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Smart working, telelavoro e lavoro agile
Welfare Aziendale

Smart working, telelavoro e lavoro agile: quali sono le differenze?

Sono tutte modalità di lavoro che non prevedono la presenza del lavoratore in azienda. Ma ci sono differenze tra smart working, telelavoro e lavoro agile? E, se sì, quali sono?

 

Il diffondersi delle nuove tecnologie e le nuove esigenze della società in cui viviamo hanno portato alla nascita di nuove modalità di lavoro.

Smart working. Telelavoro. Lavoro agile. Lavoro da remoto. Home working.

Sono tutti termini che vengono utilizzati per indicare il lavoro a distanza, senza fare troppo caso alle differenze tra l’uno e l’altro, quasi come fossero sinonimi.

Le differenze, però, ci sono eccome!

Non solo dal punto di vista linguistico, ma anche, e soprattutto, sotto l’aspetto contrattuale e pratico. Sebbene tutte si basino sul presupposto di un rapporto subordinato, infatti, nella pratica presentano modalità di attuazione molto diverse tra di loro.

Per capire quali siano i diritti e i doveri di chi lavora a distanza è importante capire quale sia la differenza tra le varie modalità di lavoro da remoto. In questo articolo ti spieghiamo cosa c’è di diverso tra smart working, lavoro agile e telelavoro.

 

Smart working: ecco cos’è

Quella dello smart working è una modalità di lavoro che negli ultimi anni sta diventando sempre più diffusa. Molto apprezzato dai lavoratori, un po’ meno da alcune aziende legate ancora al concetto di presenza in ufficio = produttività, lo smart working prevede di concedere più autonomia al lavoratore.

Nelle aziende che adottano questo modo flessibile di lavorare, il luogo in cui i collaboratori di un’azienda svolgono i propri compiti non è più una postazione fissa in ufficio, o, almeno, non solo, ma la propria abitazione, un’altra sede dell’azienda, una biblioteca, uno spazio in coworking.

Gli orari non sono più quelli standard dell’ufficio, il classico “dalle nove alle cinque”. È il lavoratore che gestisce le sue ore di lavoro in autonomia. La cosa importante è che svolga la propria attività lavorativa in modo da raggiungere gli obiettivi concordati con l’azienda.

Per le sue caratteristiche, lo smart working è considerato una vera e propria misura di welfare aziendale, ed è spesso in cima alla lista delle richieste dei dipendenti delle aziende che svolgono dei sondaggi per determinare quali benefit inserire nel piano di welfare.

Significato di lavoro agile

Se dovessimo trovare un termine in italiano che meglio si adatti alla definizione di smart working (letteralmente “lavoro intelligente”), questo sarebbe proprio lavoro agile.

Quando si parla di lavoro agile, quindi, si parla di smart working.

In Italia lo smart working, o lavoro agile, è un modo di lavorare relativamente nuovo, tanto che la normativa che lo disciplina è stata emanata solo nel 2017.

La legge n° 81 del 22 maggio 2017, al Capitolo II, individua le linee guida generali per lo svolgimento del lavoro agile:

  • l’attività lavorativa viene svolta in parte all’interno della sede aziendale, in parte al difuori di essa, senza che il lavoratore abbia una postazione fissa;
  • la durata massima dell’attività lavorativa non può superare i limiti di orario giornalieri e settimanali;
  • il datore di lavoro ha la responsabilità della sicurezza e del buon funzionamento degli strumenti che il dipendente utilizza per svolgere le proprie funzioni;
  • il lavoratore può ricevere gli incentivi di carattere fiscale e contributivo legati agli incrementi di produttività, il premio di produttività, insomma, anche quando svolga il proprio lavoro in modalità agile.

La normativa poi, rimanda all’accordo individuale tra datore di lavoro e dipendente la determinazione delle condizioni specifiche (compresi i tempi di riposo per garantire la disconnessione) e degli obiettivi da raggiungere.

 

Cos’è il telelavoro?

Il telelavoro è una modalità di lavoro che è nata e si è sviluppata attorno agli anni ’70, soprattutto grazie allo sviluppo e alla diffusione delle nuove tecnologie informatiche.

Il telelavoro viene svolto da remoto, solitamente da casa o in un luogo fisico decentrato rispetto alla sede dell’azienda.

Il lavoratore, solitamente, ha una postazione fissa e deve attenersi scrupolosamente alle regole e agli orari di lavoro concordati con l’azienda.

