per 5 giorni a settimana e un orario che va da un minimo di 6 fino a un massimo di 11 ore al giorno.

Solitamente, gli orari di un asilo nido aziendale sono più flessibili, per andare incontro alle esigenze dei lavoratori e le rette sono nettamente più basse rispetto a quelle delle strutture pubbliche e private.

Per quanto riguarda la gestione, gli asili nido aziendali si dividono in tre categorie:

  • asili nido a gestione diretta;
  • asili nido a gestione indiretta;
  • asilo nido interaziendali.

Le strutture a gestione diretta si trovano all’interno della sede dell’azienda e sono gestite da personale assunto dall’impresa e che fa capo ad essa.

I nidi a gestione indiretta si trovano anch’essi all’interno della sede dell’azienda ma sono gestiti da società esterne specializzate in questo campo.

Gli asili interaziendali sono strutture che possono essere situate anche in un luogo diverso dalla sede aziendale poiché, come suggerisce il nome stesso, accolgono i figli dei collaboratori di più aziende.

Perché le aziende dovrebbero avere l’asilo nido?

L’apertura di un asilo nido aziendale comporta numerosi vantaggi non solo per i genitori che usufruiscono del servizio e per i bambini che lo frequentano, ma anche per l’azienda stessa.

I vantaggi per i genitori e i bambini

I genitori lavoratori che hanno la possibilità di iscrivere i propri figli all’asilo nido aziendale hanno i seguenti vantaggi:

  • possono gestire al meglio il tempo dedicato al lavoro, grazie agli orari più flessibili dell’asilo;
  • risparmiano sulle spese destinate all’accudimento dei figli, perché le rette dei nidi aziendali sono generalmente più basse rispetto a quelle delle strutture pubbliche e private (il risparmio può arrivare anche a 300/400 euro al mese);
  • si sentono più tranquilli, sapendo che i bambini sono ben accuditi in una struttura con personale qualificato, sono vicini a loro e traggono vantaggio dal frequentare la scuola.

Per i bambini, infatti, frequentare un asilo nido ha innegabili benefici. Grazie ad esso possono:

  • imparare a socializzare fin da piccolissimi;
  • imparare a condividere i giochi e gli spazi;
  • apprendere la capacità di adattarsi ad ambienti e situazioni nuovi;
  • acquisire sicurezza in sé stessi;
  • acquisire maggiore autonomia;
  • sviluppare al meglio la creatività e le proprie capacità cognitive.

 

I vantaggi per le aziende

Offrire dei servizi di welfare ai propri dipendenti è sempre vantaggioso per le aziende. In particolare, mettere a disposizione dei propri dipendenti dei servizi a sostegno della vita familiare, permette di:

  • migliorare la reputazione dell’azienda, che apparirà attenta ai bisogni dei lavoratori e pronta a sostenere il lavoro femminile;
  • attrarre i talenti del settore, che riconoscono il valore di un’azienda attenta ai bisogni dei collaboratori;
  • ridurre l’assenteismo causato dalla difficoltà, per i dipendenti, di conciliare famiglia e lavoro o dal prolungamento dei congedi di maternità;
  • aumentare la produttività.

 

Nidi aziendali: ci sono degli svantaggi?

L’asilo nido aziendale, pur essendo un servizio molto apprezzato dai lavoratori, ha qualche svantaggio. Per questo a volte le aziende abbandonano il progetto o ripiegano su altre soluzioni.

Non si parla solo di costi di gestione, che talvolta risultano alti, o della scarsità di finanziamenti pubblici.

Per alcune famiglie anche la retta agevolata di un nido aziendale rappresenta comunque un costo difficile da sostenere. Anche la distanza tra la propria abitazione e la sede dell’azienda pesa sulla decisione di usufruirne, specie se una parte del lavoro viene svolta in smart working. Così come gli orari che, pur essendo flessibili, a volte non combaciano con le esigenze dei genitori.

Tutti questi fattori possono incidere negativamente sul servizio che, se riscuote scarso successo, viene abbandonato.

 

Prima di aprire un asilo nido aziendale…

Come ogni altro servizio di welfare aziendale, anche l’asilo nido non può essere avviato senza che il datore di lavoro abbia analizzato attentamente le caratteristiche e i bisogni dei propri dipendenti.

Prima di avviare il progetto si deve:

  • conoscere il numero di dipendenti che hanno figli in età prescolare;
  • sapere quanti di loro sono pendolari e abitano lontano dalla sede aziendale;
  • tenere conto delle ore svolte dai lavoratori in smart working;
  • effettuare un sondaggio per capire a chi servirebbe davvero questo servizio.

Una volta ottenuti questi dati, si può decidere se aprire o meno un asilo aziendale e con quale formula.

Sempre più aziende scelgono la formula dell’asilo interaziendale, o danno la possibilità di usufruire del servizio anche ai bambini residenti nel territorio comunale, per ammortizzare i costi e migliorare la propria reputazione sul territorio.

Le alternative all’asilo nido aziendale

Può accadere che, dopo aver analizzato la situazione della propria azienda, il datore di lavoro si renda conto che il nido aziendale non possa rispondere in modo adeguato ai bisogni dei propri dipendenti. In questo caso può ripiegare su altri servizi di welfare che abbiano lo scopo di sostenere la vita familiare dei lavoratori.

In particolare, tra i benefit più apprezzati dai genitori che lavorano, ci sono:


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