 

Significato di lavoro da remoto

Il lavoro da remoto, conosciuto anche come home working, è una modalità di lavoro che può essere definita ibrida, in quanto prevede che il lavoratore svolga la propria attività da casa, talvolta con gli strumenti informatici a sua disposizione, impiegando le modalità e gli orari dell’ufficio. Spesso e volentieri l’home working non viene inquadrato con un contratto ben definito.

È la forma di lavoro che è stata più utilizzata dalle aziende durante l’emergenza dovuta alla pandemia da Coronavirus, ma è anche quella che genera più confusione.

Questa confusione finisce per aumentare la diffidenza delle imprese verso il lavoro da remoto e per creare situazioni di disagio tra i lavoratori che, spesso, non riescono a dividere la vita privata da quella lavorativa, finendo per ottenere più svantaggi che vantaggi.

 

Differenza tra smart working e telelavoro

Smart working e telelavoro quindi non sono la stessa cosa. Si tratta di modalità di lavoro subordinato che, seppur simili, presentano sostanziali differenze.

In particolare, telelavoro e smart working, si differenziano per:

  • sede di lavoro.
    Con il telelavoro il dipendente può svolgere la propria attività solo in una postazione fissa organizzata secondo i dettami del datore di lavoro e da esso approvata. Con lo smart working, invece, l’attività lavorativa può essere svolta sempre in luoghi diversi, purché il lavoratore abbia con sé gli strumenti necessari;
  • orario di lavoro.
    Con il telelavoro i lavoratori seguono lo stesso orario dell’ufficio. Con lo smart working, invece, possono scegliere autonomamente quante ore lavorare al giorno;
  • organizzazione del lavoro.
    Nel telelavoro l’organizzazione del lavoro non cambia, è la stessa dell’ufficio e, per questo, ha maggiori vincoli. Nello smart working, invece, è il lavoratore a gestire in autonomia la propria attività. L’importante è che raggiunga gli obiettivi prefissati.

Insomma, possiamo dire che lo smart working sia la versione modernizzata e aggiornata del telelavoro. Il lavoro agile viene infatti considerato un vero e proprio strumento per migliorare il welfare aziendale e aiutare i lavoratori a conciliare meglio vita lavorativa e vita privata.

 

Differenza tra smart working e home working

La differenza tra smart working e home working sta tutta nelle modalità in cui viene eseguito il lavoro. Mentre l’attività di smart working e anche quella di telelavoro sono ben regolamentate attraverso un contratto, quella di home working non è ben definita. Ci si limita a trasferire a casa del lavoratore la stessa attività svolta in azienda.

Abbiamo realizzato questa tabella per rendere più facile il confronto tra le varie forme di lavoro da remoto.

Smart working o lavoro agile Telelavoro Home working
Sede di lavoro In parte in ufficio, in parte a casa o in altro luogo A casa o in una sede distaccata di lavoro A casa
Postazione La prestazione lavorativa può avvenire in qualsiasi luogo Il lavoratore ha una postazione fissa, approvata dall’azienda Il lavoratore lavora in qualsiasi punto della casa
Orario Il lavoratore sceglie autonomamente l’orario di lavoro Il lavoratore deve seguire lo stesso orario dell’ufficio L’orario di lavoro non è regolamentato ma, generalmente, è lo stesso dell’ufficio
Attività Il lavoratore gestisce autonomamente la propria attività per raggiungere gli obiettivi prefissati Il lavoratore non può gestire autonomamente l’attività, ma eseguire gli incarichi che gli vengono assegnati, come se fosse in ufficio Il lavoratore deve eseguire gli stessi incarichi che svolgerebbe in ufficio
Rapporto di lavoro Subordinato Subordinato Subordinato

 

Lavorare da casa: in quale modalità?

Capire qual è la differenza tra le varie modalità di lavoro a distanza è importante tanto per le imprese quanto per i lavoratori. Solo così, infatti, si possono fare scelte utili e vantaggiose per entrambe le parti.

Anche se durante la pandemia molte aziende hanno ripiegato sull’home working per far fronte all’emergenza, le due modalità di lavoro da remoto più utilizzate rimangono il telelavoro e lo smart working.

Quest’ultimo, in particolare, sembra rappresentare il futuro del lavoro a distanza. Questo perché si tratta di un benefit che offre ai lavoratori quella flessibilità necessaria per conciliare la vita lavorativa e quella privata e garantisce alle aziende livelli di produttività elevati.

Certo, perché lo smart working rappresenti un vero e proprio valore aggiunto per un’impresa, questa deve cambiare il proprio modo di lavorare, ragionando per obiettivi e non più per numero di ore lavorate. Per raggiungere questo traguardo è fondamentale offrire una formazione specifica a tutti i soggetti coinvolti e creare solidi rapporti di fiducia tra l’azienda e i collaboratori.


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